He's quite charming, isn't he?

Hannigram {'Hannibal'}

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    Capitolo 16 - Cena a 'Le Figaro'



    Il telefono gli vibrò due volte. Will era seduto su una panchina nel parco, i suoi cani a giocare gioiosamente poco distante.

    16:07 - Hannibal: Buon pomeriggio, William :-) So che è poco il preavviso, e me ne scuso, ma i miei amici Alana e Jack vogliono cenare insieme, stasera, quindi pensavo di estendere anche a te l'invito. Gli piacerebbe molto incontrarti :-Q

    16:09 - Will: Ciao :) Sono a passeggio con i cani. Mi piacerebbe incontrarli. Hai già fame? xD xoxo

    16:11 - Hannibal: Bene. Non ho ancora fame, grazie. Cosa te lo fa pensare? Sono abbastanza perplesso per le tante 'x' alla fine. Cosa rappresentano? P. S.: Il tuo sorriso ha perso il suo naso?

    16:16 - Will: Dovremo parlare ancora degli smiley: 1) xD, questa significa ridere a crepapelle (LOL), gli occhi sono la 'x' perchè sono chiusi per le risate. E la bocca è un grande sorriso; 2) Il tuo primo smiley, :-Q, può essere tradotto come 'Ho fame' o 'Ho l'acquolina in bocca' o 'Questa cosa è gustosa'; 3) Il naso è opzionale negli smiley, ma dato che il messaggiare dovrebbe essere veloce, per risparmiare tempo, di solito non si mette; 4) 'xoxo' può essere tradotto come 'baci e abbracci', un altro modo per inviare un bacio a qualcuno è questo, :* (o col naso, SE PREFERISCI, :-* ). Cmq, quando e dove per stasera?

    16:20 - Hannibal: 1) Non invierò più :-Q, di certo non direi qualcosa del tipo "Ho l'acquolina in bocca" perchè non lo dico mai. Volevo intendere l'espressione felice :-D. 2) Come può qualcuno giustificare la mutilazione di un naso? 3) Cosa significa "cmq"? Potresti evitare questo linguaggio criptico dato che stai parlando con un neofita? Grazie mille, William. :-*

    16:22 - Will: Sei ridicolmente snob, dottore. "Cmq" significa "Comunque". È linguaggio da messaggi, Hannibal, nessuno MUTILA nessuno :) Allora, saresti così gentile da condividere con me qualche informazione su stasera?

    16:25 - Hannibal: Sì, scusa, William. Ci vediamo da 'Le Figaro' alle 20:30. Vuoi che ti passi a prendere? :-* P. S.: Hai già smesso di mandarmi baci, William? :-(

    Will alzò le sopracciglia quando lesse il nome del ristorante. Era uno dei ristoranti più snob e lussuosi di Baltimora e forse anche del Maryland. Oh Dio, perchè aveva detto di sì?

    Innanzitutto, non aveva un vestito adatto al posto, poi si sarebbe dovuto radere e, almeno, cercare di domare i capelli. E, ovviamente, la cena gli sarebbe costata metà del suo stipendio mensile.

    16:28 - Will: BEV, SOS SHOPPING, ORA!

    Will velocemente scrisse mentre lottava con i cani per farsi seguire a casa.

    16:29 - Bev: Da te tra 10 minuti.

    Will sorrise, Bev era la migliore, adorava fare shopping con lui.

    16:30 - Will: Ok. Penso che non potrò indossare le mie scarpe di ginnastica :P

    16:32 - Hannibal: Se lo facessi, non ti farebbero entrare, temo. E sarebbe davvero una sfortuna :-* P. S.: PERCHE' NON MI BACI PIU'?

    16:33 - Will: Scrivere in maiuscolo significa urlare, lo sai, Hannibal? Mi stai urlando contro? È poco carino, sai? ;) Scusa, dimenticavo :*:*:* Perdonato O.O?

    16:35 - Hannibal: Non si può avere pietà via messaggi. Non puoi usare i tuoi occhi da cucciolo qui. Non sono ancora sicuro :-P :-* Scusa per il maiuscolo, non sapevo significasse quello. Ora devo andare, ho molte cartelle da aggiornare :-S:-*

    16:36 - Will: Ok, ci vediamo dopo, bello :*

    16:37 - Hannibal: Quando vuoi che ti passi a prendere, William? :*

    16:38 - Will: Non devi. Ho la macchina, ricordi? :*

    16:39 - Hannibal: :-( Volevo solo essere d'aiuto ;-( (questa significa accigliarsi mentre si piange, sei fiero dei miei miglioramenti, William? :-D) :-*

    16:41 - Will: Lo so, stavo solo scherzando. Non volevo farti piangere. P.S.: impari davvero in fretta per essere uno che ha una laurea :P Ci vediamo dopo :*

    16:42 - Hannibal: In realtà, ne ho tre e quattro master, William :-P :-*

    16:42 - Will: Snob, terribilmente snob, dottore.




    "Penso che sia perfetto!" Beverly ridacchiò, La commessa, una donna sui 50 anni, annuì.

    "Meglio che sia così, Bev, è la milionesima combinazione. E sono quasi le 19:30" si guardò riflesso allo specchio. Il vestito era semplice e grigio scuro, sotto la giacca, Will aveva messo una camicia blu scura, niente cravatta, niente papillon, niente panciotto. La commessa aveva insistito sul fatto che fosse molto giovane; riempirlo di accessori avrebbe solo appesantito il look. Il primo bottone della camicia doveva rimanere sbottonato, aveva detto; perchè avrebbe messo in risalto il suo fisico, invece di nasconderlo sotto strati di inutile tessuto. Il ragazzo doveva giocarsi le giuste carte e scegliere qualcosa di semplice ma perfetto. Sembrava elegante e fresco.

    “È perfetto per 'Le Figaro'" la commessa annuì, apprezzando i tratti del ragazzo avvolti da quel costoso abito.

    "Sì, concordo in pieno. È quello giusto" Bev sorrise emozionata "Ok, ragazzo, dobbiamo ora occuparci della barba e dei capelli. Meglio che corriamo".

    Appena Will e Beverly raggiunsero casa, Beverly commentò "Doccia e barba! Veloce. Abbiamo solo mezz'ora!".

    Erano le 19:45 e Will aveva iniziato ad innervosirsi. Non ci metteva mai mezz'ora per prepararsi per qualcosa. Tutta quella situazione gli ricordava il periodo di quando faceva il modello. Il vestirsi, i capelli, lo stress... Voleva però fare una buona impressione, quindi usò uno shampoo costoso che aveva ricevuto dal suo amico Brian per il compleanno. Si mise una maglia blu scura e boxer simili, mentre Beverly gli stirava perfettamente la camicia.

    "Ok, non vestirti ancora. Vieni qui. Ti sistemo i capelli". Bev gli asciugò i capelli, pettinandoglieli continuamente. Applicò un bel po' di gel, lavorandoli finchè non fu soddisfatta del risultato. Beverly ridacchiò alla fine "Oh Dio. Non hai idea di come sembri. Se improvvisamente diventassi etero o anche bisex, ti prego, fammi essere la prima donna con cui andrai a letto".

    "Certo, come non potrei?" lui rispose, ridendo.

    "No. Davvero. Dovresti almeno pensarci" gli diede un pizzicotto sulla spalla "Andiamo, ora vestiti. Puoi salutare i tuoi cani prima. Non ti ci farò avvicinare dopo esserti vestito tutto in tiro".

    "Ok, mamma" Will attraversò la stanza e svegliò i cani, che subito si appoggiarono al loro padrone.

    "Papà deve andare ad una cena snob. Auguratemi buona fortuna".

    "Vieni, paparino. Hai 10 minuti prima di uscire o sarai in ritardo".

    Will si vestì mentre Beverly gli lucidava delle scarpe di pelle nera. Lui le infilò e andò a lavarsi i denti.

    "Portafogli?".

    "Sì".

    "Chiavi?".

    "Sì".

    "Telefonino?".

    "Sì".

    "Perfetto. Sembri essere fuggito da una sfilata di Hugo Boss. Sei perfetto. Monopolizzerai quel cazzo di posto" Beverly disse entusiasta.

    Will le toccò una spalla giocosamente prima di uscire. Salì sulla sua Fiat 500 e si diresse verso il ristorante. Ce l'avrebbe fatta in 10 minuti.


    Continua...




    Aiuto visivo di come dovrebbe essere Will xD

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    Capitolo 17 - Mai rifiutare il dolce



    Alana, Jack e Hannibal si erano incontrati alle 20 in punto al bar del ristorante per un aperitivo.

    "Beh, non vedo l'ora di incontrarlo. Sei radioso da quando l'hai incontrato, Hannibal. Non ti ho mai visto così" Alana dicea. Il suo vestito era rosso e molto sofisticato; i suoi lunghi capelli castani ricadevano sulle spalle in morbide onde.

    "Sì, è vero. E mi sento piuttosto orgoglioso di questo, visto che è stato grazie a me che lo hai incontrato... "Jack aggiunge prima di bere il suo drink. Il capo del dipartimento della FBI indossava un semplice abito nero con una camicia bianca e una cravatta rossa. A Jack non piaceva vestirsi in quel modo, preferiva i suoi pantaloni casual.

    "Grazie davvero a te, Jack" Hannibal sorride di cuore. Aveva optato per un completo scozzese blu scuro, camicia bianca, gilet e cravatta paisley. Un fazzoletto rosso e dorato nella tasca anteriore e i capelli pettinati in modo impeccabile. Will aveva apprezzato il suo aspetto, quando era andato vestito in modo simile al club. Sperava davvero che gli sarebbe piaciuto anche questa volta. Hannibal sorride all'impulso di compiacere il ragazzo.

    "Gli hai detto di vestirsi? Non ho mai cenato con uno spogliarellista in un ristorante di lusso..." Jack scherza, facendo ridere di cuore Alana.

    "Il ragazzo possiede dei vestiti, sai, Jack" Hannibal sorride. Il vecchio lui si sarebbe indignato per questo commento, ma Hannibal si sente semplicemente estasiato dal fatto che William avrebbe incontrato i suoi amici "Dovrei mandargli un messaggio che siamo già dentro."

    20:24 - Hannibal: "Siamo seduti al bar proprio accanto all'ingresso, alla tua sinistra".

    20:24 - Hannibal: ": - *".


    Il lituano stava aspettando con trepidazione Will. Era stato su di giri da quando il giovane aveva detto di sì ad unirsi a lui e ai suoi amici. Dopo aver nominato il ristorante, lo psichiatra aveva pensato che Will si sarebbe in qualche modo tirato indietro o inventato una scusa, ma era davvero rimasto soddisfatto della sua risposta. Sapeva che Will si sarebbe vestito in modo casual e, molto probabilmente, semplice. Il giovane aveva lavorato nel campo della moda, eppure sembrava indossare qualsiasi cosa che fosse "pulita", indipendentemente dal colore o dalla situazione. Beh, in effetti, quasi ogni capo di abbigliamento posseduto era grigio o vicino al grigio... Quindi, la coordinazione non era davvero un problema. Lo psichiatra rimase colpito dal fatto che, anche se disprezzava completamente l'abbigliamento sciatto e logoro del ballerino, lo accettava comunque perché era qualcosa che definiva William, goffo e bellissimo.




    Will sorrise al display del suo telefono. Era appena arrivato quando aveva ricevuto il messaggio. Il giovane aveva dato a un ragazzo le chiavi della sua macchina ed era stato accompagnato da un portiere al bar. L'interno de "Le Figarò" era incredibilmente lussuoso e Will si stava davvero chiedendo se sarebbe dovuto scappare e inventarsi qualche scusa, quando incontrò un paio di occhi castani che lo guardavano increduli.

    Hannibal era appoggiato a uno sgabello da bar. Sul suo viso stavano passando varie espressioni: sorpresa, incredulità, ammirazione, timore, orgoglio, tenerezza, desiderio. Il lituano sembrava meraviglioso, come un principe o un re.

    Will camminò verso di lui e verso le altre due persone a lui vicine.

    Non appena Will arrivò, Hannibal scese dallo sgabello e gli andò incontro, un sorriso luminoso sul volto mentre approvava con approvazione il vestito dell'uomo con lo sguardo.

    Hannibal non aveva creduto ai propri occhi quando Will aveva varcato la soglia dell'ingreso. Era vestito in modo impeccabile, con un abito semplice ma elegante; il collo del ragazzo leggermente esposto e i suoi capelli apparentemente sistemati gli davano un tocco di freschezza e giovinezza che toglieva il fiato. Era lo stesso uomo che lo aveva sostenuto fuori dal club, con indosso un ridicolo cappello marrone con pompon? Il resto del mondo era scomparso; c'era solo Hannibal e quell'angelo, quel David perfettamente armonioso di Michelangelo che stava camminando verso di lui. Hannibal
    ne era ammirato.

    "William, sei...". C'erano abbastanza parole per descrivere quello spettacolo paradisiaco? "Splendido" pronunciò con orgoglio, mentre i suoi amici si voltavano per guardare l'uomo.

    "Ciao Hannibal, grazie. Anche tu stai molto bene. Come sempre" Will si fermò di fronte all'uomo, arrossendo. Non sapeva cosa fare. Poteva baciare l'uomo di fronte ai suoi amici (che lo stavano fissando) o sarebbe stato scortese? Prima che potesse concludere qualcosa, lo psichiatra gli si avvicinò e gli sfiorò le labbra in un bacio veloce. Will sorrise debolmente, maledicendosi per il probabile rossore che aveva sulle guance.

    "William, voglio presentarti ai miei amici Alana Bloom e Jack Crawford" Hannibal disse, avvicinandosi al ragazzo e mettendogli una mano sulla schiena, invitandolo a farsi avanti "E questo è William Graham" continuò. Will fu infinitamente grato all'uomo per essersi fermato al primo dei suoi nomi.

    Le presentazioni di rito furono fatte e tutti quattro si stavano dirigendo al loro tavolo. Alana e Jack erano affascinati dal volto e dai modi del giovane, mentre la mano di Hannibal non aveva mai lasciato il posto sulla schiena di Will.

    Furono scortati ad un tavolo riservato in una piccola stanza privata, circondati da quelle che sembravano costose bottiglie di vino. I lampadari di cristallo, i camerieri elegantemente vestiti e l'eleganza dell'ambiente erano tutti in coordinato, al fine di renderlo il ristorante più esclusivo della zona. Will cercò di fare del suo meglio per sembrare rilassato in quell'ambiente insolito e incredibilmente elegante, ma stava nervosamente inghiottendo e agitando le mani sotto l'elegante tovaglia. Era adatto? Gli amici di Hannibal erano stati educati e cordiali, ma Will non aveva ancora scambiato molte parole con loro.

    Il maître arrivò per presentare alcuni dei vini che sarebbero stati abbinati alla cena e Will si sentì ancor più fuori posto, dal momento che tutte e tre le persone con lui avevano espresso i loro commenti sui vini elencati. Non capiva nulla di vini; preferiva bere whisky, occasionalmente. Hannibal sembrò avvertire il suo disagio e il suo senso di esclusione, così gli afferrò una mano, che era sudata ed era stretta sui pantaloni. Hannibal gli diede una leggera stretta, richiamando l'attenzione del ragazzo per sorridergli in modo rassicurante. Will ricambiò il sorriso. Era lì, con Hannibal. Il dottore voleva che lui incontrasse i suoi amici perché voleva farlo entrare nel suo mondo. Doveva smettere di preoccuparsi per delle banalità e rilassarsi. Sì, lo avrebbe fatto. Gli amici di Hannibal non mordevano. Volevano solo conoscere l'uomo che stava uscendo con il loro amico; era una cosa normale da fare.

    "... Cosa ne pensi William?" Jack gli chiese, non appena il maître andò a prendere le bottiglie.

    "Mi dispiace, ero distratto. Che cosa hai detto?". Non aveva sentito una parola pronunciata da Jack, finché non disse il suo nome. Grandioso, Will. Stai dando davvero facendo una grande prima impressione.

    "Hannibal ha detto che hai pescato una trota arcobaleno piuttosto impressionante e che l'hai grigliata. Penso che la salsa olandese sia un complemento troppo opprimente. Qual è la tua opinione?" l'uomo ripeté, non seccato dal doversi ripetere.

    Will non poteva credere alla sua fortuna. Era un cuoco abile e, dal momento che mangiava principalmente pesce, aveva praticato dozzine di ricette.

    "Personalmente, mi piace di più quando è cotto con limone ed erbe come Majoran e Terragón". Gli altri convitati sembrarono impressionati dalla sua proposta. Era stato elegante. Vola basso Will.... "La salsa olandese di Hannibal era incredibilmente leggera e completava benissimo il pesce" disse, rivolgendosi e sorridendo allo psichiatra, che sembrò commosso dalla sua onestà e dai suoi complimenti "Ma il pesce è uno dei pochi piatti che sono bravo a preparare e capire. Sono davvero uno chef disastroso, davvero" confessò sinceramente, arrossendo e guardandosi le mani intrecciate con quelle di Hannibal.

    Alana e Jack sorrisero divertiti, mentre Hannibal si accigliò. "Non lo direi, stamattina hai preparato una colazione davvero gustosa". Will sorrise, ma non poté fare a meno di arrossire, ricordando come Hannibal aveva manifestato la sua gratitudine per i suoi sforzi.

    Il vino arrivò e Will fu colpito dal suo sapore piccante e speziato. Completava perfettamente la prima delle cinque portate, preparato eccezionalmente per loro. Hannibal risultò essere un buon amico dello chef, che era venuto a salutarli, dopo cena, ed era sembrato molto interessato alle osservazioni dello psichiatra sul cibo. Will aveva scoperto questo nuovo lato dell'uomo; aveva conosciuto i suoi modi eleganti e la sua posizione aristocratica... Ma era in qualche modo difficile credere che l'uomo che era caduto ubriaco tra le sue braccia solo poche settimane prima, fosse lo stesso uomo elegantemente vestito, che stava dando consigli a uno chef stellato che era sinceramente interessato alla sua opinione.

    "Allora, cosa vi piacerebbe per il dolce?" lo chef chiese.

    "Io salterò. Sto davvero bene con un digestivo ma niente dolce, grazie, Pierre" Alana disse.

    "Sì, anche io" Jack aggiunse rapidamente.

    Che cosa? Stavano mangiando in un hotel di lusso e non volevano la parte migliore?. Will cercò di non sembrare deluso come realmente sentiva. Fino a quando…

    "Capisco. Anche io sono piuttosto pieno, ma non posso rifiutare un dolce regalo. Cosa ne pensi, William? Ti va un po 'di dessert?" Hannibal gli chiese, guardando il ragazzo con un falso sguardo interrogativo. Il ballerino aveva svuotato il sacco sui suoi piaceri di gola con Hannibal. Will sorrise sinceramente.

    "Non potrei mai rifiutare il dessert" disse semplicemente.

