He's quite charming, isn't he?

Hannigram {'Hannibal'}

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    Capitolo 31 – Guasta



    15:34 - Will: “Ho ricevuto il tuo messaggio, Hannibal. Ci incontreremo li".


    Era passato un giorno dall'incontro con il sarto. Will non riusciva a capire perché fosse così irritato al pensiero del regalo; tuttavia lo era. Hannibal non poteva cambiarlo in quel modo. Non sarebbe diventato un uomo di fantasia con un abito su misura e lo psichiatra non si sarebbe fermato a quello. Ne era sicuro. La generosità dell'uomo era lusinghiera, ma anche fastidiosa; Will non aveva mai dato al denaro un valore importante, non da quando aveva distrutto la vita dei suoi genitori. Detestava tutto ciò che ostentava ricchezza e potere eccessivi.

    Si stava sistemando i capelli con un nuovo prodotto che aveva comprato nel pomeriggio. Dopo alcuni minuti, raggiunse il risultato desiderato: un aspetto selvaggio, ma elegante. Will non si faceva la barba da più di una settimana ed era insolitamente folta. La tagliò, lasciando intatti i baffi. Con quell’aspetto, sarebbe sembrato almeno cinque anni più vecchio, il che era positivo, quando aveva in programma di essere circondato da dottori eleganti.




    "Voglio che lo rovini davanti a tutti, Freddie" Chilton si chinò verso la donna dai capelli rossi, che si stava lentamente infilando un impeccabile vestito di Gucci.

    “Perché dovresti preoccuparti? È solo un ragazzino, Frederick. Nessuno prenderà nemmeno in considerazione la sua presenza” rispose la donna.

    “Ovviamente nessuno lo considererà. Ma voglio che cada. Male. Dovrebbe capire l'abisso che separa la sua povera esistenza dal nostro mondo. Dovrebbe finalmente uscire dal paese delle meraviglie" Chilto disse, scendendo dal letto.

    "Sei incredibile" Freddie Lounds si voltò a guardare lo sguardo vendicativo negli occhi di Chilton. Era pronta per andare a godersi la serata. In qualche modo, non vedeva l'ora di essere presentata al ragazzo che aveva sorprendentemente conquistato il cuore del famoso psichiatra; ed era decisamente curiosa di assistere al comportamento del giovane.




    "Allora, ha deciso di non presentarsi?" mormorò Bedelia de Maurier, una buona amica di Hannibal.

    “Ho provato a chiamare, ma non risponde al telefono” lo psichiatra si accigliò preoccupato, sorseggiando il suo ottimo Champagne.

    Tutti erano in piedi nel gigantesco giardino del dottor Villotti; le persone erano disposte in piccoli gruppi e chiacchieravano liberamente, sorseggiando i loro lussuosi e fantasiosi dink.

    "Hannibal! Allora, dov'è quel tuo adorabile William?" chiese il padrone di casa un po' deluso. Dalla prima volta che il dottore aveva visto il giovane in ospedale, era rimasto colpito dall'incredibile chimica tra i due uomini. Aveva vissuto lo stesso tipo di relazione incredibilmente appassionata e premurosa con sua moglie per oltre dieci anni e poteva vedere il vero amore quando ce l’aveva davanti.

    Lo psichiatra stava per rispondere, quando sentì una voce alle sue spalle.

    "Mi dispiace per il ritardo. La mia macchina ha avuto un guasto a poca distanza da qui" disse la voce stressata e senza fiato di Will.

    Hannibal si voltò sorpreso; in qualche modo, pensava che Will lo avesse difeso. La vista del ragazzo lo lasciò sbalordito. I mormorii di tutti sembrarono placarsi all'improvviso. Le teste erano tutte voltate verso Will, spettinato e incredibilmente mozzafiato. Sembrava affannato, stressato dal cammino; eppure simile a un dio. Era vestito con uno smoking color crema. Una camicia a strisce verdi e bianche sotto, accuratamente infilata nei suoi vestiti stirati, che coprivano le sue curve nel modo più gentile possibile. Una cravatta verde scuro con un semplice nodo Windsor completava il look. Il colore dell'accessorio era incredibilmente identico alla foresta profonda negli occhi del giovane.

    Will si avvicinò ad Hannibal e gli mise una mano sicura sulla parte bassa della schiena, voltandosi con un sorriso verso il dottore. Non sarebbe stato il ragazzo stupido che tutti si aspettavano. Hannibal meritava solo il meglio e non avrebbe deluso la sua fiducia.

    "Ciao amore" Will quasi sussurrò, sfiorando le labbra di Hannibal con le sue in un gesto veloce. Poi si rivolse al dottor Villotti, che lo aveva ammirato abbastanza affascinato come tutti gli altri “Ho ricevuto il suo invito e voglio ringraziarla per il gentile e inaspettato gesto. È un piacere essere qui" lanciò uno sguardo in direzione di Hannibal "Per entrambi" concluse con un sorriso sincero sulle labbra.

    "Grazie per esserti unito a noi, William" lo psichiatra accettò il regalo di Will, che era ovviamente una bottiglia di vino "Stai molto bene".




    La festa era stata molto diversa da come Will si era aspettato. Sorprendentemente, si era mescolato molto bene e si era trovato al centro di molti dibattiti. Ogni volta che esprimeva la sua onesta opinione, la gente all'inizio lo guardava con indifferenza e freddezza, ma tutti si affrettavano a cambiare idea. Ben presto, le persone chiedevano la sua opinione più spesso ed era stato anche elogiato per la sua intelligenza e arguzia. Hannibal aveva guardato il suo amato da quando era arrivato. In realtà non si erano scambiati nessuna parola, a parte il bacio frettoloso e le scuse per il ritardo. Will era stato presto trascinato via dal dottor Villotti, che aveva presentato il ragazzo alla moglie e al cognato.

    "Potrei, per favore, portarlo via per un minuto?" alla fine decise di rivendicare il suo amante, dopo mezz'ora. Il dottor Villotti annuì sorridendo, mentre Hannibal prendeva il braccio di Will e lo allontanava da ulteriori discorsi di politica e amministrazione.

    "Devo scusarmi, Hannibal..." iniziò il giovane, quando furono a pochi passi dal gruppo di persone.

    "No. Mi aspettavo che succedesse prima o poi” rispose Hannibal con un sorrisetto.

    "Che cosa?" Will aggrottò la fronte confuso.

    "Beh, pensavo che si sarebbe guastata prima o poi, poverina...".

    Oh. La macchina. "No, Hannibal. Volevo scusarmi per averti urlato contro ieri. È stato indicibilmente scortese da parte mia. Non avrei dovuto, ma devi cercare di capirmi, ti prego” il giovane lasciò cadere la maschera sicura di sé che aveva indossato tutta la sera. C'erano confusione, rabbia, terrore e rimpianto sul suo viso e nei suoi occhi.

    Hannibal prese le mani di Will nelle sue "Va tutto bene. Sei incredibile. Non potrei mai dirti abbastanza quanto sei magnifico" poi si chinò per sussurrare all'orecchio dell'altro uomo "E non vedo l'ora di toglierti questo vestito di dosso non appena la serata sarà finita. Mi fai impazzire, William" inalò il profumo e il dopobarba del giovane e sentì i suoi boxer di seta stringersi intorno al suo sesso.

    "Hannibal" Will guardò l'altro frustrato “Dovresti essere arrabbiato, o almeno deluso. Ascoltami, per favore. Devi capire che apprezzo molto questo" toccò il tessuto morbido del vestito color crema "Davvero. Grazie” sembrava molto più grato di quanto fosse stato al telefono “Ma non puoi aspettarti di cambiarmi. Posso partecipare alla cena del tuo amico con un abito di sartoria incredibilmente costoso... Ma sono ancora Will Graham, un povero disoccupato che raccoglie randagi dai rifugi, balla nei nightclub e mangia tonnellate di pizza untuosa. Ho perso la mia famiglia a causa dei soldi... E di certo non ti biasimo per essere ricco. Lo accetto, perché fa parte di te e non cambierei mai nulla di te. Per favore, fai lo stesso per me. Niente più regali costosi. Nessun regalo, se non per il mio compleanno o per Natale, e anche allora dovremmo decidere il budget. Non ti metterò in imbarazzo, farò del mio meglio per stare al passo. Ma, per favore, non farmi mai più passare attraverso un altro Jean-Philippe. Mai" sorrise teneramente all'uomo, che gli stringeva le mani.

    "Capisco" Hannibal annuì sollevato. L'apertura e la sincerità di Will furono un balsamo calmante per la sua anima tormentata “Rispetterò le tue decisioni, William. Lo prometto” rispose con un sorriso affettuoso, poco prima di afferrare il giovane e stringerlo in un lungo abbraccio. Il suo William. Il suo bellissimo e meraviglioso ragazzo incredibile. Si separarono e si incontrarono per un lungo bacio appassionato; finché qualcuno non si schiarì la gola.

    "Vi unite a noi per cena, piccioncini?" il dottor Villotti sorrise vivacemente alla coppia imbarazzata e al rossore sulle guance di Will.


    Continua…
     
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    Capitolo 32 – Mentire è scortese



    La loro serata era andata avanti senza intoppi e Will si stava divertendo in modo eccezionale. Gli amici di Hannibal erano eleganti ma non lo trattavano come se fosse un inferiore. Stare al fianco dello psichiatra era come stare su un piedistallo e il giovane cercava di non pensarci troppo, perché lo metteva leggermente a disagio.

    L'umore dello psichiatra era decisamente peggiorato dopo che Chilton si era presentato con una donna dai capelli rossi. Si stavano avvicinando alla coppia che stava parlando con altri medici.

    "Ciao, Hannibal. È bello vederti qui "pronunciò il suo ex compagno, tendendo la mano verso lo psichiatra che si era finalmente rilassato accanto al suo Will.

    "Buonasera Frederick" Hannibal strinse a disagio la mano dell'uomo. I suoi occhi caddero sulla donna accanto a lui, che stava fissando intensamente Will.

    "Questa è Freddie Lounds, è una giornalista e una mia amica" disse Chilton, presentando la donna dai capelli rossi ad Hannibal; ignorando totalmente Will.

    "Piacere di conoscerla, signorina Lounds" lo psichiatra strinse la mano alla donna.

    "È un piacere, dottor Lecter" lei rispose educatamente "E lei deve essere il signor Graham" disse, guardando con aria provocatoria Will. Si aspettava un ragazzino stupido dopo la spiegazione di Frederick, non un giovane divinamente vestito e sistemato in modo impeccabile. Era incredibilmente affascinante. Senza nemmeno conoscerlo, era attratta dall'innegabile fascino dell'uomo. Da qualche parte, nella sua mente contorta, poteva capire la scelta di Hannibal.

    "Sì, sono io. È un piacere conoscerla, signorina Lounds" Will tese la mano per stringere la sua.

