Obscura Nox Animae

Snily {Harry Potter}

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    #dove#la #trama #la #fate #voi;

    Nome Autrice: Heatherlly
    Fandom: Harry Potter
    Status: Completa
    Parings: Severus Snape(Piton)/Lily Evans
    Tipologia: Drama
    Sinossi: L'intero mondo dei maghi crede che Lily Potter sia stata assassinata da Voldemort in quella fatidica notte del 1981, incluso l'uomo che avrebbe dato la sua anima immortale per salvarla. Ma c'è un altro lato del sacrificio di Lily, antichi amuleti e verità nascoste che potrebbero avere il potere di cambiare tutto.
    Link storia originale: Obscura Nox Animae
    Ringraziamenti & Varie: Ringrazio di cuore l'autrice per avermi concesso di tradurre i suoi lavori! | I sincerely thank the author for allowing me to translate her works!

    «role scheme by graphite; - please don't copy or claim as your own»







    Capitolo 15 - Ripensando al passato


    L'enorme cane nero ringhiava mentre si dirigeva verso Lily, pura e selvaggia ferocia animalesca stranamente in contrasto con i pensieri distintamente umani che la colpivano nella mente.

    'Lily Potter è morta. A che diavolo stai giocando?'.

    Allarmata, si arrampicò sull'albero più vicino, rifugiandosi su un ramo basso mentre fissava il cane con occhi spaventati. Eppure non riusciva ancora a rilevare alcun accenno di malizia nella creatura, nemmeno un fremito di cattive intenzioni. Lui - poiché la presenza all'interno era chiaramente maschile - era infuriato, sì. Ma tutto ciò che lo riguardava, dalle parole che echeggiavano nella sua mente ai ringhi che emanava dal profondo della sua gola, erano pesantemente intrecciati di... dolore?

    Sì, era quello... come se fosse la vittima della vendetta, non l'assalitore.

    'Il mondo crede che io sia morta' lei rispose silenziosamente, lottando per formulare la prima vera comunicazione che avesse avuto con un altro essere umano in oltre un decennio 'Ma non è così... almeno, non nel modo in cui pensi. Per favore! Calmati e ascoltami. Non so come spiegare, ma...'.

    In risposta, il cane emise un ululato di rabbia impotente, gettando tutto il suo peso contro il tronco dell'albero. Era uno sforzo inutile. Spessa e robusta, la quercia rimase impassibile ai suoi sforzi.

    'Stai mentendo! Ho visto il corpo di Lily! 12 anni fa, ho visto... Ero lì a Godric's Hollow subito dopo che è successo! Quindi non provare a dirmi che...' il pensiero si interruppe bruscamente mentre lui affondava nelle sue anche, scuotendo l'enorme testa avanti e indietro.

    'Tu... mi hai visto?'

    'Ho visto Lily e James! Il piccolo Harry che piangeva nella sua culla, non dimenticherò mai...'
    .

    E poi lei capì ’Sirius?!' stupita, quasi cadde dall'albero, stringendo gli artigli quasi come d'istinto mentre ondeggiava precariamente sullo stretto ramo. Non poteva essere... e, tuttavia, se più di due decenni nel mondo dei maghi le avevano insegnato qualcosa, era che le cose non avevano bisogno di avere senso per essere perfettamente reali. Sì, quando guardò di nuovo il cane, sembrò così ovvio che rimase sorpresa di non aver visto la verità da subito. Sebbene fosse un canino, c'era qualcosa di familiare nei suoi lineamenti: il muso lungo ed elegante che le ricordava un naso aristocratico, lo stesso tipo di taglio impenetrabile degli occhi scuri che la stavano ancora fissando, furia non mascherata mescolata al dolore.

    Quando il cane non rispose, ci riprovò 'Sirius, so che sei tu. E so che sembra difficile da credere, ma per favore... sono davvero...'

    'No!'.

    'Allora lascia che te lo dimostri. Fammi delle domande. Cose che nessun altro potrebbe sapere'.

    'Questo è un trucco'
    insistette lui.

    Deglutendo la sua paura, si allontanò lentamente dall'albero e poi si lasciò cadere a terra, sedendosi di fronte a lui e guardandolo direttamente negli occhi. Aveva ancora i denti scoperti, ma non tentò di attaccarla.

    'Sirius' pensò il più delicatamente possibile 'Fammi delle domande'.

    Lui emise un sospiro di impazienza, ma dopo un momento, lo sentì di nuovo nella sua mente. I suoi pensieri erano ancora fortemente intrecciati con scetticismo, ma c'era anche qualcos'altro... una minima traccia di speranza.

    'Cosa mi dicevi che era più importante di ogni altra cosa quando si trattava di ragazze?'.

    Lei sorrise interiormente all'ironia di lui, avendo scelto quella domanda in particolare 'Dicevo che tutte le ragazze vogliono un ragazzo che le ascolti'.

    'Giusto'
    esitò, abbassando la testa per scrutarla più da vicino 'Può anche essere una risposta fortunata. Cosa chiedere… ? Oh, eccone una buona. Qual è stata la prima cosa che hai detto a Harry dopo la sua nascita? All'epoca, le sole persone nella stanza erano Lily, James e io'.

    Se fosse stata in forma umana, ci sarebbero state lacrime che le rigavano le guance 'Gli ho detto che nessun bambino sarebbe mai stato più amato di lui'.

    E quello fu abbastanza. Sirius emise un ululato dolce e triste mentre si accasciava a terra, scrutandola con mille domande nei suoi occhi. Poteva sentire la sua confusione turbinare nella sua mente, metà formata da frammenti di pensiero combinati con una raffica di reazioni emotive, tutto così intenso che sembrava non riuscire a formare una frase coerente. Certo, era piuttosto sbalordita, ma il suo stupore avrebbe dovuto aspettare.

    'Sirius?'.

    'Lily... Oh Dio, come? Che cosa… ? Non...'
    .

    Si avvicinò un po' di più, optando per un lieve tocco con il muso al posto dell'abbraccio confortante che desiderava potergli dare 'Non ha senso' finì la frase per lui 'Lo so, ancora non so cosa mi sia successo. Quando sono stata colpita dalla Maledizione Mortale, mi sono sentita davvero come se stessi morendo. Suppongo che sia accaduto, in un certo senso: entrambi abbiamo visto il mio corpo. Ma la mia anima, se è questo che è...'.

    'Non sei un'Animagus'.

    'No, non lo sono. Tu lo sei?'
    .

    Le diede uno sguardo strano 'Ovviamente. James non te l'ha mai detto?'.

    In quel momento, voleva disperatamente lanciargli un sorriso malizioso 'Penso che entrambi sappiamo che James non mi ha mai detto molte cose'.

    'Già'
    concordò Sirius, sbuffando 'Non è colpa tua se sei così buona, Lils'.

    'Hey!'
    .

    La battuta era intimamente familiare, confortante oltre ogni descrizione. Se avesse chiuso gli occhi, avrebbe quasi potuto credere che la parte migliore di due decenni fosse scomparsa, che fossero di nuovo solo studenti, giovani e spensierati e inconsapevoli di tutta la tragedia che presto sarebbero stati costretti a sopportare. Ma ovviamente non aveva il lusso di indugiare su quelle illusioni... era il presente che importava, non il passato.

    Sembrava che Sirius fosse giunto a quella stessa conclusione mentre proiettava nella sua mente un altro assalto di domande 'Non ci posso ancora credere. In tutti questi anni, dove sei stata? Qualcun altro lo sa? Sei stata così tutto il tempo?'

    'Non esattamente. Posso passare da un animale all'altro. Sono stata un sacco di cose nel corso degli anni, qualunque cosa ci sia voluto per stare vicino a Harry. Gatti, cani, uccelli, persino insetti...'

    'Quello che voglio sapere è come è successo in primo luogo. La Maledizione Mortale colpisce tutti allo stesso modo. L'abbiamo sempre saputo'.

    'Non Harry'
    .

    Lui annuì con la testa arruffata 'No, non Harry, grazie a Merlino. Riesci a ricordare qualcos'altro di quella notte?'.

    'Voldemort'
    lei fece una pausa quando Sirius fece una smorfia lieve 'Stava dicendo qualcosa sottovoce proprio prima di lanciare la Maledizione Mortale. Non sono riuscita a capire le parole, ma aveva uno sguardo più strano negli occhi. Era come se... beh, non so come descriverlo'.

    'Un'altra maledizione? Non è qualcosa che abbia mai sentito dire, ma immagino che il bastardo sapesse di più sulle Arti Oscure di quanto nessuno di noi abbia mai saputo'
    .

    Lily si accigliò interiormente 'Qualunque cosa sia, non penso che sia Magia Oscura. So che suonerà strano, ma era come se... come se non volesse davvero uccidermi'.

    'Che cosa? È assurdo!'.

    'Lo so, ho pensato la stessa cosa in quel momento. Faccio ancora fatica a capire. Ma mi ha dato diverse possibilità di allontanarmi. Non era nemmeno particolarmente cattivo a riguardo... almeno, non come immaginavo fosse'
    .

    Sirius sembrò sul punto di rispondere, ma poi abbassò la testa per rosicchiare furiosamente uno dei suoi arti posteriori 'Dannate pulci!'

    'Hey, Sirius?'
    .

    Si raddrizzò di nuovo, fissandola con uno sguardo interrogativo.

    'Perché sei venuto qui? Tutti pensano che tu sia in giro a cercare di uccidere Harry, ma non riesco proprio a credere che tu...'.

    Per il resto della sua vita, Lily non avrebbe mai dimenticato il dolore nei suoi occhi in quel momento. Era la sola la risposta di cui aveva bisogno, anche se non avesse mai spiegato le sue ragioni. Ma, ovviamente, lo fece, bombardandola con un crescente senso di furia impotente mentre descriveva dettagliatamente il tradimento di Peter, seguito dai suoi lunghi anni ad Azkaban e dalla pura disperazione che aveva portato

    alla sua fuga.

    E con ciò, tutti i pezzi si sistemarono al loro posto, così facilmente che sembrava come se avesse saputo la verità da sempre. Quel topo... quella vile piccola creatura che permeava l'aria stessa di tradimento e codardia ogni volta che era vicina. Avrebbe dovuto saperlo... Lunastorta, Felpato, Codaliscia... Prong.

    'Tutti voi?’ lei pensò, abbastanza sicura che la sua voce non doveva essere altro che un sussurro nella sua mente 'Non l'ho mai saputo. James mai... non ha mai...'.

    'Abbiamo stretto un patto tra noi che nessun altro avrebbe mai dovuto sapere. Pensavo che James ti avrebbe detto la verità prima o poi, ma ha sempre preso i suoi voti sul serio, no? Mai conosciuto un migliore... Comunque, l'abbiamo fatto per il bene di Remus, così che non avrebbe dovuto affrontare le sue trasformazioni da solo. L'abbiamo fatto in modo che potessimo tenergli compagnia, controllarlo se necessario. Beh, non Codaliscia, ma è sempre stata una piccola merda inutile, no? Avrei dovuto capirlo prima, non avrei mai dovuto farlo avvicinare così tanto. Dio, Lils, mi dispiace tanto'.

    'Non è colpa tua, Sirius'.

    'Avrei dovuto essere in grado di fermarlo'
    continuò come se non l'avesse sentita, l'eco della sua voce fragile e piena di rimorso 'Avrei dovuto sapere cosa avrebbe fatto... Tutte quelle persone, quei poveri Babbani indifesi... e peggio ancora, quello che è successo a te e James, il piccolo Harry. Perché non ho saputo...?'.

    'Smettila'
    lei gli diede di nuovo un colpo di muso in faccia, anche se questa volta non lo fece con delicatezza 'Non c'è niente che possiamo fare per cambiare il passato. Tutto ciò che conta è... Dio, è lassù con Harry in questo momento'.

    Sirius le lanciò uno sguardo acuto 'L'hai visto?'.

    Fece una risata vuota mentre si alzava in piedi 'Certo che sì - ho vissuto nello stesso dormitorio con lui per anni. Sapevo che c'era qualcosa di strano in lui, ma non riuscivo mai a capire cosa fosse. E per tutto questo tempo, avrebbe potuto...'.

    'Lils, non incolpare te stessa... Aspetta, dove stai andando?'.

    'Dove pensi che stia andando?'
    lei proiettò di nuovo mentre scappava via.




    Era dannatamente fottuto.

    Per la prima volta da mesi, Severus si era ritirato presto, talmente sfinito al punto che nemmeno un turbine senza fine di stress, preoccupazione e rabbia impotente avrebbe potuto tenerlo sveglio. Era troppo stanco persino per togliersi i vestiti prima di crollare sul letto, scivolando immediatamente in un sonno profondo e senza sogni.

    Ma ogni speranza di una discreta quantità di riposo, per non parlare della possibilità di superare la sua notte meno amata dell'anno, era stata distrutta... distrutta dal pandemonio che era seguito meno di un'ora dopo essersi sdraiato.

    Ben presto, aveva dovuto attraversare il castello con la faccia fissa in un tetro cipiglio, pregando ogni divinità in cui non aveva mai creduto che sarebbe stato lui a trovare Sirius Black. Bastardo testa di cazzo. Avere la possibilità di incatenarlo all'oblio, di farlo urlare e implorare misericordia, preferibilmente ferito e piangendo per sua madre nel mentre... quello sicuramente avrebbe valso qualsiasi perdita di sonno.

    Certo, Severus non avrebbe mai avuto una tale fortuna, proprio come in realtà non avrebbe mai mischiato nella dannata pozione Luparia di Lupin del veleno, come spesso aveva immaginato di fare. Era solo il pensiero di cose del genere che lo facevano andare avanti in quei giorni... e, per ora, erano un degno sostituto del forte caffè nero che desiderava mentre lanciava una raffica di incantesimi di rilevazione in ogni direzione.

    Sfortunatamente, la fortuna non era stata dalla sua parte quella notte... non lo era mai.

    Alla fine, fu costretto ad ammettere la sconfitta, riuscendo a malapena a reprimere la sua furia quando Silente, ancora una volta, aveva preso sotto gamba i suoi sospetti su Lupin. Non per la prima volta, Severus si chiese se fosse qualcosa che il vecchio faceva intenzionalmente, se provasse un piacere perverso nell'aumentare la posta in gioco solo per testare tutti i loro limiti. Esasperante... non che vegliare sul ragazzo fosse così brutto, arrogante piccola merda o no che fosse. No, tutto veniva vanificato ad ogni angolo quando cercava di fare proprio questo: preoccupazioni costantemente ignorate, informazioni cruciali trattenute molto più spesso di quanto non fossero fornite.

    Severus non tornò mai a dormire quella notte. Ma alla fine prese il suo caffè, almeno quattro tazze che aveva sorseggiato durante il suo aggirarsi irrequieto, molto tempo dopo che gli altri professori si fossero ritirati nei loro alloggi privati. Erano tutti confortati dalle rassicurazioni di Silente, insieme ai reparti extra che erano stati scrupolosamente scelti per tutta la notte. Non era così facile per Severus, tuttavia, che stava rapidamente arrivando alla consapevolezza di avere poche speranze di impedire ciò che sarebbe successo. Spargimento di sangue, catastrofe, perdita di vite... sembrava che niente di meno avrebbe influenzato Silente dal suo favoritismo cieco nei confronti di quei fottuti Malandrini.

    Come sempre ad Halloween, non poteva sfuggire al fatto che ogni parte di Hogwarts avesse un significato speciale, una debole eco del suo io più giovane. E, ovviamente, di solito pensava a Lily più di ogni altra cosa. Così tanti ricordi... alcuni buoni e altri meno, eppure ognuno di loro gli aveva dato la forza di continuare in quella miserabile esistenza fino a quando non avesse mantenuto la sua promessa.

    Ma anche quel conforto agrodolce era lontano da lui quell'anno. I ricordi di lei adesso erano più morbidi, più confusi, spinti ai margini da ricordi molto più dominanti di un gruppo di ragazzi beffardi che avevano reso loro la missione di rovinargli la vita. Beh, ce l'avevano sicuramente fatta, no? Molto più di quanto il Signore Oscuro non avesse fatto, che avesse lanciato o meno la Maledizione Mortale. E sebbene Severus avesse consegnato quella fottuta profezia nelle mani di Voldemort, Lily non sarebbe mai stata in pericolo in primo luogo se non fosse stato per James Fottuto Potter... proprio come non sarebbe morta se Sirius Fottuto Black non avesse tradito i suoi amici.

    Stupidamente forse, Severus aveva pensato di aver affrontato la peggiore delle sue amarezze verso i Malandrini. Ma era stato prima che invadessero di nuovo la sua vita... Lupin che si aggirava per il castello, il nome di Black sulle labbra di tutti e, naturalmente, un figlio che era l'esatta replica del suo arrogante bastardo padre, dentro e fuori.

    Erano i loro volti che vedeva mentre camminava per i corridoi, borbottando i saluti concisi ai colleghi mentre ringhiava contro tutti gli studenti che erano abbastanza stupidi da intralciare il suo cammino. Sì, eccola lì, l'alcova in cui si sedeva con il naso seppellito in un libro mentre aspettava l'inizio della Trasfigurazione, inconsapevole di essere a pochi secondi dall'essere lo sfortunato destinatario di un incantesimo pruriginoso. Lo avrebbe fatto Black, spedendolo nell'ala dell'ospedale per il resto della giornata. Oh giusto, e solo pochi passi più avanti ecco dove Potter aveva...

    "Buongiorno, Severus".

    L'impulso di maledire il lupo mannaro era quasi impossibile resistere, ma in qualche modo Severus riuscì a superarlo con nient'altro che un cenno brusco del capo.

    Stranamente, erano i ricordi di Lupin che lo perseguitavano di più. Il ragazzo tranquillo e senza pretese non aveva mai lanciato un solo incantesimo nella sua direzione, non lo aveva mai chiamato con nomi orribili né fatto brutte osservazioni. Al contrario, i suoi occhi erano stati spesso pieni di compassione e, per quello, Severus lo aveva sempre odiato a un livello completamente diverso. Vigliacco senza spina dorsale.

    Quella era una delle lezioni più crudeli che aveva imparato ad un'età troppo giovane. Persino coloro i quali riconoscevano la crudeltà non avevano alzato un dito per fermarla se fosse stato un inconveniente farlo. Sì, sembrava che Lupin avesse preferito guardarlo soffrire piuttosto che opporsi ai suoi preziosi amici.

    Questo era ciò che Silente non sembrava capire. Anche se Severus poteva ammettere a malincuore che Lupin da solo non era un brutto tipo (almeno in forma umana), la sua lealtà era pericolosa, così come la sua tendenza a chiudere un occhio ogni volta che riusciva a cavarsela. No, probabilmente non era d'accordo con l'idea che Potter Jr. venisse assassinato, ma ciò gli avrebbe impedito di accettare qualsiasi fioca scusa per far entrare Black nel castello, convinto che il suo amico non avesse commesso alcun male?

    Scosso dalle sue fantasticherie da una leggera tosse, fu sorpreso di ritrovarsi fuori dalla sua classe. I suoi occhi passarono stancamente sul gruppo di Tassorosso e Corvonero del primo anno che stavano aspettando la sua apparizione, poco prima che aprisse la porta ed entrasse.




    'A cosa stavi pensando?!'.

    Se Sirius fosse stato in forma umana, Lily era abbastanza sicura che avrebbe scrollato le spalle in risposta.

    'Mi hai dato un'apertura' pensò lui 'E io l'ho presa'.

    Certo, non aiutava sottolineare che era un uomo ricercato, che era molto pericoloso per lui entrare nel castello. Né sembrava avere senso ricordargli che, nella sua forma attuale, era perfettamente in grado di prendersi cura del ratto da sola, anche se aveva già fallito. Sirius era al di là di ogni precauzione, determinato al punto da essere fanatico di vendicarsi. L'aveva già costretta ad accettare di non uccidere Peter senza il suo coinvolgimento, anche se le era stata data la perfetta opportunità di farlo.

    Piuttosto che sentirsi più al sicuro con un amico al suo fianco, Lily venne pervasa da una nuova ondata di ansia. Per prima cosa, Sirius era cambiato. Il ragazzo che aveva conosciuto era ancora lì, ovviamente, ma la disattenzione si era trasformata in incoscienza, l'intensità sottostante in palese disperazione. Non si poteva dire fino a che punto poteva spingersi nella sua determinazione a porre fine a Peter, quanto avrebbe potuto essere disposto a sacrificare nel processo. E sebbene il suo istinto di madre insistesse sul fatto che la sicurezza di Harry fosse più importante di ogni altra cosa, era molto più a suo agio nel mettere la propria vita in pericolo piuttosto che in quella di un amico.

    E c'era un'altra ragione per cui la sopravvivenza di Sirius era di fondamentale importanza. Ciò era divenuto chiaro quando avevano discusso della sua situazione in modo più dettagliato.

    'Devi stare attento, Sirius' lei insistette mentre banchettavano con una bistecca cruda che in qualche modo era riuscita a contrabbandare dalle cucine di Hogwarts 'Sei l'unico che sa che sono viva'.

    'Non preoccuparti, Lils. Qualunque cosa accada, mi assicurerò che Harry conosca la verità prima di morire'
    .

    Ma questo la fece riflettere 'Non sono sicura che sarebbe una buona idea dirglielo'.

    'Perché?.

    'Per molte ragioni. Se resterò bloccata così per sempre...'
    .

    Sirius sollevò la testa massiccia, dandole uno sguardo pensieroso 'Chi può dirlo? Potrebbe esserci un controi-ncantesimo, qualcosa per invertire... qualunque cosa ti sia successa. Non ci resta che trovarlo'.

    'L'ho sognato ogni giorno negli ultimi 12 anni. Ma non so come...'.

    'Silente potrebbe essere in grado di aiutarci'.

    'No!'
    lei pensò così intensamente che lui sobbalzò, fissandola sorpreso.

    'Perchè no?'.

    Ma non era sicura di volergli parlare dei suoi sentimenti contrastanti per quanto riguardava il suo ex eroe, né dei suoi sospetti sul fatto che stesse mettendo Harry in pericolo più di quanto fosse necessario, anche usandolo per promuovere qualche causa che ancora non capiva. Gran parte del suo nuovo scetticismo era basato sull'istinto e sulle sottigliezze, cose che Sirius, con i suoi modi sfacciati e semplici, non era in grado di capire.

    'Non posso spiegarlo. Promettimi solo che non dirai niente a nessuno a meno che non ti dica io che va bene'.

    'D'accordo'
    lui concordò, sebbene con molta riluttanza 'Comunque, ciò di cui dobbiamo preoccuparci ora è come sbarazzarci di quel fottuto traditore. Nessuno dei due può fare molto prima di allora'.


    Continua...
     