    Il giovane chef sorrise, approvando la loro decisione. Cominciò ad elencare "Beh, potrei consigliare un po' di torta con mousse al cioccolato con marshmallows e gelato o una panna cotta allo zenzero condita con pere bollite, gelée all'arancia Campari e scorzette d'arancia candita... C'è anche del budino al cioccolato e agrodolce con caramello salato e crema all'arancia o ciambelle alla groviera condite con sciroppo d'acero, parmigiano, nocciole tostate e formaggio di capra agrumato con crema irlandese Baileys". Will stava tentando in tutti i modi di ricordare tutti quei piatti. Ma ... La panna cotta con il caramello salato o il budino?

    Stava per arrendersi, quando sentì l'accento di Hannibal affermare fermamente "Sarebbe possibile avere un piccolo assaggio di tutto? Sai, William, qui, è ghiotto di dolci" Hannibal sorrise allo chef e poi rivolse la sua attenzione a Will, i suoi occhi che irradiavano tenerezza e profondo affetto. Will arrossì furiosamente a quello sguardo intimo. C'erano stati vari momenti durante la cena, quando Hannibal lo aveva guardato con ardente passione e desiderio, come se avesse voluto pasteggiare sul giovane proprio su quel tavolo; ma poi c'era stata anche una dolce tenerezza nei suoi profondi occhi marroni. Lo stomaco di Will era pieno di cibo squisito e di farfalle.

    "Ovviamente. Non potrei mai negare nulla a te o al tuo compagno, Hannibal. Consiglierei personalmente un Renwood Amador Ice Zinfandel per accompagnare il tutto".

    Will, che stava sorseggiando il suo sesto (?) bicchiere di vino, si era fermato a mezz'aria, quando lo chef francese lo aveva chiamato compagno di Hannibal. La dichiarazione lo aveva fatto riflettere. Erano più che amici, erano d'accordo sul fatto che volevano saperne di più l'uno dell'altro. Ma non si stavano solo frequentando, facevano del sesso fantastico e abituale e normalmente si baciavano e si abbracciavano come qualsiasi coppia farebbe. Ma erano una coppia? Poteva essere davvero legato al raffinato, geniale psichiatra?

    "Sì, grazie. Questa è davvero una grande combinazione, Pierre".

    Si era aspettato che Hannibal avrebbe corretto l'uomo. Ma cosa poteva dire? "Non è il mio compagno. Siamo amici di letto? Abbiamo appena iniziato a conoscerci, ma di solito cammina quasi nudo per me e io gli faccio un pompino fantastico o lo scopo al nightclub dove si spoglia?".

    Il dessert venne portato e Will era rimasto del tutto attonito. Voleva saltare intorno come faceva Beverly quando era eccitata o abbracciare il cameriere e lo chef o battere le mani con un sorriso e saltare sulla sedia. Non era ancora sicuro. Era probabilmente il dolce più buono e bello che avesse mai visto in vita sua. Il piatto era grande e precisamente disposto, dove piccoli assaggi dei dessert erano ordinatamente posti su di esso. Era un trionfo di cioccolato bianco e fondente, creme, frutta caramellata, piccoli budini colorati e noci.

    Il piatto era stato posto tra Will e Hannibal. A ciascuno di loro erano state date posate e piatti separati. Hannibal aveva gentilmente preso una quantità minima di ogni dessert, per lasciare il resto al ragazzo che sembrava un bambino piccolo che stava aprendo i regali di Natale. Come poteva mai rifiutare qualcosa a William?

    Dopo la cena, i quattro andarono a sedersi al bar. Will si scusò per andare in bagno.

    "Lo adori. È scritto sul tuo viso quando lo guardi" Alana Alana ruppe il ghiaccio "Certo, come non potresti? È così terribilmente impotente riguardo ai suoi sentimenti anche per te, direi. Quel giovane è incredibilmente bello e intelligente; avevi ragione sugli occhi da cucciolo e arrossisce pure... "aggiunse, sorridendo.

    "È piuttosto affascinante, vero?" Hannibal osservò con orgoglio.

    "Lo è. Ed è onesto e ha spina dorsale. Anche tu hai la mia benedizione, Hannibal" Jack disse onestamente, un sorriso brillante sulle sue labbra mentre sorseggiava il suo bourbon.


    Continua...
     
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    Capitolo 18 - Il conto è stato pagato



    "Scusa, ho beccato il mio manager che stava cenando con un amico e non voleva lasciarmi andare. Continuava a fare domande. È un uomo così indaffarato e untuoso e spregevole..." Will disse ad Hannibal non appena ritornò dal bagno.

    Alana e Jack stavano ballando una canzone jazz non lontano da dove Hannibal era appoggiato al suo sgabello del bar. Gli amici di Hannibal avevano concordato in silenzio per un ballo, per lasciare un po' di tempo la coppia da sola.

    "Vieni qui, bel ragazzo. Lascia che ti abbracci" Hannibal sorrise, aprendo le sue braccia forti e invitanti, indifferente alle persone che stavano ballando o sedute accanto a loro.

    Will arrossì e sospirò di sollievo, non appena fu racchiuso da quelle braccia muscolose e immerso nel profumo che era solo di Hannibal. L'uomo accarezzò il collo di Will "Sei bellissimo, William. Non mi aspettavo che ti vestissi in tiro per me. Sembra così noioso e antico... Ma sei straordinariamente bello..." il dottore si interruppe per via delle labbra di Will sulle sue. Si scambiarono un bacio lungo e appassionato; Hannibal sapeva di bourbon, mentre le labbra di Will avevano il sapore del cioccolato e della panna.

    Will si staccò dal bacio e Hannibal ne fu piuttosto dispiaciuto. "Siamo circondati da persone, Hannibal... È maleducato amoreggiare spudoratamente in un ristorante raffinato..." Will disse con voce roca, facendo un passo indietro. Sapeva che stare troppo vicino ad Hannibal l'avrebbe fatto cadere in tentazione ...

    Una signora anziana seduta accanto ad Hannibal si voltò per sorridere a Will e disse "Mi dispiace. Non ho potuto fare a meno di ascoltare quello che hai appena detto, giovanotto. Non sono affatto d'accordo, lo sai. È raro trovare una coppia che sia così follemente innamorata". Le guance di Will si tinsero di rosso dopo aver sentito le parole "coppia" e "innamorata". La signora proseguì "Sai, i giovani oggi sembrano aver perso il senso dei valori più importanti. Dicono di innamorarsi e disamorarsi ogni secondo di ogni giorno. Ti suggerirei di tenerti stretto questi momenti, mentre sei ancora così giovane".

    Will sorrise educatamente alla signora e Hannibal venne coinvolto in una piacevole conversazione con lei.

    "Allora, siete insieme da tanto?" la donna chiese.

    Il giovane non ebbe la spavalderia per rispondere. Ma, in qualche modo, riuscì a pronunciare "No, non proprio. Ci conosciamo da un tempo sorprendentemente breve. È stata un'attrazione fatale, temo" sorrise, arrossendo.

    "Oh, ma sei un ragazzo così adorabile. Guarda che begli occhi, mi ricordi mio nipote Gerald. Gli occhi sono proprio come i tuoi" poi si alzò per andarsene, non prima di essersi voltata ancora una volta verso Hannibal "È adorabile, se lo tenga stretto" disse ammiccando.

    "Non lo lascerei mai andare via" Hannibal rispose educatamente, sorridendo alla donna.

    Hannibal era rimasto deliziato dall'onesto interesse della signora. Certo, tutti potevano vedere la bellezza e il fascino di William, ma il fatto di averlo pronunciato in quel modo, lo rendeva ancora più orgoglioso di essere il compagno del ragazzo. Mai prima d'ora gli era successa qualcosa del genere. Certo, Frederick era bello, ma nessuno poteva competere con la bellezza dolce e ignara di Will. Il ragazzo era rimasto contento, ma a disagio per l'improvvisa attenzione. Il suo rossore era affascinante. Hannibal lo tirò di nuovo a sè.

    “È stato imbarazzante..." Will iniziò.

    "Perché, William?".

    "Beh... non lo so... voglio dire... a volte mi sento come se stessi imparando continuamente cose nuove su di te... E mi sento così... sopraffatto..." Will fu grato di poter nascondere la sua faccia arrossata nel colletto di Hannibal.

    "È normale sentirsi così, William. Mi sento come se abbia sprecato il mio tempo prima di conoscerti. So che è improvviso e forse non dovrei dirlo adesso... "Hannibal fece un respiro profondo, era... insicuro? Il cuore di Will smise di battere. 'Oh Dio, lo dirà davvero?'. "Ma sento che voglio che questa sia qualcosa di più di una semplice relazione. Mi sono innamorato di te, ragazzo" l'uomo sussurrò tra i suoi capelli.

    L'aveva sentito davvero o era solo un sogno? Il respiro di Will divenne irregolare e la sua mano sulla schiena di Hannibal si bloccò. Stava per riguadagnare l'uso della parola, quando Alana e Jack tornarono. Will si sedette su uno degli sgabelli e cercò di ricomporsi.

    Hannibal si era innamorato di lui. Non poteva fidarsi dei suoi sensi. Se non fosse stato per il battito del cuore inspiegabilmente veloce, Will avrebbe pensato di essere svenuto.

    Il resto della serata progredì incredibilmente lentamente per il ballerino, che aveva ancora la testa tra le nuvole. L'atmosfera era piacevole, Alana e Jack ascoltavano onestamente le sue osservazioni o ridevano di cuore alle sue battute, mentre la mano di Hannibal era rimasta attorno alla propria. Poi, verso mezzanotte e mezza, la coppia si separò da Alana e Jack. Lo psichiatra era venuto con Alana al ristorante e aveva programmato di tornare indietro con Will, ma poiché entrambi si sentivano brilli, decisero di non guidare ma di prendere un taxi.

    "Dove vi porto?" l'autista chiese.

    "Stasera starai a casa mia, William?" Hannibal chiese.

    “Ehm. Va bene, credo...".

    Hannibal diede il suo indirizzo all'uomo, mentre Will poggiò la testa sulla spalla di Hannibal, inspirando la colonia dell'uomo...


    "William. Sveglia, ragazzo. Siamo arrivati" Hannibal disse, accarezzando dolcemente i capelli del giovane.

    Non appena il ragazzo uscì dal taxi, sobbalzò, come se avesse dimenticato qualcosa.

    "Cosa c'è che non va, ragazzo?" Hannibal chiese, aggrottando le sopracciglia.

    "Il conto! Non ho pagato il conto!" disse quasi terrorizzato.

    Hannibal rise di cuore all'espressione del ragazzo "Il conto è stato pagato, William. Vieni ora, non ti preoccupare. Fa così freddo, entriamo dentro".

    "Hai pagato il conto?" Will sollevò le sopracciglia in un'espressione seria. Si frugò nella giacca e tirò fuori il portafoglio "Quanto ti devo?".

    Lì, in mezzo alla strada, con il portafoglio in mano, le guance rosse per il vino, gli occhi assonnati e un'espressione arrabbiata, Will era un capolavoro da contemplare.

    "Per favore, William. Non mi devi niente. Sono stato io che ti ho invitato a cena; non puoi aspettarti che ti lasci pagare per stasera. Ora, fa veramente freddo e...".

    "No, Hannibal. Non lo accetto" Will disse, sembrando davvero offeso "Non puoi semplicemente farmi accettare il fatto che probabilmente hai speso metà del tuo stipendio con me. Per favore, lascia che ti ripaghi".

    "Va bene. Ma prima entriamo. Sto congelando" Hannibal disse. Non sapeva come dire al giovane che il conto esorbitante che aveva pagato era più economico della cravatta e della camicia che stava indossando. Avrebbe potuto semplicemente dire che era un miliardario, ma sarebbe suonato così arrogante. Invece, decise di dimostrarglielo.

    Hannibal si diresse verso il suo cancello, la casa e il suo giardino erano immersi nell'oscurità. Prese il telecomando automatico dalla tasca e, dopo alcuni secondi, il cancello si aprì. Will si accigliò e seguì Hannibal su un sentiero di ghiaia nell'oscurità.

    Will inciampò goffamente sui suoi stessi piedi. Hannibal lo afferrò un secondo prima che il giovane potesse cadere e farsi male "Stai bene?" chiese preoccupato.

    "Sì, scusa. Sono inciampato. Non riesco davvero a vedere niente. Dov'è che vivi, nella foresta?" lo prese in giro.

    Hannibal sollevò il braccio con il piccolo telecomando e improvvisamente si fece luce. Will inspirò bruscamente alla gigantesca villa di fronte a lui. Il sentiero era illuminato da alcuni riflettori; c'erano aiuole, alberi e quello che sembrava un immenso giardino sul lato destro della casa. C'era una piccola cascata sul vialetto. Una cazzo di cascata? Veramente? Proprio di fronte all'imponente edificio sorgeva una maestosa fontana e una Bentley era parcheggiata non lontano. La Bentley di Hannibal. Will rimase lì per un minuto, fissando l'enorme edificio che Hannibal chiamava "casa".

    "Vivi qui?" riuscì a mormorare.

    "Sì. Questa è casa mia" Hannibal osservò la fronte accigliata di Will.

    "Oh" il giovane capì tante cose... proprio in quel momento.

    "Per favore, William. Vieni, entriamo. Fa davvero freddo, non vorrei che ci prendessimo un raffreddore" Hannibal insistette, facendo strada.

    Will camminò silenziosamente verso la casa.


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    Capitolo 19 - Non dire qualcosa di cui potresti pentirti



    Se l'esterno della casa era sembrato un castello, l'interno sembrava un museo. Will rimase stupito all'entrata. Era tutto un mix di colori crema e marmo semplice. La sala era inondata di luce naturale, c'erano solo i mobili necessari con colori riposanti. Era una casa molto seria e molto maschile, fatta di mobili discreti perfettamente combinati tra loro. C'erano alcuni ritratti incredibilmente dettagliati appesi ai muri e Will riuscì a rilevare il tocco di Hannibal dopo aver posato per lui. Poteva vedere molto marrone in tutte le sue sfumature, ma anche un po' di grigio e bianco. Inoltre, tutti i materiali naturali come marmo, pietra, legno e vetro avevano reso la casa elegante e senza tempo.

    "Vuoi passarmi il cappotto, William?" Hannibal esclamò dopo aver lasciato alcuni secondi a William per guardarsi intorno.

    “Ehm. Certo”. Hannibal aiutò l'uomo a spogliarsi e poi andò verso una cabina armadio.

    "Vieni, beviamo qualcosa" Hannibal tese la mano a Will, che sembrava il piccolo Charlie nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.

    Si diressero verso il soggiorno. C'era così tanta armonia e amore per i dettagli. Il pavimento in legno scuro contrastava con la pietra naturale delle pareti.

    "Vuoi del vino o preferisci un whisky?" Hannibal chiese educatamente.

    Poi, all'improvviso, Will ritornò alla realtà "Scusa. Io... "Will arrossì, vergognandosi della sua piccola casa dove Hannibal aveva trascorso così tanto tempo “Questo posto è fantastico. La tua... casa... è spettacolare, Hannibal" balbettò.

    "Grazie, William" rispose sinceramente "A proposito di quel drink, preferiresti qualcos'altro?".

    “Uhm, scusa. Un whisky andrebbe bene, grazie” Will stava osservando l'imponente camino.

    Dopo qualche minuto, Hannibal tornò con due bicchieri di cristallo e il whisky. Offrì un bicchiere a Will.

    "Allora... Ehm... Gli psichiatri guadagnano sempre così tanto?" il ragazzo chiese, imprecando immediatamente contro se stesso per la schiettezza e il fatto che avesse chiesto dei suoi soldi "Scusa. Potrei essere un po' ubriaco. Non dovresti ascoltare quello che dico" Will arrossì.

    Era davvero sopraffatto da tutto quello che era accaduto. Aveva appena iniziato a conoscere l'elegante e raffinata facciata del dottore, quando gli era stato detto che Hannibal era innamorato di lui. Lui non aveva detto niente; non aveva avuto il tempo o le parole giuste. Sentiva che avrebbe dovuto dire qualcosa al riguardo, ma tutto sembrava incredibilmente patetico. Se avesse confessato i suoi sentimenti ad Hannibal, dopo aver messo piede in casa sua, ehm, villa, ehm, castello, sarebbe suonato come un cacciatore di fortuna, cosa che non era. Will non poteva dirlo, non ancora.

    "Non devi scusarti, Will. Vieni, sediamoci" il dottore portò Will verso un divano raffinato. Will strinse il suo whisky, temendo di poterlo rovesciare sul tappeto o ovunque.

    “Guadagno molto dalla mia professione e dalle mie pubblicazioni. Ma possiedo la maggior parte dei miei soldi per il fatto di essere l'unico erede della fortuna della mia famiglia".

    "Non devi dirmelo, Hannibal. È stato incredibilmente scortese da parte mia. Non mi interessa niente di tutto questo, lo sai..." Will agitò la mano, bevendo un sorso dell'incredibile liquore.

    “Voglio che tu lo sappia, Will. Voglio che tu sappia tutto. Non riuscivo a trovare il momento o la circostanza giusti. Ti ho anche invitato a cena due volte, ma c'era sempre qualcosa che ostacolava tutti" Hannibal mise il suo drink sul tavolino, inginocchiandosi tra le gambe di Will. Il giovane lo guardò con un'espressione confusa. "Sono un conte".

    Will espirò, un'espressione indecifrabile sul viso. Si accigliò frustrato e scosse la testa. Chiuse gli occhi e sembrò contrito.

    Hannibal prese il bicchiere di Will dalle sue mani e lo posò sul tavolo, accanto al suo “Vorrei che dicessi qualcosa. Tutto quello che pensi, in realtà" il dottore sussurrò, guardando preoccupato l'altro uomo.

    "Non so che dire, Hannibal" rispose dopo aver guardato negli occhi castani il medico.

    "Allora non devi" Hannibal sussurrò, appoggiandosi sulle ginocchia e avvicinandosi lentamente alle labbra del giovane per un dolce bacio.

    Il dottore passò le mani sul bicipite e sul torace di Will, mentre gli dava baci caldi sulla gola "Vuoi?" sussurrò.

    "Hm... sì..." Will rispose gemendo.

    "Vieni, allora, andiamo nella mia camera da letto" Hannibal si alzò e prese la mano di Will per condurlo su per le scale. Entrarono nell'unica porta sul lato destro del corridoio. 'Quante stanze aveva quella casa?', Will si chiese e non volle rispondersi. Entrarono in una stanza grande il doppio rispetto all'intero appartamento di Will. C'era un enorme letto a baldacchino, un enorme camino con due eleganti poltrone di fronte, un'intera partizione coperta di libri. L'intera stanza era stata arredata nelle tonalità del blu profondo e del bianco. Era mozzafiato. Hannibal condusse Will verso il letto più grande che avesse mai visto in vita sua.