    "Per favore, chiamami Freddie" rispose.

    Ci fu un momento di generale disagio, poi Will le sorrise calorosamente. Gli piaceva la vista del fumante Chilton al suo fianco "Allora devi chiamarmi chiamarmi Will, Freddie" concluse.

    "Posso parlarti, Hannibal?" Frederick voleva porre fine a quella situazione ridicola.

    "Certo" rispose il dottore, divertito da quello che stava succedendo tra il ragazzo e la donna. Non sembrava però voler togliere la mano dal braccio di Will, dove giaceva con nonchalance.

    "In privato" disse nervosamente Chilton.

    "Non c'è niente che tu non possa dire di fronte a William. Siamo molto onesti l'uno con l'altro" quell'osservazione tagliente fece sorridere impercettibilmente Will.

    Chilton fissò incredulo l'uomo e Will gli impedì di dire qualsiasi cosa "Va bene. Mi sarei comunque allontanato per prendere un altro bicchiere" dichiarò con sorpresa di tutti. Poi si rivolse alla donna, che lo stava ancora ammirando “Potrei mostrarti dove sono i drink, Freddie” disse educatamente, mentre la giovane rossa stava già annuendo. La mano di Hannibal si strinse intorno al braccio di Will e il giovane sorrise al suo amato in modo incoraggiante "Sarò proprio lì, se hai bisogno di me" sussurrò all'orecchio dell'uomo, mentre gli posava un bacio veloce sulla guancia, offrendo poi il braccio alla donna, che lo strinse volentieri.

    "L'hai portato qui?" Chilton disse incredulo. Era in qualche modo offeso, perché era stato lui a presentare il suo ex compagno al dottor Villotti.

    "Sì, è stato invitato a unirsi a me" dichiarò semplicemente Hannibal e poi aggiunse "Allora, di cosa volevi parlare?" chiese, voltando la testa per osservare Will, che era appoggiato su uno sgabello da bar e stava intrattenendo la donna. Sembrava così incredibile. Una visione.

    "Volevo sapere se ti senti meglio" Chilton disse.

    Hannibal lo guardò incredulo “Sto molto meglio, grazie. Ora, se vuoi scusarmi..." si stava voltando verso Will, quando la mano di Chilton gli afferrò l'avambraccio, fermandolo.

    Hannibal sussultò all'improvviso e si voltò verso Chilton, aggrottando la fronte "Che cosa vuoi, Frederick?" chiuse gli occhi. La mano sul suo braccio sembrava che gli stesse bruciando la pelle. Ricordi indesiderati di lui e di Chilton si proiettarono nella mente dello psichiatra: loro due che si tenevano per mano in un ristorante, loro due che prendevano il sole alle Galapagos, loro due che facevano sesso nella loro stanza... nella sua stanza... Hannibal prese un profondo respiro e cercò di allontanare quei pensieri dalla sua mente.

    "Hannibal" la voce dell'altro uomo si addolcì incredibilmente “Cosa ci fai con quel ragazzo? Ti ho già detto che sono cambiato. Possiamo riavere la nostra vita" sorrise incoraggiante all'uomo stupefatto di fronte a lui "Insieme. Accetterò la tua proposta, questa volta. Organizzerai il matrimonio più bello e potremo andare in Giappone in luna di miele, a trovare tua zia".

    Hannibal fissò incredulo l'uomo che aveva di fronte a sé. Per un secondo, lasciò che la sua mente pensasse alle cose che Chilton stava dicendo. Aveva fatto per ben due volte la proposta all’uomo: la prima volta, Chilton aveva detto ad Hannibal che non si sentiva pronto per un simile impegno. La seconda volta, la risposta era stata simile. Aveva immaginato per così tanto tempo di organizzare il loro matrimonio, di pianificare la luna di miele... Ora, non poteva più pensare a tutto quello. Tutto sembrava così sbagliato e piatto.

    “Frederick, per favore. Adesso sto con William. Cerca di capire che tra noi è finita” disse pazientemente.

    “So che provi ancora dei sentimenti per me, Hannibal. Non potevano semplicemente scomparire da un giorno all'altro..." rispose con uno sguardo implorante sul viso.

    "Non importa, Frederick. Sto con William. Lo amo" il dottore disse.

    "Stai cercando di convincere me o te stesso di questo?" si avvicinò ad Hannibal, che si raddrizzò per l'avvicinamento inaspettato “La passione è sopravvalutata, Hannibal. È abbastanza comprensibile che tu sia attratto da lui. È molto interessante... Ma poi, a parte il sesso e il suo fascino... Ammettiamolo: è un povero goffo e arrugginito. Non ha istruzione e si spoglia per guadagnarsi da vivere. Voglio dire... posso vedere che è abbastanza bene educato, ma ne vale davvero la pena?" aggiuse provocatoriamente.

    Hannibal non riuscì a fermare la sua reazione. Il suo pugno chiuso si scontrò bruscamente con la guancia di Chilton (un vero peccato che avesse mancato il naso) e l'altro uomo fu colto alla sprovvista e cadde all'indietro, scioccato. Si tenne la guancia ferita e guardò Hannibal incredulo. Lo psichiatra si sentiva incredibilmente... bene. Avrebbe dovuto farlo prima, la notte in cui aveva scoperto di Chilton e quella donna, avrebbe dovuto prenderlo a pugni invece di scappare. Era incredulo per la rabbia dentro di sè, ma si sentiva sollevato, piuttosto che colpevole. Gli altri partecipanti alla festa si voltarono bruscamente per vedere cosa fosse successo, mentre Will si avvicinava a grandi passi, Freddie Lounds proprio accanto a lui.

    "Cos’è successo? Stai bene, amore?" chiese Will senza fiato. I suoi occhi e quelli di Freddie si spostarono da uno psichiatra all'altro, confusi e preoccupati.

    "Sto bene, William. Penso che dovremmo andare” disse con sicurezza Hannibal.

    Il ragazzo annuì, la fronte ancora aggrottata. Salutò rapidamente la donna e lanciò un'ultima occhiata a Chilton, prima di voltarsi dall'altra parte con Hannibal.

    "Aspetta, ho dimenticato una cosa" Hannibal si fermò e si voltò.

    “Hannibal, per favore. Andiamo" lo supplicò il giovane. Non voleva che il suo amata picchiasse Chilton. Odiava quell’uomo, ma Hannibal avrebbe finito per pentirsene, prima o poi.

    "Va tutto bene, William. Ho solo bisogno di dire una cosa. Non ho intenzione di prenderlo di nuovo a pugni" il dottore sorrise dolcemente e rassicurò il ragazzo, che dopo poco annuì.

    Hannibal tornò da Chilton, che era ancora seduto drammaticamente sull'erba. All'avvicinarsi dell'uomo, i suoi occhi si spalancarono per l'orrore e si tirò indietro miseramente. Chi era quell'uomo? Hannibal non sarebbe mai stato in grado di fare una cosa del genere. Mai.

    “Non gli mancherai mai più di rispetto in mia presenza. Sono stato chiaro?" quasi ringhiò, i suoi occhi neri di rabbia. Hannibal rimase per qualche secondo a fissarlo con odio. Poi tornò da Will, che era col dottor Villotti, rassicurando il ragazzo scioccato.

    "Mi dispiace per tutto questo, amico mio" Hannibal iniziò a scusarsi con il dottore, che fece un gesto sprezzante con la mano.

    "Sono sicuro che se lo sia meritato" sorrise.

    "Infatti. Non accetto quando qualcuno è eccessivamente scortese" rispose Hannibal, mettendo la mano sulla parte bassa della schiena di Will. Vide che il giovane stava tremando leggermente e sembrava quasi in preda al panico. Il dottor Villotti strofinò una mano sull'avambraccio di Will con un gesto tenero. Quando gli occhi di Will incontrarono i suoi, l’uomo gli sorrise a mo’ di sostegno.

    "Beh, la serata è quasi finita, quindi non mi offendo se voleste andare via" mormorò "Ma spero che voi verrete a cenare informalmente con Sharon e me" sorrise ad Hannibal, che annuì.

    “È stato un piacere vederti, Will. Spero che ci rivedremo presto" disse, sorridendo, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo in un gesto paterno.

    Will sorrise e annuì alla richiesta del dottore “È stato un piacere essere qui. Grazie per avermi invitato, Oliver" si strinsero la mano e molte altre persone andarono a salutare la coppia. Per Will, l'intera scena sembrava un paradosso: Hannibal aveva appena colpito uno di loro, un altro dottore elegante, eppure pochi sembravano preoccuparsene e tutti sembravano quasi... contenti? Non gli piaceva Chilton?

    Non appena i due raggiunsero l'auto di Hannibal e furono lontani dagli occhi degli altri ospiti, lo psichiatra spinse Will verso il veicolo, abbracciandolo e baciandogli ferocemente le labbra per un lungo minuto. Will fu di nuovo sorpreso, ma non spinse via Hannibal. Sembrava che fosse passata una vita dal loro ultimo bacio.

    "Riguardava me?" chiese contro le sue labbra.

    "No, mylasis" Hannibal lo baciò di nuovo.

    "Sii onesto" riuscì a chiedere tra i baci "Riguardava me?".

    "Sì, mylasis" rispose Hannibal.

    Morse delicatamente il labbro dell'altro uomo “Per quanto abbia potuto essere brutto, Hannibal. Prendere a pugni qualcuno lo è ancora di più" iniziò a baciarlo sul collo. La sua mano passò sull'inguine di Hannibal e strinse delicatamente il suo sesso semiduro. Hannibal gemette.

    "Cosa dovrei fare a riguardo?" Will chiese ironicamente "Cosa dovrei fare con te?" sussurrò, succhiando il lobo dell'orecchio dello psichiatra, mentre la sua mano scivolava sulle curve dell'uomo più anziano, finché non raggiunse di nuovo il sesso ora completamente eretto. Hannibal sussultò, gemendo sorpreso. Poi, improvvisamente si allontanò. I suoi occhi in fiamme.

    "Entra in macchina, William" gli ordinò "O ti spoglierò proprio qui" aggiunse serio.

    Will scoppiò a ridere e corse ad aprire la portiera del passeggero, scivolando rapidamente in macchina.


    Continua…


    Edited by sweetest thing - 1/5/2021, 00:51
     
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    Capitolo 33 – Nessuna protezione



    Hannibal aveva appena parcheggiato la sua Bentley sul sentiero ghiaioso, quando finalmente Will si spostò per baciargli il collo. Con una mano cercò di slacciare l'impeccabile doppia cravatta con nodo Windsor del dottore, mentre con l'altra si dava da fare ad aprirgli freneticamente la cintura. Lo psichiatra sussultò mentre controllava lo specchietto retrovisore. Stava disperatamente cercando di mettere la macchina nel garage, ma il giovane continuava a distrarlo.