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    Capitolo 16 - Confronto


    Peter Minus aveva sicuramente avuto la sua parte di qualità tutt'altro che stellari. Sfortunatamente, la mancanza di astuzia non era una di queste.

    Per mesi, Lily lo aveva inseguito con risoluta determinazione, solo per sfuggirle sempre ad ogni tentativo. Era sparito dalla vista, lasciando tracce del suo odore in posizioni strategiche per metterla fuori pista. E in quelle rare occasioni in cui la necessità gli aveva richiesto di apparire, era stato cauto in modo esasperante, rimanendo vicino a Ron in modo da non poter lanciare un incantesimo adeguato senza ferire il ragazzo o essere buttata fuori dalla Torre di Grifondoro.

    Nel frattempo, era giunta alla conclusione che la sua identità dovesse rimanere segreta per il momento. Con una scarsa conoscenza dei propri limiti, come poteva essere sicura di non avere qualche vulnerabilità che potesse essere utilizzata a vantaggio di Voldemort o dei suoi seguaci? L'incantesimo era stato lanciato per un motivo, ovviamente, ed era impossibile credere che fosse stato per un impeto altruistico. No, era meglio avere cautela, guardare e aspettare mentre faceva tutto il possibile per aiutare Harry senza che nessuno fosse consapevole della sua presenza. Dopotutto, aveva un vantaggio su tutti gli altri: la capacità di spiare chiunque volesse in un dato momento. E se ciò le avesse permesso di essere al corrente di informazioni che avrebbero potuto salvare la vita di suo figlio in futuro?

    Sirius era stato fortemente contrariato, insistendo sul fatto che Harry avesse il diritto di sapere che sua madre era viva, che avrebbe potuto giurare di mantenere il segreto, se necessario. Quella era stata la parte più difficile con cui riconciliarsi, dato che voleva disperatamente avere almeno una sorta di relazione con suo figlio. Ma come poteva correre quel rischio senza sapere se fosse sicuro rivelarsi? Silente e Voldemort erano due dei più potenti conoscitori della Legillimanzia viventi e il primo prevedeva già che una seconda guerra fosse alle porte. Non si trattava di chiedere a Harry di tenerla segreta, forse non gli sarebbe stata data nemmeno una scelta in merito.

    'Devi prometterlo, Sirius. Non una parola con nessuno'.

    'Non pensi che meriti di conoscere la verità, Lils? Che non è solo?'.

    'Sa di non essere solo. Harry ha amici, persone che lo adorano e si prenderanno cura di lui. Neanche a me piace, ma è così che deve essere, almeno per ora'.

    'Deve esserci una soluzione migliore. Silente potrebbe essere in grado di...'.

    'No'
    insistette ancora una volta 'Ho un'idea migliore'.

    ‘Cosa?'

    'Qualcosa per farti sopravvivere e riabilitare il tuo nome. Se riesci a gestirlo, forse possiamo trovare noi stessi la risposta'
    .

    Sirius le aveva dato uno sguardo dubbioso 'Sai perché sono uscito da Azkaban - qualunque cosa serva, non mi arrenderò finché non sarà fatto'.

    'Ma quando tutti sapranno la verità...'.

    'In ogni caso, non importa, lo voglio solo morto'
    .

    Dopo ciò aveva rinunciato, messa a tacere dalla furia che lui emanava ad ondate che ribollivano ogni volta che parlavano di Peter. Non che non provasse la stessa cosa, ovviamente: non poteva mai impedirsi di uscire gli artigli e sputare a terra ogni volta che si trovava vicino al topo, anche quando non c'era nulla che potesse fare per colpirlo. Ma era anche la più razionale in quella situazione e, quindi, era importante mettere da parte le proprie emozioni nel tentativo di mantenere il controllo.

    Per quanto fosse grata di essersi riunita al suo vecchio amico, Sirius era diventato rapidamente una fonte costante di stress nella sua vita. I suoi anni ad Azkaban non gli avevano fatto alcun favore per quanto riguardava il controllo degli impulsi. Dopo la notte in cui era stato abbastanza sciocco da seguirla fino alla Torre dei Grifondoro, lasciando caos e distruzione sulla sua scia, era stata costretta a intervenire in numerose occasioni per impedirgli di fare qualcosa di sconsiderato.

    Sfortunatamente, non aveva sempre avuto successo. Non era stata con lui quando si era preso la briga di controllare una delle partite di Harry a Quidditch, né quando aveva cercato di raggiungere Remus, avendo scoperto che la maggior parte degli studenti erano andati a Hogsmeade quel giorno. Per fortuna, quegli incidenti non avevano portato a nient'altro che a duri rimproveri che Sirius era stato costretto a sopportare, ma quelle quasi fughe l'avevano messa al limite.

    Per la prima volta nella sua strana seconda esistenza, non si sentiva più come se stesse vivendo una vita di relativo svago. Non c'erano più abbastanza ore al giorno, né era possibile trovarsi in tutti i posti che voleva in un dato momento. Futili tentativi di catturare Peter, ore trascorse a occuparsi di Harry, trasferendosi in diverse creature per spiare Silente, monitorando Sirius nella speranza di impedirgli di fare qualcosa di stupido... era un peccato che non potesse usare il GiraTempo di Hermione nelle sue condizioni attuali.

    Tuttavia, c'erano stati alcuni punti positivi per tutto il resto dell'anno. Il preferito di Lily era stato il Natale - travestita da Grattastinchi, era stata in grado di portare un ordine all'Ufficio Gufo di Hogsmeade per conto di Sirius. Era stato lui a pagare la Firebolt, ovviamente, ma era comunque la cosa più vicina che aveva fatto per fare un regalo a Harry da oltre un decennio. E una volta che era stato in grado di usarlo - un po' in ritardo grazie a una ben intenzionata Hermione - era parso ovvio che fosse stato il miglior regalo che avesse mai ricevuto.

    Ma c'erano stati anche dei punti bassi. Aveva preso l'abitudine di stare con Hermione più frequentemente in mezzo alla sfortunata tensione tra lei e Ron, desiderando di poter fare di più per confortare la povera ragazza mentre piangeva notte dopo notte. Lily voleva sinceramente bene ad Hermione: vederla angosciata era abbastanza dura senza sapere che era l'incessante ricerca di lui, di Crosta, a causare la maggior parte dei loro problemi. Come desiderava poter sedersi con Harry e i suoi amici e spiegare che c'era una ragione molto buona per le sue azioni, forse anche chiedere il loro aiuto piuttosto che sopportare pazientemente la loro continua resistenza. Ma ovviamente era impossibile... poteva solo consolarsi con la speranza che prima o poi Peter sarebbe stato smascherato e avrebbero finalmente saputo la verità.

    Sfortunatamente, la speranza era stata sostituita dalla disperazione quando il dannato ratto era scomparso, fingendo di nuovo la sua morte con un po' di sangue e una manciata di peli di gatto posizionati strategicamente. Sirius aveva fatto come un pazzo, trascorrendo una quantità allarmante di tempo in forma umana semplicemente per il piacere di imprecare ad alta voce la sua frustrazione. Giorno dopo giorno, camminava irrequieto nei confini della Foresta Proibita, tornando sempre e solo al cane nero irsuto al suono di un rumore sconosciuto o di un improvviso calo di temperatura che suggeriva che i Dissennatori si stavano avvicinando un po' troppo. Lily era rimasta costantemente al suo fianco allora, temendo che potesse fare qualcosa di spericolato, eppure sempre più determinata a vederlo avere la possibilità di dimostrare la sua innocenza.

    E poi un'opportunità si presentò come dal nulla, un odore sottile portato dalla brezza in una mite notte di giugno. Non c'era tempo per mettere in discussione le loro azioni, nessuna possibilità di elaborare una strategia adeguata o valutare il rischio che potevano correre. No, ormai avevano superato quello, al di là della ragione nella disperazione di porre fine alla minaccia che era Peter Minus una volta per tutte.

    Sirius era uscito dalla foresta come un proiettile di una pistola Babbana con Lily alle calcagna, all'inseguimento del minuscolo roditore che correva via attraverso l'erba alta e folta. Ron, Harry ed Hermione erano apparsi improvvisamente poco dopo, il primo che urlava freneticamente dietro il suo animale domestico mentre gli ultimi due lo seguivano da vicino.

    Tutto era stato confuso fino a quando Ron non aveva gridato trionfalmente, afferrando Crosta che si contorceva. Frustrata, Lily aveva emesso un forte sibilo, ma prima che potesse anche solo iniziare a pensare a cosa fare dopo, Sirius si era scagliato su Harry e gli aveva stretto la bocca attorno al braccio.

    'Dove lo stai portando?!' lei aveva proiettato, notando con grande allarme che Sirius stava trascinando il ragazzo dritto verso il Salice Schiaffeggiante.

    'Va tutto bene, Lils' le aveva risposto, le parole senza fiato per l'aspettativa entro i confini della sua mente 'C'è un bozzo alla base dell'albero - premilo!'.

    Era sfrecciata tra i rami agitati, spinta all'azione dalle urla spaventate dei bambini dietro di lei. Per qualche secondo in preda al panico, non aveva visto nulla, e poi eccolo lì... si era scagliata contro il grosso bozzo, estendendo entrambe le zampe anteriori e spingendo contro di esso con tutta la forza che aveva. Non c’era stato tempo per reagire all'assenza di movimento, tuttavia, solo per scivolare nell'apertura nelle radici in cui Sirius era scomparso pochi istanti prima. Era corsa giù per il tunnel con Harry ed Hermione qualche passo indietro, sentendosi come se stesse correndo da sempre fino a quando, finalmente, non era emersa in quella che sapeva essere la Stamberga Strillante.

    'Sirius?'.

    'Qui su!'
    .

    Alla fine, c’era stato poco da fare mentre la scena si svolgeva davanti ai suoi occhi. La paura dei bambini era perfettamente comprensibile e non solo perché erano stati portati a credere che l'uomo che li teneva prigionieri apparentemente fosse un assassino, ma Sirius sembrava terrificante in entrambi i casi, trasandato ed emaciato, con una luce febbrile negli occhi mentre li disarmava ad uno ad uno.

    "Se vuoi uccidere Harry, dovrai uccidere anche noi!" aveva urlato Ron, trovando la forza di alzarsi in piedi nonostante la sua gamba evidentemente rotta.

    'Sirius, calmati. Guardali: sono spaventatissimi. Calmati e di' loro la verità prima che la situazione diventi ancora più fuori controllo'.

    Mentre proiettava quel pensiero, Sirius era sembrato riguadagnare un certo controllo su se stesso "Sdraiati" aveva detto a Ron, la sua voce dolce e sorprendentemente gentile "Danneggerai ancora di più quella gamba".

    Ma era servito a poco. Hermione era sembrata cauta, per fortuna, ma i ragazzi erano arrabbiati e ribelli... l'unico modo in cui i ragazzi della loro età sapevano affrontare la paura. Era una buona cosa che Sirius non fosse l'assassino che credevano. Altrimenti, la provocazione spericolata di Harry sarebbe stata la sua fine. Era la prima volta che Lily ammetteva a se stessa che suo figlio poteva avere un problema con il suo carattere, uno che poteva rivelarsi pericoloso in futuro, forse persino fatale. Un pensiero angosciante, certo, ma non uno su cui ebbe il tempo di soffermarsi mentre Harry si lanciava su Sirius e cominciava a picchiarlo con una raffica di piccoli pugni.

    Non vedendo altra opzione, si era lanciata nella mischia, nel disperato tentativo di impedire a Harry di infliggere danni permanenti. Aveva infilato gli artigli nella tenera carne del suo braccio per impedirgli di raggiungere la sua bacchetta, aveva lottato per recuperarla da sola, ma alla fine, non ce l’aveva fatta. Solo pochi secondi dopo, lui si era rimesso in piedi con la bacchetta stretta in mano, i suoi occhi verdi ardenti di rabbia. Sirius aveva cercato di spiegarsi, chiedendo la possibilità di essere ascoltato, ma c'era troppa paura, troppo dolore, troppa amarezza nell'espressione di Harry per sperare che avrebbe ascoltato.

    E così Lily aveva fatto l'unica cosa sensata in quel momento, si era gettata sul petto del suo vecchio amico e guardando Harry con uno sguardo silenzioso e supplichevole, confidando che la bontà nel suo cuore gli avrebbe impedito di ucciderli entrambi. Ovviamente, se avesse colpito, avrebbe avuto la stessa probabilità di fare un'altra piccola fuga come aveva fatto in passato, ma non poteva saperlo. E Grattastinchi il gatto, un animale innocente, sarebbe morto in entrambi i casi.

    Per alcuni secondi, che erano parsi più anni, nessuno si era mosso mentre Harry era rimasto lì, con la bacchetta stretta in un pugno. E poi c’era stato un rumore improvviso, uno scalpiccio di passi. Hermione aveva urlato urgentemente a chiunque stesse arrivando e, in un lampo, Remus era arrivato nella stanza, osservando la scena velocemente prima di disarmare tutti. Era una cosa buona... o no?

    Buona, aveva pensato Lily, avendo il vantaggio di comprendere le parole criptiche e il momento della realizzazione immediatamente successivo. Nel mezzo di tutto il caos, la sua anima si era addolcita alla vista di Remus che aiutava Sirius a rimettersi in piedi, quindi ad avvolgere le sue braccia attorno a quel corpo emaciato in un abbraccio amorevole.

    Certo, gli altri non erano stati d'accordo. Hermione aveva urlato accuse, sia lei che gli altri avevano reagito con rabbia rinnovata nella convinzione che l'insegnante di cui si erano fidati li avesse traditi per sempre. Cos'altro avrebbero dovuto pensare?

    'Avanti, datti una mossa!' aveva proiettato a Sirius con improvvisa impazienza 'Di' loro la verità!'.

    Ma poi l’aveva guardato, immediatamente colpita da un profondo senso di vergogna mentre si accasciava sul letto a baldacchino, all'improvviso sembrando piccolo e fragile mentre seppelliva il viso in una mano tremante. Tra tutta la sua giusta furia, la sua determinazione nel vedere che la giustizia fosse fatta, a volte era facile dimenticare tutto ciò che aveva sofferto e ciò che dovevano avergli fatto. Stava ancora soffrendo, per prima cosa, la perdita di James con un'intensità che non sentiva da anni... se mai l'avesse mai sentita. Era il senso di colpa che gli rendeva così difficile venire a patti con la morte del suo migliore amico? O era vero che era stato legato più profondamente a James di chiunque altro al mondo, a malapena in grado di funzionare senza di lui? Forse erano un po' entrambe le cose, ma alla fine non aveva importanza. Esporre Peter era l'unica cosa - l'unica cosa - che poteva dargli la possibilità di tornare a vivere. Senza questo, era già un morto che camminava, qualcosa che doveva aver capito molto prima di lei.

    'Va tutto bene' gli aveva detto molto più dolcemente mentre si posizionava accanto a lui, sistemandosi in grembo nella speranza di offrire qualche piccola rassicurazione 'Remus è qui, ora... sono sicura che se ne occuperà lui'.

    'Non sono impotente'
    quelle parole furono cupe, anche un po' offese, un inquietante promemoria del Sirius che aveva conosciuto due decenni prima. Confortata da quella familiarità, aveva ascoltato mentre Remus spiegava la Mappa del Malandrino, un altro segreto che le era stato ovviamente nascosto durante i giorni di scuola. Sembrava che sia Peter che Sirius fossero comparsi sul pezzo di pergamena, avvertendo Remus della loro presenza. Ma lei? No. Anche se Remus non l'avesse vista, Harry avrebbe sicuramente notato se la sua madre apparentemente morta fosse improvvisamente apparsa nella Torre dei Grifondoro o trotterellando attraverso i corridoi. Qualunque fosse la ragione, sembrava che fosse invisibile come sempre.

    E alla fine, Remus era arrivato al punto, persuadendo Ron a recuperare Crosta dalla sua tasca mentre Harry ed Hermione osservavano sbalorditi.

    "Che c'entra il mio topo?".

    Il tempo era sembrato fermarsi quando Remus disse "É un mago".

    "Un animagus" Sirius era intervenuto "E si chiama Peter Minus".




    Severus non aveva avuto fretta di togliersi il Mantello dell'Invisibilità.

    Valutando rapidamente che i bambini - i bambini sciocchi e idioti - non erano in pericolo immediato, aveva incrociato le braccia al petto e si era appoggiato al muro per ascoltare. Per qualche ragione, il lupo mannaro si era preso la briga di raccontare tutta la sua vita, una storia strappalacrime e autocommiserante che quasi aveva fatto addormentare Severus fino a quando non arrivò ad un punto cruciale che gli aveva fatto trattenere il respiro.

    "Invece, fecero qualcosa per me che avrebbe reso le mie trasformazioni non solo sopportabili, ma i momenti migliori della mia vita" aveva detto Lupin, mostrando a Potter un sorriso sentimentale "Sono diventati Animagi".

    'Che cazzo?' Severus aveva ascoltato in un silenzio sbalordito mentre Lupin continuava, spiegando come avevano imparato e fino a che punto si erano spinti. Gli altri si erano presi tutto quel disturbo solo per tenere compagnia ad un lupo mannaro? Bene, quella parte non era così sorprendente: Dio non voglia che uno dei Malandrini facesse mai qualcosa da solo.

    “È stato comunque molto pericoloso!" la signorina Granger era intervenuta "Correre al buio con un lupo mannaro! E se avesse morso qualcuno?".

    Severus era riuscito a malapena a soffocare uno sbuffo derisorio. Abbastanza ragionevole, anche se ciò che la ragazza chiaramente non capiva era che Lupin e i suoi preziosi amici erano sempre stati troppo chiusi in se stessi per preoccuparsi delle conseguenze delle loro azioni. Non c'era bisogno di parlarne nemmeno al passato - dopo tutto, il lupo mannaro aveva dimenticato la sua pozione proprio quella notte, mettendo a rischio dozzine di vite semplicemente perché aveva avuto troppa fretta di sgattaiolare fuori dal castello e far visita al suo maniaco omicida di un amico. Diavolo, per quanto Severus ne sapesse, i bambini erano stati attirati lì dallo stesso Lupin, seguendo ciecamente le istruzioni di qualcuno che si presumeva fosse un insegnante di fiducia.

    "Un pensiero che mi perseguita ancora" aveva detto Lupin, contraddicendo le riflessioni piene di risentimento di Severus con la sua voce da misericordioso "E siamo andati vicini a delle tragedie".

    'Ma davvero?!' accigliato, Severus aveva cercato di resistere all'impulso di prendere la sua bacchetta e lanciare un maleficio, infilandosi invece i pugni serrati nelle tasche. Subito dopo, il lupo mannaro si era scatenato in una valanga di parole sul tradire la fiducia di Silente, portando i suoi amici a infrangere la legge diventando Animagi e, naturalmente, non riuscendo a rivelare delle informazioni cruciali quando si trattava di un assassino condannato a piede libero che aveva tutta l'intenzione di dare la caccia ad uno studente innocente.

    "Perché? Perché ero troppo codardo".

    'Un momento di onestà... che cosa bella'.

    "Quindi, in un certo senso, Piton ha sempre avuto ragione su di me".

    'Oh, cazzo. Non che qualcuno gli avesse mai dato retta’.

    "Piton?" aveva chiesto Black con voce piena di malizia "Cosa c'entra Piton?".

    Non era stato facile ascoltare una versione così distorta del passato. Non sorprese che Black non avesse mostrato tracce di rimorso per aver quasi ucciso Severus e, naturalmente, non si era fatto menzione degli anni di tormento che aveva subito per mano dei Malandrini. Gli avevano dato tutta la colpa, maledetti bugiardi che erano, passandosi come ragazzi innocenti per un po' di divertimento piuttosto che per implacabili bulli. Sì, c'era stato anche un bel po' di dispetto nelle azioni di Severus, ma non era come se non fosse stato provocato. E, alla fine, il motivo principale alla base dei suoi costanti tentativi di espellere i Malandrini era che aveva semplicemente voluto finire la sua scuola in relativa pace.

    "Ma tuo padre, che aveva sentito ciò che Sirius aveva fatto, seguì Piton e lo trattenne, con grande rischio per la sua vita".

    'Cazzate! Tipico... dipingere James Potter come un fottuto eroe quando entrambi sapevano molto bene che l'aveva fatto solo per salvare i loro preziosi culi'.

    "Ecco perché non piaci a Pitus" aveva detto il giovane Potter, divorando la loro ridicola versione della storia senza lasciare traccia di scetticismo "Perché pensava che lei fosse coinvolto nello scherzo?".

    Troppo furioso per mantenere ancora il suo silenzio, Severus si era tolto il mantello e aveva ritirato la bacchetta con un movimento fluido, puntandola contro il petto di Lupin.

    "Corretto".

    Beh, non esattamente... non credeva che Lupin fosse a conoscenza di ciò che Black aveva programmato quella notte. Ma "coinvolto nello scherzo"? Non ci poteva essere una scelta migliore di quelle parole. Non importava se il lupo mannaro fosse stato un partecipante attivo ai loro scherzi: rimanendo amico con i Malandrini, difendendoli sempre e inventando scuse per le loro azioni, stava effettivamente perdonando un comportamento così crudele e spericolato. E, di nuovo, era peggio dalle labbra di Lupin. Melodrammatico o no, il rimorso nei suoi occhi era genuino, così come la consapevolezza che era quasi stato costretto a prendere parte a quello che sarebbe stato un crimine terribile, tremendo. Sì, Lupin sapeva bene che era stato sbagliato e non gliene era fregato niente... proprio come ovviamente non gliene fregava che Potter e i suoi amici fossero in pericolo immediato grazie alla sua stessa codardia.

    Cosa stavano progettando... o, più precisamente, cosa intendeva fare Black mentre il lupo mannaro gli permetteva passivamente di agire? Importava? Stavolta non avrebbero avuto modo di cavarsela. Non questa volta.


    Continua...
     
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    Capitolo 17 - Scamparla per miracolo



    Se Lily non avesse saputo come stavano le cose, avrebbe potuto supporre che Sirius avesse già ricevuto il bacio dei Dissennatori.

    Il suo corpo emaciato era accasciato su una sedia accanto alla finestra, gli occhi scuri sfocati e opachi per la sconfitta. Non riusciva più a rilevare alcuna paura in lui, nessuna traccia dell'energia folle e irrequieta che lo aveva sostenuto fino al momento in cui Peter era fuggito. Tutto ciò aveva lasciato il posto a un terribile senso di rassegnazione, che ovviamente era perfettamente appropriato alle circostanze. In che altro modo avrebbe dovuto sentirsi, sapendo che era a pochi minuti dal sopportare un destino peggiore della morte?

    Beh, se non altro, almeno non sarebbe stato solo quando sarebbe successo.

    'Sirius?'.