    Si spogliarono in silenzio, Hannibal si prese del tempo per slacciare i bottoni della camicia di Will, baciando ogni centimetro di carne appena scoperta. Will si strinse all'uomo e ricambiava freneticamente i suoi gesti. Si baciarono con foga, finché non iniziarono ad ansimare. Hannibal tirò Will sul letto e si distese su di lui, mentre il giovane gli succhiava provocante il collo.

    "Will?" Hannibal ansimò.

    "Hmmh?" Will rispose, impegnato a leccare e succhiare il lobo dell'altro uomo.

    “Vorresti... ti piacerebbe invertire i ruoli per una volta?” disse timidamente.

    Oh. Non quello non se l'aspettava.

    “Vorresti farlo? L'hai mai fatto prima d'ora?” chiese preoccupato.

    "Non l'ho mai fatto, ma vorrei provarlo con te..." Hannibal gli accarezzò i capelli.

    Il giovane deglutì freneticamente. Bene, lui aveva un po' di esperienza "Hai del lubrificante?" chiese.

    "Nel cassetto".

    Will si sporse in quella direzione e aprì il cassetto. Ciò che trovò lì lo lasciò stupito. C'era una foto di un uomo biondo che abbracciava e baciava Hannibal. 'Oh Dio, no, non anche questo. Quell'uomo era l'ex compagno di Hannibal? Will lo conosceva fin troppo bene... Merda. Merda. Merda.

    Il giovane si alzò dal letto, mentre Hannibal rimaneva lì. Will iniziò a raccogliere i suoi vestiti e si vestì in fretta.

    "Dove stai andando, William?" Hannibal domandò a disagio.

    "Io... devo davvero andare" rispose.

    "Dove?" il dottore disse, stupefatto.

    "A casa" la risposta di Will lo lasciò sbalordito.

    "Non è necessario, se non vuoi, William... Sai che non ti avrei mai imposto niente...". Perché William se ne stava andando? Cosa aveva fatto di sbagliato? Era stata la casa, la proposta... o... naturalmente ... il fatto che Hannibal gli avesse detto senza mezzi termini in faccia di essere innamorato di lui...

    Hannibal si alzò dal letto e camminò verso Will, che stava armeggiando con i bottoni della camicia “Riguarda ciò che ho detto al ristorante? Volevo dire, sai... non ho mai..." iniziò, ma fu rapidamente interrotto.

    "Non voglio parlarne, Hannibal. Ho bevuto troppo. Non vorrei dire nulla di cui potrei pentirmi domani. Voglio solo tornare a casa" il giovane supplicò.

    "Va bene, allora lascia che ti ci porti".

    "No, è ok. Chiamo un taxi" Will disse. Era completamente vestito e Hannibal lo accompagnò di sotto, all'ingresso della casa e poi fino al cancello. Ci fu un silenzio imbarazzante e scomodo tra i due.

    Quando erano in piedi vicino alla strada, Hannibal parlò "Mi dispiace William. Non capisco cosa abbia fatto per farti arrabbiare così" si accigliò. Hannibal Lecter III era scioccato da quegli avvenimenti. Aveva paura di perdere William.

    Will sospirò, affondando il viso tra le mani "Non hai fatto nulla, Hannibal. Sono io. Ho... dei problemi" sussurrò.

    Hannibal gli si avvicinò, prendendo le mani di Will tra le sue e guardando negli occhi confusi dell'uomo “Stai andando via per sempre? Da qui? Da noi?" chiese, i suoi occhi imploranti.

    “Dammi solo un po' di tempo. Ho davvero bisogno di sistemare alcune cose prima” detto questo, Will salì nel taxi e se ne andò.


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    Capitolo 20 - Febbre



    “Ok, ricomincia da capo, Hannibal. Chiaramente, questa volta. Forse hai frainteso qualcosa" Ana disse, accigliata. Stava sorseggiando una cioccolata calda, seduta nella camera da letto di Hannibal.

    La donna aveva ricevuto una telefonata di panico dal suo amico e, dato che era il suo giorno libero, era andata direttamente a vedere cosa era successo al dottore con cui aveva cenato la sera prima. L'uomo era nascosto a letto con la febbre. Si era preso alcuni giorni di riposo, gli faceva male la testa e la temperatura era piuttosto alta.

    "Non so cosa avrei potuto fraintendere. Gli ho detto che ero innamorato di lui e dopo mi ha detto che sarebbe dovuto andare prima di dire qualcosa di cui si sarebbe pentito. Si pentirà di ricambiare il sentimento. Non prova lo stesso per me, Alana" il dottore si accigliò, la testa imperlata di sudore dalla febbre.

    “Come puoi esserne sicuro, Hannibal? Vi ho visti insieme, certo che è pazzo di te. Non dovresti ancora saltare a conclusioni affrettate. Ora dovresti riposare, la tua febbre è piuttosto alta" la donna inzuppò un piccolo asciugamano nell'acqua fredda e glielo passò sulla fronte calda.

    "Sono stato uno sciocco, Alana..." Hannibal non riusciva a trovare pace.

    La donna calmò i suoi dubbi e lo consolò il più possibile fino a quando, finalmente, si addormentò. Allora, prese il telefono di Hannibal e uscì dalla stanza, chiamando Will.

    "Ciao Hannibal".

    “Buongiorno, Will. Sono Alana".

    "Oh... Hannibal sta bene? È successo qualcosa?" Will disse chiaramente preoccupato.

    “Ha preso alcuni giorni liberi, ha la febbre piuttosto alta. Gli è venuta stanotte. Ora sono finalmente riuscita a metterlo a dormire. Ho capito che ieri non vi siete salutati bene, ma Hannibal è malato e non sembra riuscire a smettere di incolpare se stesso per ciò che ti ha detto. Non voglio sapere quali sono i tuoi motivi, non mi interessa. È mio amico e io sarò sempre dalla sua parte. Ti sto solo chiedendo di fermarti e chiarire questo malinteso. Se ti sei a malapena divertito con lui, per favore, vieni a dirglielo, così potrà iniziare a superare la cosa" la donna disse.

    "Sto arrivando" Will disse semplicemente e riagganciò.

    La donna andò di nuovo a vedere Hannibal in camera e lo trovò profondamente addormentato. Scelse un libro dalla sua biblioteca e si sedette davanti al camino.

    Dopo dieci minuti, suonò il campanello. Alana scese le scale e aprì la porta, poiché il cancello era già aperto. Trovò un Will arruffato, i suoi riccioli selvaggi gli incorniciavano disordinatamente il viso, aveva una barba leggera ed era vestito con una tuta grigia. Sembrava molto diverso dall'uomo che aveva conosciuto solo poche ore prima.

    "Come sta?" Will chiese dopo aver salutato la donna.

    Alana lo guardò con freddezza "Sta ancora dormendo".

    Will annuì. Aveva una borsa a tracolla e si diresse verso la cucina. La donna lo seguì, accigliata. Il giovane uscì fuori delle verdure e del pollo.

    "Che cosa stai facendo?" Alana chiese.

    "Sto preparando una zuppa di pollo. Dovrà mangiare qualcosa, prima o poi" il ragazzo rispose, mentre apriva gli armadietti a caso fino a quando non trovò una pentola. La donna sembrò sul punto di dire qualcosa di spiacevole, quindi Will la fermò.

    “Non mi sono divertito con Hannibal. Non lo farei mai. Capisco che sei preoccupata... ".

    "Sì, lo sono! Sono preoccupata per il mio amico ingenuo che stava delirando in modo mai visto per te perchè sei scappato ieri sera senza una spiegazione" la donna lo sfidò, alzando la voce.

    "Ascolta, Alana, non devo discuterne con te" Will rispose, serrando i denti e sbucciando le carote.

    “IO GLI VOGLIO BENE! NON GLI FARÓ DI NUOVO VIVERE QUESTA COSA A CAUSA DI UNO STUPIDO BAMBINO COME TE!" Alana urlò, mentre lui metteva le verdure tritate e il pollo nella pentola piena d'acqua.

    "SMETTILA DI URLARMI CONTRO, CAZZO!" Will rispose con lo stesso tono.

    "William?".

    Will e Alana si voltarono per trovare un Hannibal in bilico appoggiato allo stipite della porta.

    "Che cosa sta succedendo qui, perché state urlando?" Hannibal si accigliò, confuso.

    “Hannibal dovresti essere a letto, vieni, lascia che ti riporti indietro” la donna disse.

    "William, che ci fai qui?" Hannibal non riuscì a distogliere lo sguardo dal ragazzo.

    Alana guardò il medico pallido e febbrile. I capelli di Hannibal erano un disastro, aveva delle borse impressionanti sotto gli occhi iniettati di sangue ed era vestito con quello che sembrava essere un pigiama di seta blu scuro.

    “Stava per andarsene. Tu devi riposare" la donna interferì.

    “NON STAVO PER NIENTE ANDANDOMENE. STO FACENDO LA ZUPPA DI POLLO. E ORA LA SMETTI DI DIRMI QUELLO CHE CAZZO DEVO FARE!" Will urlò alla donna.

    “CHE COSA HAI DETTO?” lei si voltò per guardarlo in faccia, gli occhi in un'espressione corrucciata e le labbra strette.

    "MI HAI SENTITO! NON. ME. NE. VADO!” Will urlò arrabbiato.

    "SEI SOLO UN BAMBINO CAPRICCIOSO, ESTREMAMENTE MALEDICATO E FRUSTRATO! COME OSI?" Alana urlò.

    "William" Hannibal disse, tremante.

    Will ignorò la donna e le passò accanto per raggiungere Hannibal “Vieni, devi andare a letto. Appoggiati a me".

    Hannibal mise un braccio intorno alla vita del giovane e si lasciò trasportare a letto, mentre la donna stava in piedi dietro di loro e li seguiva.

    “Vuoi che rimanga, Hannibal? Posso prendermi io cura di te...” Will disse prima di essere interrotto di nuovo dalla donna furiosa.

    "Per quale motivo?".

    “Chi cazzo ti ha chiesto niente? Perché non ci fai un favore e torni a casa? Hai sicuramente molto da fare" Will rispose freddamente, cercando di non urlare. Non si prese nemmeno la briga di voltarsi.

    "Non andrò da nessuna parte finché Hannibal non mi dirà che va bene".

    "Non capisco. Cosa sta succedendo? Perché state discutendo?” Hannibal chiese febbrilmente.

    "Non ti preoccupare" Will accarezzò la guancia dell'uomo. Quindi, gli ripetè la domanda "Hannibal, posso restare qui e prendermi cura di te, se vuoi".

    Miracolosamente, la donna si trattenne dall'intervenire per sentire quale sarebbe stata la risposta del medico.

    "Sei scappato da me, ieri sera" l'uomo mormorò "Non capisco...".

    “Ti spiegherò, Hannibal. Lo giuro, ti dirò tutto non appena starai meglio. Ora, per favore, di' alla tua amica che può tornare a casa. Sono qui e non me ne andrò" il ragazzo disse gentilmente, continuando ad accarezzare la guancia dell'uomo.

    Hannibal guardò il ragazzo e sorrise debolmente. Aveva così tante domande che gli armeggiavano nella mente ma, in qualche modo, tutto non aveva importanza mentre il suo angelo era lì, con lui.

    "Va tutto bene, Alana. Grazie per essere venuta. Sono fiducioso che starò bene con William, qui" lo psichiatra mormorò, guardando debolmente la sua amica accigliata.

    "Il tuo cellulare è sul comodino. Se succede qualcosa o il cucciolo decide di andarsene di nuovo, per favore, chiamami" la donna disse.

    Will non si preoccupò nemmeno di voltarsi o rispondere. Hannibal annuì e sorrise.

    “Vado”.

    Will capì dal tintinnio delle scarpe della donna che se n'era andata e fece un respiro profondo.

    “Adesso dormi, Hannibal. Hai davvero bisogno di riposare. Sarò ancora qui quando ti sveglierai" il giovane disse piano.

    "Ma il tuo lavoro...".

    "Ho smesso. Non lavoro più al club. Starò qui finché non starai meglio e poi parleremo".

    L'uomo rimase ancora accigliato "Hai intenzione di rompere con me, William?" l'espressione di Hannibal era di assoluto dolore e confusione.

    Il cuore di Will si strinse nel petto. Hannibal sembrava così indifeso e vulnerabile "Mi dispiace per ieri. Non sono riuscito a pensare. Ci sono alcune cose che devi sapere. Ma no, Hannibal, non voglio che ci lasciamo" il ragazzo lo guardò negli occhi fino a quando lo sguardo del medico si ammorbidì.

    “Va bene” Hannibal sospirò, sollevato, mentre Will gli asciugava il sudore dalla fronte.

    “Ora prova a riposare. Poi ti porterò un po' di zuppa. Starai benissimo molto presto" Will sorrise calorosamente.

    "Posso avere un bacio?"

    Will sorrise.



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    Capitolo 21 - Ruoli invertiti



    "William..." Hannibal si girò irrequieto nel letto. Le lenzuola bagnate di sudore. La testa dell'uomo che si muoveva da un lato all'altro, sentendosi stordito e inquieto. Aveva freddo ma la sua pelle bruciava ed era sudata.

    "Va tutto bene, Hannibal. Sono qui. Il peggio passerà presto” Will asciugava la fronte dallo psichiatra con un panno freddo. Erano le due del mattino e Hannibal era sveglio e aveva le allucinazioni da quasi due ore.

    Dopo un altro lungo periodo, l'uomo sembrò essere tornato in sé "Che ore sono?" mormorò.

    "Sono quasi le cinque del mattino" Will fu sollevato nel vedere che l'uomo sembrasse stare meglio "Ti preparo un bagno, ti congelerai ora che la febbre è passata" il giovane si alzò e andò nel lussuoso bagno dove era andato a recuperare gli asciugamani poco prima.

    Armeggiò finché l'acqua tiepida non iniziò a riempire l'enorme vasca. Prese una piccola quantità di un bagnoschiuma italiano e presto l'intera stanza si riempì con il profumo muschiato che era tipico di Hannibal. Il giovane tornò nella stanza, dove Hannibal si era appoggiato alla testiera del letto.

    “Ok, vieni, lascia che ti aiuti” Will abbracciò Hannibal e lo aiutò a mettersi in piedi, traballante. Non appena raggiunsero la vasca, lo psichiatra si sedette e si lasciò spogliare dal giovane.

    "C'è molto spazio qui, lo sai?" mormorò, sorridendo debolmente.

    "Mi unirò a te tra cinque minuti, se prima mi dici dove tieni le altre lenzuola".

    "Sono nella lavanderia, al piano di sotto".

    “Sai, il tuo piano di sotto è piuttosto... vasto. Forse, se mi dessi istruzioni precise, potrei tornare prima di un'ora” il giovane sorrise scherzosamente.




    Will aveva appena cambiato le lenzuola e messe quelle sudate in una delle tante lavatrici nella lavanderia. Rapidamente, entrò nel bagno e trovò Hannibal come lo aveva lasciato: la testa appoggiata su un poggiatesta, immobile.

    Appena entrò in acqua, si sedette accanto all'uomo e lo abbracciò stretto. La testa di Hannibal poggiata sulla sua spalla e le sue deboli braccia che cercavano di abbracciarlo

    "Ti senti un po' meglio?" Will chiese. La temperatura era tornata normale.

    "Sto meglio ora che sei qui".

    Will abbassò la testa per vedere gli occhi dell'altro uomo. Lo sguardo era sollevato, confuso, vulnerabile, preoccupato...

    “Sai cosa provo per te, Hannibal. Non hai bisogno che te lo dica, proprio ora, perché non posso..." Will si accigliò.

    "Perché te ne pentiresti?" Hannibal accarezzò il bicipite di Will come aveva fatto la sera prima.

    "No, io non me ne pentirei. Ma tu potresti” Will chiuse gli occhi "Ora, prova a pensare a qualcosa di piacevole, prova a rilassarti" mormorò tra i capelli color cenere.

    All'improvviso, Hannibal alzò la testa e baciò Will. Il ragazzo sobbalzò dalla sorpresa, ma si abbandonò a quel bacio. C'era urgenza, passione e profondo affetto. Lo psichiatra passò la mano sulla sua coscia immersa nell'acqua. Il ragazzo spostò Hannibal per farlo sedere in grembo, i loro sessi eccitati che si sfioravano sott'acqua. Dato che lo psichiatra era più alto in quella posizione, Will aveva pieno accesso al collo e alle clavicole, che ricoprì di baci caldi. Poi, Will iniziò ad accarezzare i loro sessi. Hannibal gemette nella spalla di Will, mentre veniva sopraffatto dal piacere.

    "Vuoi ancora provare...?" Will ansimò sulle labbra socchiuse di Hannibal.

    "Sì, sì..." Hannibal rabbrividì, spostandosi leggermente per recuperare una bottiglietta nera e un preservativo da un pensile vicino alla vasca. Li porse a Will e chiuse gli occhi per un secondo.

    "Sei sicuro di stare bene? Potremmo aspettare fino a quando non starai meglio, sai?" Will sperava in fondo che non se ne pentisse in quel momento.

    "Sto bene, William. Ti voglio così tanto, ti prego...".

    William si coprì le dita con del lubrificante e continuò ad accarezzare il sesso dell'uomo con l'altra mano, mentre iniziava a lubrificare il sedere di Hannibal.

    "Fermami se ti senti a disagio" gli sussurrò mentre spingeva lentamente il dito indice in Hannibal.

    Lo psichiatra gemette e chiuse gli occhi. Bruciava e bruciava, ma la sensazione non era proprio scomoda... piuttosto... inaspettata?

    "Tutto bene?".

    "Sì. È abbastanza sorprendente..." Hannibal gemette mentre si sporgeva per baciarlo.

    Will continuò lentamente a dare piacere al dottore, inserendo un altro dito proprio quando fu sicuro che l'uomo fosse pronto ad accettarlo.

    "Non durerò a lungo se continui così..." Hannibal ansimò mentre apriva il preservativo e lo metteva a Will con mani tremanti.

    "Non ti farò del male, Hannibal. Nè ora nè mai. Lo sai" Will disse.

    “Lo so, bellissimo ragazzo. Prendimi... ora..." Hannibal continuava a fissare gli occhi verdi di Will mentre lo sentiva spingersi lentamente dentro di lui, un po' più di quanto le sue dita avessero fatto.

    L'uomo si strinse alle spalle di Will e ansimò. Non aveva mai provato un dolore così piacevole e avvincente. Quando Will fu completamente in lui, si fermò e lasciò che l'uomo si abituasse a quella situazione.

    Quando il dolore si confuse nella curiosità e nel piacere, Hannibal cominciò a muoversi su Will, lasciandolo senza fiato.

    "Oh Dio... Hannibal... Sei magnifico... Tu stai bene?" disse con tono strozzato, sfiorando le mani sulla schiena dell'altro uomo.

    Il giovane iniziò a muovere i fianchi contro il lituano, che gemeva dolcemente. I gemiti di piacere di Hannibal erano così dolci che Will iniziò a sentire la testa girare.

    "Più forte. William".