    "William, solo un minuto..." riuscì a pronunciare appena prima che la mano di Will scivolasse nella biancheria intima di seta, accarezzandolo.

    "Puoi parcheggiare più tardi, amore" rispose, continuando con la sua missione di seduzione.

    Hannibal non riuscì rispondere. Le mani di Will su di lui stavano generando nuove scintille di elettricità, tuoni e fuoco. La sua mente poteva concentrarsi solo sui baci dell'uomo sul suo collo e sul suo sesso. Quindi, il dottore si spostò e afferrò la cravatta di Will e armeggiò finché non la sciolse. Dopodiché, afferrò Will per i fianchi e se lo tirò in grembo. L'azione successiva lasciò Will senza fiato: Hannibal strappò letteralmente la nuova camicia di Will, facendo volare i bottoni tutt’intorno. Immediatamente, approfittando dello shock del giovane, attaccò il petto di Will con baci e gli succhiò i capezzoli duri. Will iniziò a gemere e Hannibal si eccitò ancora di più.

    Premuto sul volante con la schiena, Will si aggrappò alle spalle di Hannibal. L'uomo adorava il suo corpo nel modo più appassionato, erotico, ma amorevole possibile e Will si sentì sopraffatto dai suoi sentimenti verso lo psichiatra. Quindi, le mani esperte di Hannibal iniziarono a sbottonargli i pantaloni eleganti e Will cercò di alzarsi il più possibile, in modo da consentirgli di sfilare i pantaloni e i boxer. Hannibal decise di togliergli tutto, lasciandolo nudo.

    I tocchi erano ancora più caldi sulla pelle nuda e Will si iniziò a tremare per l'aspettativa, senza mai staccare la mano dal membro eretto di Hannibal.

    "Ti prego, amore" il ragazzo disse, cieco di passione.

    Le dita di Hannibal si fecero strada nella bocca di Will; il ragazzo cercò di lubrificargliele meglio che poteva. Non avevano lubrificante in macchina e dovevano pur usare qualcosa.

    Quindi, le dita di Hannibal si premettero contro i glutei di Will e il ragazzo inarcò istintivamente la schiena in modo meraviglioso, esponendosi al tocco dell'altro uomo.

    Hannibal continuò a stuzzicarlo, finché Will non lo respinse con impazienza, per incontrare le dita dello psichiatra. Quindi, con un movimento rapido, fece scivolare un dito dentro. Dopo alcune altre spinte, Hannibal aggiunse un altro dito e si preoccupò del fatto che l'umidità precedente fosse quasi scomparsa. Se avesse continuato così, alla fine avrebbe fatto male a Will e lo avrebbe lasciato dolorante. Decise di non farlo, spingendo via il ragazzo.

    Will lo guardò confuso "No, Hannibal. Ti prego, continua...” lo implorò. Gli occhi di Will brillavano di passione sotto le palpebre semichiuse. Le guance arrossate in un profondo cremisi, era una bellissima visione.

    "Mettiti in ginocchio, sul sedile" Hannibal gli ordinò.

    Will si accigliò e lo psichiatra si offrì di mostrarglielo, posizionando Will proprio come voleva che il ragazzo si inginocchiasse.

    "Inarca la schiena" la sua voce roca per la passione.
    "Ma come vuoi...?" Will si fermò, scioccato, non appena sentì la lingua di Hannibal tra le natiche. Pensava che Hannibal fosse pronto a prenderlo; sicuramente non si aspettava un'incredibile sessione di incredibile sesso orale. Non l'avevano mai fatto, né glielo aveva mai fatto nessuno, in effetti. Era incredibilmente intimo. Quando la lingua di Hannibal iniziò a premere contro il suo ano, gli occhi di Will si chiusero per il piacere. Gemette oscenamente e poteva sentire il suo orgasmo crescere lentamente dalla pancia. Poi, Hannibal infilò di nuovo le sue due dita, facendolo sussultare ancora e ancora. I gemiti e i suoni soffocanti provenienti dal ragazzo furono sufficienti a rendere Hannibal ancora più eccitato. Sapeva che non sarebbe durato a lungo, ecco perché stava fornendo senza pietà a Will lo stesso piacere.

    Dopo che fece scivolare dentro tre dita, la lingua di Hannibal ancora premuta contro, Will non ce la faceva più.

    "Sono pronto. Sto bene. Ti prego... non posso più aspettare" lo implorò, sedendosi sulle ginocchia di Hannibal. Si scambiarono un lungo bacio e Hannibal si alzò di scatto.

    "Cazzo".

    Will non aveva mai sentito una parola simile detta da Hannibal "Che c’è?" chiese preoccupato.

    "Hai un preservativo? Io no".

    "No" Will lo guardò dritto negli occhi "Ma sono pulito, Hannibal. Ho fatto un check-up completo appena due mesi fa" gli spiegò.

    "Non ti dispiace...?" chiese Hannibal incredulo.

    "No. Va bene. Tanto non… stiamo insieme? " chiese, arrossendo ulteriormente.

    “Sì, certo. Ma cosa cambia?“.

    “Beh... le coppie spesso decidono di farne a meno. C'è più piacere per entrambi...".

    "Sei sicuro?" lo psichiatra aveva sempre usato il preservativo per il sesso, anche con Chilton. Per cinque anni di seguito.

    "Sì" Will sembrava un angelo. L'ultima sillaba che aveva pronunciato suonava come una supplica e Hannibal non poté resistere oltre.

    Afferrò subito i fianchi di Will e si allineò con il sedere del ragazzo con il suo sesso eretto. Mentre si spingeva lentamente dentro, Hannibal non poteva credere alla calda sensazione di Will. Era una cosa incredibile per entrambi, carne dura e calda che sfregava insieme.

    "Oh Dio, sei così..." fu il turno di Hannibal di gemere sonoramente. Era sopraffatto da quellle nuove sensazioni. Will si sentiva incredibilmente bene e aveva iniziato a muoversi su Hannibal.

    "Perfetto. Sei perfetto mylimasis".

    Will sorrise a quelle parole, piagnucolando e gemendo. Poi si fermò. Il sesso di Hannibal sepolto fino in fondo dentro di lui “Ti amo, Hannibal. Ti amo così tanto" si baciarono lentamente per alcuni secondi, guardandosi amorevolmente negli occhi, dove videro entrambi solo onestà e verità.

    Poi ritrovarono un ritmo più veloce.

    "Mmmh, più forte... Amore, più veloce" Will si aggrappò alle sue spalle, con la schiena che ancora premeva sul volante della Bentley. Hannibal afferrò i fianchi di Will con le mani e iniziò a spingere verso il basso il ragazzo con forza e senza pietà, mentre lui si muoveva verso l'alto con i fianchi.

    Il parabrezza e i finestrini dell'auto si erano appannati, a causa dei respiri irregolari e dei gemiti provenienti dai due innamorati. Quindi, il giovane si afferrò la sua erezione e, con pochi gesti, venne sul gilet e sulla camicia di Hannibal. Stava per sussurrare delle scuse, quando Hannibal lo baciò ferocemente.

    "Sono molto vicino, William. Sei sicuro che posso... "fu interrotto dal bacio esigente di Will. Con un gemito nella bocca del ragazzo, Hannibal si abbandonò al piacere, seppellendosi ancora più a fondo.

    "Mano Deve, William. Mio Dio" Hannibal ansimò, mentre Will lo abbracciava forte, con la testa sepolta nel suo collo.

    "Abbiamo fatto un casino..." disse Will sorridendo e Hannibal gli porse un fazzoletto. Il ragazzo si pulì e poi pulì lo psichiatra, prima di ritornarglielo.

    Will allungò la mano per prendere i suoi vestiti, ma Hannibal lo fermò.

    "Faremo una doccia, mylasis, non hai bisogno di rivestirti" quindi, aprì la portiera della macchina e ha afferrò i fianchi nudi di Will, sollevandolo.

    "Posso camminare, sai?" Will sorrise al fatto che Hannibal lo stesse portando verso casa come un bambino piccolo.


    Continua…

    Edited by sweetest thing - 4/7/2021, 23:49
     
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    Capitolo 34 – Incubo



    "Hannibal?" Will si svegliò all'improvviso. Era sudato e il suo cuore batteva all'impazzata. Era stato solo un incubo, si ripeté un paio di volte. Era sdraiato nel letto enorme e il lato di Hannibal accanto a lui era vuoto.

    Il ragazzo allungò le mani sopra la testa, il dolore dal fondo schiena gli ricordò la sera prima e arrossì, rivivendone i ricordi. Avevano fatto sesso incredibile nella Bentley di Hannibal e, dopo, si erano fatti una lunga doccia, e Hannibal lo aveva premiato per la bella serata che avevano passato a casa del dottor Villotti. Il dottore era stato in ginocchio durante tutta la doccia, dando a Will il piacere più incredibile della sua vita. Poi avevano fatto l'amore lentamente sul letto di Hannibal e il ragazzo si era addormentato tra le braccia dello psichiatra.

    Il giovane indossò solo degli slip grigi e scese le scale. Si guardò intorno e la casa sembrò vuota.

    "Amore?" disse a voce più alta. Hannibal dovuto lavorare nel pomeriggio ed erano poco prima delle dieci del mattino.

    "William, vieni in cucina!" udì la voce forte dello psichiatra.

    Will andò ad aprire la porta della cucina e si immobilizzò. C'erano la signorina Bloomwood e Alana Bloom sedute al bancone, che mangiavano una macedonia. Si voltarono per salutare il giovane e non sembrarono preoccuparsi che fosse quasi nudo. Le guance di Will arrossirono, i suoi capelli erano spettinati e non si era nemmeno vestito, mentre le due donne sembravano pronte per una sfilata. Hannibal aveva una vestaglia rosso scuro sopra il pigiama.

    “Ehm... ciao...” iniziò Will “Dovrei... solo... ehm” rimase senza parole.

    "William. Scusami, avrei dovuto dirti che avremmo avuto ospiti a colazione” Hannibal affermò, sorridendo. Si avvicinò a Will e si slacciò la vestaglia per farla scivolare sulle spalle del giovane.

    “Avresti dovuto svegliarmi…” lo rimproverò.

    “Non potrei, sembri incredibilmente tranquillo quando dormi. Sei proprio come un angelo” a quelle parole, le due donne ridacchiarono, mentre Will arrossì ancora di più.

    Si grattò la barba chiara e mormorò "Beh, ho avuto un incubo davvero orribile...".

    Will si unì alle due donne, sedendosi di fronte a loro e riempiendo la sua tazza di caffè fumante.

    "Veramente? Di cosa si trattava?" chiese Alana.

    "Beh, devo dire che è stato piuttosto spaventoso..." Will disse, mentre gli veniva data una ciotola di macedonia di frutta fresca da Hannibal.