    Lui alzò la testa, sbattendo le palpebre confuso mentre scrutava la stanza vuota.

    'Qui. Sul muro'.

    Sbattendo le ali, piccole e meravigliosamente modellate nei toni dell'arancio, del marrone e del crema, aspettò pazientemente che lui la notasse.

    "La falena?" disse ad alta voce, il tono come un sussurro roco.

    'Imperatrice Falena' lo corresse, un po' sorpresa mentre lo faceva. Cos'erano i dettagli banali che erano sempre così confortanti in tempi di crisi? Forse era lì che si trovava il senso della normalità, la facciata su cui quest'uomo poteva vivere per ricordare qualcosa di così banale?

    "Dov'è Grattastinchi?".

    'L'ho lasciato poco prima di entrare nel castello'.

    Ci fu un silenzio imbarazzante, poi Sirius disse "Che cosa è successo, Lils? L'ultima cosa che ricordo sono i Dissennatori..." fece una pausa e rabbrividì "Quando sono tornato in me, mi sono ritrovato qui".

    'Non ho visto molto' gli disse 'Ho inseguito Peter. L'ho inseguito a metà strada da Hogsmeade prima che ne perdessi l'odore. Quando sono tornata, i Dissennatori erano spariti e Severus stava materializzando le barelle per tutti voi. Non so dove sia Remus, ma Harry e gli altri sono nell'ala dell'ospedale'.

    "Piton?" alla fine, una scintilla apparve negli occhi di Sirius, ma lontana dal tipo che avrebbe voluto vedere. Le sue parole furono fredde, amareggiate, piene di risentimento mentre borbottava "Il vecchio Mocciosus deve essere felicissimo in questo momento".

    'Devi per forza chiamarlo così? Gli insulti da bambini sono un po' ridicoli alla tua età'.

    Sirius sbuffò "Non vedo alcun motivo per cambiare quando lui è esattamente lo stesso. Continua a vagare per i corridoi, spiando le persone...".

    'Si stava prendendo cura dei bambini, Sirius. Questo è il suo compito. E poiché uno di quei bambini sembra essere mio, non riesco a trovare motivo per criticarlo'.

    "Come se Harry avesse bisogno di protezione per mano di quel vecchio pipistrello inquietante. Ne ha molte altre di persone che lo proteggono. Persone di cui si può fidare".

    Se fosse stata in forma umana, Lily avrebbe sollevato un sopracciglio 'Veramente? Come chi?’.

    "Io! Tu e Remus, Silente, i Weasley, tutti gli altri insegnanti? So che hai sempre avuto un debole per Moccio...".

    'Severus' lo interruppe con un pensiero irritato nella sua direzione 'O Piton, se proprio devi'.

    "Bene" disse, facendo una pausa per un ghigno esagerato prima di continuare "Piton. Comunque, il mio punto è ancora valido. Harry non ha bisogno di quel figlio di... È un Mangiamorte, sai. Probabilmente ha sempre saputo di Peter. Non sarei sorpreso se quel vecchio idiota lo abbia aiutato a scappare".

    'Peter è fuggito quando Remus si è trasformato. Non è stata colpa di Severus'.

    "Forse no, ma..." alzando gli occhi, Sirius si lanciò in una diversa linea di attacco "Hai sentito cosa mi ha detto. Cattivo, dispettoso...".

    Lily lottò per mantenere la pazienza, non volendo sprecare quegli ultimi momenti su una discussione inutile. Sì, Severus era stato meno che piacevole, per non dire altro, ma a sua difesa, aveva avuto tutte le ragioni per credere che Sirius fosse un maniaco omicida. Forse ne era stato inutilmente compiaciuto, un po' più di quanto la situazione avesse richiesto. Ma alla luce di tutto ciò che sapeva ora, in particolare quel terribile incidente con il lupo mannaro, poteva davvero essere accusato di aver reagito troppo fortemente?

    Oltre a ciò, Sirius non aveva visto tutte le cose che aveva passato negli anni, non sapeva quanto Severus avesse già fatto per proteggere suo figlio. Avrebbe potuto dirglielo, ma farlo avrebbe messo in luce la sua lunga prigionia ad Azkaban, seguita dal doloroso promemoria che era improbabile che sarebbe rimasto a lungo in vita per occuparsi di Harry in futuro. Quindi, invece, semplicemente rispose con ciò che sapeva in quel momento come una verità assoluta.

    'Io mi fido di Severus'.

    Sirius riuscì in qualche modo a sembrare sia offeso che sbalordito "Lily, sei pazza?! Senti, so che voi due eravate amici quando eravamo bambini, ma fidarsi di lui dopo quello che si è rivelato essere? È un Mangiamorte, porca puttana! Un Mangiamorte con un cattivo temperamento, per non parlare del rancore che ovviamente nutre dal...".

    'So cosa è' gli rispose, imperturbabile 'E lo so anche molto meglio di te, stanne certo. Mi fido di lui, Sirius. Basta domande'.

    "Ma per quanto riguarda il modo in cui mi ha minacciato? Quello che ha detto a Remus? Voleva che fossimo morti, Lily. Tutti e due! È un odioso figlio di puttana e non è esattamente quello che potresti definire sano di mente. Hai davvero fiducia che Harry - il figlio di James - stia con qualcuno del genere?".

    'Sì'.

    Questa volta, sembrò completamente perplesso "Perché?".

    Ma non gli avrebbe detto la verità, rivelando tutti quegli incontri segreti con Silente e le azioni ancora più clandestine che Severus aveva intrapreso per conto di Harry nel corso degli anni. No, non avrebbe parlato delle minacce a sua sorella, né di quelle lunghe notti estive di guardia fuori dalla casetta di Privet Drive. Non gli avrebbe detto con quale frequenza Severus, e solo Severus, spingesse per ulteriori misure di sicurezza, sottolineando la necessità di cautela che Silente aveva sempre ribattuto solo con condiscendenza ricoperta di zucchero. Severus non avrebbe voluto che lui lo sapesse e, comunque, Sirius non le avrebbe mai creduto.

    Soprattutto, non avrebbe sottolineato le sorprendenti somiglianze tra i due uomini. Brutto atteggiamento? Problemi di gestione della rabbia? Rancori di vecchia data? Ampiamente creduto di essere Mangiamorte, anche se la loro fedeltà era riposta altrove? Onestamente, era piuttosto ipocrita da parte di Sirius puntare il dito contro Severus in queste circostanze, ma non c'era nemmeno bisogno di menzionarlo. Avrebbe semplicemente dovuto accettare che non avrebbe cambiato idea su questo.

    'Ho le mie ragioni'.

    Sirius, che l'aveva fissata in attesa, emise un sospiro esasperato "Lils, sai che James non vorrebbe...".

    'No' lo interruppe usando la forza della sua mente 'Non osare coinvolgere James in questo. So che vi odiavate tutti e sembra che per alcuni di voi sia ancora così. Ma ti dirò la stessa cosa che ho detto a James tanti anni fa: non mettermi nel mezzo dei vostri giochetti'.

    "Non si tratta di...".

    'Al diavolo se non lo è. Senti, mi dispiace, ma non dò giudizi basandomi su un rancore da scolaretta. Non l'ho mai fatto, mai lo farò'.

    "Non è solo... Sono preoccupato solo per Harry, Lils. Sicuramente non puoi biasimarmi per questo? È tutto ciò che mi resta di James".

    Sia le parole che la quieta vulnerabilità con cui furono pronunciate la ammorbidirono, spingendola a lasciare il muro e posarsi sulla sua spalla 'Certo che non ti biasimo. Ma sono sua madre, Sirius. Ero disposta a morire per proteggerlo e lo farei volentieri anche ora. Non mi fiderei di nessuno con la sua sicurezza se avessi il minimo sospetto che intendessero fargli del male. Sicuramente, devi comprenderlo'.

    Riconobbe la sua affermazione con un cenno riluttante "Non è che non mi fido di te per sapere cosa è meglio per Harry. Ma quando si tratta di Mocc... di Piton, mi preoccupo solo...".

    'Sei preoccupato che io sia accecata dal mio affetto per lui. O almeno del suo ricordo'.

    "Qualcosa del genere."

    'Sirius...' se fosse stata in forma umana, avrebbe riso della sua espressione seria 'Ho tagliato Severus fuori dalla mia vita per sei anni perché aveva ferito il mio orgoglio. Credi davvero che starei a guardarlo ferire mio figlio, solo perché io...' ma non sapeva cosa provasse per Severus in quei giorni, o almeno non sapeva come dirlo a parole. Era complicato, come le cose erano sempre state con lui, alcune buone e altre cattive. E come sempre, era tutto privato, certamente non aperto alla lettura di qualcuno come Sirius, che non avrebbe mai capito Severus come faceva lei.

    "No" mormorò, ammettendo infine la sconfitta "Ma non mi piace lo stesso. Lo stesso non mi fido di lui. E se poggerà un dito su Harry, io..." si fermò di colpo, i suoi lineamenti magri si contorsero in un terribile ricordo del suo destino imminente "Tornerò a perseguitarlo. Sì, è quello che farò, e probabilmente prima piuttosto che poi. Davvero, per quanto tempo si può continuare a vivere senza un'anima?".

    'Sirius...'.

    Ma si udirono dei rumori che divennero sempre più forti, troppo vicini adesso per essere ignorati. Qualcosa - o qualcuno - stava arrivando, caratterizzato da ripetuti colpi e dal fischio del vento. Non sembravano i Dissennatori, tuttavia, né ci fu un improvviso calo di temperatura che avrebbe segnalato il loro approccio. Inoltre, veniva dalla finestra, non dal corridoio che avrebbero usato i funzionari del Ministero.

    "Lils" sibilò Sirius "Che diavolo…?".

    E poi, in un attimo, si alzò, lottando per aprire il chiavistello. Imprecò sottovoce quando non si mosse, seguito da un grido soffocato di "Alohomora!" e la finestra si spalancò. Subito entrò Harry con Hermione alle sue spalle, a cavalcioni di un ippogrifo che aveva una strana somiglianza con quello che era stato giustiziato poche ore prima. Ma non c'era tempo di soffermarsi su questo, nemmeno quando Lily si rese conto che era davvero la stessa creatura. Sirius stava già arrampicandosi fuori dalla finestra, gettandosi sulla schiena dell'ippogrifo, e poi stavano salendo a una velocità vertiginosa verso la torre di sopra.

    Lily prestò poca attenzione ai frammenti di conversazione che passarono tra Sirius e Harry, troppo sbalordita da una realizzazione improvvisa e del tutto angosciante. Nel giro di pochi secondi, l'unica persona a conoscenza della sua esistenza sarebbe sparita, incapace di correre il rischio di avvicinarsi a Hogwarts nel prossimo futuro. No. No, non poteva farlo... non poteva tornare a quella terribile vita di solitudine. Inoltre, Sirius era la sua unica speranza di scoprire la verità su ciò che le era accaduto nella notte in cui Voldemort le aveva tolto la vita. E se ci fosse stato anche il più debole barlume di speranza che l'incantesimo potesse essere invertito...

    Più tardi, avrebbe trovato molti modi per razionalizzare la sua decisione. Sarebbe stata confortata dai ricordi di tutta la protezione che Harry aveva a sua disposizione, riponendo la sua fiducia in Severus più di ogni altro. Ricordò a se stessa che Sirius era completamente solo, molto più vulnerabile, e che c'era molto di più che potesse fare per lui di un figlio che era circondato da amici e non sapeva nulla della sua presenza nella sua vita.

    Ma per ora, fu solo la folle disperazione che la spinse a strisciare nella tasca del suo vecchio amico, preparandosi per il futuro incerto che sarebbe iniziato in una destinazione sconosciuta.




    Severus aveva da tempo superato gli atti di violenza casuali, preferendo una manciata di parole taglienti o solo un silenzio meditabondo per ottenere quel che voleva. Ma quella sera? Oh, quella sera era un'eccezione speciale.

    "Sectumsempra!" ringhiò mentre si aggirava per i suoi alloggi privati, la sua bacchetta che lampeggiava con movimenti a scatti, a casaccio mentre i mobili andavano in pezzi sotto la forza della sua rabbia impotente. Qualsiasi numero di altri incantesimi avrebbe funzionato altrettanto bene, ovviamente, meglio in alcuni casi. Ma se c'era una cosa che Severus apprezzava ancora nella sua miserabile esistenza, era l'ironia.

    E così usò solo un incantesimo particolare, originariamente progettato da un ragazzo che non aveva mai immaginato che sarebbe stato solo un mezzo per sfogare la sua impotenza, non una via di fuga. Non si fermò finché i suoi magri possedimenti non furono in rovina e lo fece solo quando spiò il decanter di cristallo che in qualche modo era sfuggito alla sua ira. Un drink... o sette o otto, per essere più specifici. Sì, era esattamente quello di cui aveva bisogno.

    Quando Silente lo trovò, lo vide accasciato pesantemente contro il muro con la bottiglia vuota ancora stretta in una mano. Il mago più anziano sollevò un sopracciglio, ma sembrò altrimenti imperturbabile mentre si trascinava tra i detriti, arrivandogli a stare di fronte. Questo sorprese Severus: in passato era sempre stato lui obbligato a visitare l'ufficio del Preside, non viceversa. In privato, aveva sempre supposto che ciò avesse lo scopo di evidenziare la differenza nella loro situazione.

    Ma ora lì c'era Silente, che torreggiava su di lui con un'espressione serena sui suoi lineamenti emaciati. E sebbene Severus fosse sul suo territorio questa volta, non si era mai sentito più inferiore.

    "Preside" disse, rabbrividendo al lieve insulto nella sua voce.

    "Severus" replicò Silente in modo piatto "Potrebbe essere considerata una violazione di cortesia non offrire un posto al proprio ospite, ma date le circostanze..." le sue labbra si contrassero in modo così lieve mentre lanciava un'altra occhiata alla stanza in frantumi, prima di evocare un paio di sedie di velluto.

    Senza preoccuparsi di aspettare un invito, Severus si sollevò su quella più vicina, accigliato al modello sgargiante di giallo e viola intervallato da strisce verde lime. Presto si ritrovò a fissare un paio di occhi azzurri in attesa, chiedendosi, attraverso una foschia di alcol, quello che voleva l'altro uomo. Scuse? Se fosse così, sarebbe stato fortemente deluso. Copiose quantità di whisky avrebbero potuto attenuare i sensi di Severus, portando la sua rabbia ribollente a un fuoco lento. Ma era ancora lì, proprio sotto la superficie, e di sicuro non aveva bevuto abbastanza da dimenticarsene.

    "L'hanno trovato?" mormorò dopo alcuni momenti di tensione, incapace di pensare a nient'altro da dire.

    "No, non l'hanno fatto, grazie a Merlino. Ormai dovrebbe essere ben lontano da qui, oltre ogni pericolo immediato".

    "Ottimo" disse Severus, incapace di controllare il sarcasmo nella sua voce "Non preoccupiamoci del resto del mondo dei maghi... o dei bambini sotto la nostra responsabilità, del resto. Finché Black è libero di commettere ulteriori atrocità, va tutto bene".

    "Severus" disse Silente piano "Sirius Black non è stato responsabile di quegli omicidi. Non è stato nemmeno lui a rivelare dove si trovassero i Potter. So che ci sono sentimenti duri tra di voi, ma sicuramente sarai d'accordo che un uomo innocente non merita...".

    "Innocente?! Accetteresti la parola di un paio di bambini, noti piantagrane, oltre centinaia di testimoni che non hanno mai avuto motivo di manomettere la verità? Non vedi che cosa ha fatto qui, il tuo prezioso prodigio Grifondoro? Ha riempito le loro teste di bugie! Non sorprende che il giovane Potter ci creda, quell'arrogante piccolo idiota. Ma tu, Preside?".

    "Sì".

    Severus lo fissò in silenzio per un momento, sconcertato dall'assoluta certezza contenuta in quella singola parola "Preside, io..." iniziò, poi si abbandonò a favore di un approccio diverso "Posso ricordarti che...?".

    "Puoi ricordarmi qualsiasi cosa tu voglia, ma non cambia nulla. Sirius è innocente e la sua fuga ha impedito che una terribile ingiustizia si svolgesse proprio qui, in questa scuola. Con il tempo, spero che sarai in grado di capirlo anche tu".

    Severus sbuffò "Non è probabile".

    In un attimo, il comportamento di Silente cambiò, passando da rilassato e tollerante a intenso, quasi urgente "So che non vuoi ascoltarla, Severus, ma devi conoscere la verità. E quella verità non dovrà lasciare questa stanza. Se hai ancora intenzione di adempiere al tuo giuramento...".

    "Questo..." interruppe Severus, con voce bassa e mortalmente seria "Non è mai stato messo in discussione. Rendimela difficile quanto vuoi, lascia che gli assassini conclamati vaghino per le sale di Hogwarts se non c'è niente che io possa fare per convincerti altrimenti. Ma io manterrò la mia promessa o morirò nel tentativo. Non esiste, né ci sarà mai un'alternativa".

    Silente annuì in segno di approvazione, poi si lanciò nella storia senza ulteriori indugi. Certo, Severus aveva ascoltato una parte di essa nella Stamberga Strillante, ma in questo caso sembrava meglio fingere ignoranza. Fino a quel momento, aveva saputo che il piccolo sporco segreto dei Malandrini non aveva fatto nulla per dimostrare che Black non fosse l'assassino che sembrava essere.

    "Animagus?" disse pochi minuti dopo, preparandosi ad una diversa linea di attacco ora che la precedente era stata fatta a pezzi "Animagus non conosciuto? Mi stai prendendo per il culo, cazzo".

    "No".

    "E tu non ne sapevi nulla? In tutti questi anni...".

    Per la prima volta, il vecchio mago sembrò leggermente a disagio "Io... avevo i miei sospetti".

    "Sospetti" ripeté Severus, assaggiando la parola come se fosse un'espressione straniera che non aveva mai sentito prima "Quindi, oltre al bullismo, innumerevoli casi di comportamento sconsiderato, incluso un tentativo di omicidio e un numero inimmaginabile di altri misfatti, hai anche ignorato convenientemente l'ostentata violazione della legge magica?".

    "Esatto" disse Silente dolcemente.

    "Davvero... qualsiasi cosa per i tuoi preziosi Grifondoro, vero?".

    "Non è così semplice, Severus" la voce del Preside era ancora paziente, ma ora c'era quel pizzico diverso che chiariva abbondantemente che non avrebbe tollerato molto di più in termini di accuse "Non tutto è bianco e nero. Spero che un giorno lo capirai. In ogni caso, non l'ho mai saputo con certezza. Non fino a quando Sirius non l'ha confermato questa sera".

    "Innocente di un crimine, colpevole di un altro" disse Severus, desiderando di non aver già fatto fuori l'ultimo del suo whisky. Un drink sarebbe stato abbastanza utile per aiutarlo ad adattarsi a quella strana nuova realtà... una realtà che, per quanto odiasse ammetterlo, risuonava di verità. Troppi ricordi del passato si stavano schiarendo ora, troppi casi di comportamenti strani che avevano portato a quella come la spiegazione più logica.

    "A volte le motivazioni contano più del crimine stesso" rispose Silente dopo un momento "Forse non puoi vederlo, ma quei ragazzi hanno fatto quello che hanno fatto per ragioni altruistiche, al servizio di un amico. Anche se lo avessi saputo oltre ogni dubbio, non avrei potuto e non li penalizzerei mai per quello".

    Severus emise un sospiro di resa, troppo stanco per combattere un'altra futile battaglia "Molto bene, Preside" disse piano, fissando l'altro uomo con uno sguardo illeggibile "Cosa vorresti che facessi?".

    Se Silente fu sorpreso da quel brusco gesto di sottomissione, non lo mostrò "Bene" disse con voce pensosa, allungando la mano per accarezzarsi la barba "Puoi iniziare mettendo i tuoi alloggi in ordine e magari rimetterti in sesto prima della lezione di domani, se riesci. Successivamente, non riesco a pensare a preoccupazioni immediate".

    Resistendo alla tentazione di mandare gli occhi al cielo, Severus disse "No, stavo parlando di questa situazione con Black e Lupin. Sei intenzionato a fingere...".

    "Forse non saranno mai tuoi amici, ma sono nostri alleati. Dovrai solo trovare un modo per andare d'accordo con loro, suppongo" a quel punto Silente si alzò in piedi, sorprendendolo con una mano gentile sulla spalla "So che questo è tutt'altro che facile per te, Severus, e mi dispiace. Ma dobbiamo imparare a fidarci l'uno dell'altro. Altrimenti, ci condanniamo al fallimento".

    Con un rapido cenno del capo, Severus si alzò dal suo posto, ricordando le sue buone maniere abbastanza da fare almeno un tentativo di accompagnare il suo ospite inaspettato alla porta.

    "Non preoccuparti, faccio da solo. Riposati e presto parleremo di nuovo".

    "Molto bene. Buona notte, Preside".

    Il silenzio confortante che seguì la dipartita dell'uomo più anziano ebbe vita breve, interrotto quando abbassò la testa nella stanza con uno scintillio sospettoso negli occhi "Oh, e Severus? Per favore, sentiti libero di tenerti queste sedie".




    I pochi giorni rimanenti dell'anno scolastico trascorsero senza incidenti, dando finalmente a Severus l'opportunità di tirare un sospiro di sollievo. Aveva rivelato la vera natura di Lupin, obbligandolo a dimettersi e sgattaiolare via come il codardo che era. Nessun fottuto Malandrino era rimasto a tormentarlo con una serie di ricordi dolorosi... o per fargli passare la meno piacevole esperienza di crearne di nuovi. Perfino Minus era lontano, senza dubbio a cercare cibo in qualche misera fogna da qualche parte.

    Severus non era felice, esattamente. Aveva da tempo dimenticato il significato di quella parola. Tuttavia, questa volta sembrava in qualche modo una tregua, un'occasione per riorganizzarsi prima che le basi della sua esistenza fossero nuovamente scosse. Ciò di cui aveva bisogno era il tempo di riposare e riprendersi, avendo capito che non poteva sperare di superare quello che gli sarebbe successo se fosse stato tormentato prima ancora che accadesse.

    E così iniziò con i suoi alloggi privati, buttando i mobili scheggiati insieme alle sedie appiccicose di Silente, quindi sostituendoli con mobili che erano solo un po' migliori di quelli che aveva precedentemente posseduto. Il letto era un po' più grande, solo un po' più morbido, le sedie leggermente più comode rispetto a quelle di prima. Alla fine dell'estate, sarebbe tornato a condizioni di vita tollerabili che rasentavano persino l'accogliente, ma prima di allora...