    Il giovane si spostò leggermente, al fine di spingere con più decisione nell'altro uomo, che ora gemeva più forte. La fronte di Will era sudata per lo sforzo, le sue mani spingevano i fianchi di Hannibal sul suo sesso con assertività, mentre lui si spingeva contro di lui. I suoni osceni dei due uomini coincidevano con i movimenti dei loro corpi sempre più frenetici, rischiando quasi di far uscire l'acqua dalla vasca ed allagare il lussuoso bagno.

    Will si sentì terribilmente vicino all'apice, quindi iniziò a spingersi ancora più forte e più profondamente nell'altro uomo. Afferrò l'erezione del dottore e iniziò ad accarezzarlo.

    Hannibal raggiunse l'orgasmo con un respiro affannoso mentre Will si lasciò andare al suo. Appena Will si spostò da Hannibal, cercò freneticamente le sue labbra e le baciò, come facevano di solito dopo il sesso.

    Dopo essere rimasti abbracciati per un po' di tempo, Will allungò la mano verso la bottiglia di shampoo italiano e iniziò a insaponare i suoi capelli biondo cenere con movimenti circolari. Quindi, Will usò una spugna per strofinare il corpo dello psichiatra.

    Non appena entrambi si furono lavati e asciugati, Hannibal andò a recuperare due dei suoi pigiami e ne consegnò uno a Will. La trama era incredibilmente liscia e infinitamente morbida. Il ragazzo non aveva mai indossato qualcosa di seta, ma gli piaceva il tocco leggero sulla sua pelle. Hannibal andò subito a letto mentre Will andò a recuperare una ciotola di brodo di pollo al vapore con pezzi di carne e carote tritate, sedano e patate. Aveva anche tostato due fette di pane. Il dottore fece i complimenti per il gusto delicato del pasto leggero mentre Will lo guardava mangiare. Non poteva negare il suo amore per Hannibal, si sentiva così vivo e bene quando erano insieme.

    Hannibal finì di mangiare e passò il vassoio verso le mani tese di Will.

    "Grazie, William. Sei stato incredibilmente gentile..." osservò il giovane tentare di nascondere uno sbadiglio "Mi hai vegliato tutta la notte, stenditi qui e dormi un po', c'è tanto spazio" Hannibal si mosse tra le lenzuola pulite, invitandolo ad unirsi a lui. Will scivolò sotto le coperte e subito si addormentarono, le gambe intrecciate e Hannibal dietro Will, abbracciandolo. I due caddero in un sonno profondo mentre le luci dell'alba iniziavano a prendere il posto delle tenebre.


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    Capitolo 22 - Siediti



    Will aveva appena finito di preparare la colazione di Hannibal, quando suonò il campanello. Il giovane si accigliò; chi poteva essere? Di sicuro non era dell'umore giusto per vedere Alana... Il ragazzo si passò una mano tra i capelli arruffati per cercare di dargli una parvenza di ordine. Era a piedi nudi con la sua maglietta grigia e i pantaloni del pigiama di seta verde oliva scuro di Hannibal. Will si diresse verso la porta d'ingresso, ancora meravigliato dal luogo. Quindi l'aprì e trovò una giovane donna che gli sorrideva. Era vestita in modo impeccabile, i capelli raccolti in una coda di cavallo e solo un accenno di trucco. Will arrossì, sentendosi a disagio per il suo abbigliamento.

    "Uhm... Ciao?" mormorò.

    "Buongiorno. Tu devi essere William. Sono Amanda Bloomwood, segretaria del dottor Lecter" la donna sorrise calorosamente "Ho portato alcuni documenti per il dottore da firmare".

    Will sorrise alla ragazza e la lasciò entrare "Per favore, puoi chiamarmi Will".

    "Temo che il dottor Lecter non lo ritenga appropriato. È molto sofisticato, all'antica" la donna disse mentre si avviava con Will alla stanza di Hannibal. Era già stata lì, la donna sapeva come muoversi e, in qualche modo, era riuscita a entrare dal cancello. Doveva avere una chiave.

    "Vuoi dire che è terribilmente elegante" Will rimase divertito al sorriso consapevole della donna.

    "Oh, non direi mai quello del mio datore di lavoro..." lei rise divertita.

    A Will piaceva quella giovane donna; probabilmente aveva circa la sua età e aveva rapidamente guadagnato la fiducia del medico. Sembrava impeccabile, aveva un acuto senso dell'umorismo e continuava a sorridere.

    "Lavori per lui da molto tempo?" chiese, mentre avevano quasi raggiunto la cima delle scale.

    "Sono passati quasi tre anni. Ero una dei suoi pazienti quando avevo circa dieci anni; mi ha aiutato molto” la donna dichiarò con affetto "È terribilmente severo e preciso su molte cose, ma apprezza il mio lavoro".

    "Sono sicuro che sia così. È incredibilmente di buon cuore" Will disse poco prima di aprire la porta della camera da letto di Hannibal.

    "Oh, signorina Bloomwood, per favore, entri" Hannibal dichiarò, sedendosi sotto le coperte del letto. La giovane donna entrò.

    "Buongiorno dottore. Mi dispiace molto per il suo stato e l'intrusione in questo modo" disse, prendendo posto su una sedia accanto al letto.

    "Non lo sia. Presumo, dal suo messaggio, che l'avvocato sia piuttosto impaziente...” lanciò un'occhiata a Will, che era imbarazzato, in piedi, allo stipite della porta.

    "Suppongo che abbia incontrato William" Hannibal disse, lanciando uno sguardo adorante al giovane che stava arrossendo di nuovo.

    La signorina Bloomwood sorrise al giovane "Sì, è molto affascinante, dottore. Proprio come aveva detto".

    Will si mosse a disagio “Uhm. Finisco di preparare la colazione. Ti unisci a noi, Amanda?".

    "Temo di dover rifiutare, signor Graham, ho un po' di lavoro in ufficio" lei sorrise.

    Will annuì e disse "Uhm... Va bene... io... vado..." e fuggì dalla stanza, arrossendo.

    Stava per chiudere la porta alle sue spalle quando sentì la voce divertita di Hannibal "È piuttosto affascinante, vero?" seguito dalle risate della giovane donna.

    "Vero, dottore."




    La signorina Bloomwood se ne andò e Will e Hannibal fecero colazione. Il dottore si sentiva meglio, era ancora stanco e stordito, ma la febbre era quasi scomparsa.

    "Alana mi ha mandato un messaggio" Hannibal disse "Pensa che tu sia un bambino insopportabile che l'ha insultata. Ne vuoi parlare?".

    Il giorno prima avevano fatto del sesso incredibile nella vasca da bagno, eppure c'era qualcosa che si frapponeva tra loro; una sorta di muro che Will aveva costruito intorno a lui. Da quando la signorina Bloomwood se n'era andata, c'era stato un pesante silenzio tra di loro.

    Will si seppellì le mani tra i capelli “Mi ha chiamato, mi ha detto che eri malato. Così ho guidato fino a qui e volevo farti una zuppa e lei ha fatto alcuni commenti inappropriati e voleva che me ne andassi. Continuava a dire che avrei dovuto dirtelo se voglio solo divertirmi con te".

    "E tu? Ti sei solo divertito con me?".

    "Stiamo parlando seriamente, Hannibal?" Will si alzò di scatto, raccogliendo i loro piatti e andando in cucina per lavarli.

    “Perché sei andato via l'altra sera? Posso sapere cosa ho fatto di sbagliato?" Hannibal lo seguì “Perché sei tornato? Cosa provi per me, William? Puoi rispondere ad almeno una di queste domande?" il dottore lo mise alle strette.

    Will si voltò e quasi urlò “Non ho mai detto a nessuno ti amo e mi spaventa a morte! Ok? Vuoi che ti dica cosa provo? Ti amo, Hannibal. Ti voglio. Ti amo, cazzo" disse, guardandolo dritto negli occhi.

    Il dottore fu scioccato. Poi sorrise e poi rise "Mi ami, William?" fece un passo avanti sorridendo.

    "Sì" Will chiuse gli occhi, un'espressione di dolore sul viso "E' così" poi li aprì "Ti amo, Hannibal" mormorò solo per il dottore, prima che l'altro si avvicinasse a lui e lo baciasse forte.

    "Perché non me l'hai detto, bel ragazzo?" Hannibal lo strinse forte tra le sue braccia.

    “Perché ero confuso. E ho scoperto alcune cose che mi hanno spaventato a morte" mormorò nel pigiama di seta bordeaux di Hannibal. L'uomo rise per le profanità che uscivano dalle labbra di quell'angelo.

    "Cosa hai scoperto? Cosa ti ha spaventato?".

    "Probabilmente dovresti sederti, Hannibal...".


    Continua...
     
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    Capitolo 23 - Il catalizzatore



    ("Catalyst"- Kyla La Grange)

    Come in take your coat off, I'll sit you down
    I've watched you from shadows, I made no sound
    I'll light you a fire, your hands are cracked
    I've slashed all your tyres, you cannot go back.

    Oh nobody caught me yet , I hope that you will
    And all of us are drown by lust to kill and to be killed
    I see it in your eyes

    And all our skin burned so fast
    I'll give you a love that cannot last
    And all our eyes light like flames
    I need you to forever call my name

    Lie down take your clothes off, and let me stare
    I've watched you for hours, my eyes stripped you bare
    Stop me from crying, I shouldn't keep you there
    For all that I needed, I need you not to care

    Oh nobody caught me yet , I hope that you will
    And all of us are drown by lust to kill and to be killed
    Oh nobody caught me yet , I hope that you will
    And all of us return to dust and that's what makes me ill

    Do you see it in my eyes?

    And all our skin burned so fast
    I'll give you a love that cannot last
    And all our eyes light like flames
    I need you to forever call my name

    ---



    “La mia famiglia è di nobili origini. Sono un aristocratico, proprio come te. William Christopher Graham VII, conte di Essex” il giovane si accigliò al proprio nome, mandando gli occhi al cielo.

    Hannibal guardò il giovane con un'espressione perplessa.

    "Certo, ora è solo un titolo. Niente soldi, niente terre. La mia famiglia è stata distrutta a causa della sua nobiltà. Vivevamo in un piccolo castello quando ero molto piccolo. Senna ed Emily lo ricordano, per me è solo un ricordo offuscato" Will sorrise “I miei nonni sono stati uccisi e i miei genitori sono morti poco dopo in un incidente. Mia sorella era abbastanza grande da provvedere a noi, ma abbiamo dovuto vendere tutto perché i nostri genitori avevano lasciato enormi debiti. Abbiamo ereditato il loro fallimento" l'espressione di Will fu molto ferita "Avevano perso tutto e si sono uccisi" sussurrò fissando il lussuoso tappeto.

    "William..." Hannibal non riusciva a credere a ciò che il giovane gli stava dicendo. Poteva dire che il ragazzo era speciale... Ma un conte? E poi c'era la triste storia di un'altra nobile famiglia distrutta a causa del suo titolo aristocratico "Mi dispiace così tanto, ragazzo" gli prese le mani, che era nervosamente seduto accanto a lui sul divano. I suoi occhi ancora rivolti sul tappeto.

    Dopo un minuto, Will tornò in sè. Sorrise e si spostò per guardare negli occhi di Hannibal "Non ho mai incontrato nessuno come te, sai? Non mi sono mai sentito così... Mi fai sentire desiderato, importante e ti preoccupi per me. Non sono nessuno, un ex spogliarellista con un titolo nominale. Non sono abituato ad avere qualcuno che mi guardi come te... e questo mi terrorizza...” sussurrò, sorridendo nervosamente.

    L'espressione di Hannibal fu di adorazione "Ti amo, William" rispose teneramente, accarezzando la barba del ragazzo "È così improvviso, ma mi sento come se ti conoscessi da sempre. Sei così speciale eppure non sembri capirlo. Vorrei che tu potessi vederti dalla mia prospettiva. Sei così incredibile" il dottore cercò di comunicare la verità delle sue parole guardandolo negli occhi. Quindi, si sporse verso Will e lo baciò teneramente.

    "C'è dell'altro..." Will sussurrò, non appena il bacio terminò.

    "Sono qui e ti ascolto".

    Will si alzò in piedi "Aspetta qui" disse ad Hannibal, mentre si dirigeva verso la camera da letto dell'uomo per recuperare qualcosa dal cassetto del comodino. Tornò con una fotografia tra le mani e la porse ad Hannibal. L'uomo guardò la sua foto con Frederick. L'altro psichiatra lo stava abbracciando e baciando sulla guancia. Erano abbronzati e più giovani, la fotografia era stata scattata tre anni prima, a Ibiza. Hannibal si accigliò e guardò William.

    "Quest'uomo…" Will iniziò "È il tuo ex compagno?" chiese, sedendosi accanto ad Hannibal "È quello che ti ha tradito e da cui non volevi tornare a casa, il giorno in cui ci siamo incontrati?".

    "Sì... dove l'hai trovata?" Hannibal chiese. Aveva rimosso tutto ciò che apparteneva a Chilton o che persino glielo ricordasse. Non avrebbe lasciato in giro qualcosa come una fotografia in giro.
    “Era nel comodino... l'ho vista prima di scappare, l'altro giorno. È stata la punta dell'iceberg, diciamo" Will esclamò con le mani sul viso, nascondendolo.

    "William, Frederick non è più nella mia vita, non devi essere geloso. Io non…".

    Il giovane si alzò di scatto "Non sono geloso, Hannibal! Non di quel... dannato bastardo" il suo tono fortemente accentato evidenziò la forza di quelle parole. La sua espressione era infuriata, era teso e lo psichiatra non aveva mai visto Will così intimidatorio.

    "Cosa intendi?" il dottore chiese incredulo. Il giovane aveva esagerato con i termini "Lo conosci?" sussurrò quando vide l'espressione di Will cambiare.

    Il ragazzo era arrabbiato, ma poi capì di aver esagerato... Cercò di ricomporsi per non offendere o sorprendere il medico “Lo conosco. Il dottor Frederick Chilton" fece una smorfia al nome.

    Hannibal stette seduto in silenzio. I suoi occhi andavano dall'immagine tra le mani al nervoso Will che camminava avanti e indietro accanto al camino del soggiorno. Passò un minuto silenzioso, si sentiva solo il rumore dei passi di Will. Quindi si fermò davanti ad Hannibal e si inginocchiò davanti a lui, appoggiando le mani sui bicipiti del dottore. Poteva sentire la tensione in Hannibal e lo guardò negli occhi.

    “È stato il mio psichiatra, Hannibal. Per circa quattro anni" sussurrò, scuotendo la testa “Sono andato da lui quando ho iniziato a fare il modello. Un modello professionista soffre di grande stress e talvolta di disturbi alimentari o di personalità... quindi dovevo consegnare alla mia agenzia una valutazione psicologica una volta al mese, per continuare a lavorare” continuò.

    Hannibal sembrò sorpreso, ma era interessato alla sua storia. Chilton lavorava al Baltimore State Hospital per valutare pazzi criminali da quasi dieci anni, ormai. Due anni fa era diventato l'amministratore dell'istituto a Baltimora.

    "Non avevo grossi problemi. Parlammo principalmente dei miei sogni e incubi, di misure efficaci da prendere quando ero stressato. Non gli ho mai parlato del mio background familiare o di problemi familiari. Lui me lo continuava a chiedere, ovviamente, ma non gli ho mai detto niente" l'uomo parlò pazientemente, gli occhi fissi su quelli pazienti di Hannibal.

    “Quando mi sono stancato del mio lavoro, Beverly mi disse di trovarne uno nuovo. Ricordo che una volta lei mi disse "Trova solo qualcosa che ti renda felice e che tu possa fare con un sorriso sulle labbra"" il giovane sorrise, i suoi lineamenti si ammorbidirono, ricordando la lealtà della sua amica “Quindi, decisi di smettere. E sono andato al mio ultimo consulto con il mio psichiatra. Gli dissi che sarebbe stata l'ultima volta che ci vedevamo, perché stavo lasciando il lavoro e volevo fare qualcosa di nuovo. Mi chiese quale lavoro avessi in mente e io lo sapevo. Avrei fatto ciò che mi rendeva felice: avrei ballato” il giovane si accigliò, sospirando “Quindi, il dottor Chilton mi sorprese. Mi chiese se ero interessato a ballare in un club, potevo spogliarmi e guadagnare buoni soldi e arrotondare con le mance".

    Gli occhi di Hannibal si spalancarono, la sua espressione di incredulità e puro orrore.

    "Me l'ha chiesto" Will disse con cautela, visto che il dottore aveva capito dove stava andando a parare "Mi chiese se ero disposto a lavorare nel suo club...".

    Il ragazzo dovette fermarsi perché gli avambracci di Hannibal si erano immediatamente tesi sotto i suoi palmi. L'uomo era incredulo, non disposto a credere a ciò che stava ascoltando. Si accigliò e sembrò terrorizzato.

    L'espressione di Will si addolcì, i suoi palmi premettero delicatamente le braccia dell'uomo “Suppongo che non lo sapessi. Fred era il direttore della discoteca dove lavoravo, Hannibal".

    La mente del dottore si svuotò. Una tabula rasa. Udì le parole che uscivano dalla bocca di Will, ma non voleva crederci. Non poteva essere. Il suo compagno per cinque anni odiava i locali notturni, detestava la volgarità e le persone che si toglievano i vestiti per vivere. E poi... aveva pensato di conoscere quell'uomo, quando in realtà aveva scoperto un aspetto diverso della sua personalità che era nascosto sotto la superficie di uno psichiatra impeccabile e bello. Aveva condiviso cinque anni della sua vita con Frederick, si era persino trasferito da lui e alla fine lo avrebbe anche sposato. Proprio quando la presenza di Will aveva iniziato a curare la ferita del suo tradimento, il giovane la stava aprendo di nuovo, esponendo la carne sanguinante e strofinandoci sopra del sale. Tutto era stato una bugia, una presa in giro. Cinque anni della sua vita dedicati ad una farsa.

    "Mi dispiace, Hannibal. All'inizio non volevo dirtelo. Ma dovevi saperlo e ho dovuto farlo" il giovane lo implorò "Capisco che questo sia assolutamente doloroso, ma meriti di conoscere la verità" concluse, osservando lo sguardo vuoto di Hannibal.

    L'uomo sembrò riguadagnare la sua calma. Sospirò una volta e guardò di nuovo gli occhi rassicuranti di Will “Capisco e apprezzo la tua onestà, William. Capisco che le sorprese non sono ancora finite, quindi dimmi cosa non so ancora" mormorò.