    “Ecco qui, mylimasis. Le vostre crepes saranno pronte in pochi minuti” Hannibal accarezzò dolcemente i capelli arruffati del giovane, facendolo arrossire ulteriormente.

    "Grazie. Ma hai cercato di uccidermi nel mio sogno, lo sai?" Will si voltò sullo sgabello per lanciare uno sguardo accusatore allo psichiatra, che stava scaldando una padella.

    "Di cosa stai parlando?" Hannibal sorrise, divertito.

    “Ho sognato che eri un assassino cannibale che mi nutriva con carne umana e manipolava la mia mente durante le nostre sessioni di terapia. È stato orribile. Mi hai persino incastrato per più omicidi, facendomi ingoiare l'orecchio di una ragazza di cui mi prendevo cura. Quindi hanno arrestato me invece che te" disse, mentre le ragazze e il dottore ridacchiavano.

    "Oh, non c'è niente di divertente, amore" Will si accigliò all'espressione di Hannibal.

    “Mi dispiace, William. Stavo solo immaginando l'assurdità della cosa. Sono un buongustaio: Non potrei mai, mai, servire carne umana per cena. È semplicemente indicibilmente disgustoso. Per non parlare della parte omicida…".

    “Hai ucciso quelli che erano maleducati, cucinato la loro carne dopo ingenti ricevute e li hai impiattati magnificamente, anche artisticamente” Will affermò in modo neutrale. Al che, tutti scoppiarono a ridere.

    "Beh, potrei immaginarlo" la signorina Bloomwood dichiarò, poco prima che Alana potesse continuare "E "Mangia il maleducato" sarebbe stato il tuo slogan, scommetto" anche Hannibal non riusciva a smettere di ridere.

    "Uh, e c'è dell'altro" affermò Will, accigliandosi per il divertimento generale. Si era svegliato davvero terrorizzato e ora tutti ridevano di lui. ’Vediamo se questo li fa ancora ridere’ “Ho scoperto di te perché ho lavorato come agente speciale per Jack Crawford. Quindi mi hai chiesto di unirmi a te ed ero incredibilmente tentato di farlo, ma poi ho deciso di fare ciò che era giusto, così hai scoperto che ti stavo incastrando e mi hai sventrato”.

    Tutti e tre all'inizio ascoltarono attentamente e poi scoppiarono in una risata ancora più forte.

    Will li guardò stupefatto e leggermente offeso.

    “Mi dispiace” Amanda fu la prima a ricomporsi “Hai sicuramente passato una notte terribile, Graham e siamo tutti molto scortesi a ridere di te. Ma è solo una cosa divertente immaginare il dottor Lecter come un killer a sangue freddo e cannibale”.

    "Sì. Hannibal era un chirurgo brillante, ma riesce a malapena a uccidere un pesce per cucinarlo” Alana aggiunse, sorridendo.

    “Devi pensare a quello che il tuo subconscio sta cercando di dirti, William. I sogni possono essere consigli inconsci, quando non stai realizzando il tuo potenziale...” Hannibal iniziò a elencare, ma fu subito interrotto da Will.

    "Scusa, Hannibal" disse, mentre l’uomo sembrò confuso per l'interruzione “Niente psicoanalisi. Ricordi? Non ti piacerei psicanalizzato” sorrise al suo amante, i cui lineamenti si addolcirono subito.

    “Scusami, ragazzo. È quella che chiamano una malattia professionale” lo psichiatra sorrise, mentre metteva un piatto di crepes con ripieno di mousse al cioccolato davanti a Will, che sorrise radioso alla sua colazione “Spero che questo mi redimerà da quello che ho fatto nel tuo incubo” Hannibal sorrise.

    Will prese subito la forchetta, tagliando un pezzo di crepe e assaporandone il gusto dolce e delizioso. Hannibal era un cuoco sublime e amava coccolare l'uomo dagli occhi verdi con dolci prelibatezze. Il ragazzo fece un gemito di approvazione e disse, appena ingoiò “Non posso essere arrabbiato con te dopo queste” indicò le crepes, con un sogghigno malizioso, mentre tutti gli altri ridevano ancora.


    Continua…
     
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    Capitolo 35 - Denim sbiadito



    “Esci e basta, amore. Va tutto bene” disse Will, guardando con impazienza la porta del camerino. Erano nel negozio ormai da quasi due ore. Hannibal era incredibilmente pignolo e meticoloso anche quando doveva prendere un semplice paio di jeans e un maglione casual per la fiera.

    "Sei sicuro che sia necessario, William?" chiese il dottore, guardandosi allo specchio e trovandosi ridicolo vestito con un denim slavato. Perché una persona normale dovrebbe indossare pantaloni scoloriti con buchi? Era semplicemente esasperante.

    “Mi sono vestito per te, Hannibal. Poi mi hai strappato la camicia, beh, tecnicamente è la seconda camicia che mi hai strappato... Comunque, andremo a una fiera, non a una cerimonia di incoronazione. Quindi, sì, è necessario, amore. Ora vieni fuori e fammi vedere come stai con quei vestiti".

    “Non li chiamerei vestiti. Mi sento un idiota, davvero" Hannibal mise il broncio come un bambino.

    “Entrerò io, se non esci. Tra circa tre secondi”.

    "Va bene" Hannibal fece un respiro profondo e uscì dal camerino. Indossava jeans azzurri sbiaditi e un semplice maglione nero. Il respiro di Will si bloccò. Il dottore si guardò intorno, temendo che qualcuno ridesse di lui o facesse facce strane per il suo abbigliamento inappropriato. Alla gente non sembrava importare, in fondo tutti avevano almeno un paio di jeans, al giorno d'oggi... Cercò di ricordarsi.

    "Oh".

    Si voltò a guardare Will, che lo stava fissando con ammirazione. Il giovane non era un bugiardo, Hannibal lo sapeva, quindi era sinceramente sorpreso dal fatto di averlo davvero impressionato indossando jeans scadenti.

    "Girati" chiese Will, apprezzando quanto perfettamente il tessuto avvolgesse il sedere tonico dell'uomo.

    Hannibal lo fece e, dopo poco, il ragazzo affermò “Beh, cavolo, Hannibal. Hai un aspetto incredibile. Non hai idea di quanto sei attraente vestito così” la sua voce era intrisa di desiderio e i suoi occhi verdi scintillavano.

    "William. Non lo so. Mi sento abbastanza inadeguato" Hannibal guardò la sua immagine allo specchio, fingendo di non aver notato l'improvviso desiderio di Will. Avevano fatto sesso solo poche ore prima, eppure sembrava che non ne avessero mai abbastanza l'uno dell'altro.

    "Lascia che ti mostri quanto sei perfetto per me" Will gli prese la mano e lo spinse nel camerino, mentre si guardava intorno.

    "Cosa fai?" chiese Hannibal incredulo, mentre Will chiudeva la porta dietro di loro e lo spingeva verso il muro, proprio di fronte al grande specchio.

    Will si lasciò cadere in ginocchio e posò rapidi baci sulle cosce vestite di Hannibal, mentre slacciava il bottone e la cerniera dei pantaloni, facendoglieli cadere ai piedi. Baciò avidamente il sesso di Hannibal attraverso gli slip di seta.

    "William..." il desiderio di Hannibal crebbe all'istante e cercò di allontanare il ragazzo. Erano in un negozio, per l'amor di Dio. E le mani di Will avevano appena abbassato anche gli slip, mentre continuava a tormentare il suo sesso "Oh, buon Dio" gemette Hannibal.

    Will sorrise, mettendosi un dito sulle labbra "Taci, dottore, altrimenti lo scopriranno tutti" disse maliziosamente, prima di ritornare sul suo sesso.

    Hannibal dovette mordersi il labbro inferiore per sopprimere i gemiti di piacere. Il suo ragazzo straordinario e lussurioso era semplicemente incorreggibile e non avrebbe cambiato il suo William per niente al mondo. Hannibal guardò quell'angelo che gemeva con approvazione per il gusto e la durezza di Hannibal. Aveva dimostrato di essere un amante straordinario e condividevano quella incredibile passione e lussuria; era come se il giovane stile di vita di Will stesse cambiando e sfidando le sue certezze. Non avrebbe mai fatto niente del genere in passato e Hannibal a volte si rammaricava della persona fredda e insensibile che era stato fino a quando William non lo aveva riportato in vita. La vita era eccitante, divertente e incredibile dalla parte del giovane.

    La testa di William dondolava su e giù e Hannibal sentì il suo orgasmo crescere. I riccioli di cioccolato danzavano sulla testa dell'uomo che gli stava dando un piacere indescrivibile.

    Will gli strinse dolcemente le palle con una mano, mentre con un dito bagnato, tormentava il sedere di Hannibal. Tutte quelle attenzioni improvvise fecero quasi svenire Hannibal. Sentì una forte ondata di piacere e iniziò a gemere di germarsi.

    Il giovane capì la vicinanza dell'altro al piacere, così continuò più profondamente.

    Hannibal cercò di sopprimere il piacere del suo orgasmo, ma non ci riuscì del tutto: gemette a denti stretti, mentre cercava di respirare di nuovo normalmente.

    Will gli risistemò gli slip e si alzò, afferrandogli i jeans. Li mise su un piccolo sgabello e prese il maglione che Hannibal indossava, incitando l'uomo a toglierselo.

    Hannibal fece semplicemente come gli era stato ordinato; troppo grato e ancora senza fiato, andò a recuperare i suoi vestiti per indossarli. Il giovane lo fermò, baciandolo appassionatamente. Il sapore del suo piacere era ancora presente nella bocca di Will e il ragazzo gli sorrise. Poi Will afferrò i vestiti e uscì dal camerino, dirigendosi verso la cassa.

    "Noi prendiamo questi" Hannibal lo sentì dire, poi sorrise. Will aveva davvero apprezzato il suo look in denim; forse non erano poi così male, dopotutto. Se piacevano al suo amato, allora avrebbe cercato di accontentare ulteriormente il giovane in futuro. Dopotutto, Will gli aveva mostrato e dimostrato quanto fosse stato grato che Hannibal fosse entrato in un negozio normale come quello e avesse provato qualcosa che aveva scelto per lui. Proprio come Hannibal si era goduto la vista del look di Will nel costoso abito su misura, Will era entusiasta di averlo, per una volta, in quello che chiamava un "look casual". Poteva farlo per William. Indossare quei jeans e sembrare comodo, se poteva ricevere una risposta così straordinaria dal bellissimo e straordinario William-Christopher. Certo che poteva farlo.


    Continua…
     
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    Capitolo 36 - Esatepuikus, brangusis (Sei perfetto, tesoro)



    "Allora, pensa che si occuperà della fiera, dottore?" Will lo prese in giro; la sua testa posata sul petto dell'uomo. Erano rimasti nel letto di Will per quella che sembrava un'eternità dopo lo shopping. La mano di Hannibal che arruffava i ricci selvaggi di Will.