    L'impulso non aveva senso a livello cosciente, ma in qualche modo sembrava giusto. Invece di tornare a casa a Spinner's End, si ritrovò al Ministero a chiedere informazioni su Passaporte disponibili, seguito da una vacanza improvvisata in Svizzera e in molti altri luoghi. Ma forse era simbolico... questa era un'occasione per dimenticare l'imminente guerra, per mettere da parte i suoi numerosi conflitti interni ed essere solo per un po'. E anche se non aveva avuto del tutto successo in quegli sforzi, i lunghi giorni di silenzio e solitudine, settimane completamente indisturbate in cui si era costretto a non leggere la Gazzetta del Profeta, gli diedero più conforto di quanto avesse provato in più anni di quanto potesse contare.

    E questa era stata una cosa fortunata, perché questo doveva essere il cielo nuvoloso prima del lampo, l'ultima opportunità di godersi la pace piuttosto che un perpetuo stato di calamità.


    Continua...
     
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    Capitolo 18 - Rivendicare la fiducia



    Severus si trovava ancora in Svizzera quando il Marchio Nero iniziò a bruciare.

    Era solo un lieve disagio, un pizzicore momentaneo rispetto alla terribile sensazione di bruciore che avrebbe indicato una convocazione del Signore Oscuro. L'effetto fu lo stesso tuttavia, facendolo svegliare di colpo con un rantolo acuto mentre cercava a tastoni la sua bacchetta ed emetteva un roco "Lumos" nell'oscurità.

    Il cambiamento sarebbe stato impercettibile per un occhio inesperto, ma fin troppo ovvio per un uomo che aveva passato anni a sperare e temere quel momento. Leggermente più scuro, sì, il disegno macabro inciso solo un po' più chiaramente nella pelle pallida del suo avambraccio. E con ciò, Severus emise un sospiro stanco, alzandosi dal letto e andando in cucina. Fermandosi un minuto per un sorso di caffè nero forte, raccogliendo subito dopo i suoi magri averi, determinato a prendere la prossima Passaporta disponibile.

    Quando arrivò la missiva urgente di Silente, se n'era già andato.




    Tornato a Spinner's End, aspettava ordini da una parte o dall'altra, camminando avanti e indietro fino a quando non apparve l'ultimo numero de "La Gazzetta del Profeta".

    'SCENE DI TERRORE ALLA COPPA DEL MONDO DI QUIDDITCH' gli urlava il titolo, accompagnato da una fotografia del Marchio Oscuro che decorava il cielo estivo. Il cuore gli precipitò fino agli stivali, ma poi si alzò dalla sedia, imprecando sottovoce mentre gettava una manciata di polvere volante nel caminetto decrepito.

    "Severus" Dumbledore disse un attimo dopo, il suo tono insolitamente cupo "Dove sei stato?".

    Ignorando la domanda, Severus gli passò il foglio che aveva in mano, aspettando una spiegazione.

    "Sì, il Ministero è in subbuglio. Come sono sicuro che abbia già letto...".

    Severus annuì con impazienza "L'ho letto. Ora dimmi quello che non so".




    Dopo aver fantasticato una volta di trascorrere le sue vacanze su un'isola tropicale, Lily rimase delusa dal fatto che l'esperienza non fosse tutto quello che aveva immaginato.

    Naturalmente, i suoi sogni ad occhi aperti da adolescente avevano materializzato bikini e olio solare, sdraiati sulla spiaggia a sorseggiare deliziosi cocktail. Non aveva mai immaginato di essere intrappolata nel corpo di un pomposo pappagallo, di essere guardata a bocca aperta dai turisti mentre viveva con un uomo che si aggirava per l'isola come un animale in gabbia.

    Certo, capiva le frustrazioni di Sirius meglio di chiunque altro, sapeva quanto fosse esasperante sentirsi impotente. Ma dopo un po' non poté fare a meno di risentirsi per i suoi sfoghi. Sebbene la sua situazione non fosse ideale, aveva molti vantaggi significativi su di lei. Poteva parlare direttamente con Harry o chiunque altro volesse, poteva scrivere lettere per cui lei doveva volare per centinaia di miglia per consegnarle. E mentre il suo aspetto fisico avrebbe sempre riflesso le prove che aveva sofferto ad Azkaban, almeno il suo corpo era ancora il suo.

    Sirius approfittava appieno di quel fatto, una scoperta che Lily fece in una mite notte di luglio quando era tornata prima da una spedizione di caccia notturna. Si era posata sul davanzale della finestra del bungalow, solo per essere mezza mortificata e mezza ipnotizzata mentre osservava la coppia di corpi nudi che si muovevano insieme sotto la luce della luna. Una cosa così bella e ultraterrena... la carne nuda e pallida come perle che contrastava con la ricca tonalità di mogano di una nativa dell'isola. Lily non cercò nemmeno di distogliere lo sguardo come aveva fatto con Severus anni prima. No, il bisogno era diventato troppo grande, la solitudine pulsava dentro di lei in perfetto tempo con i dolci suoni di piacere della coppia.

    Si era sentita umiliata la mattina seguente, determinata a evitare di intromettersi in momenti privati in futuro. Ma l'incidente le era rimasto comunque in mente, un ricordo acuto e doloroso di tutto ciò che le mancava e che forse non avrebbe mai più avuto. La capacità di toccare, di essere toccata, di trovare conforto e soddisfazione tra le braccia di un'altra persona...

    Sì, a volte era molto più facile invidiare Sirius che simpatizzare con lui.

    Mentre agosto si scioglieva in settembre, un'altra lettera arrivò da Harry, suggerendo che potevano esserci problemi all'orizzonte. Aveva giurato di non lasciare che Sirius facesse qualcosa di spericolato, ma cosa sarebbe successo se suo figlio fosse stato davvero in pericolo? C'erano molte persone che si prendevano cura di lui, molto meglio di lei, ma non era quello il punto. Le mancava disperatamente, non poteva sopportare di essere lontana nemmeno un momento di più. Sirius avrebbe messo a rischio la sua libertà, forse anche la sua vita, ma non c'era altra scelta.

    Avevano bisogno di tornare a casa.




    "Entra, Severus. Vuoi un pasticcino?".

    "No, Preside. Grazie".

    Annuendo verso una sedia vuota, il mago più anziano si leccò lo zucchero a velo dalla punta delle dita con dolci suoni di gusto "Gli elfi domestici hanno superato se stessi nei loro sforzi per accontentare i nostri ospiti. Questi piccoli bignè sono davvero deliziosi. È un peccato non assaggiarli".

    "Non ho fame" disse Severus con studiata pazienza mentre si sedeva sul posto offerto.

    "Allora del tè, magari?".

    "Ottimo".

    Nonostante tutto, Severus trovava difficile odiare quegli incontri. Certo, il risultato finale doveva essere sgradevole, ma ne valeva quasi la pena per il silenzio amichevole che lo precedeva, un senso di pace che raramente trovava altrove. Era un'illusione, ovviamente, orchestrata senza dubbio per indurlo a sottomettersi. Ma non poteva fare a meno di goderselo finché durava. Solo per fingere che la sua fosse una vita diversa... che stesse semplicemente prendendo il tè con un amico piuttosto che aspettare di servire un maestro ingannevolmente simpatico e capriccioso? Come poteva non essere confortante?

    Quel giorno, tuttavia, sembrava che la sua tregua sarebbe stata breve.

    "Ora che Harry parteciperà al torneo..." iniziò Silente mentre la tazza fumante scivolava sulla scrivania "Il signor Black non ritiene più opportuno rimanere in esilio".

    "Preferisce un breve viaggio di ritorno ad Azkaban?" disse seccamente Severus, guadagnandosi uno sguardo di rimprovero "Beh, io non avrei obiezioni".

    "Mi dispiace deluderti, Severus, ma non lascerò che accada. Sirius Black è nostro alleato, e come tale...".

    "E come tale vuoi la mia parola che non rivelerò dove si trovi" scegliendo una facciata di noia piuttosto che esporre la sua irritazione in rapida crescita, Severus soffocò uno sbadiglio "Come desideri, Preside. È tutto?".

    Silente sembrò vagamente divertito, il che non era mai un buon segno "Non proprio".




    Mezz'ora dopo, Severus era in preda a una furia imponente. Fottutamente tipico. A più di una mezza dozzina di altre persone poteva essere assegnato quel compito, ma quando mai era stato quello il punto? Era il capro espiatorio, vulnerabilità e risentimenti per sempre alla mercé di uno che sembrava divertirsi nel metterlo nelle peggiori situazioni possibili. Fottuto Silente, sempre desideroso di spingerlo al limite e oltre. L'uomo era un sadico, forse anche più del Signore Oscuro, a volte. Almeno quest'ultimo aveva un approccio semplice, sorprendentemente giusto per un pazzo sociopatico. 'Fai quello che ci si aspetta e sarai ricompensato. Fallisci e sarai punito'.

    Non che odiasse di meno il Signore Oscuro. L'assassino di Lily avrebbe potuto essere un santo benevolo in ogni altro modo e Severus gli avrebbe comunque augurato una morte lenta e straziante. Era solo snervante rendersi conto che i suoi due padroni non erano così diversi come sembravano essere.

    I pacchi stavano aspettando nel suo ufficio. Oh, come era allettante sputare nel cibo, o forse applicare un incantesimo pruriginoso alle coperte. Ma come era avvenuto con Lupin e la sua dannata pozione Luparia, Severus sapeva molto bene che Silente lo stava mettendo alla prova. E così non fece nulla, si limitò a restringere gli oggetti e se li ficcò in tasca prima di partire per Hogsmeade.

    Come aveva immaginato, la grotta fu facile da trovare. Avendo già lanciato un incantesimo di Disillusione su se stesso, Severus si avvicinò in silenzio, determinato a cogliere di sorpresa il suo nemico e, sperava, spaventarlo.

    Sirius era in forma umana, seduto contro il muro della caverna. Era un posto sgradevole, piccolo e angusto, che odorava vagamente di muffa e vegetazione in decomposizione. O forse era lo stesso Black a emanare quell'odore? Severus non sarebbe stato sorpreso: l'uomo era lercio.

    Quando si avvicinò, divenne evidente che Sirius stava parlando a se stesso. Allora era davvero impazzito? Non che Severus avrebbe sentito una traccia di simpatia, ovviamente, ma l'instabilità mentale poteva rivelarsi problematica se Silente gli avesse fornito informazioni sensibili. Era capace di mantenere un segreto?

    "Forse hai ragione" stava dicendo "Ma sai, James ha sempre pensato che...".

    Fermandosi a un paio di passi di distanza, Severus sorrise "Parli con i fantasmi?" disse in tono setoso mentre rompeva l'incantesimo.

    Black urlò, il che fu estremamente gratificante. Il suo viso era bianco come il gesso, i suoi occhi sporgenti in modo comico mentre fissava la figura alta che incombeva su di lui. Beh, non si era fatto la pipì addosso, ma quella reazione era abbastanza buona. Per il momento.

    "Meno male che ho lanciato un veloce Muffliato" disse Severus "Gli abitanti di Hogsmeade presumono già che la Stamberga Strillante sia infestata grazie a quel tuo amico bestiale. Non c'è bisogno di alimentare le voci che potrebbero esserci anche le banshee".

    "Cosa vuoi, Mocciosus?".

    "Primo, eviterai di chiamarmi così. Secondo...".

    Sirius lo guardò in cagnesco "Oh, davvero? Oppure cosa?".

    "Per cominciare, io ho una bacchetta e tu no. Mi è anche capitato di conoscere la posizione esatta di un pericoloso fuggitivo... informazioni che il Ministero troverebbe senza dubbio di grande interesse. Sarebbe così facile lasciare che qualcosa mi scappi di bocca...".

    "Sei sempre stato un bastardo, Mocc... Piton".

    "Comunque" rispose Severus quasi piacevolmente. Si stava godendo la paura negli occhi dell'altro uomo, la consapevolezza quasi palpabile della sua posizione vulnerabile. Forse questo non era un brutto compito dopotutto - anzi, avrebbe anche potuto ringraziare Silente in seguito.

    "Cosa vuoi?" ripeté Sirius con uno sguardo accigliato "O, più precisamente, cosa devo fare per farti andare?".

    "La tua impazienza sembra piuttosto fuori luogo. A differenza di te, io sono quello che ha davvero di meglio da fare stasera. C'è un buon pasto e un letto caldo che mi aspetta a Hogwarts. Forse anche un bagno caldo, se mi va. Sì, mi sa che lo farò... dopo aver consegnato questi pacchi" li tirò fuori e li riportò alla loro dimensione normale, lasciandoli cadere a terra con noncuranza "Silente manda i suoi saluti".

    E poi accadde qualcosa di inaspettato - Severus provò una fitta di compassione quando Black ritirò il cibo e lo trangugiò come un animale affamato. Era solo una cosa fugace, fatta a pezzi dal commento successivo, ma comunque snervante.

    "Allora, l'hai avvelenato?" Sirius mormorò intorno a un boccone di pane "Non sarei sorpreso".

    "Può essere" Severus si strinse nelle spalle, sistemandosi una piega invisibile dalla manica "Troppo tardi, in ogni caso. Dovresti davvero stare più attento".

    Senza un'altra parola, si materializzò ai margini della città, poi tornò a Hogwarts con un sorriso soddisfatto sulle labbra.




    "Lils?".

    'Sono qui' si precipitò giù dal soffitto della caverna, posandosi sulla spalla di Sirius. Nonostante la sua espressione furiosa, aveva un aspetto migliore di quanto non avesse da giorni. Il cibo gli aveva ridato un po' di colore al viso e non tremava più, avendo scoperto la spessa coperta di pile che aveva avvolto comodamente intorno al suo corpo magro.

    "Fottuto Mocciosus. Perché Silente ha dovuto mandare lui tra tutte le persone?".

    'Perché ci si può fidare di Severus. E, per favore, non chiamarlo così - sai che mi dà fastidio'.

    Sirius sbuffò "Quell'idiota untuoso tradirebbe la nostra parte in un batter d'occhio se andasse a suo vantaggio. So che hai un debole per lui, Lils. A quanto pare anche Silente... Dio solo sa perché. Ma non è chi pensi che sia. Gli è sempre importato solo di se stesso".

    'Hai torto'.

    "Davvero? Aspetta e vedrai. Aspetta finché Tu-Sai-Chi ritornerà, poi vedrai se il tuo prezioso Mocciosus è ancora impegnato nella preparazione della pozione Luparia e per fare il lavoro di Silente. Oh no, diventerà di nuovo un traditore prima che tu possa...".

    'Smettila di chiamarlo così!'.

    Sorpreso dalla sua veemenza, Sirius si bloccò prima di emettere un sospiro pesante "Va bene, va bene. Ma vorrei davvero che non ti comportassi così, Lils. Non merita la tua gentilezza. Non l'ha mai meritata".

    'Non merita il tuo odio!'.

    "Cosa?! Oh, andiamo... hai visto come mi ha appena trattato. Come puoi difenderlo?".

    Lily lo studiò per un momento, guardandolo attraverso i suoi minuscoli occhi da insetto 'Dopo tutto quello che gli hai fatto...'.

    "Storia vecchia".

    'Eppure non ti viene mai in mente di scusarti, di cercare di fare ammenda per il passato. Non puoi lasciare che una ferita marcisca e aspettarti che guarisca da sola'.

    "Ha ricevuto quello che si meritava!" Sirius esplose, sembrando quasi pazzo "Per cosa diavolo dovrei scusarmi?".

    'Di averlo quasi ucciso potrebbe essere un buon punto di partenza'.

    "Alla Stamberga Strillante?" sembrò subito a disagio, ma presto assunse un'espressione testarda, quasi petulante "Diavolo, era solo uno scherzo. Comunque, non sarebbe successo in primo luogo se non fosse sempre stato in cerca di motivi per farci espellere. È stata colpa sua".

    Lily lo fissò in silenzio, divisa tra tristezza e furia impotente. Per la prima volta, capì completamente di cosa aveva parlato Severus quando aveva continuato a parlare dei preziosi Grifondoro che non potevano fare nulla di sbagliato. Questo era il prezzo di quel favoritismo... il fatto che Sirius avrebbe potuto mettere qualcuno in pericolo mortale ma non provare rimorso per averlo fatto. Perché avrebbe dovuto, quando gli era stato insegnato che era solo un'altra piccola trasgressione da scusare, senza conseguenze durature?

    La portò a chiedersi cos'altro fosse stato nascosto sotto il tappeto durante i loro anni scolastici. Di quanto si era reso conto Silente, chiudendo un occhio a causa di chi era coinvolto? Non aveva mai saputo che Severus avesse riferito di incidenti, aveva sempre pensato che fosse stato l'orgoglio a farlo tacere. Ma se fosse stato qualcosa di più... la consapevolezza che l'aiuto non sarebbe stato dato anche se lui lo avesse chiesto?

    Ad ogni modo, ora si rese conto che Silente aveva deluso entrambi i ragazzi in modi completamente diversi. Storia vecchia? Giusto. Quasi 20 anni dopo ed entrambi stavano ancora pagando il prezzo di quella negligenza. Era solo un peccato che solo uno dei due potesse vederlo per quello che era. L'altro? Era stato sia tragico che sorprendente che avesse potuto sopportare così tanto - la perdita del suo migliore amico, tutti quegli anni in prigione - senza mai essersi evoluto oltre la mentalità di un ragazzo adolescente troppo privilegiato.

    'Sirius, io...' ma quale sarebbe stato il punto di continuare quella discussione? Non poteva costringerlo a riconoscere ciò che era chiaramente riluttante a vedere. La futilità la deprimeva, così come i pensieri di Severus, che era stato molto più solo di quanto avesse mai pensato. E non era cambiato, vero? Ancora senza amici e infelice, ancora banalizzato da Dumbledore anche quando aveva tutte le ragioni per sentirsi come lui. A Sirius era sempre andato tutto bene - aveva sempre avuto i suoi difensori, persone che lo amavano e gli dicevano che tutto sarebbe andato bene. Ma Severus?

    "Cosa c'è, Lils?".

    'Io... penso che noi - tu - dovremmo dire a Severus la verità. Riguardo me'.

    La fissò, sbalordito "Sei fuori di testa, cazzo".

    'Mi fido di lui, Sirius. So che non capisci le mie ragioni, ma mi fido. Non mi tradirebbe mai'.

    "Giusto. Ti rifiuti di farmelo dire a Silente, il mago più saggio e degno di fiducia che abbiamo mai conosciuto, eppure vuoi che riveli il tuo segreto a quel... quel... dannato stronzo, che cazzo stai pensando?!".

    'Sto pensando a cosa è meglio per me. Lo farai?'.

    Sirius scosse la testa con veemenza "Non tra un milione di anni. Anche se mi credesse, il che è altamente improbabile, questa è una sciocchezza. Non ti permetterò di metterti a rischio solo perché hai uno strano attaccamento per quel grasso bastardo. Devo a James più di questo".

    'Questo non ha niente a che fare con James'.

    "Come diavolo non ha a che fare con lui! Non mi perdonerebbe mai se...".

    'Non sono proprietà di James!' gli disse furiosamente 'O tua! Potrei non sembrare così, ma sono una donna adulta. Sono perfettamente in grado di prendere le mie decisioni e voglio che Severus sappia la verità!'.

    Sirius le lanciò uno sguardo tagliente "Non succederà, Lily. Non attraverso di me. Puoi odiarmi se vuoi, ma non ti metterò alla mercé di un fottuto Mangiamorte. Assolutamente no".

    'Non puoi semplicemente...' ma non aveva senso completare il pensiero.

    Lo lasciò senza un'altra parola, disperata di essere lontano da lui, ansiosa di trovare un'altra soluzione. Era stato un bene prendersi tempo quando aveva pensato che lui l'avrebbe aiutata a rivelare la verità quando fosse stata pronta. Chiaramente, non era così. Stupido arrogante e testardo. Cosa gli dava il diritto di prendere questa decisione per lei, di ignorare ciò che sentiva fosse meglio per se stessa? Dio, era stata un'idiota… stupida ad aspettare così a lungo, stupida a credere che James non sarebbe stata la motivazione principale in tutto ciò che Sirius aveva scelto di fare. Lei era stata solo quello per lui, no? Non una persona a sé stante, solo un'estensione del suo ex marito.

    Quella lealtà ossessiva ed esasperante. C'era stato un tempo in cui l'aveva ammirata. Adesso sembrava una gabbia.

    Poteva sentire i confini di quella gabbia chiudersi intorno a lei mentre volava verso Hogwarts, pesante e soffocante. Per così tanto tempo aveva esitato, stando il silenzio per paura dell'ignoto. Quella sensazione ora era svanita, ma cosa c'era a sostituirla? L'improvviso bisogno travolgente di essere vista e ascoltata, sì, ma come avrebbe potuto farlo accadere?

    Minerva? No. Un altro Animagus era la scelta più ovvia, ma la vicepreside era troppo vicina a Silente. Nonostante il suo cambiamento di opinione, l'istinto diceva ancora a Lily che il vecchio preside non doveva saperlo. Era diventata fin troppo consapevole del comportamento manipolativo di Silente, di come usava gli altri a suo vantaggio e talvolta anche per il suo divertimento. Severus ne era la prova, così come lo era Harry, che aveva ripetutamente messo alla prova le sue capacità ben oltre ciò che qualsiasi bambino avrebbe dovuto sopportare. Fidarsi del suo ex eroe non era più un'opzione, né lei era disposta a sacrificare il vantaggio che aveva di poterlo osservare senza farsi notare.

    No, se doveva rivelarsi a qualcuno, doveva essere Severus. Avrebbe mantenuto il suo segreto, l'avrebbe portato nella tomba se glielo avesse chiesto. Oltre a ciò, era uno dei pochi maghi che possedeva sia la conoscenza che l'abilità per aiutarla a uscire da quella situazione se fosse stato possibile farlo. Sì, e probabilmente l'unico che non l'avrebbe fatta con un'agenda nascosta. Non lo avrebbe fatto perché era stata sposata con il suo migliore amico o perchè avrebbe potuto rivelarsi vantaggiosa nella guerra imminente. Con Severus, l'amore sarebbe stata l'unica motivazione... l'unica di cui poteva fidarsi ancora.

    Per quanto la cosa fosse confortante, tuttavia, non risolveva ancora il problema più grande. Come avrebbe dovuto farglielo sapere?




    Severus non aveva idea da dove fosse arrivato quel dannato gatto. Era apparso nei suoi alloggi privati una notte e da allora non era più riuscito a liberarsene.

    La prima ipotesi era stata naturalmente che appartenesse a uno degli studenti, ma tutte le sue domande in tal senso avevano dimostrato il contrario. Nemmeno un Animagus: aveva testato quella teoria dopo essere uscito dalla doccia per scoprire che la creatura lo fissava piuttosto intensamente. Non era stato così insolito di per sé, ma il modo in cui aveva distolto rapidamente gli occhi con un'espressione di vergogna era stato strano, quasi umano. Ma l'incantesimo non aveva rivelato nulla, solo un altro strano momento in cui aveva immaginato che il gatto sembrasse deluso dal fatto che non avesse funzionato.