    "Va bene..." il ragazzo tornò alla sua posizione precedente, in ginocchio, e allentò la sua presa rassicurante sulle braccia dell'altro uomo “Chilton mi ha chiesto di ballare per lui, nel suo club... E io ho accettato temporaneamente. Era stato il mio psichiatra e mi stava offrendo un lavoro, così ho pensato di essere stato molto fortunato e ho colto l'occasione... Durante la prima settimana, ho capito rapidamente che c'erano delle regole: i ballerini si esibivano in gruppo e poi individualmente, se avessero avuto talento. Non potevamo bere nient'altro che acqua, non potevamo baciare o toccare in modo osceno la clientela... Ed era comprensibile..." fece un respiro profondo e Hannibal capì che stava arrivando la parte difficile “Ma, poi, Chilton iniziò a scrutarci attentamente, voleva che non fossimo coinvolti in nessun tipo di relazione romantica al di fuori del club. Una ragazza, Emma, si vedeva con un ragazzo e aveva mentito a Fred. Quando lui lo scoprì, la licenziò senza diritto di replica. Avevo pensato di lasciare il club... ma ero libero e non ero interessato a nessun tipo di attaccamento fisico o emotivo... lo stipendio era incredibile e così anche le mance. Quindi, accettai le richieste folli dell'uomo e non fiatai... Fino a quando... un giorno, una delle mie colleghe, che aveva iniziato a comportarsi in modo molto strano, ci disse che era stata molestata... da Fred...".

    Dovette fermarsi di nuovo, Hannibal era sotto shock. Il ragazzo prese il viso del dottore tra le mani e lo accarezzò.

    "Ha molestato una ragazza?" Hannibal sussurrò.

    "Sì" il ragazzo odiava dover dare quella notizia al buon dottore “Non appena fu abbastanza coraggiosa da dircelo, l'abbiamo denunciato alla Polizia. Chilton venne licenziato e processato e un’altra persona prese il suo posto. Venne dichiarato non colpevole al processo e se ne uscì con una multa considerevole".

    "Un processo?" Hannibal disse, la sua voce quasi impercettibile.

    "Sì".

    “Come... come è possibile? Come ha potuto nascondermi questo... tutto questo? Come ha potuto..." la voce di Hannibal si spezzò e lacrime di rabbia emersero nei suoi occhi "Come ho potuto essere così cieco?" ripeté singhiozzando e aggrappandosi alle braccia di Will.

    Il cuore di Will si spezzò per il dolore. Si sistemò tra le gambe del dottore e lo circondò in un abbraccio forte. La testa di Hannibal si abbandonò sulla clavicola del giovane. Will cercò di calmarlo in ogni modo possibile, accarezzandogli in modo rassicurante la schiena e accarezzandogli i capelli.

    "Non lo sapevi, Hannibal. Smetti di incolpare te stesso" sussurrò disperato "Per favore, amore. Non è colpa tua. Capisco che questo faccia male, ma lui è il mostro. Ti ha preso in giro. E mi dispiace così tanto...".

    Il dottore continuava a piangere, singhiozzando e tremando per quella che sembrò essere un'eternità.

    “È un... dannato bastardo. E non lo avrei mai saputo. Mi sono incolpato per la fine della nostra relazione, ho persino pensato di non avergli dato abbastanza e ho cercato di giustificare le sue avventure...” Hannibal riguadagnò la sua voce, la testa ancora appoggiata sulla scapola di Will, umida per le lacrime.

    “Non è mai stata colpa tua, Hannibal. Sei così incredibile. Non potresti mai fare del male o far sentire qualcuno non amato. Eri cieco perché lo amavi, non lo vedevi, ti stava manipolando. Ha approfittato del tuo buon cuore... Ma ora è finita...".

    Hannibal alzò la testa, incontrando gli amorevoli occhi verde intenso che fissavano i suoi. Will gli asciugò le lacrime dalle guance con i pollici.

    "La notte in cui sei venuto in discoteca per..." 'Fottermi nel ripostiglio' "... vedermi e io ho ballato tra le due ragazze... ti ricordi?" chiese.

    Il dottore annuì.

    "Sono sceso dal palco e, prima di venire da te, sono andato a chiamare le guardie del corpo, perché Chilton era entrato in qualche modo nel nightclub" disse, ponendo fine alle sue confessioni e sospirando di sollievo.

    "Lui era lì?" chiese incredulo il dottore.

    "Sì, era in piedi proprio sotto il palco quando stavamo ballando" confermò, poi aggiunse "Non provo pietà per te, non lo farei mai. Sono così dispiaciuto per tutto il dolore che ti ha causato dirtelo. Spero che mi perdonerai, ora, per essere fuggito. È stato semplicemente travolgente. Non sapevo come dirtelo senza ferirti".

    Hannibal spostò il viso per accarezzare le guance di Will. Quindi, sollevò la testa, guardandolo negli occhi. Si avvicinò al ragazzo, stringendo la mascella con la sua mano ormai sicura. Dopo un lungo sguardo, le loro labbra si incontrarono a metà strada.

    Ci fu conforto e pura adorazione, il ragazzo era sicuramente un angelo inviato dall'Onnipotente, era una roccia su cui Hannibal poteva approdare, mentre la sua nave stava affondando in acque profonde dopo una violenta tempesta.



    Continua...
     
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    Capitolo 24 - Dimmelo



    "Dillo di nuovo".

    "Nnngh... ti amo...".

    "Sì... di nuovo, William".

    “Ti amo, Hannibal. Ti amo... sì... Ti amo...".

    “Ti amo anch'io, William. Sei splendido".

    "Oh sì. Proprio lì. Oh Dio, amore".

    Will si stava contorcendo in grembo ad Hannibal nella sua posizione preferita mentre facevano l'amore: Hannibal seduto con Will a cavalcioni sulle sue ginocchia. In questo modo potevano abbracciarsi, baciarsi e toccarsi; Will poteva montare il dottore, mentre l'altro si aggrappava ai suoi fianchi o gli stringeva il suo sesso.

    Si erano svegliati da una serata lunga e intensa. Will aveva detto tutto su ciò che aveva nascosto ad Hannibal e si erano ritrovati di nuovo. Era come se fossero magneti opposti, incredibilmente diversi, ma incredibilmente e innegabilmente attratti l'uno dall'altro. Erano fuoco, fulmini ed elettricità. C'era molto oltre il sesso e la fisicità; c'era una profonda fiducia e un senso di sicurezza e affetto tra loro.

    Il telefono di Will iniziò a vibrare. Ancora e ancora.

    Hannibal diminuì il ritmo delle sue spinte.

    “No, no, no... Continua. Per favore, amore. Per favore, continua" Will stava cercando disperatamente di riprendere il loro ritmo, spingendosi su e giù con l'aiuto del braccio di Hannibal, appoggiandosi alle spalle dell'uomo con gli avambracci.

    "Non rispondere sarebbe scortese, mylimasis" Hannibal mormorò contro la clavicola di Will. Sorrise alla persistenza dell'uomo nel sollevarsi e abbassarsi sul suo grembo

    “Interrompere è maleducato, amore mio. È così... così maleducato. Per favore, ho bisogno di te...” il ragazzo lo implorò.

    "Dimmelo, allora. Dimmelo ancora, William" il medico sollevò leggermente i fianchi, incontrando i movimenti di Will.

    "Oh... Più forte...".

    "Dimmelo, dimmelo... William" lo psichiatra cominciò a spingere più forte e più a fondo e Will si contorceva di piacere e gemeva in modo osceno.

    “Nnnngh. Oh, ti amo. Ti amo, Hannibal. Ti amo, cazzo...".

    Hannibal sorrise, ricordando l'espressione di terrore di Will quando aveva fatto le sue ammissioni, la sera prima.

    "Hmm... non durerò a lungo, William" Hannibal ansimò, baciando la clavicola del giovane.

    "Toccami. Oh, nnghh... toccami, amore".

    La mano di Hannibal sparì tra i loro corpi intrecciati e i gemiti di Will si fecero più forti. Hannibal venne dopo aver sentito i gemiti di piacere del suo amante.

    Rimasero così per altri dieci minuti, Hannibal ancora sepolto nel corpo dell'altro uomo.

    “Ti amo, mylimasis. Aš tave myliu, William” il medico sussurrò tra i riccioli umidi del ragazzo “Ti unisci a me sotto la doccia? Ti preparerò omelette dolci con panna montata, salsa al cioccolato e frutta".

    "Mmmh" il giovane mormorò in segno di approvazione "Sicuramente sai come convincermi per restare a colazione...".

    “Solo il meglio per te, mylimasis. Ora rispondi al tuo telefono; chiunque stia chiamando è davvero insistente..." Hannibal si staccò dal corpo di Will con un gemito e prese il cellulare del giovane che continuava costantemente a vibrare sul comodino. Will era ancora aggrappato ad Hannibal come una scimmietta; stava a cavalcioni sui fianchi dell'uomo e aveva il viso seppellito nel collo del medico per lasciare piccoli baci e annusare il suo profumo muschiato.

    "William. Una tua sorella sta chiamando. 'Em' sta per Emily, suppongo" porse il cellulare a Will, che rispose malvolentieri.

    "Ciao, Em".

    "Will!! Chiamo da dieci minuti!!” la ragazza sembrava preoccupata.

    "Sì scusa. Che succede?" Will sorrise al telefono e ad Hannibal che lo stava osservando attentamente e che poteva chiaramente sentire quello che stava dicendo la ragazza dall'altra parte.

    "Dove sei, Will?" chiese sua sorella. E poi aggiunse rapidamente "E non dire che sei a casa perché non lo sei".

    Will si accigliò "Oh, hai chiesto a Bev di perseguitarmi?" sorrise, mandando gli occhi al cielo.

    “No, in realtà abbiamo bussato e bussato e poi siamo entrati con la chiave di riserva che nascondi sotto il vaso. I tuoi cagnolini sono stati nutriti ma il tuo letto è fatto in modo impeccabile. Dove hai dormito stanotte?” chiese con sarcasmo.

    Gli occhi del ragazzo si spalancarono e guardò l'espressione divertita di Hannibal "Che cosa vuoi dire che sei nel mio appartamento? Quando ci sei arrivata? Come…?” l'uomo chiese confuso.

    “Siamo arrivati mezz'ora fa. Pensavamo che tu stessi portando a spasso i cani... Ma loro sono qui. Soli. Allora, dicci, Will, dove sei?” lei rise "Cosa o chi tieni nascosto alle tue sorelle?".

    Hannibal rise della persistenza della donna "Uh... Sono con... qualcuno..." Will mormorò timidamente.

    Ci fu un gridolino eccitato "Questo 'qualcuno' è sexy?" chiese la voce di Molly.

    Will arrossì per la schiettezza delle sue sorelle, mentre Hannibal sorrideva ancora più divertito "Si lo è. Molto" il ragazzo rispose con confidenza.

    Ci furono applausi e risate. Will si unì alle loro risate, mentre il dottore cercava di trattenersi.

    Poi Senna parlò con la sua voce rassicurante “Allora, cosa aspetti a tornare a casa e a portarlo con te? Vogliamo incontrarlo, lo sai?”.

    Lanciò uno sguardo ad Hannibal, che stava annuendo e sorridendo. Il giovane non aveva idea se Hannibal si stesse davvero riprendendo dalla sua malattia o se dovesse andare al lavoro.

    “Ehm. Ok. Saremo lì tra quindici minuti circa" disse.

    L'eccitazione delle ragazze era chiara “Va bene, Will. Non vediamo l'ora. Ciao fratellino, smack!” Emily rise e poi riattaccò.

    "Quindi, le tue sorelle sono venute per farti una sorpresa, ma sari tu a fargliela, temo" il medico rise "Dovremmo vestirci e sbrigarci a incontrarle, o faremo tardi".

    Will stava succhiando il lobo dell'orecchio di Hannibal, la sua erezione premeva sull'ombelico dell'uomo "Non abbiamo regole rigide riguardo ai tempi, amore. Sono le mie sorelle, possono aspettare" mormorò, mentre si contorceva in grembo al medico, stuzzicando l'erezione dell'altro uomo.

    Hannibal gemette "Non voglio fare una prima brutta impressione su di loro, William" dichiarò, cercando di allontanare il giovane dal suo grembo.

    "Capiranno. Ti perdoneranno volentieri se mi stai dando così tanto piacere" sussurrò nell'orecchio dell'altro uomo.

    "Usi la tua innocente voce da giovane e gli occhi da cucciolo per sedurmi, mylimasis?" Hannibal rise, mentre allungava una mano verso il cassetto, al fine di recuperare un preservativo. Il lubrificante era già sul letto da qualche parte.

    "Sì" Will rise "E vedo che è abbastanza efficace, dottor Lecter” mormorò, con un sorrisetto malizioso sulle labbra.

    “Oh, William-Christopher. Sarai la mia fine" l'uomo afferrò la vita di Will e lo spinse in avanti in modo che il giovane si stendesse di schiena, continuando a circondare la vita di Hannibal con le gambe.

    Il giovane sorrise a quella dichiarazione, poco prima che Hannibal fosse sopra di lui, reclamando le sue labbra.

    “Ora dimmi, William. Dimmi cosa voglio sentire e ti ricompenserò..." sussurrò, baciando il collo di Will.

    "Hmm... Sì." Will si aggrappò ai capelli sabbiosi dell'uomo, mentre l'altro lasciava caldi baci lungo il corpo di Will, finché non raggiunse l'ombelico del ragazzo appena sopra i peli pubici. Lì si fermò; occhi marroni che fissavano lussuriosi un verde intenso.

    "Dillo".

    "Aš tave, Hannibal" Will sorprese il dottore, i cui occhi bruciarono ancora di più di passione, mentre prendeva il sesso del ragazzo in bocca.

    Will gettò indietro la testa, i suoi occhi si chiusero e un grande sorriso si allargò sulle sue labbra "Ti amo. Ti amo così tanto...” gemette.


    Continua...
     
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    Capitolo 25 - Presentazioni



    La coppia era quasi arrivata a casa di Will quando il ragazzo improvvisamente sobbalzò.

    "Fermati. Parcheggia! Parcheggia qui!” esclamò Will, saltando sul sedile.

    Hannibal era perso nei suoi pensieri, quindi bruscamente rallentò la macchina "Cosa c'è che non va, William? Mi hai spaventato" lo psichiatra disse con irritazione “Hai cambiato idea? Non vuoi che incontri le tue sorelle?" chiese, guardando la faccia preoccupata del giovane.

    "No, no... io..." disse arrossendo “Come dovrei presentarti? Voglio dire... siamo... uhm... come in... una specie di... come in una relazione?" disse.

    Hannibal rise "Beh, di solito quando le persone dicono che si amano, allora hanno una relazione, William".

    “... Quindi, ehm. Sei il mio fidanzato, allora?" il giovane arrossì ulteriormente, ma tenne gli occhi fissi su quelli del dottore.

    L'uomo si accigliò e Will impallidì. Hannibal capì immediatamente la reazione dell'uomo, quindi sorrise incoraggiante, prendendo la mano di Will tra le sue.

    "Bel ragazzo..." sussurrò "Ho quasi cinquant'anni... Non credo che quella denominazione mi si adatti più..." sorrise di nuovo.

    "Uh, va bene..." mormorò Will sollevato "Allora, uhm...".

    "Potresti presentarmi come il tuo compagno" disse naturalmente.

    Fu la volta di Will di ridere di gusto “Compagno, davvero? Devo ricordarti che ho ventisei anni e che la parola compagno sembra incredibilmente vecchio stile e sofisticato? Nessuno dei quali potrebbe essere collegato a me, Hannibal".

    Si scambiarono uno sguardo e poi scoppiarono a ridere.

    "Uhm, allora che ne pensi di amante?" suggerì il giovane.

    “Userei il termine per descrivere una relazione sessuale extraconiugale, William. È piuttosto volgare e vago" dichiarò Hannibal "E partner?".

    “Partner in cosa? Di crimini?" l'altro uomo rise.

    “Che mi dici di beau, William? Sarebbe abbastanza adatto per te, dal momento che è un termine francese derivato dal latino e significa 'bello'".

    "Non è la parola usata per descrivere i dandy?" il giovane si accigliò.

    "È più difficile di quanto pensassi..." sorrise il dottore, baciando la mano di Will "... E siamo in ritardo di quasi 40 minuti, mylimasis".

    "Beh, non era lei quello con tre lauree e quattro master, dottor Lecter?" il ragazzo lo prese in giro "Ha finito i sinonimi?".

    Il dottore finse di essere irritato ma non riuscì a reprimere un sorrisetto. Poi, all'improvviso, riprese a guidare con un sorriso sulle labbra.

    Will era confuso, non avevano ancora trovato un appellativo e l'altro uomo era sorprendentemente vicino al suo quartiere.

    "Che ne dici di amore?" chiese l'uomo più anziano, mentre manovrava l'auto di Will nel piccolo parcheggio.

    Il giovane sorrise. Sì, amore poteva andare.

    Proprio mentre la coppia stava scendendo dalla macchina, la porta dell'appartamento di Will si spalancò. Tre ragazze corsero verso Will e si gettarono sul giovane che stava sorridendo, stretto tra le sue sorelle.

    "Will!".

    "Sei così magro!".

    "Oh Dio, perché ti hanno tagliato i capelli?".

    "E questa barba?".

    "Gesù, indossi ancora quelle scarpe?".

    Le ragazze continuavano a chiedere, mentre lo baciavano e lo pizzicavano sulle guance o gli scompigliavano i capelli. Hannibal poteva facilmente immaginare che avessero trattato il loro giovane fratello proprio come una specie di bambola. Beverly si avvicinò a lui, che stava guardando in modo divertente la riunione di famiglia.

    "Dio, vorrei avere una famiglia come la loro" pronunciò la ragazza, dopo che lei e Hannibal si salutarono rapidamente.

    "Sì, sono molto fortunati" il dottore dichiarò, raddrizzando il suo maglione a trecce rosso. Will lo aveva convinto a vestire in modo casual, quindi stava cercando di apparire almeno dignitoso nella sua elegante giacca nera e pullover con scollo a V.

    Dopo un minuto, le ragazze si voltarono e guardarono Hannibal. Ridacchiarono e vagarono con gli occhi sul suo corpo e il dottore non si era mai sentito più esposto e vulnerabile in vita sua.

    “Ehm. Ragazze, vi presento Hannibal Lecter" dichiarò il ragazzo. Aveva omesso il "dottore", il titolo e persino il "mio amore" su cui avevano concordato.

    Le tre ragazze si fecero avanti, sorridendo all'uomo.

    "Hannibal, queste sono le mie sorelle: Senna, Emily e Molly" Will disse, indicando ognuna di loro mentre pronunciava i loro nomi.

    Lo psichiatra allungò la mano e strinse forte le loro, sorridendo alle ragazze. Sembravano uguali a Will. Poteva percepire le loro somiglianze anche nei dettagli: il modo in cui le loro labbra si curvavano in un sorriso, il modo in cui i loro occhi scuri sembravano guardargli dentro.

    “Quindi, ehm. Avete già fatto colazione? Perché sto morendo di fame” disse il giovane, ancora stretto alla sorella gemella.

    "Abbiamo mangiato dello yogurt in aereo. Ma era davvero orribile" Emily confessò, mentre le ragazze annuivano.

    "Siamo già ad ora di pranzo, potremmo prendere della pizza" propose Beverly.

    La dichiarazione fece trasalire Hannibal. Ricordava ancora la cosa oleosa che aveva ingoiato solo per compiacere il suo bellissimo William...