    “Sono sicuro che lo farò, con te al mio fianco” sentì il respiro caldo sulla sua pelle nuda e si rese conto che Will gli stava sorridendo sul petto. Il ragazzo mormorò qualcosa e poi si sollevò, incrociando le braccia sul torace di Hannibal e appoggiandovi la testa. Guardò cautamente il suo amato e potè specchiarsi nei profondi occhi marroni.

    “Ehm. Devo dirti una cosa…” Will iniziò incerto. Hannibal si accigliò. “Lo so da alcune ore e sento che dovresti saperlo anche tu…”.

    "Qual è il problema, William?".

    “Ho trovato un lavoro” mormorò. Hannibal si accigliò ulteriormente al comportamento dell'uomo. Era spogliarellista e ballerino di pole dance, per l'amor di Dio, cosa poteva esserci di peggio?!

    Hannibal sorrise "Questo è stupendo! Vuoi dirmi qualcosa di più a riguardo?" chiese.

    “Uhm, beh, non è niente di speciale, davvero. È da Starbucks".

    Il dottore si accigliò, la sua mano stava ancora accarezzando i selvaggi riccioli di cioccolato "Cos'è Starbucks, William?".

    "Oh, Dio. Sei così incredibilmente elegante, Hannibal. Starbucks è una catena di caffetterie!” esclamò con un sorriso sulle labbra “Serverò caffè, bevande e pasticcini” concluse.

    "Un cameriere, allora?" Hannibal ignorò la sua presa in giro.

    “Sì, più o meno. Mi insegneranno a fare i diversi caffelatte e caffè”. Hannibal annuì distrattamente. "Beh, non è il lavoro dei miei sogni, ma devo pagare l'affitto" il giovane arrossì. Certo, non tutti erano carichi di soldi come qualche psichiatra che conosceva...

    “Ti capisco e ti sostengo, mylimasis, qualunque cosa tu abbia scelto di fare. Certo, sono sollevato dal fatto che ora potrai tenerti i vestiti addosso…”.

    Will rise e Hannibal si accigliò serio "Ho una domanda, però...".

    "Certo".

    "Mi permetterai di comprarti una macchina nuova?".

    Il sorriso di Will svanì all'istante. La sua espressione si trasformò in una di rabbia "Non avremo questa conversazione, Hannibal" disse, volendo allontanarsi dal petto dell'uomo, ma Hannibal chiuse le mani dietro la schiena di Will e lo tenne dov'era.

    "William, mi ascolti per favore?" provò, ma il ragazzo chiuse gli occhi e iniziò a respirare profondamente “Come intendi raggiungere il tuo posto di lavoro?”.

    “Ci andrò in bici”.

    "E se piove?".

    “Allora andrò a piedi. Con un ombrello. Non ci metteranno così tanto a riparare la mia macchina e io ci sono abbastanza abituato".

    “Potrei comprarti una Cinquecento Abarth, è nuova…”.

    “Hannibal, per l'amor di Dio! Vuoi che ti urli di nuovo contro? Smettila di insistere!” disse irritato “Non sono un mendicante. Le persone normali fanno riparare le loro auto e non comprano auto nuove solo perché quella vecchia ha problemi di olio”.

    “Il problema della tua macchina non sta solo nella mancanza di olio, William. Non sono un meccanico, ma non ci vuole Einstein per dire che è vecchia e inaffidabile" Hannibal sembrava sorprendentemente calmo e serio “Non sto insinuando che sei un mendicante. Voglio solo che tu sia al sicuro, mylimasis”. Will stava per rispondere, ma Hannibal continuò "Una Cinquecento nuova per te probabilmente mi costerebbe meno dell'ultimo vestito che ho comprato" affermò semplicemente. Will cercò di non mostrare il suo shock per le parole innocentemente oneste del suo amato.

    "Capisco" Will disse con calma “Ma non voglio avere niente a che fare con i tuoi soldi. Te l'ho già detto e te lo ripeto, spero per l'ultima volta. Voglio stare con te" disse, guardando dolcemente i suoi occhi marroni "Ma ho bisogno della mia indipendenza. Per favore, Hannibal” sembrò quasi implorante.

    La mente di Hannibal si svuotò. Come poteva rifiutare qualcosa a quegli occhi da cucciolo? "Va bene. Ma voglio che tu sappia che puoi contare su di me per qualsiasi cosa".

    Will non riuscì a trattenere un sorrisetto momentaneo “È molto generoso da parte tua, Hannibal. Grazie” disse educatamente “Ma ho tutto sotto controllo” aggiunse, sorridendo “Possiamo smetterla di parlarne? Avrei in mente qualcos'altro...".

    Will si sollevò sopra Hannibal, la sua mano libera afferrò il sesso del dottore e lo strinse leggermente.

    "Non faremo tardi?" Hannibal sussurrò, gli occhi chiusi per il piacere.

    "Abbiamo più di un'ora per prepararci" Will sfiorò il suo collo col naso e lasciò una scia di baci da lì al lobo dell'orecchio "E non abbiamo nodi Windsor da legare..." aggiunse, mentre Hannibal premeva contro l'erezione di Will.

    Il dottore fece girare entrambi, bloccando un Will stupefatto al letto, mentre baciava il corpo del giovane, finché non raggiunse il suo ombelico. Il ragazzo lo fermò e Hannibal lo guardò confuso.

    “Voglio assaggiare anche te, girati” mormorò. Hannibal sorrise e si voltò rapidamente, per mettere il suo sesso proprio accanto alla bocca di Will, mentre iniziava a stimolarlo, un dito lubrificato che premeva tra i suoi glutei.

    “Dio, Hannibal” disse il giovane.

    Dieci minuti dopo, Will si contorceva sotto le cure esperte di Hannibal.

    “Va bene, sono pronto. Ti voglio” disse il giovane, sedendosi sul letto.

    Hannibal lo guardò confuso, mentre Will lo premeva prono sul materasso; il ragazzo gli si mise a cavalcioni e, lentamente, spinse Hannibal dentro di sè. Il dottore rimase a bocca aperta, la nuova sensazione di pelle nuda era ancora una sorpresa per lui.

    Le guance di Will erano arrossate e le sue palpebre quasi chiuse. I suoi occhi ardevano di desiderio e piacere.

    Dopo un minuto, Will iniziò a muoversi sopra di lui. Iniziò ad oscillare i fianchi in movimenti incredibilmente erotici e Hannibal poteva immaginare il ragazzo che ballava sopra di lui.

    La velocità aumentò e, mentre Hannibal si metteva a sedere per abbracciare e baciare Will, questo mise le mani sul petto di Hannibal, spingendolo verso il basso.

    "Lascia che…" ansimò "Lascia che ti cavalchi... Dio, sei semplicemente fantastico" mormorò, gemendo. I fianchi di Will oscillarono più velocemente e Hannibal poteva sentire il suo orgasmo crescere.

    "Io… Non durerò a lungo..." ansimò Hannibal, gli occhi chiusi, perché vedere quell'angelo sopra di sè lo avrebbe solo fatto venire prima.

    I movimenti di Will si fermarono bruscamente. Rimase seduto immobile, il respiro irregolare, la fronte corrugata.

    "Perchè ti sei fermato?" Hannibal protestò, le sue mani strette sui fianchi di Will.

    “Io… Io ero…” Will arrossì.

    "Cosa, milimasi?"

    "Mi stavo chiedendo se tu... mi lasceresti..." Will distolse lo sguardo imbarazzato, le sue guance arrossate e la voce appena un sussurro.

    Hannibal rise. Si mise a sedere e li fece voltare. Mentre Will era sotto di lui, scivolò fuori dal giovane, baciandolo profondamente.

    "Prima dovrai prepararmi" mormorò all'orecchio di Will.

    "Sei sicuro che ti vada bene?" disse il ragazzo insicuro.

    “Sì, milimasi. Ti voglio in ogni modo possibile” rispose, facendo girare entrambi ancora una volta. Quando Will fu sopra Hannibal, si lubrificò le dita con impazienza.

    Hannibal lo baciò durante l’atto, girando la testa da un lato, di tanto in tanto, per gemere.

    "Penso che sia abbastanza..." ansimò dopo un po'.

    Will sorrise sulla bocca di Hannibal. Si mise a sedere e andò a recuperare un preservativo dal comodino. Quando ebbe in mano un pacchetto color oro, l'altro lo fermò. Will gli lanciò uno sguardo interrogativo.

    "Vorrei sentire anche te, William".

    "Sei sicuro?".

    “Sì, smettila di fare domande e vieni qui” Hannibal aprì le braccia per abbracciarlo. Will si stese sopra Hannibal, baciandolo profondamente. Poi ricoprì il suo sesso con una generosa quantità di lubrificante e, lentamente, si spinse dentro lo psichiatra.

    Hannibal gemette per l'intrusione. Sentì la durezza e il calore di Will e rimase senza fiato.

    "Va tutto bene?" il ragazzo gemette "Ti sto... Ti sto facendo male?".

    “No, no. Esatepuikus, brangusi” Hannibal rispose, chiudendo gli occhi e godendosi il piacere.

    "Oh, Dio" Will era ancora più eccitato dopo quelle parole straniere. Voleva saperne di più "Mi fai eccitare maledettamente" iniziò a spingere più forte e Hannibal gemette ad alta voce "Dimmi di più. Dimmi, mylimasis” pronunciò con voce tremante. Ripetendo perfettamente la parola che era molto abituato a sentire dal dottore.

    L'accento di Cockney rese quella parola affettuosa un suono incredibilmente caldo per le orecchie di Hannibal. Sorrise “Mylėtis sumanimi, William” gemette forte, quando i movimenti di Will divennero più veloci e irregolari. Poteva capire che il suo amato era vicino all’orgasmo, quando la mano di Will afferrò la sua palpitante erezione e la accarezzò vigorosamente.

    Norėti, mylimasis” Hannibal disse con voce strozzata “Kaip kad... aš tave, William” disse mentre raggiungeva il culmine del piacere.

    Will stava perdendo il controllo e il dolce suono delle sue parole e il suo orgasmo furono devastanti. Raggiunse il massimo piacere urlando il nome del dottore.

    "Santa merda" Will rise sul collo di Hannibal, ancora sepolto dentro di lui "Non ho idea di cosa hai detto, ma è stato incredibile" prima che Hannibal potesse rispondere, Will gli baciò le labbra e mormorò "Aš tave myliu" mentre Hannibal sorrideva con approvazione nel bacio.


    Continua…

    * mylėtis sumanimi: Fai l’amore con me;
    Norėti, mylimasis... kaip kad... aš tave: Ti prego, amore… Proprio così… Ti amo.
     