    Ciò portò Severus alla conclusione che stesse immaginando delle cose, senza dubbio l'effetto di troppo stress e di troppo poco sonno. Dire che quell'anno non stava andando bene era un eufemismo: estranei nel castello, il Marchio Oscuro che gli dava costante motivo di preoccupazione e il maledetto Potter in gara in quel dannato torneo. Come se cercare di mantenere in vita il ragazzo non fosse abbastanza difficile senza gettare draghi e terrori sottomarini nel miscuglio.

    Tuttavia, era rimasto solo un compito da svolgere e non gli importava davvero del suo nuovo compagno di stanza. Era un essere carino, dolce e simpatico, un calicò con grandi occhi verdi. In effetti, non gli ci era voluto molto per iniziare a prendere in prestito cibo per gatti da Gazza e il fatto che lei dormisse nel suo letto aveva cessato di essere una battaglia di volontà dopo le prime due notti. In quei giorni, di solito, si svegliava con lei distesa sul suo petto o rannicchiata contro il suo fianco. Era... confortante.

    Ma a volte lo lasciava con una sensazione particolare, come se ci fosse una verità nascosta che non riusciva a individuare del tutto. Il modo in cui lei lo guardava a volte, quegli occhi felini che sembravano implorare qualcosa che lui non capiva. Anche lei era sensibile ai suoi stati d'animo, molto più di qualsiasi animale che avesse mai incontrato. Quando aveva avuto una brutta giornata (beh, peggiore del solito), lei faceva di tutto per essere più affettuosa. Ma la cosa ancora più strana era come aveva affrontato il suo carattere. Poteva essere furioso con Silente e lei lo fissava con occhi comprensivi... eppure il giorno in cui si era arrabbiato con Potter per aver fatto irruzione nei suoi magazzini privati, lei lo aveva graffiato, poi si era rifiutata di dormire nel suo letto per diversi giorni.

    Stava mettendo in dubbio la sua sanità mentale nel pensare così, ma era davvero come vivere con una donna.




    Lily era perplessa.

    Per mesi aveva vissuto a stretto contatto con Severus, con l'eccezione di occasionali incursioni per controllare Harry o brevi visite alla caverna sopra Hogsmeade. Sfortunatamente, non era più vicina a una soluzione.

    Aveva fatto numerosi tentativi per convincere Sirius a intervenire in suo favore, ma non erano arrivati a niente. Ogni volta che l'argomento veniva fuori, sembrava solo diventare più ostinato, più determinato a proteggere la sua esistenza dal suo nemico. Di conseguenza, non andavano proprio d'accordo in quei giorni. Si sentiva ancora obbligata a fargli visita, ovviamente, ma era sempre sollevata di tornare nella relativa pace degli alloggi di Severus.

    Severus... una volta che aveva deciso che avrebbe dovuto sapere la verità, era diventata una specie di ossessione. Aveva pensato brevemente di scrivere un messaggio come aveva fatto nella cucina di sua sorella tanti anni prima. Ma cosa poteva dire? Come poteva sperare di esprimersi in modo che lui non pensasse che fosse uno scherzo crudele?

    No, aveva bisogno di qualcosa di più sostanziale, qualcosa che non sarebbe stato immediatamente scartato da un uomo cinico per natura.

    Nel frattempo, il tempo era scaduto, almeno per quanto riguardava l'anno scolastico. Era già giugno e anche adesso che si stava preparando ad entrare nel labirinto con suo figlio per il terzo e ultimo compito. Era stata lì per tutti loro, anche se lui non l'avrebbe mai saputo... anzi, era piuttosto orgogliosa di come avesse affrontato le sfide che gli erano state gettate in faccia fino a quel momento e non si aspettava che anche questa volta sarebbe stato diverso.

    Oh, ma lo era. Nessuno notò la falena svolazzare freneticamente nel labirinto dopo che i ragazzi erano scomparsi. Nessuno la vide posarsi sulla spalla di Harry non appena tornò, singhiozzando di angoscia accanto al corpo martoriato del suo amico. Ma lei era lì, scossa fino in fondo dal sussurro aspro che gli sfuggì dalle labbra.

    "È tornato. È tornato. Voldemort".

    E, proprio così, il mondo fu immerso nell'oscurità.


    Continua...
     
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    Capitolo 19 - Sospetti



    Lily odiava il numero 12 di Grimmauld Place, seppur il fatto che fosse umido e deprimente, puzzava di muffa e non vedeva una buona spolverata da un secolo avesse poco a che fare con i suoi sentimenti. Dopotutto, aveva trascorso del tempo in posti peggiori, specialmente durante tutti gli anni in cui aveva vissuto come un animale.

    Ma in nessun altro posto si era sentita così sgradita, come se i muri stessi avessero assorbito i pregiudizi di innumerevoli generazioni. La casa puzzava di superiorità purosangue, molto più odorosa dei mucchi di vecchia spazzatura in cui aveva dovuto vivere durante i suoi primi giorni. In qualsiasi altra circostanza, avrebbe trovato delle scuse e avrebbe cercato un altro posto dove stare, ma questo era l'unico posto in cui aveva accesso a due cose cruciali.

    La biblioteca della famiglia Black era rinomata in tutto il mondo dei maghi, una vasta collezione contenente alcuni dei libri magici più rari e antichi che si possano trovare. Se c'era qualche possibilità di scoprire un controincantesimo per qualsiasi incantesimo che Voldemort le avesse lanciato contro, avrebbe avuto maggiori possibilità di trovarlo lì che altrove.

    E, naturalmente, aveva bisogno che Sirius l'aiutasse a leggere quei libri, dato che era l'unica persona che conosceva la sua situazione e poteva comunicare con lei direttamente.

    "Sai, Lils" disse con un sorrisetto "Potrei sempre prendere una scimmia da compagnia. Quindi potresti passare ad essa e fare tutto da sola. Avendo i pollici opponibili e tutto il resto".

    'Molto divertente' lei pensò con non poca dose di sarcasmo.

    "Oh, andiamo. Non è una cattiva idea".

    'E come lo spiegheresti ai membri dell'Ordine? Ti sei svegliato un giorno e hai deciso che dovevi avere una scimmia?'.

    "Certo, perché no? Pensano già che io sia pazzo. Dubito che alzerebbero un sopracciglio" ridacchiò, ma era un suono privo di senso dell'umorismo che non fece nulla per nascondere la sua amarezza.

    Quella era l'altra ragione per cui Lily odiava Grimmauld Place - dal momento in cui avevano varcato la porta, l'umore di Sirius aveva preso una piega in negativo, persino più cupo di quando era fuggito in preda alla rabbia. Aveva fatto del suo meglio per mostrare una faccia coraggiosa per gli altri, ma era palpabile... come se una parola sbagliata potesse mandarlo subito in una spirale.

    'Penso che per ora resterò un gatto, se a te sta bene'.

    Sirius si strinse nelle spalle "Ok. Era solo un suggerimento".

    'Hai trovato qualcosa?'.

    "Non da quando me l'hai chiesto cinque minuti fa".

    'Scusa. Mi sento come se stessi finendo il tempo'.

    "A causa di Tu-Sai-Chi?".

    Lily saltò giù dal suo trespolo sul davanzale della finestra, andando a sedersi ai suoi piedi 'Si, suppongo. Quello e tutto il resto'. Sirius non le chiese di approfondire, così, dopo che erano passati alcuni minuti, cambiò argomento.

    'Ti consiglio di finire presto. Remus farà capolino se rimani qui ancora a lungo. Non vogliamo che si chieda perché sei chiuso nella tua camera da letto a leggere...' fece una pausa, fissando il libro rilegato in pelle rosso sangue 'Magia oscura per alleggerire l'umore. Hmmm... suona molto accattivante'.

    "Potremmo semplicemente dirgli la verità, sai".

    'Ti ho già detto che è fuori questione'.

    "Eppure volevi dirlo a Mocc..." si fermò quando lei emise un sibilo basso "Dirlo a Piton. Comunque sia. Continuo a non capirlo, Lils. Perché lui sì e Remus no? Uno è l'amico più gentile e leale che abbiamo mai avuto. L'altro è...".

    'Qualcuno di cui io mi fido. Senti, Sirius, non ho più voglia di affrontare questa discussione. Mi fido di Severus. Non mi aspetto che tu capisca perché e certamente non ti sto chiedendo di essere d'accordo con me, ma ho le mie ragioni. E se gli parlassi di me...'.

    "Mai" Sirius chiuse il libro decisamente, buttandolo sul tavolo vicino alla sua poltrona prima di prenderne uno più piccolo "Lo dirò a Remus. Silente, i Weasley, chi vuoi tu. Lo dirò a Harry stesso, se vuoi. Ma Piton? Assolutamente no".

    Lo fissò per un momento, poi si voltò e si allontanò. Da quanto tempo era lì? Poche settimane? Ogni giorno era lo stesso, pieno di discussioni inutili insieme a una ricerca che cominciava a sembrare altrettanto inutile. Probabilmente Voldemort aveva inventato l'incantesimo da solo, senza mai preoccuparsi di una contromaledizione. E seppur fosse vero che la maggior parte delle cose erano reversibili, conoscere qualcosa sull'incantesimo originale era cruciale per capire come aggirarlo.

    Poi, di nuovo, Sirius aveva letto forse solo un decimo dei libri che avevano a disposizione. Troppo presto per arrendersi, ma questo era il problema di Grimmauld Place. Aveva un modo inspiegabile di risucchiare la speranza da una persona.

    Dunque, difficilmente si era aspettata il rantolo acuto che Sirius emise pochi minuti dopo, seguito da un sussurro "Mio Dio, Lily. Penso di aver trovato qualcosa".




    Tutto considerato, Severus suppose di essere stato fortunato. Voldemort aveva accettato le sue scuse sul motivo per cui gli ci erano volute ore prima di rispondere a quella convocazione iniziale, lo aveva persino elogiato per aver mantenuto la sua copertura per così tanti anni. Di gran lunga preferibile a quello che era successo ad alcuni degli altri Mangiamorte, molti dei quali erano ancora fuori uso a causa delle torture che il loro signore gli aveva inflitto.

    Nel frattempo, Severus stava godendo di un nuovo livello di prestigio tra i seguaci del Signore Oscuro. Non c'era bisogno di preoccuparsi di essere costretto a partecipare ad atti casuali di brutalità - Voldemort stava mantenendo un basso profilo per il momento e, in ogni caso, Severus era molto apprezzato per l'intelligenza che poteva fornire. In effetti, il suo signore lo aveva messo in guardia dal correre rischi inutili e non aveva perso tempo nell'informare gli altri Mangiamorte che non gli si doveva fare del male.

    Quanto tempo avrebbe potuto contare su una simile tregua era un'altra questione, ma per il momento era... rassicurante. Più confortante, in effetti, di quello che aveva trovato a Grimmauld Place quando era stato obbligato a fare un'apparizione.

    Non che qualcuno l'avesse mai aggredito. Al contrario, avevano fatto di tutto per estendere ogni cortesia. Ma Severus poteva sentirlo appena sotto la superficie - il persistente sospetto riguardo la sua vera fedeltà, muscoli tesi pronti a colpire se si fosse rivelato un impostore. Stranamente, Black era stato il più facile da affrontare - a differenza degli altri membri dell'Ordine, non si era fatto problemi a nascondere la sua ostilità.

    Inoltre, Sirius era in svantaggio ed entrambi lo sapevano, il che diede a Severus non poca quantità di piacere. Era lì, intrappolato in quella casa miserabile, incapace di fare un bel niente per aiutare nella guerra. Tragico, eppure non meno di quanto si meritasse per una vita piena di arroganza, o per gli anni trascorsi a trattare Severus come se la sua stessa esistenza valesse meno di niente.

    In effetti, chi era l'inutile adesso? Se fossero riusciti a prevalere, Severus sarebbe stato determinante per vincere la guerra, un'amara realtà con cui Black avrebbe dovuto convivere per il resto della sua vita. Oh, e si augurava che sarebbe stata lunga in quel caso.

    Forse non c'era bisogno di schernirlo: una frustrazione impotente incombeva su di lui come un sudario, che Severus lo provocasse o no. Poteva non essere nemmeno la cosa più saggia da fare, visto che Sirius doveva cercare una scusa per commettere qualche atto di coraggio insensatamente stupido che probabilmente lo avrebbe fatto uccidere. Ma Severus non poteva farne a meno - anche quando cercava di essere civile, i suoi sforzi venivano accolti da commenti maligni, o per lo meno, uno sguardo sprezzante.

    Allora perché privarsi di uno sfogo perfetto per le sue frustrazioni? Non che Sirius fosse utile per molto altro in quei giorni e Severus aveva pochi piaceri nella sua vita. Tanto valeva sfruttare al massimo quello.

    "Traditore! Lurido! Dissacri la casa dei miei antenati, la casa più nobile di...".

    "Fottiti" ringhiò Severus. Si fermò per tirare le tende sul ritratto che aveva inavvertitamente disturbato, i suoi sforzi resi notevolmente più facili dall'incantesimo che mormorò sottovoce.

    "Come diavolo hai fatto?"

    Alzò lo sguardo e vide Black in piedi, in cima alle scale, che lo guardava accigliato come se avesse solo voglia di prendere la sua bacchetta. Bene, che ci provasse. Uno dei vantaggi di essere di nuovo intorno ai Mangiamorte era che Severus aveva sperimentato alcune nuove maledizioni. Non che avesse intenzione di usarle, ovviamente, ma poteva sempre fare un'eccezione.

    "Ho usato un incantesimo" disse con un sorrisetto "Ovviamente".

    "Che incantesimo?".

    "Uno dei miei".

    Scendendo i gradini, Sirius gli lanciò uno sguardo sospettoso "Così, la scorsa settimana, quando l'intera casa era in subbuglio, quando non siamo riusciti a far chiudere la sporca bocca alla vecchia... hai detto che non avevi idea di come...".

    Severus cercò di non ridacchiare mentre immaginava la scena - Black urlando in oltraggio per rivaleggiare con quella di sua madre, Lupin in piedi con la faccia color cenere, inefficace come sempre mentre la signora Black lo chiamava un mutante e un mostro.

    "Mi è piaciuto sentire quello che aveva da dire".

    "Beh, questa è l'unica cosa che posso dire a favore di mia madre: almeno non era un'ipocrita".

    "Davvero?" Severus fece un passo avanti "L'implicazione è che io lo sia?".

    "Dimmelo tu".

    Sirius sembrava stesse per dire qualcos'altro, ma esitò quando una piccola creatura entrò sgattaiolando nella stanza. Riconoscendo immediatamente il gatto, lo stesso piccolo calicò che aveva passato così tanto tempo nei suoi alloggi durante l'anno scolastico precedente, Severus si accigliò. L'aveva cercato dappertutto l'ultimo giorno, deluso quando non era riuscito a trovarlo. Come diavolo aveva fatto a essere lì tra tutti i posti possibili? Una parte di lui avrebbe voluto chiedere, ma non così tanto da dare a Sirius l'impressione che gliene importasse.

    "Dove sono tutti?" disse, invece "Dovrei fare un rapporto questo pomeriggio".

    "Perché dovrei dirti dove sono? Tu sei la spia".

    Determinato a non perdere la poca pazienza che gli era rimasta, Severus entrò nella stanza adiacente e puntò la bacchetta contro una poltrona, borbottando un Gratta e Netta prima di sedersi "Molto bene" disse quasi piacevolmente "Aspetterò qui finché non torneranno".

    Sirius mandò gli occhi al cielo "Potresti farlo a me il rapporto, sai?".

    "Potrei fare un sacco di cose. Questo non significa che le farò".

    "Sei davvero il più... Torna qui!".

    Severus si irrigidì quando il gatto gli saltò in grembo, rilassandosi immediatamente quando vide che Sirius non era molto contento di quel nuovo sviluppo. Anche a lei stava simpatico, vero? Beh, peccato per lui. Aveva reso la sua preferenza fin troppo chiara se le fusa erano un'indicazione. Incapace di trattenersi, le fece un grattino sotto il mento.

    "Mettila giù" c'era da aspettarsi una gelosia meschina, forse, ma l'intensità nella voce di Sirius fu sorprendente.

    "Sembra abbastanza a suo agio dove si trova".

    "Mettila giù, Piton. Adesso".

    "No".

    Sirius si lanciò su di lui, ma Severus fu più veloce. In un lampo, bloccò Sirius sul pavimento, la bacchetta fuori che premette contro la sua giugulare.

    "Era davvero necessario?" Sirius ringhiò e Severus impiegò un minuto per capire che si stava rivolgendo al gatto, che era riuscito a infliggere un brutto graffio sulla sua guancia prima di fuggire dall'altra parte della stanza. Sembrava quasi… compiaciuta, dando a Sirius uno sguardo che diceva "Ti sta bene" prima di alzare la zampa per una pulizia accurata. Ancora una volta, Severus fu colto dall'impressione che ci fosse qualcosa di quasi umano in quella creatura.

    E poi, dal nulla, capì.

    "Quello non è un gatto".

    Avrebbe potuto giurare che Sirius fosse diventato un po' più pallido "Cosa? Levati di dosso, Mocciosus!".

    Rifiutando di muoversi, si ripeté, pronunciando ogni sillaba con gusto "Mi hai sentito. Ho detto 'Quello non è un gatto'".

    "A me sembra un dannato gatto!".

    "Disse l'Animagus".

    "Sei contento ora? Levati di dosso, brutto sporco bastardo, oppure io...".

    "Oppure cosa? Chiamerai aiuto? L'unica cosa che puoi fare in queste circostanze, per quanto posso vedere. E anche allora..." fece un sorriso minaccioso a Sirius, poi sussurrò "Muffliatio".

    Sirius sembrò quasi spaventato ora, il che fu gratificante "Non è un Animagus. Solo un normale gatto. Guarda tu stesso".

    "Oh, ho intenzione di farlo" si voltò verso il gatto, sorpreso di trovarlo seduto proprio dietro di lui. Naturalmente, aveva tentato l'incantesimo una volta, in precedenza, senza alcun effetto, ignorando il fatto che normalmente richiedesse due o più maghi per essere efficace. Forse aveva sottovalutato il suo potere: raro, ma possibile "Ho intenzione di farlo" ripeté più lentamente "E tu mi aiuterai".

    Sirius sbuffò "Difficile".

    Con un'alzata di spalle, Severus disse "Bene. Suppongo che dovrò solo parlare con Silente allora, informarlo dei miei sospetti. Sono sicuro che gli interesserà sapere che sembri ospitare uno sconosciuto...".

    "Va bene! Va bene, faremo quel fottuto incantesimo. Ora levati di dosso, così posso prendere la mia bacchetta".

    Severus si alzò in piedi, deviando facilmente la maledizione che gli lanciò "Bel tentativo" disse con un sorrisetto "Ora, se hai finito, possiamo?".

    "Se sei così ansioso di essere smentito, chi sono io per fermarti?" all'improvviso, Black sembrò stranamente allegro, il che destò i sospetti di Severus. Ma quando l'incantesimo fu fatto, perfettamente sincronizzato al conteggio di tre, sentì l'ondata di magia dell'uomo in piedi accanto a lui, vide il bagliore di una brillante luce blu che era potente quasi quanto la sua. E poi... niente. Il gatto era ancora un gatto e li fissava con un'espressione che sembrava curiosamente delusa. I gatti potevano anche fare delle smorfie? Beh, quello le faceva. I suoi occhi, rotondi e luminosi, più vividi del verde dei Serpeverde, lo supplicavano di fare qualcosa. Cosa, non sapeva, ma adesso era certo che non fosse solo un frutto della sua immaginazione.

    "Ah!" Sirius gridò trionfante "Vedi? Solo un gatto. Cosa dici ora, idiota?".

    "Dico..." disse Severus in un sibilo basso, avvicinandosi in modo che i loro volti fossero a pochi centimetri l'uno dall'altro "Che tu sei un dannato bugiardo. C'è qualcosa di più in quel gatto e puoi essere dannatamente sicuro che riuscirò a capire di cosa si tratta".

    "Oh sì? E come proponi di...?".

    "Legilimens!".

    La misericordia era l'ultima cosa nella mente di Severus mentre saccheggiava la testa di Black. Al contrario, infatti, poiché venne bombardato da innumerevoli ricordi, uno più nauseante dell'altro. Era un attacco intenzionale, si rese conto, lottando per mantenere la sua concentrazione mentre vedeva il suo io più giovane presentato in vari stati di miseria. Colpito da una maledizione, lottando per non gridare di dolore mentre i suoi aguzzini lo prendevano in giro con un Sirius compiaciuto proprio in prima linea. Lily... buon dio, Lily... giovane e bella, sorridendo mentre si avvicinava, si avvicinava... una visione di perfezione che fu portata via, immediatamente sostituita da quella di Lily e Potter. Questo ricordo lo fece a pezzi - il genere di cose su cui aveva passato vent'anni cercando di non pensare e di certo non avrebbe mai voluto rivedere. Lily stesa sull'erba nella Foresta Proibita - la testa gettata all'indietro, gli occhi chiusi, la gonna sollevata intorno alla vita mentre la mano di James lavorava furiosamente tra le sue gambe.

    Digrignando i denti, si fece scudo, il che era una buona cosa dato che era ben lungi dall'aver finito con Black. Di nuovo, vide Lily e Potter, questa volta aggrovigliati nelle lenzuola rosso sangue dei Grifondoro... sospirando, gemendo, contorcendosi insieme nella semioscurità. La visuale era in qualche modo ostruita, come se l'osservatore stesse guardando da dietro una porta leggermente socchiusa, forse, o attraverso una fessura nel muro. In un certo senso, era una benedizione, ma significava anche che...

    All'improvviso, Severus interruppe la connessione "Sporco pervertito! E chiami me un verme? Dimmi, lei sapeva che eri lì? Le hai mai detto la verità?".

    Sirius sembrò estremamente a disagio, come se si fosse appena reso conto di aver commesso un errore abnorme "Ho inventato tutto. La cosa migliore a cui potessi pensare per farti uscire dalla mia testa, miserabile...".

    Severus scosse la testa, sollevando di nuovo la bacchetta "No. Non sei così abile in Occlumanzia da poter mistificare qualcosa di così realistico. Certamente non al volo. L'hai guardata. Con lui, l'hai guardata. Quante volte, Black? L'hai fatto da solo, o tu e Potter eravate d'accordo? Sì, suppongo che lo foste. È proprio il genere di cose...".

    "James non ne sapeva niente" ringhiò Sirius, sembrando riguadagnare un po' della sua compostezza. Stranamente, continuava a guardare avanti e indietro tra Severus e il gatto, come se avesse paura di entrambi.