    Prima che gli altri potessero dire di sì, lo psichiatra propose “Oppure potrei cucinare un po' di pasta. So che ci sono degli spaghetti nella dispensa di Will...".

    Will rise. Aveva a malapena una stanza e un bagno, oltre la camera da letto, ovviamente non c'era dispensa nella sua piccola casa. Il giovane capì il disagio di Hannibal per il cibo proposto e voleva che il suo "amore" si sentisse a proprio agio.

    “Mi andrebbe un po' di pasta. Hannibal è un cuoco eccellente” Will affermò, lanciando un'occhiata adorante all'uomo e poi arrossì, perché le sue sorelle si erano accorte e stavano ridacchiando.

    Lo psichiatra sembrò contento mentre il piccolo gruppo concordava sul piatto italiano.

    "Ti unisci a noi, ovviamente, Beverly?" domandò gentilmente il dottore, mentre la donna annuiva con un sorriso smagliante.

    Appena entrati in casa, le ragazze e Beverly si sedettero sulle sedie disposte attorno al tavolo nella piccola cucina. Will andò a recuperare dei bicchieri e una bottiglia d'acqua, mentre Hannibal iniziò a selezionare una pentola da riempire d'acqua.

    "Allora, come vi siete conosciuti?" chiese Emily.

    "Al club".

    "Fuori dal club".

    Risposero allo stesso tempo.

    Le donne si accigliarono e sorrisero, mentre Will arrossì di nuovo, lanciando uno sguardo divertito al dottore che era proprio accanto a lui, aprendo la confezione di spaghetti.

    "Sarebbe tecnicamente più appropriato dire 'fuori' dal club, hai ragione, William" Hannibal disse il nome di Will in modo erotico e il giovane arrossì ulteriormente.

    "Ma come è successo?" Molly chiese incuriosita.

    "Gli stavi facendo una lap dance?" chiese l'audace Emily, facendo ridere tutti alla domanda.

    "No!" Will disse con fermezza e serietà, anche se ricordava che una volta, tecnicamente, aveva fatto all'uomo una lap dance. Mentre risuonava “Rude Boy”, accarezzando il corpo di Hannibal, finché il desiderio non aveva superato entrambi e avevano dovuto chiudersi a chiave nel piccolo ripostiglio. Il giovane ricordò l'eccitazione di Hannibal e il modo in cui avevano fatto sesso aggressivamente... Solo poche ore prima che avessero fatto l'amore dolcemente, adorando i loro corpi.

    "Beh..." iniziò Will, poi si fermò. Hannibal era inciampato tra le sue braccia perché era stato davvero ubriaco, ecco come era successo. Ma sicuramente il medico non avrebbe gradito il fatto di essere presentato come un ubriacone.

    Hannibal percepì il disagio di Will e affermò con affetto "Devo ammettere che avevo bevuto troppo e che il mio amico Jack era tornato a casa senza di me, lasciandomi solo in discoteca" rabbrividì, ricordando il terrore che aveva provato appena si era reso conto che era stato lasciato lì da solo, in una discoteca “Quindi volevo cercarlo. Stavo per andarmene, quando improvvisamente sono caduto tra le braccia di Will” ricordò con un sorriso amorevole.

    Ci fu un breve "Awww" proveniente dalle ragazze.

    "Qual è stata la prima cosa che hai pensato di lui?" chiese Senna incuriosita.

    "Beh..." Hannibal osservò lo sguardo curioso di Will mentre tagliava i pomodori freschi. Sembrava che stesse per dire la cosa più romantica del mondo. Il giovane arrossì per l'aspettativa e le donne rimasero ad aspettare attentamente.

    "Mentirei se non dicessi che è stato un pensiero sprezzante sul suo ridicolo cappello lavorato a maglia color marrone. Con un orribile pom-pom in cima” mormorò Hannibal, guardando in tono di scusa il ragazzo che scoppiò a ridere insieme a tutti gli altri.




    Continua…
     
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    Capitolo 26 - Mondo a colori



    "Oh, Hannibal, la pasta era deliziosa" disse Senna, dopo aver finito gli spaghetti. Anche le altre ragazze e Will gli fecero i complimenti.

    "Quali erano gli ingredienti per la salsa?" domandò Bev.

    “Cipolla, pomodori e aglio per la base della salsa e poi olive nere, capperi e un po' di peperoncino. Si chiama ‘Pasta alla Puttanesca in Italia’" il dottore li informò con disinvoltura, mentre iniziava a caricare la lavastoviglie. Will aveva insistito per fare le pulizie, dato che Hannibal aveva cucinato, ma questo era stato inamovibile.

    Poco dopo, Hannibal dovette andare in ufficio e salutò tutti. Will si offrì di riportarlo a casa, ma lo psichiatra aveva già chiamato un taxi.

    “Grazie mille per il pranzo, Hannibal. Hai fatto un'ottima impressione sulle mie sorelle, devo dire. E la tua incredibile abilità culinaria è stata solo la ciliegina sulla torta" Will affermò, mentre erano in piedi sulla sua piccola veranda, in attesa che il taxi venisse a prenderlo.

    "Non devi ringraziarmi, William. È stato un piacere vederti gustare un pasto così semplice. E la compagnia delle tue sorelle è stata molto piacevole. Hai una bellissima famiglia, mylimasis" Hannibal si avvicinò, prendendo il giovane tra le sue braccia. Will gemette con approvazione per quell'abbraccio.

    “Quindi, ehm. Buon lavoro e non esagerare" sussurrò il ragazzo, nascondendo il viso nel collo di Hannibal e inalando il suo profumo muschiato.

    Hannibal sorrise tra i riccioli morbidi. Doveva ancora abituarsi alle costanti attenzioni di Will sul suo benessere “Lo farò, amore mio. Prenderò un caffè con Alana e andrò a dormire presto".

    Il taxi arrivò e la coppia si scambiò un bacio frettoloso.

    Appena Will rientrò in casa, le sue sorelle iniziarono a fare mille domande e il giovane si preparò a rispondere a tutto.




    Trascorsero alcune ore seduti sul divano, chiacchierando, mentre le ragazze facevano a turno per accarezzare i cani. Will si sentiva davvero felice; gli erano mancate le sue sorelle e aveva trascorso una fantastica serata e mattinata nel letto di Hannibal. Le sue sorelle avevano conosciuto il suo "amato" e l'avevano approvato.

    Senna ruppe, come sempre, quell'idillio "Beh, ovviamente è affascinante e tutto il resto... Ma sei sicuro che non sia troppo vecchio, Will? Ammettiamolo, potrebbe facilmente essere tuo padre..." affermò la ragazza sinceramente.

    “Sì, è un tuo nuovo fetish? Lo chiami papino a letto?” Emily rise.

    "Oh, finiscila, Em!" Will la spinse scherzosamente "Ha 20 anni più di me, d'accordo..." iniziò "E siamo così incredibilmente diversi in quasi tutti gli aspetti che abbiamo condiviso finora... Ma non mi sono mai sentito così in vita mia" arrossì a causa dei tre paia di occhi fissi su di sè “Hannibal è incredibile, sembra capire a cosa sto pensando semplicemente guardandomi".

    Le ragazze lo fissarono sorprese. Loro fratello aveva presentato a casa a un paio di fidanzati, ma non era mai stato così preso da qualcuno prima d'ora.

    "Beh, intendevo solo dire che..." continuò sua sorella, ma fu interrotta.

    "Lo amo" dichiarò Will.

    "Tu cosa?" chiese Molly.

    "Mi hai sentito, sono innamorato di lui e lui mi ama" ripetè il ragazzo con sicurezza.

    "Ma lo conosci da alcune settimane, Will. 'Amore' è una parola grossa" Emily era uno spirito libero e intendeva veramente quelle parole. In vita sua non aveva mai avuto un fidanzato fisso e non le importava nè del matrimonio nè dei figli.

    "Si, lo so" il ragazzo si strofinò gli occhi "È semplicemente incredibile tra di noi. C'è pura passione e lussuria e poi c'è romanticismo altruistico e profondo affetto. Non l'ho mai pensato possibile, ma lo adoro" arrossì.

    Ci fu un breve silenzio, poi Senna parlò di nuovo “Piccolo, questo è fantastico. Sei un giovane meraviglioso e ti amiamo moltissimo e vogliamo solo il meglio per te. Soprattutto, vogliamo vederti felice e se Hannibal è colui che ti fa sentire così, non dovresti rinunciare a lui".

    Le altre ragazze annuirono.

    "Però, per favore, stai attento Will" concluse sua sorella maggiore.

    “Anche io vi adoro ragazze. Tantissimo" Will si sedette tra le sue sorelle e le abbracciò forte.




    Il loro pomeriggio terminò presto: avevano fatto la spesa, portato a spasso i cani di Will e mangiato hot dog in un parco. Stavano prendendo un caffè nel bar preferito di Will, quando Hannibal e Alana entrarono nel locale. La donna si irritò alla vista del ragazzo, si erano lasciati in modo ostile e quella era la ragione per cui lo psichiatra aveva invitato la sua amica a prendere un caffè dopo il suo ultimo paziente. Hannibal era vestito impeccabilmente con un abito scozzese color crema e una cravatta blu scuro. Aveva i capelli perfettamente pettinati all'indietro e sembrava quasi regale. Un sorriso luminoso si diffuse sul suo viso teso alla vista di Will e delle sue sorelle, che stavano pagando e andando via. Si incontrarono a metà strada e si scambiarono brevi presentazioni con Alana. La donna fu educata e sorridente con le bellissime sorelle del ragazzo, ma non riuscì a reprimere un sorrisetto irritato verso Will. La coppia si scambiò un bacio veloce mentre Alana si dirigeva verso il tavolo e le sorelle di Will verso la porta, per lasciare loro un po' di privacy. Will si avviò alla porta, ma poi si fermò e si voltò, dirigendosi verso il tavolo dove i due psichiatri si erano appena seduti. Hannibal alzò gli occhi sorpreso, vedendo Will spostarsi a disagio sul posto.

    “Uhm. Alana, volevo scusarmi per il mio comportamento dell'altro giorno. Sono stato molto scortese e irrispettoso... Ero solo preoccupato per la salute di Hannibal e non avrei dovuto urlarti contro. Mi dispiace molto e me ne vergogno" esclamò sinceramente, mentre la donna lo guardava sorpresa "Voglio anche che tu sappia che non avrei mai fatto del male ad Hannibal... non potrei" aggiunse, lanciando una rapida occhiata al dottore e poi fissandosi i piedi, arrossendo.

    “Accetto volentieri le tue scuse e ti faccio le mie. Avrei dovuto pensarci due volte prima di scattare in quel modo e farti delle domande così intime" la donna rispose con un leggero sorriso sulle labbra "E spero che andremo d'accordo in futuro, Will" concluse.

    “Sì, lo spero anche io. Sono felice che abbiamo chiarito. Vi lascio al vostro caffè, ora, noi andiamo a preparare la cena. Buon pomeriggio" sorrise imbarazzato e si voltò per andarsene.




    Alana sembrava più rilassata con Hannibal da quando l’aveva prelevata dal suo ufficio.

    "Non mi aspettavo le sue scuse" esclamò la donna, sorridendo ancora al pensiero del giovane che era appena stato molto umile e onesto.

    "Siamo tutti mortali e inclini a fare errori. William capisce quando ha superato una linea e cerca una soluzione; anche se ciò significa che deve chiedere il perdono di qualcuno. Frederick non lo avrebbe mai fatto. Chiedere scusa e passare in una posizione di inferiorità, intendo” Hannibal rispose con nonchalance, mentre era diviso tra la scelta del suo caffè colombiano preferito e un nuovo tipo di marocchino.

    "Li metti a confronto, Hannibal?" la donna fu sorpresa dall'apparente indifferenza dell'uomo nei confronti del suo ex compagno di cinque anni.

    “Sì, inconsciamente. Come psichiatri, comprendiamo le persone e non dovremmo mai giudicarle. Ma sono così sorprendentemente diversi, Alana. Non riesci a vederlo anche tu?" chiese accigliato.

    “La differenza tra loro è evidente, ma anche tu sei diverso".

    “Mi sento diverso. In modo buono" il dottore sorrise, mentre la cameriera prendeva le ordinazioni "È come se avessi visto i colori del mondo dopo un lungo periodo di solo nero e bianco".




    Will era sdraiato sul divano, mentre le sue sorelle erano accampate nel suo ampio letto. Era mezzanotte e le ragazze avevano cominciato a sentirsi davvero stanche per il volo e il jet lag, quindi si erano separati per la notte.

    Il ragazzo aveva messo in carica il telefono e aveva notato che c'erano due messaggi di Hannibal.

    Ore 20:13 - Hannibal: “Ciao, William. Volevo ringraziarti per la tua gentilezza verso Alana. Può essere testarda a volte, ma mi è molto cara e sono sicuro che inizierete a conoscervi meglio e ad apprezzarvi. Ho preparato degli gnocchi per integrare ciò che era rimasto del tuo brodo vegetale e stavo pensando a te. Spero che la tua serata stia andando bene :-). Ti amo, William-Christopher :-*".

    Ore 22:59 - Hannibal: “Mi manchi, mylimasis. :-* e ti amo, ovviamente :-* Volevo solo farti sapere questo :-*”.

    Will sorrise, sentendo battere il cuore nel petto e decine di farfalle nello stomaco. Ad Hannibal importava così tanto di lui, lo faceva sentire speciale e desiderato.

    Ore 00:07 - Will: “Ehi, scusa per non aver risposto prima, ma la mia batteria era scarica. Abbiamo trascorso una giornata meravigliosa, parlando e recuperando il tempo perduto. È stato bello vedere te e Alana al bar. Quel tuo vestito era davvero impressionante, ma avrei preferito togliertelo... Mi manchi anche tu. Se stai già dormendo, ti invio un bacio della buonanotte. Ti amo <3 (questo è un cuore, basta piegare la testa e lo vedrai chiaramente :D) :*".

    Il ragazzo mise il cellulare sul tavolino e aveva appena spento le luci quando lo sentì vibrare. Aveva dato per scontato che Hannibal stesse dormendo.

    Ore 00:10 - Hannibal: "Non devi scusarti, Will. So che ti piace farlo tutto il tempo, ma aspetta e dimmi qualcosa di più intrigante come, ad esempio, come mi avresti tolto il vestito (spero che l'avresti piegato comunque) :-p :-*”.

    Ore 00:11 - Will: “In questo momento, preferirei strappare i bottoni del tuo gilet e della camicia. Senza remore”.

    Ore 00:14 - Hannibal: “Mylimasis ti ho lasciato insoddisfatto questa mattina? :-* (hai dimenticato il bacio! ;-/)".

    Ore 00:15 - Will: “Scusami. Ecco qui :*. No, non mi lasci mai insoddisfatto... Sono solo incredibilmente insaziabile. Vorrei essere lì con te :* (P.S. nessun commento su di me che ti strappo i tuoi abiti lussuosi? Sono scioccato, dottor Lecter - e sì, sto facendo le fusa solo perché sono incredibilmente eccitato.) :*".

    Ore 00:17 - Hannibal: “Puoi venire quando vuoi. Vuoi che ti venga a prendere? (P.S.: Potrei giustificare il tuo comportamento selvaggio e barbaro se ti comportassi così anche nel turbine della passione) : - *".

    Ore 00:19 - Will: “No, grazie. Non posso andarmene nel bel mezzo della notte mentre le mie sorelle sono qui. (E, per favore, smetti di comportarti come il mio autista. Ho una macchina e possiedo la capacità di guidarla. Potrebbe non essere una Bentley, ma è ancora funzionale. E non offendermi o mandarmi quei sorrisi malvagi che aggrottano le sopracciglia e piangono allo stesso tempo. Non potrei mai farti piangere... Voglio dire, potrei, ma apprezzeresti molto il contesto perché avrebbe a che fare con il turbine della passione) :*".

    Ore 00:20 - Hannibal: "È passato troppo tempo da quando sei stato nel mio letto, William. :-*”.

    Ore 00:21 - Will: "È solo un giorno e mi sembra un'eternità. Vorrei solo passare una settimana nel tuo letto. :*”.

    Ore 00:23 - Hannibal: “In teoria, potremmo. Potresti chiedere a Beverly di prendersi cura dei tuoi animaletti e venire a casa mia. Potresti passare la giornata nudo nel mio letto, dato che sei disoccupato. Io andrei al lavoro per qualche ora ogni giorno, ma tornerei subito e potresti strappare tutte le camicie, i giubbotti e le maglie che ti piacerebbe e poi dirmi (o mostrarmi) quanto ti sono mancato :-D Non ti sembra un'idea eccellente, William? :-*”.

    Ore 00:25 - Will: “HA-HA-HA, Hannibal. Mi ridurresti davvero al tuo schiavo del sesso? Sarei incatenato, nudo, al tuo letto? Sembra piuttosto cattivo... :(".

    Ore 00:26 - Hannibal: "Non userei mai le catene... Forse potremmo usare delle corde o delle manette per tenerti fermo :-D :-*".

    Ore 00:26 - Will: “…”.

    Ore 00:28 - Hannibal: “:-D Sto solo scherzando, mylimasis. (Vorrei davvero legarti al mio letto, però.) E non dovresti essere nudo tutto il tempo. Potresti goderti la piscina, la sauna e il bagno turco o semplicemente scegliere un libro dalla biblioteca e leggerlo davanti al camino. Io lo faccio sempre. :-*”.

    Ore 00:29 - Will: "Non potrei godermi tutte queste cose senza di te. Impazzirei circondato dal tuo odore ed effetti personali, se non ci fossi. Ma se ci fossi, accetterei volentieri un'intera settimana a letto con te. Fermandoci solo per mangiare un panino due volte al giorno. :*”.

    Ore 00:32 - Hannibal: "Sono sicuro che potremmo avere qualcosa di più nutriente e allettante di un panino due volte al giorno... Ma ho un'idea! Ti fidi di me, William? :-D :-D :-*”.

    Ore 00:33 - Will: “Perché me lo stai chiedendo? Certo che sì... Che stai pensando, dottore? Stai pensando di prenderti una settimana libera? :D :*".

    Ore 00:36 - Hannibal: “No, non una settimana. Continua a fidarti di me :-D. Ora vado a dormire perché mi sento davvero stanco. Sto pensando a te e lo farò fino a quando non mi addormenterò, quindi forse ti sognerò anche. :-*”.

    Ore 00:37 - Will: "Sei così dolce <3 Buonanotte, amore. Anche io penserò a te :)”.

    Ore 00:38 - Hannibal: “<6 :-*”.

    Ore 00:39 - Will: “Uhm. Cos'è quello? O.O Un cuore va con un 3 :*”.

    Ore 00:40 - Hannibal: “Capisco. Ma significa solo che ti amo doppiamente. :-* <9 o anche tre volte di più"

    Ore 00:41 - Will: “: D (ometterò il fatto che le regole matematiche non debbano essere applicate durante gli sms) ma ti dirò solo una cosa: è impossibile per te amarmi più di quanto io ami te. Ancora e ancora. ;) :* :* :*".