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    Capitolo 37 - La fiera (I parte)



    "Sei fantastico, smettila di agitarti, amore" Will rassicurò Hannibal, che stava aspettando nervosamente dello zucchero filato, mentre il dolcetto si stava raccogliendo sul bastoncino.

    “Hannibal! Vieni, devi provare un hot dog!” gridò Beverly entusiasta dall'altra parte della strada. La donna era andata su di giri per "far fare un giro ad Hannibal", poiché il dottore aveva ammesso che non era mai stato a una fiera prima d’ora.

    L'uomo guardò accigliato la salsiccia unta ricoperta di una salsa sospetta in un panino "Non ho molta fame, grazie, Beverly" pronunciò, mentre la donna gli spingeva la cosa in mano.

    "Avanti! Devi dargli una chance” Bev insistette “Solo un morso, Hannibal. Cerca di essere meno chic".

    Will e Brian scoppiarono a ridere e lo psichiatra non riuscì a trattenere un sorrisetto. La donna aveva ragione, era stato teso per tutta la sera.

    "D’accordo" alzò la mano verso la bocca e diede un piccolo morso all'hot dog. Lo masticò con attenzione, mentre gli altri lo fissavano.

    “È eccessivamente unto e la salsa manca di consistenza. Avrei aggiunto un po' di cumino e magari un po' di insalata per bilanciare i sapori. Il piccante della senape è sicuramente eccessivo, uccide quasi ogni altra povera spezia in essa contenuta. E la carne usata per l'hot dog è di pessima qualità e decisamente troppo cotta” dichiarò, con nonchalance, gettando il suo hot dog nel bidone della spazzatura più vicino.

    Will sorrise al suo hot dog, mentre i suoi amici facevano la stessa cosa “Non puoi aspettarti che Gordon Ramsay cucini in una fiera, amore. Non essere così drammatico" affermò Will, porgendo lo zucchero filato ad Hannibal, che si accigliò davanti a quel cibo appiccicoso.

    "Io non..." iniziò, ma presto Will lo interruppe.

    "Puoi tenermelo finché non finisco il mio hot dog, per favore?".

    "Certo" Hannibal pensò alla sua ridicolaggine; era vestito con jeans azzurri e maglione nero con scollo a V e teneva in mano dello zucchero filato appiccicoso.

    Un po' di musica era iniziata ed era stata messa abbastanza forte: un uomo stava cantando una canzone country mentre suonava una vecchia chitarra. La gente si era raccolta intorno al palco, battendo le mani, mentre alcune coppie iniziavano a ballare. Hannibal non riuscì a trattenere un sorriso per il genuino divertimento delle persone intorno a lui. Tutti sembravano apprezzare davvero la fiera con le sue prelibatezze unte e gli aspetti generali squallidi.

    "Avanti! Dobbiamo andare ai giochi!” esclamò Brian, finendo il suo hot dog. Beverly sorrise eccitata, mentre seguiva l'uomo, dando un'occhiata a Will. Lui annuì con la testa, fermandosi per stare un minuto da solo con Hannibal.

    "Vuoi andare?" chiese dolcemente il ragazzo.

    "Sì, penso che altrimenti Beverly verrà a riprenderci di peso" rispose l'uomo.

    "No, voglio dire... vuoi che torniamo a casa?".

    “Siamo qui da nemmeno mezz'ora…” dichiarò lo psichiatra, controllando l'orologio.

    “Lo so... è solo che... beh, non sembri molto a tuo agio e non voglio che ti senta forzato. Capisco che questa non è il tuo ambiente e lo accetto" Will disse, mentre osservava un grosso animale di pezza che assomigliava proprio a Winston.

    Il cuore di Hannibal si strinse nel petto. Non si era molto divertito... Ma non voleva che Will si sentisse così per il suo comportamento insensato e in qualche modo infantile. Il suo straordinario ragazzo non si era offeso per l'abbigliamento, anche se ne avrebbe avuto tutto il diritto. Hannibal sospirò e seguì lo sguardo nostalgico di Will fino ai premi di una partita.

    Sorrise negli occhi da cucciolo confuso di Will. Poi, improvvisamente, afferrò il giovane e lo baciò ferocemente. Will sapeva di senape piccante e allo psichiatra non importava.

    "Va bene" disse il ragazzo confusamente, non appena si allontanarono un minuto dopo.

    "Quell'animale di pezza non assomiglia proprio al tuo Winston?" chiese Hannibal, Will ancora tra le sue braccia.

    Will sorrise e guardò di nuovo l'enorme giocattolo "Sì, abbastanza" mormorò.

    “Me lo lasceresti comprare per te? Sono sicuro che non dovrai preoccuparti delle mie spese folli qui…” lo stuzzicò il dottore.

    Will inaspettatamente scoppiò a ridere e Hannibal si accigliò “Mi dispiace, ma non puoi semplicemente comprarlo, Hannibal. Dovrai guadagnartelo, con abilità e fortuna”.

    "Cosa intendi?" chiese l'uomo, mentre si avvicinavano allo stand del lancio della palla.

    "Beh, hai cinque possibilità di fare un canestro con un pallone da basket di dimensioni standard e poi potrai scegliere il tuo premio".

    "Oh, è così?" l'uomo sorrise. Will non riusciva a immaginare la sua abilità come giocatore di basket. Fortunatamente, Chilton era un grande fan di questo sport e avevano spesso giocato insieme. Hannibal pagò i cinque tiri e rivolse a Will uno sguardo curioso e divertito.

    "Come mi ricompenserai, se ti faccio vincere Winston impagliato?" c'era desiderio nei suoi occhi marroni.

    Will arrossì "Beh…".

    "Potresti farmi comprare quella macchina..." sorrise l'uomo.

    "Sul serio, Hannibal?" il giovane si irrigidì.

    Lo psichiatra scoppiò a ridere “Chiedo scusa, William. Stavo scherzando. Sei così adorabile quando ti indigni…” sorrise.

    Will si rilassò e prese a pugni scherzosamente il braccio di Hannibal.

    "Ragazzi!" Bev si avvicinò, guardando la palla che Hannibal stava ancora tenendo tra le mani.

    "Scommetto che hai visto Winston!" Brian rise.

    "Ti stavamo cercando proprio per mostrartelo" Bev sorrise.

    Senza alcun preavviso, Hannibal rapidamente girò il polso e la palla finì nel canestro. Un tiro perfetto.

    Tutti guardarono sbalorditi l'impeccabile canestro, mentre Hannibal lanciava rapidamente le tre palle successive, facendole atterrare elegantemente nel canestro. Tenne l'ultima palla tra le mani, giocherellandoci un po'.

    "Vuoi ancora che cerchi di essere meno chic, Beverly?" chiese scherzosamente il dottore, con un sorriso stampato in faccia.

    "Oh! Dove teneva nascosta questa cosa, dottor Lecter?” lei sorrise e batté le mani, saltando come faceva di solito quando si eccitava per qualcosa.

    "Sì, da dove viene questo talento, Hannibal?" chiese incuriosito Will.

    “Non ho mai detto di non avere talenti nascosti, mylimasis” fissò Will, mentre torceva il polso un'ultima volta, lanciando rapidamente la palla nel canestro.

    Bev ridacchiò, ecco come Will capì che l'uomo aveva fatto canestro. Sorrise nella morbidezza e nelle dimensioni del grande Winston, non appena Hannibal glielo passò "Grazie" mormorò, guardandolo negli occhi marroni amorevoli, premendo il cane contro il suo petto in un gesto affettuoso.

    “Oh, un altro randagio. Come lo chiamerai?" Bev sorrise al giovane.

    “Ehm. Penso che potrei chiamarlo Hanni" disse "Se a te sta bene" si voltò per lanciare uno sguardo curioso all'uomo, che sembrava molto contento e orgoglioso.

    "Certo, non mi dispiace" lo psichiatra sorrise, mentre prendeva un pezzo dello zucchero filato che teneva in mano da un po' e se lo metteva in bocca con nonchalance.

    Tutti lo guardarono increduli. Hannibal sorrise inconsapevole dell'improvvisa attenzione, mentre mangiava un altro pezzo del dolce e si voltava a guardare il vecchio cantante con la sua chitarra ancora più vecchia. In qualche modo, quella strana musica si adattava perfettamente all'ambiente circostante. Si sentiva calmo, rilassato e a suo agio.

    Dopo aver sentito la risata di Will, si voltò. La sua mano si fermò a mezz'aria, mentre stava per prendere un altro pezzo di zucchero filato "Che c'è?" chiese, scorgendo tre paia di occhi che lo fissavano.


    Continua…
     
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    Capitolo 38 – La fiera (parte 2)



    "Dai, tesoro, entra" Will invitò Hannibal a salire sulla cabina della ruota panoramica "Vedi? Io ed Hanni andiamo!”.

    Hannibal guardò la ruota con orrore; aveva paura delle altezze, ma non lo avrebbe ammesso, quindi deglutì rapidamente ed entrò nella cabina, seduto proprio accanto a Will che teneva stretto Hanni in grembo. Il giovane sembrava straordinariamente entusiasta, quindi Hannibal gli sorrise incerto. Non appena si fu seduto, la mano di Will si allungò per stringere la sua, un sorriso luminoso sulle labbra.

    In quel momento, Hannibal capì quanto il giovane significasse per lui. Poteva apprezzare la gioia e i sorrisi di Will e non ne avrebbe mai avuto abbastanza delle sue meravigliose risate. Il giovane era tutto ciò che lui non era, si bilanciavano perfettamente e potevano inserirsi nei loro due mondi diversi senza troppi sforzi. Will si era vestito elegante per lui ed era andato a cene eleganti, mentre Hannibal aveva cercato di apparire e comportarsi in modo casual ad una semplice fiera. Hannibal non si era mai sentito così a suo agio in una relazione prima d’ora, perché era come se il suo amato potesse leggere costantemente nella sua mente.

    "Stai bene?" mormorò Will, non appena la cabina iniziò a salire. Il dottore gli strinse la mano.

    “Scusa” Hannibal capì subito il suo errore. Non riusciva nemmeno a nascondere le sue debolezze a Will, il giovane aveva la capacità di leggerlo come un libro aperto; erano onesti l'uno con l'altro ed era semplicemente perfetto "Probabilmente avrei dovuto dire che non sono così a mio agio con le altezze" sorrise imbarazzato.

    Will sorrise incoraggiante “Grazie per stasera, Hannibal” iniziò “Ti ho trascinato nel mio mondo e invece di sentirti a disagio, sei stato semplicemente incredibile, come sempre. Mi sto divertendo un mondo ed è soprattutto grazie a te" si chinò per prendere a coppa il viso del dottore e mormorò sulle sue labbra "Ti amo così tanto" si scambiarono un breve e dolce bacio, mentre erano appena arrivati in cima.