    "Davvero?" e poi, senza preavviso, Severus colpì come un serpente. Questa volta fu spietato, saccheggiando i ricordi come un feroce predone vichingo finché non trovò quello che stava cercando. Potter e Black si materializzarono nella sua coscienza, a pochi metri dal Platano Picchiatore. Il primo parlava con enfasi mentre il secondo alzava le mani in un gesto di resa.

    "Davvero, Ramoso, non è stato niente di che. Solo una piccola sbirciatina, sai?".

    "Non è questo il punto! Alcune cose sono private!".

    La versione più giovane di Black sbuffò e poi disse “Beh, e Marlene? Tu e Remus eravate proprio lì nella Sala Comune quando lei mi ha slacciato i pantaloni e ha iniziato...".

    "Non è la stessa cosa" disse Potter, scuotendo la testa con enfasi "Non è affatto la stessa cosa e lo sai. Marlene sapeva che eravamo lì e, inoltre, Lily non è così. Come pensi che si sentirebbe se le dicessi questo? Sarebbe umiliata!".

    "E allora non dirglielo. Io di certo non lo farò. Davvero, qual è il problema? Nessun danno".

    "Il problema è..." ma poi Potter sembrò sgonfiarsi, il suo cipiglio cedette il posto a un sorriso riluttante "Oh, non importa. Prometti solo che non lo farai più, ok?".

    "Ricevuto".


    Emettendo un suono di disgusto, Severus iniziò a ritirarsi. Ma poi esitò: le difese di Black erano completamente abbassate ora e, con quella realizzazione, ricordò lo scopo originario dietro la sua invasione. Il gatto, sì... sembrava un po' meno importante ora che i suoi pensieri erano invasi da Lily, ma questo non cambiava il fatto che stesse succedendo qualcosa con quella creatura, né che fosse nel suo interesse capire cosa fosse esattamente.

    Rapido come un fulmine, iniziò a trascinarsi tra i ricordi più recenti, annoiato a morte mentre osservava le varie minuzie dell'attuale esistenza di Black. Non c'era molto da vedere oltre le interazioni con gli altri membri dell'Ordine intervallate da patetici attacchi di depressione, anche se Sirius sembrava leggere molto di più di quanto si sarebbe aspettato. Interessante... soprattutto perché almeno un paio dei libri che aveva intravisto erano tomi di magia nera.

    Ancora più curioso era che nella maggior parte di queste occasioni il gatto fosse proprio lì, accanto a lui. Non comportandosi come un normale felino, chiedendo a volte una carezza dietro le orecchie o dormendo in grembo. Lo si poteva spesso vedere alle sue spalle, come se stesse leggendo le parole insieme a lui. E, soprattutto, Black le faceva delle domande, sembrando che si aspettasse una risposta ogni volta che lo faceva.

    "Quale? Serpenti sulla copertina? Non lo vedo".

    E in questa occasione, il gatto si era effettivamente avvicinato alla libreria, in piedi sulle zampe posteriori mentre toccava col naso il libro che stava cercando.

    Cosa diavolo stava succedendo? Non un Animagus, eppure in qualche modo chiaramente umano. Severus non aveva mai sentito parlare di una cosa del genere, anche in tutta la sua vasta lettura.

    Incuriosito ora, sfogliò i ricordi ancora più velocemente, sentendosi come se fosse stato nella testa di Black per ore anche se poteva essere solo questione di secondi. Ed eccolo lì, seduto sulla poltrona della sua camera da letto, a sfogliare quello che sembrava essere un diario: piccolo, semplice, con una copertina grigia sbiadita che un tempo avrebbe potuto essere blu.

    E mentre guardava incredulo, Sirius alzò la testa, sussurrando "Mio Dio, Lily. Penso di aver trovato qualcosa".


    Continua...
     
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    Capitolo 20 - Definire le scelte



    Lily osservò sconvolta mentre Severus incespicava all'indietro, accasciandosi contro il muro con la testa stretta tra le mani. Aveva capito cosa stava succedendo, avendo sentito in numerose occasioni che ora era un Legilimens e anche potente. Così potente che era sembrato come se Sirius fosse diventato una bambola di pezza sotto il suo comando... almeno fino a quando non si era improvvisamente trasformato nella sua forma animale.

    'Cos'è successo? Cosa ha visto?

    'Niente di cui non possa venirne fuori'
    Sirius parlò nella sua mente, anche se sembrava tutt'altro che convinto.

    'Che diavolo gli hai fatto?'.

    'Io a lui?!'
    Sirius, nella sua forma di cane, le ringhiò contro 'E lui cosa mi ha fatto?'.

    'Oh, giusto. Come se non stessi facendo tutto il possibile per provocarlo. E, a proposito, cos'è questa perversione di cui non so? Che cosa esattamente… ?'
    .

    I suoi pensieri svanirono mentre Severus si allontanava dal muro, il viso cinereo. Quando finalmente riuscì a parlare, la sua voce tremò, così lontana dai suoi soliti toni morbidi, tanto che fu sinceramente spaventata per lui.

    "Cosa..." disse lentamente, come se provasse un'enorme fatica a formulare ogni parola "Lily ha a che fare con questo?".

    Se fosse stato possibile per un cane alzare le spalle, era sicura che Sirius avrebbe fatto proprio quello. Invece, non reagì affatto, fissò solo Severus come se stesse aspettando che quest'ultimo gli tirasse un osso.

    ’Lo sa, Sirius. Lui sa! Ritorna umano e digli il resto, per favore! Se qualcuno può aiutarci a capire il resto dell'incantesimo, quella persona è lui. Sai che può!'.

    'Assolutamente no, Lils. Prima di tutto, non ha visto abbastanza per "sapere" nulla. E secondo...'.

    'Dannazione, Sirius, ne ho abbastanza di questo gioco! DIGLIELO!'
    .

    "Torna umano" disse Severus, facendo eco alle parole di lei con toni bassi e minacciosi "Adesso".

    Sirius scosse la testa.

    "Ti do cinque secondi. Forzami la mano e te ne pentirai".

    'Sirius, fai quello che dice. Per favore'.

    'E fargli pensare di avere tutto il potere? Non credo proprio, Lily'
    .

    Lei si avvicinò a Severus, che la guardò con un'espressione illeggibile.

    "Magia oscura" disse, la sua voce un po' più ferma ora "Un gatto che sembra... insolitamente intelligente. Hai invocato il nome di una donna morta da quattordici anni. Hai chiamato la gatta con il suo nome, vero? O è qualcos'altro? Tempo scaduto, Black. Voglio una spiegazione".

    Nella testa di Lily, Sirius rise.

    'Non può fare un bel niente e lo sa: ce ne vogliono almeno due di persone per lanciare quell'incantesimo. Cosa farà adesso?'.

    'Sottovalutalo e sarai uno sciocco, Sirius. Torna umano e digli la verità'.

    'No'
    .

    Severus attraversò la stanza a passi aggraziati, fermandosi direttamente di fronte al cane. I suoi occhi scuri brillavano alla luce della lampada, dita lunghe e sottili che stringevano la sua bacchetta come un'ancora di salvezza mentre sussurrava l'incantesimo. Il lampo di luce blu che fuoriuscì dalla punta, questa volta, fu quasi accecante, il prodotto di una miscela letale di immenso potere e pura determinazione. Sirius gridò, uno strano suono gutturale che era per metà umano e per metà canino, mentre il suo corpo si contorceva e si rimodellava in una forma diversa. E quando la luce si spense, eccolo lì: tremante e senza parole, ma se stesso. Si lanciò verso la sua bacchetta, con Severus che non fece alcunchè per fermarlo.

    "Se insisti per un duello, sarò felice di accontentarti" disse invece Severus, la sua bacchetta ancora alzata "Ma nel tuo caso, sembra che ci sia molta sgradevolezza da sopportare semplicemente per evitare alcune domande... domande a cui prima o poi avrò risposta, indipendentemente da quello che scegli di fare adesso".

    La rabbia che emanava Sirius era palpabile. Lily poteva sentirlo avvelenare l'atmosfera intorno a loro e, per la prima volta, fu davvero terrorizzata. Se fossero passati ai fatti, i risultati avrebbero potuto essere devastanti. Severus, lo sapeva, era il più potente dei due - lo aveva già dimostrato. Ma era anche più probabile che si sarebbe trattenuto, mentre non c'era modo di dire cosa avrebbe potuto fare Sirius in un momento di rabbia. Inoltre, non era esattamente confortante ricordare che Sirius aveva già cercato di far uccidere Severus almeno in un'occasione.

    'Per favore, Sirius. Per favore, non peggiorare le cose più di quanto già non lo siano. Per amor mio, ti supplico'.

    La sua voce fu un brutto ringhio nella sua testa 'È principalmente per il tuo bene che vorrei dare a questo grosso bastardo quello che si merita. Per te, per James, per Harry...'.

    'Non ha mai fatto nulla per ferirci, Sirius. Soprattutto a me'.

    'È UN FOTTUTO MANGIAMORTE!'.

    'No, non lo è. Qualunque cosa abbia fatto in passato, non è come gli altri. Non lo è mai stato. Per favore, se non puoi fidarti di lui, almeno fidati di me. Lascialo andare e digli la verità'
    .

    Severus stava ancora aspettando una risposta, i muscoli tesi e pronti, la bocca fissata in una linea arcigna. Sirius gli lanciò un'occhiata, poi le rispose 'Bene. Va bene, non inizierò a lanciargli contro maledizioni. Ma non gli dirò nemmeno la verità'.

    'Ma potrebbe aiutarci! Sai che potrebbe!'.

    'Non abbiamo bisogno di aiuto, Lily, specialmente da persone come lui. Se sei ancora determinata a non dirlo agli altri, lo scoprirò da solo. Proprio come ti avevo detto che avrei fatto'
    .

    "Dunque?" disse Severus, sorprendendo entrambi "O iniziamo a duellare o tu inizi a parlare. A te la scelta, ma non starò qui tutto il giorno. A differenza di te, ho cose migliori da fare. Combattere una guerra, per esempio, o prepararmi per un altro anno di un'attività lucrativa".

    Lily trasalì quando Sirius fece un passo avanti, il suo viso chiazzato di indignazione. Era di questo che si trattava, si rese conto, proiettando i suoi pensieri su di lui senza rendersi conto coscientemente che lo stesse facendo.

    'Io, l'incantesimo... questo riguarda te, Sirius. Stai cercando di metterti alla prova, di fare l'eroe. E non puoi sopportare il pensiero che Severus ti porti via questa parte'.

    'Basta, Lily'
    le rispose, sorprendendola con la sua veemenza 'Non osare girare le carte contro di me, quando lui... non importa. Senti, mi dispiace. Vuoi che glielo dica? Bene. Allora è quello che farò'.

    Abbassò la bacchetta, incontrando lo sguardo fisso di Severus mentre diceva "Non ho chiamato il gatto per Lily. Lei è Lily. Cosa hai da dire adesso?".

    Quando gli occhi di Lily si furono ripresi dal lampo accecante di luce cremisi, Sirius gemeva piano, accartocciato sul pavimento. L'unica indicazione che Severus fosse stato lì fu lo sbattere della porta, rimbombando per la casa e lasciando dietro di sé una cacofonia di odio.

    'Dannati traditori! Mezzosangue! Mutanti e mostri, venuti a dissacrare...’.




    Severus beveva raramente in quei giorni. Farlo non era certo una buona idea, dal momento che il Signore Oscuro poteva chiamarlo in qualsiasi momento e sarebbe stato fondamentale essere in pieno possesso delle proprie facoltà mentali se ciò fosse accaduto. D'altra parte, il ritorno a scuola gli dava una rete di sicurezza: ora veniva convocato molto meno spesso e, se necessario, poteva escogitare una scusa ragionevole sul motivo per cui era arrivato in ritardo di alcune ore. Questo gli avrebbe dato tutto il tempo per smaltire la sbornia.

    A sostegno di questa conclusione, una persona generosa aveva lasciato una bottiglia di Ogden nella sala professori. Avendola rivendicata senza esitazione, Severus era fuggito nei suoi alloggi privati, dove ora la teneva stretta in mano, portandola alle labbra ogni tanto mentre fissava malinconico il fuoco.

    Nonostante i suoi sforzi, non riusciva a smettere di pensare al confronto con Black. 'Lei è Lily'? Che razza di sciocchezza era quella? Senza dubbio era stato un tentativo di ferirlo, il che, vergognosamente, aveva funzionato fin troppo bene. Ma visto con tutto il resto... il comportamento peculiare del gatto, tanto per cominciare, Severus non sapeva cosa pensare. Troppe domande...

    Non poteva essere vero. No, era una follia. Lily era morta. Aveva tenuto il suo corpo senza vita tra le braccia, aveva subito la sua perdita ogni giorno, ogni ora, ogni minuto durante tutti gli anni che erano seguiti. E mentre era vero che la magia rendeva possibili molte cose, non c'era sopravvissuto alla Maledizione Mortale.

    Il figlio di Potter ci era riuscito, sussurrò una voce insidiosa sepolta nel profondo della sua coscienza. Perchè Lily non poteva?

    Severus inghiottì un altro sorso di whiskey, lottando per respingere quel pensiero. Dopo essersi soffermato innumerevoli volte sui ricordi di quella notte orribile, aveva imparato da tempo la natura precisa della sofferenza che causavano. Furia, rimorso, impotenza, disperazione, seguiti da una strana sensazione di vuoto che da allora non lo aveva più abbandonato. La morte di Lily gli aveva fatto a pezzi il cuore. Non poteva negarlo. Ma il dolore che provava in quel momento era qualcosa di nuovo, dal momento che non aveva mai considerato la minima possibilità che lei fosse sopravvissuta.

    Era pazzo a farlo adesso. Almeno, era quello che continuava a ripetersi. Ma solo immaginare... Lily. Viva. Un'occasione per mettere le cose a posto, ben oltre la sua misera lotta per la redenzione nel vegliare su suo figlio. Solo per sentire di nuovo la sua voce, il suono della sua risata... per implorarle perdono ancora una volta, per sostenere gli ultimi quattordici anni della sua vita come prova delle sue convinzioni. E se ciò non fosse bastato, sarebbe importato? Avrebbe fatto tutto il necessario per riconquistare la sua fiducia. Forse, col tempo, anche il suo amore? Lily lo aveva amato una volta, anche se quell'amore non era stato uguale ai suoi sentimenti per lei. Ma ora... e se...?

    No. No, non poteva farsi questo. Lily era morta. L'aveva vista con i propri occhi, aveva sentito la terribile immobilità quando l'aveva stretta al petto in quell'ultimo abbraccio. Se n'era andata, persa per sempre. E non importava quale scherzo contorto Black stesse cercando di fare, non poteva permettersi di dimenticarlo. Altrimenti, avrebbe potuto benissimo perdere la propria anima.

    Per fortuna, l'alcol iniziò presto a fare effetto, costringendo il suo corpo a uno stato di profondo rilassamento. Sedato dal suo dolore, se non libero da esso, si addormentò proprio lì, davanti al fuoco.




    "Lils?".

    'Non ci parlo ancora con te'.

    "Oh, andiamo" disse Sirius, fermandosi per ricontrollare che la porta della camera da letto fosse chiusa prima di sistemarsi nella sua poltrona preferita "Diavolo, sono io quello che è rimasto stordito, no? Se qualcuno merita il trattamento del silenzio, è Piton, non io".

    'Severus ha già ricevuto il trattamento del silenzio da parte mia. Per vent'anni. Ti ho chiesto di aiutarmi a cambiare la situazione. Ti ho pregato...'.

    "E io gliel'ho detto! Proprio come mi avevi chiesto. Cosa ha portato in cambio, dimmi?".

    Lily lo fissò dal suo trespolo sul davanzale della finestra 'Non fare così. Sapevi esattamente cosa stavi facendo, sapevi che non ti avrebbe mai creduto se lo avessi detto in quel modo'.

    "Quindi è colpa mia se non riesce a controllare il suo temperamento?".

    'Dopo aver fatto tutto quanto in tuo potere per provocarlo? Sì, direi che lo è'.

    "Oh, e suppongo che non ci fosse niente di sbagliato nel fatto che quel moccioso untuoso mi abbia saccheggiato la testa senza il mio consenso" rispose Sirius, la sua voce piena di sarcasmo.

    'Se solo avessi risposto alle sue domande, non l'avrebbe mai fatto. Sei tu che hai reso tutto molto più difficile'.

    "Perché stai accampando scuse per lui?".

    'Non sono scuse! Ma sapeva che stavi nascondendo qualcosa... non pensi che avesse il diritto di scoprire cosa stava succedendo? L'intero Ordine fa affidamento su questa casa come un santuario. Se pensava che il tuo comportamento fosse sospetto, che lo era in effetti, doveva essere preoccupato. Potevano esserci in gioco molte vite'.

    "Quindi ora sono un traditore. Grazie, Lils".

    'Oh, finiscila. Sai che non è quello che intendevo. E non comportarti come la parte lesa, qui. Non ti fidi di lui più di quanto lui si fidi di te. Se la situazione fosse ribaltata, avresti fatto tutto il necessario per scoprire cosa stava combinando'.

    Sirius esitò, dandole uno sguardo irritato "È diverso".

    'Come?'.

    "Beh, per cominciare, io non sono mai stato un Mangiamorte. No, non ricominciare a difenderlo. Non credo di poter sostenere un altro round di 'Mocciosus il Santo'. Tutto quello che stavo cercando di dire è che adesso lo è. Non possiamo dimenticarcene, no?".

    'No. Ma vorrei che conoscesse comunque la verità'.

    "Cosa ti fa pensare che ascolterebbe? Comunque, non posso farci molto ora che è tornato a Hogwarts, anche se volessi. Dubito che lo rivedremo prima della prossima estate, grazie a Merlino".

    'Avremo un'altra possibilità. Prima o poi, so che l'avremo. Nel frattempo, abbiamo un altro problema'.

    Sirius alzò gli occhi al cielo "Perché non sono sorpreso? D'accordo, dimmi di cosa si tratta".

    'Voglio sapere cosa ha visto. Perché ha reagito in quel modo, chiamandoti un pervertito e cose del genere'.

    "Niente di importante".

    'Cazzate'.

    "Lils, davvero, non voglio entrare in questa faccenda. È stato molto tempo fa, ok?".

    'Dimmelo'.

    "Piton ha reagito in modo del tutto esagerato. Sai come diventa... trasforma tutto in un melodramma, specialmente se è qualcosa che ha a che fare con te".

    'Se non è stato un grosso problema, perché non dirmelo e farla finita?'.

    Lo aveva incastrato. Spostandosi a disagio sulla sedia, evitò i suoi occhi mentre diceva "Va bene. Potrei averti visto con James. Quando eravate... sai. Non era niente".

    'Quando amoreggiavamo?' aggrottò la fronte <i>'Beh, non è certo un segreto. Stavamo sempre a baciarci di fronte a te. Immagino che a volte siamo andati un po' oltre, ma sai - eravamo adolescenti. Posso capire che Severus potrebbe aver avuto l'impressione sbagliata, però. Sembrava sempre molto più riservato su quel genere di cose'.

    "Vi ho visti scopare" sbottò Sirius, poi sembrò come se volesse darsi uno schiaffo.

    ’Tu cosa?! Come?'.

    "Avrei potuto... dare un'occhiata qua e là. Come ho detto, non è stato un grosso problema".

    'Ci hai spiati?! Dove? Quando? Maledizione, e Severus l'ha visto? Ha visto me e James... oh Dio. Nessuna meraviglia che fosse sconvolto!'.

    Alla menzione del suo nemico, il senso di colpa nell'espressione di Sirius svanì, sostituito da un cipiglio "Gli sta bene. Non ha avuto alcun problema a entrare nella mia testa in quel modo. Inoltre, non poteva essere uno shock. Sapeva benissimo che...".

    'Sapere e vedere sono due cose diverse! Tu... non riesco a credere che tu abbia il coraggio di stare seduto lì a lamentarti dell'invasione della tua privacy! Quindi tu... James... Il suo flusso di coscienza è esploso in cento direzioni, emozioni contrastanti che hanno avuto la precedenza sul pensiero logico'.

    "Senti, mi dispiace, va bene?" Sirius alzò le mani in segno di resa "Non sto dicendo che fosse giusto. Ma è stato vent'anni fa. Sai com'ero allora - quando mai mi sono fermato a pensare a quello che stavo facendo prima di farlo?".

    'Lo dici come se fossi cambiato. Non l'hai fatto, Sirius. Sei sempre impulsivo, più egoista che mai. Quello che gli hai fatto...'.

    "Mi stavo difendendo!".

    'No, non è vero. Stavi cercando di ferirlo. Nel frattempo, non hai mai nemmeno considerato il fatto che potessi ferire me nel mentre'.

    "Va bene. Quindi, ero arrabbiato. Ho fatto una cosa stupida. Me ne sono già scusato, Lily. Cos'altro vuoi che faccia?".

    'Non sono l'unica che merita delle scuse'.

    "Cosa? Intendi Mocc... Piton?" la fissò come se le fosse appena spuntata una seconda testa "Gli chiederò scusa quando...".

    'Basta, Sirius! Non voglio più sentirti! Non vedi cosa stai facendo? Questa cosa non finirà mai. Mai! No, a meno che non ingoi il tuo stupido orgoglio e ti comporti come un uomo adulto per una volta nella vita!'.

    Sirius divenne furioso, quasi gridò mentre diceva "Un uomo adulto?! Posso ricordarti che durante il periodo in cui avrei dovuto crescere sono stato rinchiuso nella dannata Azkaban? Nessun contatto con il mondo esterno, nessuna possibilità di avere a che fare con…".

    'Pensi di essere l'unico? Guarda come io ho passato gli ultimi quattordici anni!'.

    "Ok, abbastanza giusto. Ma questo non cambia il fatto che Piton ha molte più scuse da fare a me. Diamine, il fatto che esista in primo luogo sarebbe un buon punto di partenza".

    E mentre Sirius ridacchiava tra sé, Lily si rese conto di aver raggiunto un vicolo cieco. Gli importava ancora profondamente, ma mentre lui era più o meno lo stesso di vent'anni prima, lei non lo era. Una volta, in precedenza, si era trovata a un bivio come questo, essendosi resa conto che doveva scegliere una parte o l'altra. Non era possibile averli entrambi... non senza farsi a pezzi durante il processo.

    Al quinto anno a Hogwarts, aveva scelto l'opzione facile. Aveva lasciato Severus indietro per amicizie molto meno complesse, lealtà che non aveva mai dovuto giustificare. Aveva preferito l'agio all'incertezza, l'affetto casuale al bisogno crudo e complicato. Era stato facile convincersi che fosse stata la scelta giusta, l'unica scelta. Ma alla fine, la profondità di quell'impegno era andata in entrambe le direzioni. James e i suoi amici sarebbero stati bene anche senza di lei. Severus, d'altra parte? Quanto sarebbe stata diversa la sua vita se gli fosse stata accanto, rifiutandosi di arrendersi a qualunque costo?