    Ore 00:42 - Hannibal: "Bel ragazzo, giovane, testardo :-) :-* <300000 (un maschio medio ha circa 100.000 ciocche di capelli in testa. Ti amo tre volte di più per ogni ricciolo selvaggio sulla tua bella e intelligente testa) :-*".

    Ore 00:43 - Will: “Elegante, dottor Lecter. E intelligente. (Con un bel culo.) :P :*".

    Ore 00:44 - Hannibal: "Non vedo l'ora di essere lì, a letto. Con te. (la tua parte posteriore è bella come un quadro ed è molto apprezzata e manca molto qui) :-*”.


    Continua...
     
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    Capitolo 27 - Mi è mancato questo


    Le sorelle di Will partirono dopo una settimana. Le giornate insieme erano trascorse velocissime e il giovane aveva visto il suo “amata” solo due volte: la prima volta, lo psichiatra era andato a cena e la seconda si erano incontrati per un caffè tutti insieme nel tardo pomeriggio. Si erano scritti messaggi per il resto del tempo e, sebbene Will non vedesse l'ora di avere più tempo da solo per passarlo con Hannibal, allo stesso tempo non poteva pensare di separarsi dalle sue sorelle; dopotutto avevano appena stabilito una routine quotidiana. Avere una casa vuota sarebbe stato un incubo per lui e anche per i suoi cani.

    "Allora, arrivederci, fratellino" Emily abbracciò forte suo fratello "Prenditi cura di te e dei cagnolini" poi guardò Hannibal, che era in piedi accanto a Will all'aeroporto "Assicuratevi di prendervi cura l'uno dell'altro, ragazzi" aggiunse, sbattendo le palpebre verso l'uomo più anziano che stava cercando di non ridere.

    "Mi mancherai Em. Ricordati di inviarmi un'email con il nuovo remix non appena lo avrai registrato" il giovane abbracciò sua sorella per la terza volta, proprio come aveva fatto con Senna e Molly "Mi mancherete così tanto, ragazze" aggiunse, sospirando. Will odiava l'idea che le sue sorelle tornassero a casa a Londra, ma capiva che era così che dovevano andare le cose.

    "Sì, bambino, te l'ho detto che lo farò. Ora dobbiamo andare o l'aereo decollerà senza di noi".

    Le ragazze abbracciarono Hannibal ed espressero il desiderio di avere anche sue notizie al più presto. Lo psichiatra rispose che a volte sarebbe stato con Will quando gli avrebbe telefonato.

    Le ragazze si diressero al check-in e Hannibal mise un braccio intorno alle spalle di Will. Il giovane aveva soffocato le sue lacrime di fronte a loro, ma ora che era rimasto lì da solo con lo psichiatra, non potè trattenerle più, quindi iniziò a piangere in silenzio. Non appena Hannibal ebbe percepito le guance bagnate del ragazzo, lo strinse forte a sè. Will era sbalorditivo anche quando soffriva: l'espressione di tristezza sul suo volto poteva essere paragonata alle espressioni vuote nei soggetti sullo sfondo dei dipinti di Edvard Munch. Stava soffrendo meravigliosamente, incredibilmente ferito eppure con un comportamento orgoglioso. Will era semplicemente mozzafiato.

    "Mylimasis, avete trascorso una bellissima settimana insieme, cerca di ricordare e concentrarti su questo. Certo, ti mancheranno. Le tue sorelle sono così dolci e ti amano molto. E anche io ti amo, lascia che ti porti a casa, bellissimo ragazzo" sussurrò a Will, che aveva appena smesso di singhiozzare.

    "Sì" finalmente pronunciò. Non era stato solo con Hannibal per una settimana, era giunto il momento per lui di essere rassicurato e adorato da lui. Le loro mani si intrecciarono mentre tornavano alla Bentley e non parlarono finché non ebbero preso l'autostrada per Baltimora.

    “Vuoi restare a casa mia? Devo vedere due pazienti tra circa un'ora, ma potresti rilassarti lì e ti terrò compagnia non appena avrò finito" Hannibal chiese, raggiungendo la mano di Will sulla coscia dell'uomo.

    "No, preferisco restare da me, se non ti dispiace. È solo che i cani si sono abituati a tante attenzioni e non voglio lasciarli da soli. Piccoli tesori" disse, pensando a come le sue sorelle avevano coccolato e accarezzato inarrestabilmente gli animali.

    "Ovviamente. Potrei passare la sera, se vuoi, allora" erano quasi arrivati a casa di Will "Potrei prepararci della pizza fatta in casa e potremmo semplicemente guardare un programma televisivo a caso e coccolarci sul tuo divano circondati da Winston, Buster e Madeline".

    Il giovane sorrise a quella dichiarazione. Will sapeva che Hannibal stava cercando di accontentarlo, lui odiava la pizza e odiava la TV, non amava nemmeno gli animali ma rispettava e coccolava i randagi di Will. All'improvviso, sentì un calore familiare riscaldargli il petto. Ad Hannibal importava così tanto e si divertiva a vedere l'altro uomo felice e soprattutto soddisfatto. Al di sopra della propria gratificazione e allegria.

    "Mi piacerebbe molto" sussurrò, sorpreso dalle emozioni che i suoi pensieri avevano risvegliato. Aveva appena pianto per la partenza delle sue sorelle e per questo le lacrime gli scorrevano più facilmente sulle guance.

    Hannibal non se ne accorse finché non raggiunsero la casa del ragazzo, alcuni minuti dopo "William..." si chinò per abbracciare il giovane "Vieni, andiamo dentro. Sono sicuro che anche i cani avranno bisogno di un abbraccio".

    Entrarono nel piccolo soggiorno e il cuore di Will si strinse di nuovo nel petto. Vuoto. Solo. Hannibal se ne sarebbe andato. I cani arrivarono frettolosamente per essere accarezzati dal loro padrone che si inginocchiò e si lasciò circondare dai suoi adorabili animali.

    Hannibal tirò fuori il suo i-Phone e inviò velocemente un messaggio ad Amanda, poco prima di andare in cucina a preparare l'impasto per la pizza. Dispose la farina sul bancone a forma di vulcano e mescolò un po' di lievito con acqua tiepida e un cucchiaino di zucchero e sale. Poi si lavò accuratamente le mani e andò a impastare la farina con l'acqua.

    "Farai tardi, Hannibal. Vuoi che faccia io?" Will si avvicinò a lui, che ora stava impastando energicamente la palla di pasta, dopo aver incorporato tutta la farina sul bancone.

    "Non vado da nessuna parte. Resterò qui con te stasera" disse l'altro uomo sorridendo.

    "Hai cancellato i tuoi appuntamenti?" Will disse incredulo "Per me?" si accigliò.

    “Per favore, mylimasis. Non preoccuparti più. Non mi sono sentito bene questa settimana, un pomeriggio libero farà bene anche a me" rispose, cercando di convincere il giovane delle sue parole.

    Will si mise alle spalle di Hannibal e lo abbracciò forte, le sue mani si unirono sul ventre dell'uomo più anziano. Il giovane spinse la testa contro la clavicola dello psichiatra e si godette il profumo del suo amato. Rimasero così per qualche secondo. Hannibal continuava a lavorare la palla di pasta con precisione chirurgica.

    "Quindi, questa deve riposare per circa un'ora. Per lievitare" affermò il dottore, mettendo la palla in un recipiente oliato e coprendola con uno canovaccio. Non appena la ebbe messa da parte, le mani di Will iniziarono a vagare sul suo ampio petto, aprendo i bottoni. La bocca del ragazzo si premette con forza contro il collo dell'uomo. Hannibal non riuscì a sopprimere un gemito sorpreso. Si voltò e premette Will contro il suo petto, afferrandogli il sedere.

    "Mi è mancato questo" disse semplicemente, mentre girava il collo del giovane per attaccarlo con baci appassionati. Will mormorò, armeggiando con la cintura di Hannibal finché non la slacciò e poté infilare una mano nei boxer di seta per afferrare quello che c'era dentro. Il dottore gemette di nuovo e poi sollevò Will sul bancone, proprio come aveva fatto il giorno dopo la loro prima volta. Una risatina sommessa proveniente dalla bocca di Will segnalò che si stava ricordando anche lui di quello che era successo proprio lì. Hannibal strappò la semplice camicia bianca del giovane e Will rimase senza parole a causa della violenza che l'altro aveva mostrato in un gesto così... barbaro. Aveva il fiato mozzato in gola, mentre veniva spogliato in fretta dall'uomo più anziano che ora gli baciava il petto e gli stuzzicava i capezzoli con le sue mani esperte.

    "Oh Dio" esclamò Will, appoggiandosi all'indietro sui gomiti. Occhi marroni incontrarono un verde intenso e il loro sguardo fece diventare il ragazzo ancora più duro nei suoi boxer. Poteva vedere il rigonfiamento nei pantaloni di Hannibal, ma lo psichiatra non gli aveva permesso di avvicinarsi troppo a lui.

    “Rilassati, tesoro. Stasera è solo per te…” affermò Hannibal mentre gli abbassava i jeans, liberando la sua erezione anche dai semplici boxer di cotone nero. Il giovane tremò, la sua testa era piena dell'aggettivo che lo psichiatra aveva usato: tesoro. In qualche modo era femminile, ma non riusciva a smettere di arrossire al pensiero che quelle parole fossero riferite a lui, tanto quanto si sentiva pieno di desiderio per le parole del dottore: " Stasera è solo per te…".

    Poi lo psichiatra gli leccò la punta del suo sesso e iniziò a stimolarlo, mentre con un dito lubrificato (aveva usato l'olio d'oliva come l'ultima volta? Will non ne aveva idea) iniziò lentamente a spingerlo dentro uomo, facendolo rabbrividire e sorridere, mentre i suoi occhi erano chiusi.

    "Questo mi è mancato" fece le fusa il giovane, gemendo di piacere.


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    Capitolo 28 - Gelosia



    Hannibal era raggiante mentre accompagnava fuori dalla porta l'ultimo paziente della giornata. Stava per sistemare le cose per la sorpresa che aveva in mente per Will... Aveva solo bisogno di fare qualche telefonata, ma l'avrebbe fatta dopo pranzo con William. Si aggiustò la camicia egiziana perfettamente stirata e si passò una mano tra i capelli color sabbia che aveva accuratamente pettinato all'indietro. Will adorava il suo abbigliamento da lavoro. Il giovane amava definirlo elegante, svestirlo dai suoi infiniti strati di tessuto, mentre piegava con cura ogni pezzo...

    "Dottor Lecter" Amanda interruppe i pensieri dello psichiatra "Mi dispiace informarla che il signor Graham ha chiamato mezz'ora fa e ha purtroppo cancellato il vostro pranzo di oggi". Hannibal non riuscì a trattenere un cipiglio. "Il signor Graham mi ha chiesto di dirle di richiamarlo appena possibile" concluse dispiaciuta la segretaria allo sguardo deluso nei lineamenti del suo capo.

    “Grazie, Amanda. Ti ha detto perché?" chiese.

    "Il signor Graham ha detto che 'è successo qualcosa'" la ragazza aggiunse "Vuole che mi unisca a lei per pranzo, se è da solo?" chiese. Il dottor Lecter le era molto caro e odiava vederlo angosciato. Avevano spesso condiviso i pasti insieme. Lo psichiatra annuì.

    "Mi piacerebbe, signorina Bloomwood. Prima chiamerò William, però" aggiunse, entrando nel suo studio per parlare liberamente.

    Will rispose dopo alcuni squilli "Ciao, Hannibal!" la voce di Will suonava allegra e non sembrava angosciata. Hannibal ne fu sorpreso. Aveva pensato che, se Will aveva cancellato il loro appuntamento, doveva essere per una ragione seria. Dopotutto, avevano fatto l'amore diverse volte la sera prima e Will sembrava aver dimenticato la partenza delle sue sorelle quando era in compagnia dello psichiatra.

    “Buongiorno, William. Amanda mi ha appena dato il tuo messaggio...".

    "Sì, a tale proposito, mi dispiace..." c'era della musica in sottofondo, come un jukebox.

    "Quindi, sei ancora disponibile?" chiese il dottore con ansia. Non capiva cosa stesse succedendo.

    "Mi dispiace, amore, mi è successo qualcosa di incredibile questa mattina. Ho incontrato un vecchio amico e collega che non vedevo da secoli e, visto che è in città solo per un giorno, mi ha invitato a pranzo. Potrei ancora unirmi a te, se lo desideri, però... Stavamo solo pensando di prendere un dessert in un posto carino" il ragazzo concluse.

    Hannibal era senza parole. Non capiva la sensazione che si stava diffondendo dentro di lui: velenosa... gelosia? Will aveva usato parole come 'abbastanza incredibile', 'amico', 'collega" (un altro ex spogliarellista?), 'dessert in un posto carino' e quelle sole poche cose gli avevano fatto contorcere le viscere.

    "Certo che non mi dispiace, William" mentì, cercando di sembrare incredibilmente indifferente alla notizia, anche se il suo cuore batteva all'impazzata e stava vedendo rosso "Ti passo a prendere nel pomeriggio, allora?" chiese con nonchalance.

    “Fantastico, grazie per la comprensione. Uhm, sì perfetto. Uhm, aspetta, aspetta un secondo Hannibal" si sentì una donna che prendeva le ordinazioni.

    Hannibal sentì Will chiedere un tè, mentre una giovane voce maschile ordinò del caffè giamaicano con latte di capra. Hannibal era indignato. Il caffè giamaicano abbinato al latte di capra era delizioso. Chiunque fosse seduto lì con Will, era un uomo raffinato. Si accigliò, sospirando in silenzio. L'uomo accanto a Will sembrava molto giovane. Il dottore non riuscì a sopprimere il morso della gelosia.

    "Scusa" la voce di Will ritornò "Abbiamo appena ordinato".

    La voce del suo amato suonava come se stesse sorridendo alla persona di fronte o accanto a lui "Va bene allora, non voglio disturbarti oltre..." lo psichiatra si maledisse silenziosamente nel momento in cui sputò fuori quelle parole; suonava proprio come il bambino offeso che era.

    "Sì, allora ci vediamo più tardi, ciao!" Will aspettò che Hannibal rispondesse e poi riattaccò.

    Hannibal rimase sbalordito per un minuto, guardando il suo i-Phone. Per fortuna Will non aveva notato la sua gelosia... Ma significava che il giovane era così assorbito da cosa o meglio... da chi ... era con lui? Non era mai stato un tipo geloso, ma dopo quello che era successo con Chilton... La paura istintiva era troppo forte e la possessività si stava diffondendo in lui come un anestetico, non poteva fidarsi del suo cuore e della sua mente che erano stati lentamente addormentati. Si appoggiò alla scrivania, la mano ancora stretta attorno al telefono, quasi rompendolo. Chiuse gli occhi e cercò di regolare il respiro. Stava avendo enormi difficoltà a respirare. Prima di poter pensare bene e capire cosa stava facendo, compose ancora una volta il numero di Will.

    "Ehi, Hannibal?" rispose il ragazzo dopo pochi squilli. La sua voce era rilassata, la musica ancora in sottofondo.

    Hannibal aprì la bocca ma non riuscì a costringersi a parlare. Le parole semplicemente non venivano fuori.

    "Hannibal?" Will chiese dopo alcuni secondi di silenzio "Ci sei?".

    "Sì" mormorò debolmente il dottore. Non riusciva ancora a respirare facilmente.

    "Stai bene?" il giovane sembrava incredibilmente preoccupato “Amore, dove sei? Stai bene?" continuò dopo alcuni secondi.

    "In ufficio..." Hannibal balbettò, ricordandosi di respirare. Poi, Hannibal sentì solo un forte dolore al petto e si sentì cadere in avanti e poi tutto divenne nero.




    Aprì gli occhi, sentendo le palpebre pesanti. William. Pensò. Aveva parlato con il suo bellissimo William; era stato geloso. Ma perché si trovava in quello che sembrava un letto d'ospedale?

    Voltò la testa e vide Frederick seduto lì, un'espressione preoccupata sul viso. Hannibal fissò il suo ex amante. Cosa ci faceva lì?

    "Come ti senti, Hannibal?" domandò il suo ex, accarezzandogli la mano.

    "Cosa... dove mi trovo?" aveva la gola dolorante e secca.

    Chilton prese dell'acqua dal comodino, ci mise dentro una cannuccia e sollevò leggermente la testa di Hannibal. Lo psichiatra bevve qualche sorso e si sentì immediatamente sollevato dalla sensazione di acqua fresca lungo l'esofago.

    "Mi è stato detto che sei svenuto. Quindi sono venuto subito a trovarti, Hannibal" l'altro psichiatra rispose.

    "Sono svenuto?" chiese incredulo. La sua salute era impeccabile. Poi, all'improvviso, ricordò la fitta di gelosia che aveva provato, i polmoni senza aria.

    "Sì, Hannibal. Non preoccuparti, hanno eseguito alcuni esami del sangue per capire cosa sia potuto accadere" Chilton gli accarezzò la guancia e Hannibal non poté fare a meno di aggrottare la fronte ed evitare quel tocco.

    "Non mi hai detto che gestivi una discoteca e molestavi i tuoi dipendenti" sputò freddamente "Mi hai mentito per cinque anni...".

    Gli occhi di Chilton si spalancarono. Come poteva averlo scoperto? Non era più il manager del club. Non lo era da un po'...

    Stava per rispondere, quando entrambi udirono una voce familiare dalla porta.

    "Hannibal?".

    Il dottore si voltò verso la voce fortemente accentata. Istintivamente, sorrise al giovane che sembrava attonito.

    "Will?" Chilton fu sorpreso dalla vista del suo bel giovane ex paziente e impiegato.

    "Fred?" sembrava che il giovane avesse appena notato l'altro psichiatra, avvicinandosi al suo amante.

    Rimasero tutti lì, guardandosi l'un l'altro, finché Chilton non si alzò dalla sedia, nello stesso momento in cui Will fece un passo avanti, arrivando dall'altra parte del letto di Hannibal e prendendo la mano di Hannibal.

    "Tu?" chiese Chilton, accigliandosi "Lui è William?" esclamò furiosamente, voltandosi verso il suo ex, i cui occhi erano persi in quelli giovani e verdi. Frederick Chilton era incredulo. L'elegante e raffinato Hannibal stava fissando amorevolmente il giovane che si era spogliato nel suo club? Era uno scherzo? Il mondo stava andando sottosopra?

    "Sono io" il giovane rispose, lanciando uno sguardo gelido e disgustato all'uomo che aveva tradito il suo amato. Aveva un forte desiderio di prendere a pugni l'uomo in faccia, ma non avrebbe voluto essere separato da Hannibal. Prima doveva assicurarsi che lui stesse bene.