    Poiché Will aveva interrotto il bacio, disse “Guarda, amore. Guarda il panorama” e Hannibal distolse gli occhi dal ragazzo. Il suo cuore si fermò momentaneamente a causa dell'altezza... ma il giovane aveva ragione: Baltimora di notte era fantastica da lassù. Lo psichiatra sorrise debolmente, aggrappandosi a Will e Hanni.

    “È bellissimo, hai ragione mylimasis” ammise.

    "Probabilmente torneremo a casa dopo questo" Will dichiarò "Bev e Brian devono lavorare domani ed è anche il mio primo giorno da Starbucks".

    "Resti a casa mia?" Hannibal annusò la morbidezza dei riccioli di Will.

    “Uhm, non posso. Devo dare da mangiare ai cani perché non l'ho detto al mio vicino. Puoi restare tu, se vuoi”. Entrambi erano abituati a passare la notte insieme, quindi era un pensiero abbastanza spaventoso e scomodo dover dormire da soli.

    "Mi piacerebbe molto" rispose Hannibal, guardando un sorriso sollevare i lineamenti di Will “È molto strano dover dormire senza di te” aggiunse timidamente.

    "Sì, so cosa intendi” Will e Hannibal si alzarono e scesero dalla cabina. Anche Bev e Brian erano appena scesi.

    "Allora, dolcezze, suggerirei di tornare a casa..." iniziò Bev, sbadigliando "Sono quasi le undici e dobbiamo alzarci presto la mattina".

    “Sì, è stato fantastico, però. Dobbiamo farlo di nuovo" aggiunse Brian, sorridendo.

    “Mi sono divertito inaspettatamente, grazie per aver avuto l'idea. Sicuramente mi unirò a voi la prossima volta” esclamò Hannibal, mentre tutti si dirigevano alle loro macchine.

    "Vuoi che ti accompagni?" Bev si voltò per guardare il suo vicino con gli occhi da cucciolo.

    "No, grazie. Vado con Hannibal" il ragazzo arrossì.

    "Allora porto i croissant per tre per colazione, domani?" la donna strizzò l'occhio.

    Will rise. I tre ricordarono la prima volta che l'amica di Will aveva portato la colazione, riconoscendo il bel sconosciuto che dormiva nel letto di Will.

    Si separarono e salirono nelle rispettive auto. Dopo un breve e silenzioso viaggio, Will e Hannibal entrarono nella casa del giovane. Non appena il ragazzo aprì la porta, la coppia venne circondata dai cani. Will mise Hanni sul tavolo della cucina e si inginocchiò per accarezzare i suoi cani.

    “Ciao ragazzi e ragazze” disse con voce infantile “Come ve la siete passata tutti soli qui? Eh?".

    Hannibal si sedette sul divano e sorrise sinceramente per l'incredibile affetto che il ragazzo e i cani condividevano. Le vocine di Will erano così dolci e i cani iniziarono a saltargli addosso e a leccargli la faccia, piagnucolando felici.

    "Non preoccupatevi, papà è tornato a casa" il ragazzo continuava a dire all'infinito "Sì, bravi cagnolini".

    Dopo un po', Will si ripulì e diede da mangiare ai cani.

    Hannibal aveva piegato la testa all'indietro, sul poggiatesta del divano, e si era addormentato in silenzio, godendosi le voci buffe che il suo amato stava facendo.

    "Amore" sussurrò Will debolmente, per non spaventare lo psichiatra "Vieni a letto, puoi dormire lì" aggiunse, sorridendo ad Hannibal che si era inaspettatamente appisolato.

    "Hm, sì" Hannibal accettò la mano di Will e si alzò, dirigendosi verso la camera da letto del ragazzo. Will usò il bagno e si lavò i denti, mentre Hannibal si stava spogliando. Dopodiché, Hannibal andò in bagno e il giovane si infilò nel letto. Naturalmente, desiderava sessualmente lo psichiatra, ma la serata aveva stancato anche lui. Non appena Hannibal si fu sdraiato accanto a lui, Will scivolò tra le braccia dell'uomo, accarezzandogli il petto con una mano. Hannibal si spostò momentaneamente, per spegnere la luce sul comodino, e Will sbadigliò e si chinò per baciare il dottore sulle sue labbra.

    "Buonanotte" disse dolcemente.

    “Buonanotte, William” rispose Hannibal, baciando i morbidi riccioli color cioccolato. Le sue braccia si strinsero attorno al giovane e una mano gli accarezzò la schiena, con movimenti circolari e rassicuranti.

    Rimasero così per quello che sembrò molto tempo e Hannibal era consapevole che il ragazzo era ancora sveglio dal suo respiro irregolare.

    “Sei ancora sveglio…” mormorò.

    Will sospirò, sfiorando di nuovo la mano sul petto di Hannibal.

    "Sei stanco?" chiese lo psichiatra.

    "Hm, dovrei esserlo" rispose Will "Ma non riesco davvero ad addormentarmi...".

    “Forse…” Hannibal si spostò lentamente da sotto il ragazzo, finché non fu quasi sopra di lui “Dovresti trovare un modo per stancarti” mormorò sul collo di Will, mentre vi posava dei piccoli baci.

    Will ridacchiò, mentre si aggrappava ai capelli color sabbia dell'uomo "E pensi che questo sia efficiente?" chiese innocentemente, mentre iniziava a diventare duro a causa dell'attrito di Hannibal sul suo corpo.

    "Potremmo provare a vedere..." la voce di Hannibal si fece bassa mentre raggiungeva i capezzoli di Will, che iniziò a succhiare.

    Il corpo di Will si tese, mentre gemeva. Quel momento perfetto venne interrotto dal cellulare di Hannibal, che aveva iniziato a suonare abbastanza forte nel soggiorno.

    Will sospirò frustrato, mentre il dottore si scusava e si alzava per recuperare il telefono.

    "Ciao?" Will lo sentì dire. Cercò di non lasciarsi distrarre da ciò che stava accadendo. Hannibal sarebbe tornato subito. E poi... sorrise con anticipazione, prendendo a coppa il suo sesso e accarezzandolo attraverso i suoi sottili boxer neri.

    "Stai bene?" la voce di Hannibal sembrava preoccupata. Dopo un minuto, disse "Ok, sto arrivando" e riattaccò.

    ’Che cosa? No, no, no’ il sorriso di Will scomparve dal suo viso. Dove stava andando adesso?


    Continua…
     
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    Capitolo 39 - Non c'è modo di tornare indietro



    "Devo andare, scusami, William" Hannibal guardò con aria di scusa il ragazzo, arrossato e ovviamente eccitato sul suo letto. La mano che teneva a coppa la sua erezione cadde sulle lenzuola vicino al suo fianco.

    Will espirò e cercò di non sembrare irritato come si sentiva "Che succede?" chiese semplicemente, accigliato "Chi ti chiama a mezzanotte?".

    Hannibal era seduto sul letto e si stava rimettendo le scarpe. Cosa avrebbe dovuto dire? Per un momento, lo psichiatra pensò davvero di dire una bugia. Ma solo per un breve e minuscolo momento. Will meritava la verità.

    "Frederick" disse semplicemente, alzandosi e guardando con curiosità il volto confuso del ragazzo.

    "Frederick?" l'accento di Will divenne anche più forte "Cosa è successo?" si sedette sul letto.

    "Ha avuto un incidente con la sua macchina e mi ha chiesto di andarlo a prendere all'ospedale" Hannibal disse mentre si stava abbottonando la camicia.

    "E l'ha chiesto a te?" Will sembrava piuttosto sbalordito "Perché diavolo lo chiede a te?" chiese incredulo. Hannibal lo guardò in silenzio.

    "L'hai preso a pugni" continuò Will "In faccia!" disse, scuotendo la testa e guardando interrogativamente l'uomo.

    "Mi sono scusato per questo" dichiarò semplicemente lo psichiatra, mentre le sopracciglia di Will si sollevavano.

    "Oh. Davvero?".

    "Sì. Non avrebbe dovuto parlare in quel modo, ma la mia azione è stata comunque imperdonabile".

    "Quando ti sei scusato?" chiese Will accigliato.

    "Questa mattina. L'ho chiamato. Probabilmente avrei dovuto dirtelo” Hannibal si spostò in piedi a disagio, guardando l'espressione sorpresa del suo amato.

    "No, bene, uhm..." Will non voleva sembrare geloso "Vuoi che venga con te?" chiese educatamente con un accenno di sorriso.

    “Probabilmente dovresti riposare. Domani è un grande giorno” Hannibal sorrise all'uomo mezzo nudo, spettinato e tremendamente bello sul letto.

    "Sì, beh... va bene" Will si passò una mano tra i capelli, sbadigliando.

    Hannibal chiuse la distanza tra di loro, rimboccando il ragazzo nelle coperte. Will sorrise al gesto, mentre Hannibal gli accarezzava una guancia.

    "Mi mancherai" affermò il ragazzo, guardando nei suoi occhi marroni.

    Hannibal stava per rispondere, ma poi si alzò e andò in soggiorno. Pochi istanti dopo, tornò con il cane di pezza in mano. Si sedette sul letto accanto a Will e mise il giocattolo sotto le coperte proprio accanto a lui. La testa del cane era girata verso Will, che sorrise.

    “Non dormirai da solo. Hanni veglierà su di te” disse lo psichiatra, sorridendo amorevolmente a Will, che si mosse per abbracciare il peluche.

    "Hmmm" Will mormorò, i suoi occhi si stavano quasi chiudendo "Scrivimi" disse quando Hannibal si chinò per salutarlo con un bacio.




    “Grazie per essere venuto” Frederick salì sulla Bentley, assistito dallo psichiatra.

    Chilton aveva completamente distrutto la sua Mercedes ma, fortunatamente, era uscito quasi illeso dall'incidente. Il suo viso sembrava orribile. Il pugno di Hannibal gli aveva lasciato un terribile livido viola sulla guancia e il vetro in frantumi del parabrezza gli aveva tagliato il sopracciglio sinistro e la guancia. Zoppicava anche e Hannibal sentì il cuore stringersi nel petto a quella visione. Frederick lo aveva tradito e gli aveva mentito... ma, nonostante ciò, avevano condiviso le loro vite per cinque anni. Non poteva essere totalmente indifferente.

    “Non ringraziarmi, Frederick. Dove vivi adesso?" chiese Hannibal a disagio, accendendo l'aria condizionata per scaldare l'altro psichiatra. Stava aspettando una risposta, quando all'improvviso Chilton iniziò a singhiozzare.

    Hannibal si voltò per vedere il suo ex amante in lacrime. Chilton si prese il viso tra le mani e pianse amaramente. Hannibal era completamente sotto shock. Non aveva mai visto Frederick in lacrime. In qualche modo, rimase seduto lì goffamente, prima di prendere un fazzoletto di seta dalla tasca e passarglielo.

    "Va tutto bene, stai bene, Frederick" gli disse.