    Era acqua passata adesso, ovviamente. Eppure non poteva fare a meno di pensare a tutti gli anni trascorsi da allora, a quanto lui dovesse aver sofferto per la sua perdita, a tutte le cose che aveva fatto per rimediare ai suoi errori. Anche ora, quando lei era presumibilmente morta da quattordici anni, quello che stava cercando di fare in sua memoria era la cosa più importante della sua vita.

    In verità, era quello da cui era scappata gli anni prima. Anche allora, l'aveva sentito nelle ossa, un legame indefinibile tra loro. Era stato terrificante, la consapevolezza che i loro destini fossero sempre intrecciati... che se fosse sceso nell'oscurità, l'avrebbe portata con sé, indipendentemente dal fatto che avesse intenzione di farlo o meno.

    Ma era così, no? Non c'era mai stata alcuna via di fuga, nessuna possibilità che le sue azioni non avrebbero avuto un effetto diretto su di lui e viceversa. Uno non poteva esistere senza l'altro, motivo per cui vagava nella sua realtà attuale come un'ombra, tutto il suo scopo deciso a soddisfare il suo voto. Alla fine, non poteva lasciarla andare... non più di quanto lei potesse lasciare andare lui.

    No, non c'era modo di sfuggire al legame che condividevano, anche se non era più spaventata da quella consapevolezza. Al contrario, trovava conforto, una sensazione di sicurezza che non aveva provato da quando la sua vita era stata lacerata più di un decennio prima. Aveva bisogno di stare con lui. Senza ragione, senza spiegazione… almeno, nessuna che Sirius avrebbe capito.

    "Lily?" disse e fu solo allora che si rese conto di essere saltata dal davanzale della finestra verso la porta. Si voltò, dandogli una lunga occhiata prima di proiettare le sue intenzioni.

    'Mi dispiace, Sirius. Torno a Hogwarts'.

    "Ascolta, scusami se è così importante per te. Non per tutto, ma almeno...".

    'Non si tratta di quello' gli rispose 'Non più. Devo solo andare'.

    Lui la fissò di rimando, ovviamente angosciato "Ma…".

    'Per favore, cerca di non fare nulla di spericolato, ok?'.

    "Ma la ricerca. L'incantesimo...".

    'Non preoccuparti. Troverò un altro modo'.

    E in qualche modo, sapeva che l'avrebbe fatto, proprio come capiva perché le ci fosse voluto così tanto tempo per arrivare a quel punto. La paura l'aveva trattenuta da così tante cose, scegliendo sempre ciò che era familiare e confortante rispetto all'ignoto. Non avrebbe potuto andare avanti senza accettare quella particolare debolezza, senza trovare la determinazione a metterla da parte e scegliere una strada diversa.

    Era Severus che vedeva su quel sentiero, aspettandola con la mano tesa… non solo come mezzo di fuga, ma lì per ripararla e proteggerla come sapeva che avrebbe fatto. Aveva bisogno di lei quanto lei aveva bisogno di lui, perché alla fine erano destinati a volare o cadere insieme. Così era sempre stato, anche se fino a quel momento era stata troppo cieca per vederlo.

    Ebbene, i suoi occhi erano finalmente aperti... spalancati e fissavano avanti. Piena di speranza. Piena di obiettivi. Piena della consapevolezza che alla fine aveva capito esattamente cosa doveva fare.

    "Lily...".

    'Mi dispiace, Sirius. Non c'è nient'altro da dire'.


    Continua...
     
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    Capitolo 21 - Sul precipizio



    Lily dovette aspettare diversi mesi prima che Severus apparisse a Grimmauld Place. Avrebbe voluto volare a Hogwarts senza indugio, ma non era disposta a lasciarsi alle spalle il gattino calicò, poiché era la fonte dei sospetti di lui. Non c'era bisogno di rendere il mistero più complicato di quanto non fosse già... soprattutto ora, quando era più disperata che mai per aiutarlo a risolverlo.

    Se solo Sirius avesse accettato di dargli il diario che avevano trovato. Era antico, mancavano alcune pagine mentre altre erano macchiate oltre ogni comprensione. Ma da quello che erano riusciti a mettere insieme, Lily sapeva di avere la risposta. Ligatis Animalia era il nome dell'incantesimo... un incantesimo protettivo piuttosto che una magia oscura. Non riusciva a immaginare perché Voldemort avesse usato una cosa del genere su di lei, ma era difficile soffermarsi su quello quando era più preoccupata di come potesse essere invertito.

    Quello era il problema, poiché la parte più danneggiata del libro conteneva le istruzioni per il controincantesimo. Certo, era confortante sapere che c'era una soluzione. Ma nessuno, a parte la strega o il mago più abile, poteva sperare di capire quale fosse quella soluzione con una così piccola quantità di informazioni per andare avanti. Sirius aveva talento a modo suo, ovviamente, ma magia della vita e della morte... magia dell'anima? Non aveva avuto alcuna esperienza con quel genere di cose.

    Inoltre, ora si parlavano a malapena. Lui passava la maggior parte del suo tempo a deprimersi o a prendersela con Kreacher, preferendo rimanere chiuso nella sua camera da letto a meno che gli altri membri dell'Ordine non fossero presenti. In verità, stava diventando terribilmente vuoto intorno a Grimmauld Place. Non si era resa conto di quanto fosse stato confortante avere qualcuno con cui parlare dopo tanti anni di isolamento, anche se avevano litigato il più delle volte.

    In effetti, in quei giorni era irrequieta, soprattutto perché aveva sentito abbastanza per sapere che Harry stava vivendo un anno difficile a Hogwarts. Aveva un nuovo insegnante che era stato nominato dal Ministero, una squallida donna che apparentemente stava facendo tutto ciò che era in suo potere per rendere la sua vita infelice. Già questo era abbastanza grave, ma i continui sforzi del Ministero per screditarlo, per fingere che avesse inventato tutto sul ritorno di Voldemort? Questo le faceva grattare i muri dall'ansia. Cosa stavano pensando? Lasciando tutti nell'ignoranza, trascurando qualsiasi necessità di prepararsi per quella che avrebbe potuti essere una guerra devastante?

    Doveva dare credito a Sirius per una cosa, che era il modo in cui trattava Harry. Era un meraviglioso padrino, faceva tutto ciò che era in suo potere per confortare suo figlio. Il figlio di James, ovviamente, non poteva fingere non fosse un fattore importante nel motivo per cui si prendeva cura di Harry così come faceva. Ma non poteva fare a meno di provare una grande gratitudine verso chiunque cercasse di essere lì per Harry... specialmente in quel momento, in cui lei non aveva nemmeno il lusso di prendersi cura di lui a distanza.

    Questo era un altro motivo per cui era ansiosa di tornare a Hogwarts... a malapena in grado di sopportarlo mentre i giorni si trascinavano, annoiata a morte e piena di impazienza. Anche se non approvava il modo in cui Sirius gestiva la sua irrequietezza, in particolare il bere pesantemente e l'abuso verbale dell'elfo domestico, poteva certamente capire le sue frustrazioni.

    E poi, finalmente, la casa fu di nuovo piena di vita. Sfortunatamente, le circostanze erano tutt'altro che ideali, in particolare per quanto riguardava Harry. Aveva fatto un sogno - o una visione, per essere più precisi - di un enorme serpente che attaccava Arthur Weasley. Per fortuna, Arthur era sopravvissuto, ma sembrava che ci fosse una sorta di connessione tra Harry e Voldemort, e nessuno capiva come o perché questa esistesse. Forse Silente aveva una teoria o due, ma come al solito scoraggiava tutti con osservazioni criptiche e non si preoccupava di rispondere a domande dirette.

    Ovviamente Lily aveva perso la maggior parte della sua fiducia nel suo ex eroe anni prima, quindi non fu una sorpresa. Era stata in grado di osservare troppe cose che accadevano a porte chiuse, troppe istanze in cui Silente permetteva a Harry di mettersi in pericolo, a volte persino incoraggiandolo nelle sue imprese più spericolate. E ora stava nascondendo sempre più informazioni a suo figlio, apparentemente ignaro dell'impatto negativo che stava avendo su Harry. Era cieco? Harry stava già ribollendo di frustrazione. Aveva bisogno di risposte, e presto, o non c'era modo di dire cosa avrebbe potuto fare.

    A volte si chiedeva se questo fosse il motivo per cui Harry e Sirius andavano così d'accordo. Entrambi avevano problemi a controllare l'umore, così come una tendenza ad agire d'impulso piuttosto che a riflettere. Ovviamente, Harry era un adolescente, quindi forse c'era da aspettarselo solo in una certa misura... soprattutto perché aveva a che fare con un'enorme quantità di pressione. Ma c'erano volte in cui sentiva che Sirius incoraggiava le parti più spericolate della personalità di Harry, proprio come faceva Silente. Era come se lo vedessero come un'altra versione di James, piuttosto che un bambino bisognoso di protezione.

    Aveva cercato di parlarne con Sirius, ma anche dopo tutti quegli anni, James era un argomento delicato. E così cercò di trovare conforto nel fatto che Harry fosse circondato da altri che erano più moderati nella loro guida. I Weasley, per esempio, soprattutto Molly e Arthur. Hermione, che era una ragazza brillante e lo aveva salvato dal disastro in numerose occasioni. C'era Minerva, ovviamente... e mentre era consapevole che Harry non gli voleva proprio bene, poteva almeno essere sicura che Severus avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per impedirgli di fare qualcosa di sciocco.




    Quando arrivò il Natale, l'atmosfera intorno a Grimmauld Place fu molto più allegra, il che doveva essere un sollievo per tutti loro. Anche Sirius era di buon umore, abbandonando la sua abitudine di bere e facendo di tutto per intrattenere il grazioso ospite. Lily continuava a sperare che Severus facesse un'apparizione… non per prendere parte all'incontro sociale, perché ovviamente lo conosceva bene. Ma forse si sarebbe fermato a occuparsi degli affari dell'Ordine ora che anche lui era in vacanza?

    In realtà, non lo vide fino al giorno prima che Harry e i suoi amici tornassero a scuola. Entrò a grandi passi nell'ingresso, dignitoso e imponente come sempre, mormorando a Molly che aveva bisogno di parlare in privato con Harry. Questo suscitò l'interesse di Lily, ovviamente. Lo seguì in cucina, saltandogli in grembo quando si sedette a tavola.

    "Di nuovo tu" lui disse dolcemente, piegando un lungo dito sotto il suo mento e dandole una piccola carezza "Qual è il tuo segreto, eh?".

    Quindi non l'aveva capito. Beh, non era una sorpresa.

    Proprio in quel momento, Sirius entrò nella stanza, lasciandosi cadere sulla sedia di fronte a Severus e fissandolo con uno sguardo risentito "Cosa diavolo ci fai qui?".

    "Non che siano affari tuoi, ma sono stato mandato a parlare con Potter".

    "Riguardo a cosa?".

    Severus si scosse i capelli dagli occhi, lanciando a Sirius uno sguardo esasperato "Non sono affari tuoi".

    "Ora, ascolta...".

    'Devi sempre farlo?' Lily pensò frustrata 'Questo è esattamente ciò di cui ti parlavo. Lo stai provocando! Lascialo stare e lascialo parlare con Harry'.

    Sirius la ignorò, la sua attenzione fissa su Severus "Harry è il mio figlioccio. Se riguarda lui, puoi essere certo che sono affari anche miei. E poi, non mi fido di te".

    "Davvero?" disse Severus, la sua voce cadde in un accento basso e setoso "Ti rendi conto che insegno al signor Potter da più di quattro anni. Ti è mai venuto in mente che se avessi avuto intenzione di fare del male al ragazzo, non avrei avuto carenza di opportunità per farlo?".

    "Forse non hai ancora provato niente, ma questo non significa che non lo farai".

    "E se lo facessi? Non vedo come potresti fermarmi. A meno che non pensi che sia abbastanza stupido da provare qualcosa proprio qui sotto il naso dell'Ordine...".

    Sirius iniziò a dire qualcosa, poi chiuse bruscamente la bocca quando Harry entrò in cucina. Lily poteva percepire il disagio di suo figlio, il che non era certo una sorpresa poiché l'ostilità nella stanza era quasi palpabile. Sperando in un po' più di civiltà, almeno per il suo bene, fu presto delusa.

    Severus cercò di concentrarsi sul messaggio che gli era stato detto di consegnare. Sfortunatamente, Sirius rese quel compito il più difficile possibile, rifiutandosi di andarsene e permettendogli di parlare con Harry in privato. Forse Severus era più irridente di quanto fosse strettamente necessario, ma rispetto a Sirius, che urlava minacce apertamente...

    "Davvero toccante. Ma sicuramente hai notato che Potter è molto simile a suo padre?".

    "Sì, l'ho fatto" disse Sirius, la sua voce piena di orgoglio.

    Severus sogghignò.

    Lily, che aveva preso un nuovo punto di vista sul bancone della cucina, si fece piccola. Aveva la sensazione di sapere cosa stava per succedere e che non sarebbe finita bene. Questo era il suo punto di contesa con Severus, che aveva tutte le intenzioni di affrontare se fosse mai riuscita a essere ripristinata al suo sé precedente. Non era così cieca da pensare che suo figlio fosse una vittima innocente - lo aveva visto provocare Severus in più di un'occasione. Ma Severus doveva essere l'adulto e aveva davvero bisogno che...

    "Bene, allora saprai che è così arrogante che le critiche semplicemente rimbalzano su di lui".

    In un lampo, Sirius tirò fuori la sua bacchetta e si lanciò contro Severus, che aveva tirato fuori la sua in risposta. Nel frattempo, Harry stava implorando Sirius di smetterla. Vagamente, si chiese se fosse Harry quello che Sirius stava cercando di difendere, o se fosse stato spinto alla rabbia dall'insulto a James. Poteva davvero separare i due? In verità, Harry era meno simile a suo padre di quanto chiunque avesse conosciuto James sembrava rendersi conto. Perché non potevano lasciarlo essere se stesso?

    "Ti avevo avvertito, Mocciosus" ringhiò Sirius "Non mi interessa se Silente pensa che ti sei riformato. Io non ci casco!".

    'SMETTILA! Lily pensò a lui con tutta la forza che poteva. Inutile. Era sordo all'angoscia di Harry... perché avrebbe dovuto preoccuparsi di lei?

    La provocazione peggiorò finché Sirius non sollevò di nuovo la bacchetta, ignorando i frenetici tentativi di Harry di fermarlo. Ma proprio mentre sembrava che la scena potesse finire solo in un disastro, l'intera famiglia Weasley entrò in cucina, accompagnata da Hermione.

    Proprio così, la tensione si sciolse. Severus si infilò di nuovo la bacchetta nelle vesti e si diresse verso la porta, voltandosi solo per ricordare a Harry le sue lezioni di Occlumanzia lunedì sera. E poi vide la sua possibilità. Sirius era preoccupato, impegnato a spiegarsi con Molly e Arthur, così riuscì a scivolare attraverso la porta mentre si chiudeva dietro Severus.

    Lo seguì nell'atrio, facendolo quasi inciampare mentre si muoveva tra le sue gambe.

    Lui fece una pausa, fissandola con un'espressione imperscrutabile "Perchè no?" mormorò sottovoce, sollevandola e rimboccandola tra le vesti. "Qualunque cosa tu sia, non riesco a immaginare che meriti di essere lasciata qui con quelli come lui".

    Se Lily avesse avuto la capacità di ridere, avrebbe riso fino a Hogwarts.




    Come previsto, la prima lezione di Occlumanzia di Severus con Potter fu un esercizio di futilità. Fottuto Silente. Perché non lo ascoltava mai? Non solo al ragazzo mancava la disciplina per padroneggiare una tale abilità, ma anche se fosse stato in grado di imparare in una certa misura, non sarebbe andato lontano se non si fidava del suo istruttore.

    Severus non era arrabbiato per la richiesta extra del suo programma, l'avrebbe considerato un sacrificio utile se avesse sentito che stavano facendo qualcosa di utile. Ma il ragazzo aveva troppa rabbia repressa, troppo risentimento, gran parte del quale era diretto a Severus stesso. Non stavano andando da nessuna parte, né era probabile che accadesse nel prossimo futuro.

    Davvero, qual era il punto?

    La sua unica consolazione era che era stato in grado di trasmettere alcune delle teorie di Silente, non essendo mai stato d'accordo con la pratica di tenere Potter all'oscuro. Il ragazzo poteva essere un bastardo arrogante, ma aveva il diritto di sapere il più possibile su questioni che lo riguardavano direttamente.

    Brontolando tra sé, Severus scivolò dal suo ufficio nei suoi alloggi privati, alzando gli occhi al cielo al gatto che era sdraiato sui suoi cuscini.

    "Comoda?" chiese seccamente, quasi sorridendo mentre lei rispondeva con un allungamento lussuoso "Beh, temo che dovrai spostarti. Sono esausto".

    Immediatamente, si spostò di lato, lasciandogli molto spazio per unirsi a lei.

    Una cosa così singolare - Severus era sopravvissuto fino ad allora non abbassando mai la guardia, affrontando ogni situazione con la massima cautela. E ora eccolo lì, a rendersi liberamente accessibile a questa... non sapeva nemmeno come descriverla. Felino? Umana? Un po' di entrambi? Era stata testimone delle sue azioni private più di chiunque altro per tutto il tempo che poteva ricordare, eppure non si sentiva minimamente minacciato dalla sua presenza. L'istinto gli diceva che ci si poteva fidare di lei, che non c'era bisogno di preoccuparsi delle conseguenze anche se avesse scelto di rivelare i suoi segreti più oscuri. Non l'avrebbe mai fatto, ovviamente, ma solo sentendo che l'opzione c'era, era un concetto estraneo.

    Straniero, forse, ma non sgradevole.

    Troppo stanco per preoccuparsi di mettersi una camicia da notte adeguata, si tolse le vesti e il mantello, sbottonandosi la camicia e scrollandosela di dosso prima di strisciare nel letto solo con i pantaloni. Il gatto lo stava fissando di nuovo, il che avrebbe dovuto essere inquietante, davvero, ma non poteva fare a meno di sentirsi stranamente lusingato.

    Stava impazzendo. Quello era tutto. Stava perdendo la testa per pura solitudine. Patetico, la sensazione di contentezza che lo invase quando il gatto si accoccolò vicino, facendo le fusa sommessamente. Eppure gli sembrava naturale, in qualche modo, familiare, una sorta di connessione che aveva provato solo con...

    "Lily".

    Lo disse ad alta voce senza alcuna intenzione di farlo e la gatta alzò la testa, fissandolo intensamente con i suoi grandi occhi verdi. Ovviamente dovevano essere verdi, no?

    "Questo è il tuo nome, non è vero?" disse dolcemente "Almeno, è così che ti ha chiamata lui".

    Non poteva essere Lily. Non in verità. Severus lo sapeva, eppure era come se la creatura avesse assunto almeno alcune delle caratteristiche della sua omonima. Black ne era responsabile? Forse si era imbattuto in qualche oscuro incantesimo... una variazione più lieve dell'incantesimo posto sui ritratti in modo che potessero servire come un'eco dei loro ultimi abitanti. Ma perché avrebbe scelto Lily? Perché non James Potter, che chiaramente significava molto di più per lui?

    E poi fu ovvio… così palesemente chiaro che Severus si maledisse per essere stato un idiota. Ovviamente Black aveva scelto Lily se la vendetta era stata la sua motivazione. Un colpo sottile piuttosto che un assalto diretto, usando quella che sapeva essere la più grande vulnerabilità di Severus? Naturalmente, questo faceva sorgere la domanda su quale reazione avesse sperato. Aveva onestamente pensato che il suo nemico sarebbe stato traumatizzato perché un fottuto gatto gli ricordava vagamente il suo amore perduto?

    Ridacchiando tra sé, Severus diede al gatto un grattino dietro le orecchie, certo ora di aver risolto il mistero.




    Lily si sentiva intrappolata.

    Oh, era stata molto più felice lì a Hogwarts con Severus negli ultimi mesi. Amava dormire accanto a lui, era elettrizzata dal modo in cui aveva iniziato a parlarle regolarmente, spesso come se non si rendesse conto coscientemente di farlo. Era sorprendentemente... dolce, davvero, ed era un lato di lui che non aveva visto da quando avevano litigato tutti quegli anni prima. Le portava delle piccole prelibatezze dai suoi pasti nella Sala Grande, era generoso con il suo affetto e sembrava davvero godersi il fatto di averla intorno.

    Eppure era per questo che era diventata così irrequieta. Voleva interagire con lui come se stessa, sapendo che almeno una parte del motivo per cui l'aveva accettata così prontamente sotto forma di un compagno peloso doveva essere dovuto alla solitudine. Severus poteva vivere in un castello circondato da centinaia di persone, ma in verità conduceva un'esistenza molto solitaria. Voleva cambiare la situazione, ben oltre le sue attuali capacità, specialmente ora che si era resa conto di quanto ci tenesse a lui.

    Ma come? Non si era nemmeno lontanamente avvicinata a rivelare la verità. Lui sapeva che c'era qualcosa di diverso in lei, il che era una sorta di progresso. Ma credeva anche che fosse il prodotto di uno scherzo che Sirius aveva deciso di giocargli, il che rendeva l'onere della prova ancora più difficile di prima. Aveva pensato a lasciare un messaggio, forse un ricordo che solo loro due avrebbero potuto conoscere. Ma anche quello… come poteva sapere che lei non aveva condiviso quell'informazione con Sirius ad un certo punto, dopo il loro litigio?

    Cosa poteva dire che servisse da prova inconfutabile? A quel punto, Severus non avrebbe accettato niente di meno.

    L'idea migliore che le venne era trovare un modo per fargli arrivare il diario. Non poteva sperare che Sirius potesse essere d'aiuto in quel reparto, ma se fosse riuscita a portare Severus al libro in qualche modo o addirittura passare a un altro animale e recuperarlo lei stessa, avrebbe messo insieme due più due. Non aveva dubbi su questo.

    Quel piano avrebbe dovuto aspettare fino alla prossima volta che si fosse presentato a Grimmauld Place, sfortunatamente, dal momento che non aveva il potere di attraversare le barriere nella sua forma attuale. Probabilmente poteva cavarsela come un gufo, ma ciò avrebbe richiesto un viaggio di centinaia di miglia di km con il diario. Considerando con quanta attenzione il Ministero stava osservando l'Owl Post in quei giorni, non poteva permettersi di correre quel rischio. Quel diario poteva essere la sua unica possibilità di revocare l'incantesimo e se fosse stato confiscato...