    Ignorando completamente l'ex furioso, Will si sedette sul letto accanto ad Hannibal e gli accarezzò i capelli che erano caduti sulla fronte. Il dottore si abbandonò a quella carezza e un debole sorriso si formò sulle sue labbra.

    "Cos'è successo?" chiese Will, preoccupato.

    “Sono andato in iperventilazione e sono svenuto. Ma ora mi sento bene" Hannibal rispose.


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    Capitolo 29



    I suoi amici presto circondarono Hannibal e Will non lo lasciò mai. Non avevano ancora avuto il tempo di parlare di ciò che aveva causato il malessere dell'uomo. Frederick Chilton si era indignato e se n'era andato subito dopo aver scoperto che il suo ex dipendente aveva preso il suo posto. Era incredibilmente arrabbiato con il suo ex amante, ma si incolpava anche per aver lasciato che lo psichiatra gli scivolasse tra le dita in quel modo. Era furioso per la sorte che aveva reso possibile l'incontro tra i due uomini. Aveva desiderato il giovane per sé e poteva capire l'attrazione di Hannibal per il giovane ballerino; eppure non riusciva ancora a credere che un uomo stoico come Hannibal potesse essersi innamorato del tipo di uomo che era Will.

    Alana arrivò presto, seguita da Amanda Bloomwood e da altri amici che furono presentati al ragazzo, che presto si sentì a disagio. Gli amici di Hannibal gli furono presentati principalmente come medici e tutti sembravano dei pavoni con i loro impeccabili abiti eleganti su misura. Il giovane indossava dei jeans, Converse nere e solo una delle sue tante magliette nere semplici. Per la prima volta, il giovane si sentì a disagio e inadatto a mostrarsi con Hannibal e si sentì quasi imbarazzato per lui che lo stava presentando. Hannibal, tuttavia, non aveva mai distolto gli occhi da Will e capì il suo disagio, avvicinandosi continuamente per calmarlo, stringendogli la mano sudata.

    Il dottor Hobbes entrò nella stanza affollata e chiese un momento con il suo paziente. Will stava per andarsene insieme agli altri, quando Hannibal lo fermò.

    "Lui può restare" disse al dottore "É il mio compagno" il giovane arrossì allo sguardo curioso del medico, che annuì in silenzio.
    Will si sedette di nuovo sul letto, stringendo nervosamente la mano di Hannibal.

    "Dottor Lecter" iniziò l'uomo "Abbiamo eseguito vari test e prelevato alcuni campioni di sangue e sembra tutto a posto" affermò il dottore, mentre Will sospirava rassicurato.

    "Potrebbe essere stato innescato dalla febbre e dalla tua malattia" il ragazzo rispose, facendo sembrare l'affermazione più simile a una domanda, al fine di ottenere una risposta dal medico.

    "È possibile" l'altro uomo rispose.

    "Mi sento molto meglio, davvero" Hannibal dichiarò, odiava essere il paziente e sapeva già quale fosse la probabile causa "Ero solo ansioso per qualcosa e non riuscivo a respirare. Tuttavia, ora sto bene. Mi piacerebbe davvero molto tornare a casa mia. Posso riposare lì, dottore. E, se non sto bene, non esiterò a tornare" la sua fiducia in se stesso e la sua onestà erano quasi percepibili e il dottore annuì dopo pochi istanti.

    "Va bene, lasciami firmare alcuni documenti e presto potrai andartene" dichiarò il dottor Hobbes, sorridendo alla coppia.

    I visitatori presto affollarono di nuovo la stanza e tra loro ci fu anche un altro giovane incredibilmente bello, Hannibal non l'aveva notato prima. I suoi capelli erano corti e biondi e gli occhi di un blu intenso. Il ragazzo angelico si avvicinò a Will e sorrise ad Hannibal.

    "Ehi, sei venuto" Will sorrise calorosamente.

    "Certo, Willy" rispose il ragazzo, mettendo una mano sulla parte bassa della schiena di Will. Hannibal si sentì di nuovo male. Quello era l'amico del giovane, ecco perché la mattinata di Will era stata "incredibile". Il suo cuore iniziò a battere più forte nel petto. L'altro uomo era incredibilmente bello e giovane, non poteva competere con lui. E il ragazzo aveva chiamato il suo amato "Willy" e gli aveva messo le mani addosso. Se non bastasse, l'accento dell'uomo era proprio come quello di Will: era britannico.

    "Matty, questo è Hannibal" Will si voltò verso l'amico e guardò con orgoglio il suo compagno. L'amore evidente nei suoi occhi fu un balsamo per la mente perplessa e tormentata del dottore.

    "Hannibal" Will si rivolse allo psichiatra e tese una mano per toccargli un braccio "Questo è Matthew Brown, un mio ex collega".

    "Ciao, è un piacere conoscerti, Hannibal" il giovane sorrise vivacemente. Lo stava prendendo in giro?

    "Buon pomeriggio, Matthew" Hannibal rispose.

    “Oh per favore, chiamami Matt” il ragazzo sorrise.

    "Allora, avete lavorato insieme?" chiese Hannibal, cercando di sembrare educato e non tormentato.

    "Sì" rispose Will.

    “Abbiamo lavorato per la stessa agenzia di modello a Londra” completò l'altro, lanciando uno sguardo affettuoso a Will, che ricambiò il sorriso.

    "Amore, stai bene?" Will aggrottò la fronte, tornando a sedersi sul letto e appoggiando una mano sulla fronte del dottore come per controllargli la temperatura.

    Gli amici di Hannibal, che erano impegnati in conversazioni in piccoli gruppi di persone, improvvisamente circondarono di nuovo il letto alla domanda di Will. Dozzine di occhi che lo guardavano preoccupati.

    Lo psichiatra dovette sforzarsi di non mandare gli occhi al cielo per l'attenzione improvvisa che stava ricevendo "Sto bene" dichiarò per quella che sembrava essere la millesima volta, quando il dottor Hobbes entrò nella stanza, disse ad Hannibal che era libero di tornare a casa.

    Gli amici del dottore furono sollevati e gli augurarono una pronta guarigione. In pochi istanti, se ne erano andati tutti. Tutti tranne Matthew Brown. Hannibal non riusciva a capire perché. Pensava che stesse lasciando Baltimora... o... era stata una bugia?

    "Sei sicuro di stare bene, Hannibal? Sei così pallido. Forse dovresti considerare di riposare qui per qualche ora...” affermò Will preoccupato. Lo psichiatra sembrava malato e... in preda ai nervi?

    "Posso riposare a casa, William" rispose educatamente, sorridendogli debolmente.

    I tre uscirono dall'ospedale e si diressero verso l'auto di Will. Il giovane aprì la porta allo psichiatra e Hannibal si sedette nella Cinquecento.

    "Beh, chiamerò non appena avrò parlato con il signor Gray, allora. Spero di vederti presto, Willy” il ragazzo si avvicinò per abbracciare Will. Il petto di Hannibal si mise di nuovo a bruciare. La gelosia era una sensazione incredibilmente spiacevole.

    Will abbracciò il suo amico "Grazie. Abbi cura di te, Matty” disse all'amico.

    Non appena si furono districati, l'altro uomo guardò Hannibal e disse “È stato un piacere conoscerti, anche in una circostanza così spiacevole. Spero che starai di nuovo bene" il suo sorriso era sincero e confuse e fece arrabbiare ancora di più Hannibal.

    “Grazie, Matthew. È stato un piacere anche per me conoscerti" affermò con un piccolo e finto sorriso sulle labbra.

    Sospirò di sollievo non appena l'uomo scomparve e rimase solo con il suo William. Finalmente.

    Guidarono silenziosamente verso la casa di Will, Hannibal guardava la strada in silenzio, mentre gli occhi di Will si voltavano costantemente per esaminare lo psichiatra.

    In una decina di minuti raggiunsero casa del giovane. Non appena Hannibal fu sul divano, Will si inginocchiò davanti a lui, rimboccandolo in una coperta scozzese.

    "Ero così preoccupato per te, Hannibal" il giovane ruppe il lungo silenzio "All'inizio non mi avevano detto che eri svenuto. Hanno detto che eri stato ricoverato in ospedale e ho pensato al peggio" Will allungò una mano per accarezzare gli zigomi di Hannibal.

    Hannibal poteva leggere l'onestà negli occhi del giovane e decise che gli doveva una spiegazione “Sono andato in iperventilazione perché ero geloso. Ero geloso del tuo amico e ho pensato al peggio. Pensavo che mi avresti lasciato per lui" quando furono pronunciate, le parole suonarono ridicole anche allo psichiatra.

    Gli occhi di Will si spalancarono per l'incredulità e la rabbia e poi si addolcirono "Non sono Chilton" disse, nominando l'uomo di cui non avevano mai parlato dopo la loro conversazione di quella sera "Se mai ti lascerò, lo farò con onestà. Non potrei mai agire alle tue spalle. Per favore credimi, amore" il giovane si avvicinò. Vulnerabilità, adorazione, preoccupazione, convinzione che scintillavano nella foresta profonda dei suoi occhi.

    Hannibal si maledì per essere stato così sciocco "Mi dispiace..." iniziò, ma fu interrotto presto.

    "Non esserlo. Non ti lascerei mai, amore. Mai. Non potrei...” le loro labbra si incontrarono a metà.


    Continua...
     
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    Capitolo 30 - Jean-Philippe Armani del cazzo



    "È sbagliato, hanno dimenticato le cipolle. Non puoi fare un ragù senza le cipollo. Questo è ridicolo" Hannibal si accigliò mentre guardava "Masterchef” sul divano di Will. La coppia aveva mangiato e poi si erano rilassati sul divano: il dottore era sdraiato nell'abbraccio di Will, le sue mani che accarezzavano costantemente i capelli color sabbia di Hannibal.

    Will mandò gli occhi al cielo con un sorrisetto sul viso: lo show non andava avanti da più di dieci minuti e Hannibal aveva già avuto qualcosa da ridire su tutto quello che facevano i concorrenti. All'inizio, Will aveva usato frasi come: "Non sono chef professionisti, amore. Quel tizio è un idraulico..." per giustificare le "Incapacità" delle persone, ma poi si era arreso. Era semplicemente rilassante avere lo psichiatra tra le sue braccia mentre si coccolavano sul divano. I suoi cani erano stesi sul pavimento proprio accanto a loro, coperti da una coperta. Hannibal odiava la TV, ne possedeva una, ma era usata solo per guardare film classici o rappresentazioni teatrali su DVD.

    Will era stato preoccupato per il medico e all'inizio non era riuscito a capire la sua gelosia. Come poteva qualcuno ammalarsi e svenire a causa di un... sospetto? Ma poi si ricordò che Hannibal aveva sofferto molto. Dietro la sua facciata raccolta e stoica, aveva ancora il cuore spezzato e profondamente turbato per quello che era successo con il suo ex amante. Doveva ancora digerire il fatto che lui aveva condiviso cinque anni della sua vita con qualcuno che in realtà era un totale sconosciuto. Will non poteva biasimarlo per l'ossessiva possessività. Hannibal avrebbe dovuto imparare a conoscerlo meglio per potersi fidare di lui.

    "Ma questa è eresia! Ascolta, William. Usano l'olio invece del burro! Ma che diavolo fanno?" Hannibal si aggrappò al braccio di Will per attirare la sua attenzione.

    Will mandò di nuovo gli occhi al cielo e poggiò un bacio dolce sulla tempia del suo amante.




    3:42 - Will: “Ciao tesoro! Come va il lavoro? Ti senti meglio? Sto pensando a te :* :* :*".

    Era passata una settimana dalla sua malattia e Will stava ancora indagando sulla sua salute.

    13:44 - Hannibal: "Mylimasis, sto lavorando su alcune scartoffie. Sono annoiato senza di te. Cosa fai? Sto bene, William!!! GRAZIE. :-P: - *: - *: - *: - *”.

    13:45 - Will: “Sto portando a spasso i cani. (Ho capito, non lo chiederò più: p) ;*".

    13:46 - Hannibal: "Devo chiederti una cosa, ragazzo... :-*".

    13:46 - Will: "Se è di natura sessuale, la mia risposta è sì ;P".

    13:47 - Hannibal: “C'è qualcos'altro oltre a quello in quella tua bella testa, mylimasis? :-* (P.S. non dimenticare di mandarmi un bacio)".

    13:48 - Will: “Mi scusi, dottore. :* Sono tutto orecchie. :*”.

    13:50 - Hannibal: “Siamo stati invitati a cena domani da un mio collega, il dottor Villotti. Hai già incontrato la maggior parte degli altri partecipanti all'ospedale. Saresti disponibile a unirti a me? :-*".

    13:51 - Will: “Anche io sono stato invitato? O.O :*".

    13:52 - Hannibal: “Sì, William. Come ho detto: "Siamo stati invitati". Insieme. Me e te. :-*".

    13:53 - Will: “Cosa intendi per “cena”? :*".

    13:55 - Hannibal: “Una cena, quando un gruppo di persone si riunisce per piacere per consumare del cibo e bere qualche drink mentre si chiacchiera. :-*".

    13:55 - Will: “L'atmosfera è così elegante come sembra? :/ :*".

    13:56 - Hannibal: "Se mi stai chiedendo se la cena sia formale, la risposta è sì. :-*".

    13:58 - Will: "Non lo so, Hannibal. Sai come la penso riguardo alle formalità... :*”.

    13:59 - Hannibal: “Ci sarei io. Con te. Lo apprezzerei molto :-*".

    14:01 - Will: "Mi unirò alla tua cena elegante se verrai con me alla fiera (quella a cui ti sei rifiutato di andare l'altro giorno :D) :* Abbiamo un accordo? :D :*".

    14:03 - Hannibal: “Bene. Verrò. :-* Grazie per aver accettato, William. Torni a casa presto? :-*".

    14:04 - Will: "Sto camminando verso casa, perché? :*".

    14:05 - Hannibal: “Curiosità... dovrei davvero finire con le mie scartoffie, mylimasis. A più tardi :-* <3 <3 <3”.

    14:06 - Will: "<3 Va bene, amore. Mi manchi già :*"

    14:06 - Hannibal: ":-*".




    Will si stava avvicinando a casa sua quando notò un uomo elegante e abbronzato seduto sulla sua veranda. L'uomo era vestito in modo impeccabile e sembrava... elegante. I cani di Will si affrettarono ad incontrare lo sconosciuto, che saltò in piedi, visibilmente disgustato e spaventato dalla vista degli animali.

    "Signor Graham?" l’uomo chiese, un'espressione irritata sul viso "Potrebbe togliermeli di dosso, per favore?" grugnì, indicando i cani.

    "Uhm. Sicuro. Winston siediti! Maddie!” il giovane aggrottò la fronte. Chi era l'uomo che sedeva sulla sua veranda e gli dava ordini? "Buoni, ragazzi" aggiunse, chiudendo i cani nel suo cortile. Quindi, tornò dall'uomo, che stava spazzolando via i peli di cane dal suo costoso cappotto.

    "Mi scusi... La conosco?" chiese educatamente all'uomo scontroso.

    "Sono Jean-Philippe Mantignac”.

    L'uomo era alto, come se si fosse appena presentato come Napoleone Bonaparte. Certamente si aspettava che Will lo riconoscesse, ma sinceramente, il giovane non aveva davvero la minima idea di chi fosse la persona di fronte a lui.

    "Va bene... Uhm... Cosa posso fare per lei?" Will si pentì immediatamente della sua domanda. L'uomo sembrò indignato.

    "Sono venuto qui per prendere le sue misure".

    "Mi scusi... Uhm... Jean-Philippe. Non capisco…".

    "Sono uno stilista, per l'amor di Dio! Sono venuto a prendere le sue misure per farle un vestito per la sua cena di domani" disse furioso.

    "Oh" fu tutto ciò che Will disse "Uhm, non ho bisogno di uno stilista..." ma fu subito interrotto.

    “Per favore, signor Graham. Sono stato mandato qui per fare il mio lavoro. Per favore, sarebbe tanto gentile a invitarmi nella sua... "guardò la casa con disgusto "... Casa? Sarò veloce".

    "Hannibal l’ha mandata qui?" Will sembrava aver finalmente capito qualcosa. Subito fece entrare l’uomo in casa sua per non provocargli un attacco di cuore.

    "Il dottor Lecter" lo corresse "É mio cliente da oltre un decennio. Ho disegnato personalmente la maggior parte dei suoi vestiti di rappresentanza" disse con un atteggiamento di superiorità.

    Will fu colto alla sprovvista "Erano suoi?" chiese ammirato. I lineamenti dell'uomo più anziano sembrarono ammorbidirsi "Sono davvero impressionato e onorato di conoscerla" disse onestamente. L'uomo gli fece un cenno amichevole.

    Will si offrì di preparare del tè e, non appena fu pronto e il sarto si sedette su una sedia vicino al caminetto, si scusò ed entrò nella sua stanza, chiudendosi la porta dietro.

    "Ciao, William" rispose il dottore dopo alcuni squilli.

    "Hannibal" la voce del giovane era grave "Perché l'hai mandato qui?" non aveva bisogno di specificare di chi stesse parlando.

    "Il signor Mantignac non ti ha informato?" Hannibal rispose con nonchalance.

    "Sì, l’ha fatto" la voce di Will sembrava irritata "Cosa stavi pensando? Non so vestirmi da solo? Ti metterei in imbarazzo di fronte ai tuoi amici eleganti?" cercò di tenere la voce bassa, in modo che fosse impercettibile al sarto seduto nel suo soggiorno.

    "Pensavo che…".

    “Pensavi cosa? Che non avresti dovuto semplicemente chiamarlo prima ancora di chiedermelo? Perché era seduto già davanti casa mia quando sono tornato, sai? Un fottuto stilista!" disse quasi sussurrando.

    "William…".

    "Io non te l’ho chiesto e vorrei che tu mi avessi consultato prima… Un fottuto abito su misura" Will cercò di ricomporsi e si morse la lingua.

    “William, non mi vergognerei mai di te. Lo sai" il dottore fu contento di poter finalmente dire qualcosa anche lui "Doveva essere un regalo e...".

    "Un regalo??" sbottò William “Dammi dei fiori e dei cioccolatini come regali! Non mi compri dei fottuti abiti su misura da quel fottuto Armani di Jean-Philippe! " era difficile mantenere la voce bassa.

    "William, per favore...".

    "Non sto cercando i tuoi soldi, Hannibal. NON LI VOGLIO!" gridò al telefono. Ci fu un breve silenzio. Entrambi gli uomini al telefono increduli "Scusami" Will mormorò "Non volevo urlarti contro" disse, imprecando contro se stesso.

    "Non volevo offenderti, William" Hannibal sembrò sinceramente dispiaciuto "Per favore, accetta il mio regalo, mi renderebbe molto felice e...".

    "Bene" Will lo interruppe "Bene. Grazie" sputò a denti stretti. "Devo andare ora”.

    "Ti chiamo più tardi…".

    "Sì, ciao" riattaccò ancora furioso. Tornò in soggiorno e iniziò a spogliarsi per lo stilista.


    Continua…
     
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