    “Io… io… è che…” l'uomo stava tremando “Io… io non voglio essere solo. Vorrei davvero tornare a casa" sottolineò l'ultima parola e Hannibal capì subito a quale casa si riferiva.

    "Potresti passare la notte lì, immagino" esclamò Hannibal dopo un minuto di silenzio. Chilton continuava a piangere e lo psichiatra accese il motore e si diresse verso casa sua.

    Non appena raggiunsero la villa, Chilton entrò. Si sedette in silenzio sul divano, mentre Hannibal andava a recuperare due bicchieri di whiskey. Quando Hannibal si sedette accanto a Chilton, questo ricominciò a piangere silenziosamente. Hannibal fu di nuovo preso alla sprovvista.

    “Ssh. Va tutto bene" si avvicinò a Chilton e lo abbracciò. Chilton lo strinse a sè e singhiozzò disperatamente contro di lui.

    "Scusami. Oh, Hannibal, mi dispiace così tanto" riuscì a dire “Vorrei poter tornare indietro. Vorrei…” continuò a piangere per altri cinque minuti, mentre Hannibal gli carezzava dolcemente la schiena e lo teneva stretto, respirando il profumo familiare di Chilton.

    “Non c'è modo di tornare indietro? Non c'è?" chiese Frederick, guardando implorante nei suoi occhi.

    “No, Frederick. Mi dispiace” la mano di Hannibal accarezzò leggermente il livido del suo pugno

    "A causa di Will?" sussurrò Chilton, fissando il tappeto.

    "Non solo a causa sua, ma sono cambiato io..." rispose Hannibal.

    "Lo vedo" Chilton sorrise debolmente, indicando i jeans sbiaditi dell'uomo.

    "Oh, questi... Siamo stati ad una fiera" Hannibal spiegò in fretta.

    L'altro annuì in silenzio "Sono davvero stanco" disse dopo un po', buttando giù il suo liquore in due sorsi "Potresti prestarmi un pigiama?".

    Raggiunsero la cima delle scale e si separarono per la notte.

    Hannibal si cambiò rapidamente, ancora scioccato dal dolore del suo ex amante. Si infilò nel letto e prese il suo I-phone. Stava pensando a cosa scrivere a William. Al ricordo del ragazzo, sentì improvvisamente la gelosia e la frustrazione mal nascoste dell'altro. L'immagine dei capelli selvaggi di Will scompigliati dal vento sulla ruota panoramica gli tornò in mente e lo fece sorridere.

    00:58 – Da Hannibal: “Dolce ragazzo, ti scrivo per dirti che Frederick sta bene; era molto scosso dall'incidente, ma starà bene. Mi ha chiesto di restare qui per la notte, quindi attualmente sta dormendo nella mia stanza degli ospiti. Non potevo lasciarlo da solo dopo l'incidente, spero che capirai. Ti auguro una buona giornata di lavoro e ti mando un bacio della buonanotte. Ti amo, William e ti amerò sempre. :-*”.

    Aveva appena messo il telefonino sul comodino, quando Frederick bussò alla sua porta.

    “Non posso dormire lì. Non da solo” disse, dirigendosi verso quello che un tempo era stato il suo lato del letto.

    Prima che Hannibal potesse dire qualcosa, continuò.
    “Posso dormire qui? Solo per stanotte?" chiese innocentemente. Il cuscino probabilmente odorava ancora del ragazzo.

    Lo psichiatra si accigliò. Aveva appena detto a Will che Chilton era nella stanza degli ospiti. Non era una bugia, ma sembrava quasi che lo fosse. Poi, pensò a quale fosse stato il suo comportamento con Matthew Brown... I ragazzi stavano solo recuperando il tempo perso e lui aveva avuto un attacco di panico, temendo che Will lo avrebbe lasciato. Quale sarebbe stata la sua reazione se le carte in tavola fossero state capovolte? Se l'ex di Will gli chiedesse di dormire nel suo letto e il ragazzo accettasse? Se ne sarebbe occupato domani, decise.

    "Bene. Ma questa è l'ultima volta che condividiamo il letto" Hannibal disse, mentre Chilton si metteva sotto le lenzuola costose.


    Continua…
     
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    Capitolo 40 - Quanto tempo abbiamo?



    Will si svegliò al suono della sveglia. Erano già le 6:00. Avrebbe avuto il tempo di fare una doccia prima di dirigersi verso il suo nuovo posto di lavoro in bicicletta. Si alzò, controllando di nuovo il telefonino; aveva letto il messaggio di Hannibal quando si era svegliato verso le 3:00 del mattino. Will si sentiva teso; un nuovo lavoro significava che doveva essere veloce nel capire le istruzioni, doveva lavorare in modo efficiente e con il sorriso sulle labbra. Poi c'era il messaggio di Hannibal... All'inizio, lo aveva sorpreso; ovviamente, Hannibal era di buon cuore e premuroso... ma non si sarebbe aspettato una tale gentilezza verso l'uomo che aveva tradito il suo amato. Si alzò e andò ad usare il bagno e a radersi. Poi si vestì con semplici blue jeans e una camicia di flanella bianca e preparò del caffè. Coccolò i suoi cani e aprì la porta per farli uscire. Aveva un po' di tempo per una breve passeggiata.

    Mentre stava per uscire di casa, vide qualcuno seduto sulla sua veranda che accarezzava Buster.

    "Hannibal?" chiese confuso. Il dottore si alzò e lo guardò con un debole sorriso sulle labbra.

    "Buongiorno, William".

    La prima cosa che Will notò fu che lo psichiatra non si era cambiato e probabilmente non aveva nemmeno dormito: i suoi occhi erano iniettati di sangue e i suoi capelli erano un disordine color sabbia.

    "Cosa ci fai qui? Da quanto tempo sei seduto lì?" chiese preoccupato, facendo un passo per mettersi di fronte a lui. Sistemò un po' i capelli di Hannibal e accarezzò l'insolita barba ispida sul suo mento.

    “Stavo aspettando che ti svegliassi. Sono seduto qui da un po' di tempo" rispose con voce stanca.

    Le sopracciglia di Will si sollevarono "Che cosa? Perché non hai bussato? Perché sei rimasto seduto lì?" lo rimproverò, afferrando la mano fredda di Hannibal “Buon Dio, stai gelando. Entra, ti prego" gli disse, trascinandolo nella sua piccola casa. Will andò a recuperare una tazza e la riempì di caffè caldo, poi la porse ad Hannibal, che era seduto in silenzio e con un'espressione seria sul viso. I suoi zigomi sembravano più affilati e duri che mai, le labbra erano tirate in una linea sottile e gli occhi marroni sembravano tormentati "Che cosa c'é?" Will si inginocchiò tra le gambe dello psichiatra e iniziò a preoccuparsi.

    Hannibal guardò per la prima volta nei suoi profondi occhi verdi e si sentì in colpa. Aveva paura come poche volte in vita sua; la paura di perdere il suo perfetto William era opprimente. Le parole che si era ripetuto sulla veranda del giovane per oltre due ore furono dimenticate, spazzate via dall'elettricità che indugiava nei suoi occhi.

    "Frederick ha dormito nel mio letto" sussurrò perché Will lo sentisse.

    Il giovane sollevò le sopracciglia sorpreso e poi sembrò ferito. Hannibal sentiva il respiro di Will sfiorargli il collo. Il suo sguardo gli stava uccidendo l'anima e il ragazzo deglutì una volta, prima di abbassare lo sguardo sul tappeto.

    "Non è successo niente" Hannibal riacquistò la voce. Aveva visto le conseguenze delle sue parole e un forte desiderio di chiarire bene le cose lo aveva riscosso “Non ho nemmeno dormito nel mio letto. Ho aspettato che si addormentasse, poi sono uscito e sono andato nel mio studio”.

    Gli occhi turbati di Will si posarono sui suoi, cercando di soppesare l'onestà delle sue parole. La sua espressione era ancora interrogativa.

    “Di’ qualcosa, mylimasis” chiese Hannibal dopo un altro minuto di silenzio.

    "Dovrei portare a spasso i cani prima di andare al lavoro".

    "Li porterò io più tardi".

    "Devo iniziare ad andare, altrimenti farò tardi".

    "Aspetta".

    Will ispirò profondamente, chiudendo gli occhi “Perché gliel'hai permesso? Provi ancora dei sentimenti per lui?" le parole di Will suonavano curiose, non accusatorie.

    “Lo disprezzo, William. Disprezzo quello che mi ha fatto".

    "Ma?" il giovane lo sfidò.

    "Non lo so... Sembrava davvero stare male e piangeva, non l'ho mai visto piangere...".

    Will si alzò di scatto, avvicinandosi al caminetto e guardando il fuoco spento. Si passò una mano tra i capelli. Quando si voltò di spalle, e fu sicuro che l'altro uomo non potesse vederlo, la faccia di Will si contorse.

    Hannibal si alzò dal divano e andò verso l'altro uomo, circondandolo con le braccia. Aveva paura che Will si allontanasse, ma il giovane sembrò appoggiarsi a lui.

    “So che non avrei dovuto permetterlo, ma non potevo essere indifferente al suo dolore. Mi dispiace, lo giuro, non lo farò mai più. Io...”.

    Will improvvisamente si voltò e lo baciò, fermando le sue parole.

    "Ti credo" il giovane sussurrò sulle sue labbra "Ti prego, dimmelo la prossima volta che decide di dormire a casa tua, così verrò a prenderlo a calci in culo" aggiunse seriamente, mentre iniziava a slacciare i jeans di Hannibal.

    Lo psichiatra si sentì immensamente sollevato; si era aspettato una reazione diversa, ma il suo perdono era un miracolo dal cielo.

    "Non sei arrabbiato con me?" Hannibal mormorò, mentre l'altro armeggiava con la cintura, cercando disperatamente di aprirla.

    "Non molto, no" rispose l'altro con evidente desiderio in voce. Le guance del ragazzo erano arrossate.

    "Sei un po' arrabbiato, allora?" chiese Hannibal, mentre armeggiava con la camicia del ragazzo per togliergliela.

    "Sì" la voce di Will uscì rauca, perché aveva appena spinto giù Hannibal sulle ginocchia, liberando il suo sesso semiduro proprio accanto al viso dello psichiatra “Mi ha lasciato insoddisfatto, dottor Lecter” aggiunse sorridendo scherzosamente "Forse potrebbe farsi perdonare...".

    Hannibal sorrise, mentre baciava il sesso del ragazzo, succhiandogli la punta tra le labbra. Will si appoggiò alle spalle di Hannibal e sul suo volto apparve un grande sorriso.

    "Quanto tempo abbiamo?" chiese Hannibal, accarezzandogli i glutei, facendolo rabbrividire e gemere.

    «Q… Quindici minuti. Venti, se sei bravo” Will rispose gemendo.


    Continua…
     
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