    No. Inoltre, ormai erano in piena primavera. L'anno scolastico sarebbe finito nel giro di poche settimane. Severus avrebbe ripreso i suoi doveri di spia per l'Ordine, dandole molte opportunità di accompagnarlo al quartier generale. Ancora un po', adesso, e lui avrebbe saputo la verità, anche se gli ci fosse voluto un po' per capire come sollevare l'incantesimo stesso.

    Era spaventoso, davvero, il pensiero di essere di nuovo umana. Come avrebbe reagito Severus? E Harry? Come avrebbe affrontato l'incontro con la madre che lo aveva presumibilmente reso orfano da bambino? E Vernon e Petunia? Cosa avrebbe detto loro, dopo aver aspettato quattordici anni per dirgli davvero cosa pensava? Tutti gli amici che aveva conosciuto una volta, i suoi insegnanti, il mondo magico in generale... come si sarebbero sentiti?

    Beh, sapeva una cosa per certo. Qualunque cosa fosse accaduto, almeno non sarebbe stata più sola.




    "Lasci mai queste stanze?" Severus sorrise al gatto, che gli stava lanciando uno sguardo cupo "Beh, difficilmente posso biasimarti. Se avessi una scelta, nemmeno io vorrei essere là fuori".

    Non era quella la verità? Si aspettava una certa quantità di caos ogni anno, ma con quella repellente della Umbridge che respirava sul collo di tutti ogni secondo della giornata, l'atmosfera intorno a Hogwarts era decisamente miserabile. Peggio ancora, i suoi Serpeverde stavano aiutando quella maledetta a portare a termine il suo regno del terrore e c'era poco che potesse fare per fermarli senza esporsi nel processo.

    Per finire, Silente era stato costretto a fuggire. Severus si rifiutava di usare la parola "licenziato", visto che poteva a malapena capire dove avevano avuto l'autorità per farlo coloro che avevano concretizzato il licenziamento. E dopo quello che era successo a Minerva il giorno prima...

    "Ho bisogno di un pisolino" borbottò, guardando il suo letto con grande desiderio. Raramente si concedeva tali lussi nel bel mezzo del pomeriggio, anche quando le cose erano relativamente tranquille ad Hogwarts. Ma le sue lezioni per la giornata erano terminate e, in ogni caso, che altro poteva fare? Correggere la montagna di compiti che lo aspettavano? Percorrere i corridoi e guardare con impotente frustrazione mentre la Umbridge e la sua "Squadra Inquisitoria" rendevano le vite di tutti un vero inferno?

    "Fanculo" si tolse gli stivali e crollò sul letto con un gemito che era in parte piacere, in parte dolore. Solo trenta minuti... era tutto ciò di cui aveva bisogno. I suoi occhi erano così pesanti che non poteva più tenerli aperti. Persino le ansie costanti che gli tormentavano la mente sembrarono svanire, attutite dal silenzio della pura stanchezza.

    Sfortunatamente, fu una tregua breve: non sarebbero potuti passare più di cinque minuti prima che si alzasse di nuovo, sorpreso da un forte colpo alla porta.

    "Professor Piton? È qui?".

    Imprecò sottovoce, alzandosi dal letto "Sì, Draco" rispose lui "Un momento".

    Quando aprì la porta, fu con la sensazione che non avrebbe dormito molto nel prossimo futuro. Draco stava aspettando appena fuori, la sua espressione grondante positivamente di gioia maliziosa mentre diceva "La Preside desidera vederla, signore. Le chiede di portare un'altra bottiglia di Veritaserum".

    "Oh?" disse Severus "E chi stiamo interrogando questa volta?".

    Non aveva avuto senso chiederlo, davvero, visto che Draco sembrava sul punto di sciogliersi per l'eccitazione. Ma lo stomaco di Severus continuò a sussultare mentre il ragazzo pronunciava una sola parola, indugiando su ogni sillaba come una carezza.

    "Potter".


    Continua...
     
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    Capitolo 22 - Segnali di fumo


    Quando Severus entrò nell'ufficio, almeno una dozzina di studenti erano impegnati nel combattimento, facendo del loro meglio per eliminarsi a vicenda. Nel frattempo, la cosiddetta "Preside" osservava con un placido sorriso, senza fare nulla per fermare il potenziale bagno di sangue. Il suo primo istinto fu di iniziare a scagliare detenzioni in ogni direzione... no, non era vero. Avrebbe preferito di gran lunga lanciare un brutto incantesimo alla maledetta che era responsabile di una scena così vergognosa.

    "Voleva vedermi, Preside?" le parole sapevano acide nella sua bocca, anche se suonavano abbastanza rispettose.

    "Ah, Professor Piton. Sì, vorrei un'altra bottiglia di Veritaserum. Il più velocemente possibile, per favore".

    Avrebbe potuto facilmente afferrare una bottiglia del siero falso mentre saliva. Precedentemente aveva funzionato abbastanza bene. Ma se non aveva il lusso di far conoscere i suoi veri sentimenti, perché non concedersi la soddisfazione di negare i suoi desideri? Dopotutto, era il suo unico modo per ribellarsi senza esporsi nel processo.

    Assaporando la sua espressione indignata, non perse tempo nell'informarla che non sarebbe stato in grado di produrre un altro lotto per almeno un mese.

    Draco gli aveva già detto che Potter era entrato in ufficio per accedere alla Metropolvere. Interessante. Da un lato, il comportamento stupido e sconsiderato non era esattamente fuori luogo per il ragazzo. Dall'altro, perché avrebbe dovuto correre un rischio così enorme semplicemente per fare una chiacchierata informale con Black? Perché adesso, quando sarebbe tornato a Grimmauld Place nel giro di pochi giorni?

    Incontrando gli occhi di Potter, Severus lo fissò con quanta più intensità possibile senza destare sospetti. Naturalmente, l'uso aperto della Legilimanzia era fuori discussione, ma a volte era possibile connettersi con la mente di un altro senza bisogno di verbalizzare l'incantesimo. E Potter ci stava provando... Severus colse brevi lampi di qualche luogo sconosciuto, lo spettro sfocato di un uomo che avrebbe potuto essere Black, anche se non riusciva a distinguere i suoi lineamenti. Allora provò una fitta di rimpianto, sapendo che quel metodo di comunicazione sarebbe stato molto più efficace se non avesse abbandonato le sue lezioni con il ragazzo.

    "Voglio interrogarlo!" la Umbridge strillò, costringendolo a rompere il tenue collegamento.

    Davvero, quella donna era un'idiota. Cosa si aspettava che facesse... evocare dal nulla una nuova scorta di Veritaserum? A quanto pare era così. Fece di tutto per non ridere mentre lei si gonfiava come un rospo, informandolo che era in libertà vigilata per essere "Deliberatamente inutile".

    Intanto, la disperazione del ragazzo era palpabile, ma cosa poteva fare? Avvisare l'Ordine che qualcosa non andava, forse, ma che senso avrebbe avuto se non avesse idea di cosa fosse quel "qualcosa"?

    E poi, proprio mentre si voltava per andarsene, Potter gridò "Lui ha Felpato! Ha Felpato nel punto in cui è nascosto!".

    Ci volle solo un secondo perché i pezzi si mettessero in posizione, portando a un numero enorme di domande allarmanti. Cosa diavolo stava facendo il Signore Oscuro con Black? Tenendolo in ostaggio nella speranza di attirare Potter nella sua tana? Quali erano i suoi affari al Dipartimento dei Misteri? In che modo, precisamente, Black era stato catturato quando non avrebbe dovuto lasciare Grimmauld Place? Se n'era andato di sua spontanea volontà o questo significava che il quartier generale era stato violato?

    "Felpato? Cos'è Felpato? Dove e cosa è nascosto? Cosa vuole dire, Piton?".

    Severus si ricompose mentre si voltava, mantenendo la sua espressione vuota mentre sperava che Potter avesse interpretato il suo cenno appena percettibile come un'indicazione che aveva capito e avrebbe agito di conseguenza. D'altra parte, i Grifondoro non erano famosi per la loro comprensione delle sottili sfumature, giusto?

    "Non ne ho idea" disse dopo un momento, facendo del suo meglio per sembrare completamente disinteressato. Non facile quando l'intera guerra poteva dipendere da qualunque cosa il ragazzo avesse visto, ma in qualche modo ci riuscì, lanciando un paio di commenti sarcastici solo per il gusto di farlo mentre usciva dalla stanza.

    Ben presto, fu di nuovo nei suoi alloggi privati, allungando la mano nelle sue vesti per recuperare il talismano necessario. Tutti i membri dell'Ordine avevano qualcosa di simile: un braccialetto, un ciondolo, una spilla brillante. Gioielli ordinari a occhio nudo, molto meno sospetti che portare in giro degli specchi. Il particolare gingillo di Severus era un anello antico, argento ossidato scolpito in fasce tortuose di edera con una grande ematite al centro. Se lo fece scivolare al dito, chiamando immediatamente Black.

    Appollaiata sul letto come al solito, il gatto lo osservava con curiosità.

    Per un minuto, Severus fu sicuro che non sarebbe successo niente. Forse il Signore Oscuro aveva Black e non poteva rispondere? Forse era già morto? Non sarebbe stato di grande aiuto per attirare Potter lontano da Hogwarts in tali condizioni, ma neanche Voldemort di questi tempi era esattamente stabile. Severus non sarebbe stato sorpreso di scoprire che aveva colpito Black in un fugace momento di rabbia.

    Ma poi l'anello si riscaldò e presto vide l'uomo in questione.

    "Sì? Cosa vuoi, Piton?".

    "Essere certo dove ti trovi."

    "Dove diavolo credi che sia? E perché ti interessa?".

    Severus intravide la carta da parati scrostata sullo sfondo, riconoscendola dal salotto al piano di sotto di Grimmauld. Tirando un sospiro di sollievo, disse "Bene. Resta lì. Non uscire per nessun motivo, capito?".

    Black strinse gli occhi "Vuoi dirmi cosa sta succedendo?".

    "Non particolarmente... e comunque non ho tempo per spiegarti. Diversamente da te, non..." ma, per una volta, zittì l'insulto. C'erano cose più importanti di cui preoccuparsi ora "Resta lì" ripeté "E cerca di non fare niente di stupido".

    "Ma…".

    Interruppe la connessione, precipitandosi di nuovo nei corridoi. Il suo prossimo compito era quello di assicurarsi dove si trovasse Potter, quindi trasmettere le informazioni che Black era al sicuro e stava bene. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che il ragazzo andasse alla carica in qualche missione di salvataggio dei vigilanti, soprattutto perché non c'era nessuno di cui preoccuparsi di salvare in primo luogo.

    Non ci fu bisogno di fare domande. Tutto quello che dovette fare fu tenere le orecchie aperte mentre si aggirava per i corridoi e, abbastanza presto, ebbe tutte le informazioni di cui aveva bisogno. Da lì, andò direttamente da Draco, chiedendo in tono casuale cosa fosse successo dopo che aveva lasciato l'ufficio della Umbridge.

    "Non era giusto che la mettesse in libertà vigilata" disse Draco, la sua espressione cupa "Ne parlerò con mio padre, tra le altre cose".

    "Assolutamente. Cos'altro è successo?".

    "Potter e i suoi amici l'hanno portata nella Foresta Proibita, signore".

    "Sì, sì" disse Severus, cercando di non sembrare troppo impaziente "Per quale motivo?".

    "Le hanno detto che stavano aiutando Silente a sviluppare un qualche tipo di arma. Volevamo tutti dare un'occhiata, ma...".

    Severus aggrottò la fronte "Un'arma? Nella Foresta Proibita?".

    "Sì, signore".

    "E non sono ancora tornati?".

    "No, signore".

    "Grazie, Draco. È tutto".

    Sembrava che ogni domanda con la dovuta risposta servisse solo a crearne due o tre nuove. Sapeva benissimo che la faccenda dell'arma era una bugia, o almeno pensava fosse così. Era sempre possibile che fosse un altro dettaglio importante che Dumbledore non aveva menzionato. Severus non l'avrebbe ignorato.

    Ma no, non poteva essere così. Nonostante tutte le sue lamentele su Potter e i suoi amici, che erano troppo numerose per essere contate, non avrebbe mai messo in discussione la loro lealtà. Avrebbero portato i segreti di Silente nella tomba piuttosto che venderlo al nemico.

    Sì, doveva essere un trucco, senza dubbio qualcosa che la Granger aveva escogitato. O almeno, Severus lo sperava, essendo lei l'unica dei tre con un briciolo di buon senso.

    Camminò per i corridoi per altri venti minuti e tuttavia non li trovò da nessuna parte. A quel punto, non aveva altra scelta che contattare l'Ordine, sospettando che avessero dato la notizia al vecchio e potessero benissimo essere a metà strada dal Ministero ormai.

    "Kingsley?" chiamò quando tornò nei suoi alloggi "Lupin?".

    Fu il lupo mannaro a rispondere per primo, salutandolo con uno di quei sorrisi fastidiosamente piacevoli "Severus! Come stai? Va tutto bene?".

    "No" disse brevemente "Non credo".

    Spiegò rapidamente la situazione, sollevato dal fatto che la maggior parte dei membri dell'Ordine fossero presenti.

    "Sì, sì" disse Lupin "Certo che andremo. Senza esitazione. E tu, Severus?".

    "Di' a Silente che condurrò una ricerca approfondita nella Foresta Proibita. Se Potter è ancora nei dintorni, puoi star certo che lo troverò".

    Lupin annuì "Buona fortuna a te".

    "Va bene" annunciò Moody "Pronti per partire? Non c'è tempo da perdere! Tonks, Kingsley, Remus? Black, tu con noi?".

    "Non Black!" disse Severus, più forte di quanto avesse voluto.

    "Ora, ascolta, Piton. Harry è il mio figlioccio. Se qualcuno andrà in suo soccorso, sarò...".

    "Qualcuno deve rimanere indietro così che possiamo far sapere a Silente cosa sta succedendo" gli disse Severus, sentendosi come se stesse parlando a un bambino piccolo, piuttosto stupido "Oltre a questo, hai una taglia sulla tua testa, e anche se non sono particolarmente preoccupato per la tua sicurezza, corri il rischio di mettere in pericolo gli altri. Dovrei anche sottolineare che Potter ha avuto quelle visioni per una ragione. Finchè non sapremo precisamente quale sia il motivo...".

    "Non preoccuparti, Severus" lo interruppe Tonks, i suoi occhi brillanti per l'eccitazione "Ci siamo noi. Sirius, tu resterai qui. Il resto di noi, andiamo!".

    Avrebbe potuto dire qualcos'altro, ma la connessione venne interrotta, il che andava bene. Forse nella loro fretta sarebbero riusciti a intercettare Potter e i suoi amici prima ancora di raggiungere il Ministero.

    Con l'intenzione di andare avanti con la sua ricerca, si era appena infilato il mantello quando il Marchio Nero iniziò a bruciare. Trasalendo, si afferrò l'avambraccio, meno turbato dal dolore stesso che dalla consapevolezza di cosa significasse. C'erano diversi tipi di convocazione, ovviamente. Un dolore più forte e più diretto era un messaggio personale, mentre una sensazione di bruciore più sottile era un'indicazione che stava per avere luogo un normale incontro. Questo dolore, il più forte di tutti, era un invito all'azione, infuso con tutta la furia che il Signore Oscuro sperimentava quando stava per dare battaglia.

    ’Cazzo’.

    Beh, non c'era più motivo di cercare nella Foresta Oscura, no? Sedendosi sulla poltrona di fronte il camino, Severus fissò l'anello che aveva al dito. Dopo un paio di minuti, mormorò "Black?".

    Non ci fu risposta... non che si sarebbe aspettato di riceverne una.




    E così era iniziata la guerra.

    Non avrebbe dovuto essere stato uno shock. Dopotutto, Lily sapeva da un anno che Voldemort era tornato. Ma era successo tutto così in fretta, dalla battaglia al Dipartimento dei Misteri alla morte di Sirius, provocando un'atmosfera in rapido mutamento intorno a Hogwarts ora che la verità era nota. Era come se il mondo fosse cambiato dall'oggi al domani e, avendo già vissuto una guerra, sapeva che non sarebbe più stato lo stesso.

    Severus pensava che lei trascorresse la maggior parte del suo tempo nei suoi alloggi, il che tecnicamente era vero, dato che era il gatto a cui parlava quando la prendeva in giro a riguardo. Ma Lily stessa non trovava carenza di opportunità per andare ovunque le piacesse. Era stata in infermeria quando Harry era andato a trovare i suoi amici, lo aveva costantemente sorvegliato all'indomani di una così grande perdita. E, naturalmente, aveva appreso una quantità ragionevole di ciò che era accaduto durante la battaglia attraverso varie conversazioni che aveva sentito.

    A parte l'ovvia angoscia di Harry e il suo quieto dolore per il suo amico caduto, ciò che la turbava di più era un'avversione che era sbocciata in odio fumante. No, Harry non era mai andato d'accordo con Severus, ma biasimarlo per la morte di Sirius? Aveva sentito da sola come Severus avesse cercato di avvertirlo, non vedeva alcuna ragione per cui la colpa dovesse ricadere su di lui. Forse era semplicemente che Harry aveva bisogno di qualcuno da incolpare, ma in questo caso poteva essere pericoloso. Gli sforzi di Severus per proteggerlo gli avevano salvato la vita in numerose occasioni… più Harry diffidava di lui, più si isolava da una fonte cruciale di protezione.

    Ovviamente, non c'era niente che potesse fare in quelle circostanze. Non poteva incoraggiare Harry a mettere da parte i suoi sentimenti negativi, né poteva persuadere Severus ad andarci più piano con lui.

    Fortunatamente, l'anno scolastico stava finendo, il che significava che poteva portare avanti i suoi piani. Ma l'Ordine avrebbe ancora usato Grimmauld Place come quartier generale ora che Sirius era morto? Doveva arrivare a quel diario, doveva assicurarsi che Severus lo vedesse e capisse cosa fosse. Ma fintanto che le barriere erano ancora al loro posto, c'era poco che potesse fare a meno che lui non la portasse lì.

    Non poteva contare su quello. Non con certezza. Ed era per questo che aveva escogitato un nuovo piano.

    Non era il momento di scatenare uno shock così grande alla professoressa McGranitt, che si stava ancora riprendendo dal suo ricovero in ospedale. Ma se Lily non avesse trovato un modo per raggiungere Severus durante l'estate, quello sarebbe stato il suo primo ordine del giorno nell'anno scolastico successivo. Si sentiva ancora a disagio per quell'opzione, visto che la McGranitt era troppo vicina a Silente per essere sicura. Ma se non ci fosse stato altro modo, avrebbe fatto quello che doveva fare.

    Nel frattempo, aveva intenzione di esplorare altre possibilità durante le vacanze, rimanendo vicina a Severus. All'inizio si era preoccupata: e se avesse scelto di non portarla con sé? Sarebbe stato facile assumere un'altra forma: uno scarabeo, un topo, un ragno. Ma lasciare il gatto lì? Severus aveva sviluppato una forte affinità per lei in quella forma. Sicuramente questo sarebbe stato un fattore importante per fargli riconoscere la verità.

    Alla fine, però, non aveva avuto motivo di preoccuparsi. Lui entrò nei suoi alloggi l'ultimo giorno, ricordandole il suo io più giovane e goffo mentre appoggiava un cesto sulla poltrona.

    "Beh?" disse, alzando un sopracciglio verso di lei "Vieni con me o preferisci restare qui con Gazza tutta l'estate?".

    Saltò dentro la cesta senza esitazione, provocandogli una risata.

    "Proprio come pensavo".




    Il primo incontro con il Dipartimento dei Misteri fu brutale, ben oltre le previsioni di Severus. Il Signore Oscuro era in una furia torreggiante, urlando fino al punto di incomprensione mentre lanciava maledizioni in ogni direzione. Severus stesso si era beccato un Crucio vagante... solo uno breve, per fortuna, ma abbastanza da lasciare le sue terminazioni nervose nude per le successive ore.

    "Narcissa" ringhiò il Signore Oscuro quando finalmente riacquistò la calma "Porta Draco qui".

    Chiaramente, lei sapeva che era meglio non esitare, anche se la paura nei suoi occhi suggeriva che stava combattendo con l'impulso di afferrare la mano di suo figlio e scappare dalla stanza. Invece, mise una mano sulla spalla di Draco, spingendolo in avanti. Lui si mosse volentieri, con una strana espressione di eccitazione mista a terrore.

    "Allora, Draco" sibilò Voldemort, i suoi occhi serpentini pieni di freddo calcolo "Tuo padre ha deluso tutte le aspettative, rallentando la nostra causa per mesi, se non anni".

    "Sì, mio signore" rispose il ragazzo, sembrando imbronciato.

    "Dimmi: sei come lui? O sei più forte?".

    "Io... non voglio deludervi, mio signore. Non sono come lui".

    Per la prima volta quella sera, Voldemort sembrò soddisfatto "Questo è quello che speravo di sentire, Draco. Allora sei pronto a impegnarti al mio servizio?".

    "No!" gridò Narcissa, incapace di trattenersi. Sembrava terrorizzata, senza dubbio rendendosi conto che stava calpestando un terreno pericoloso mentre lottava per ritrovare la calma "Mi perdoni, mio signore. Volevo solo dire che Draco ha appena compiuto 16 anni. Sicuramente è troppo giovane...".

    "Silenzio!" ruggì il Signore Oscuro, la sua voce rimbalzò sulle pareti del cavernoso salotto "Siamo sull'orlo di un precipizio, Narcissa, o devo ricordartelo? Molti di quelli che credevo fossero i miei servitori più capaci sono ora fuori uso grazie al tuo maldestro marito. Non possiamo permetterci il lusso di allontanare nessuno che desideri servire la nostra causa".

    "Certo" lei rispose, sembrando sconfitta.

    "E tu, Draco? Tua madre sembra credere che tu non sia capace di metterti alla prova al mio servizio. Che ne dici?".

    Draco si alzò in piedi, incontrando gli occhi del Signore Oscuro senza batter ciglio "Con tutto il rispetto per mia madre, mio signore, credo che mi sottovaluti".

    "Sono propenso ad essere d'accordo".

    Nessuno degli altri Mangiamorte assistette alla marchiatura. Voldemort trascinò Narcissa e Draco in una stanza separata, chiudendo saldamente la porta dietro di loro. Ma lo sentirono come sempre, dozzine di sibili soffocati si alzarono all'unisono con il singhiozzo irregolare dall'altra parte della porta. Draco non sarebbe stato rimproverato per questo, almeno - il Signore Oscuro era sempre felice di ricordare che il marchio era, in effetti, un'esperienza angosciante.

    Inconsciamente, Severus si strinse il suo avambraccio, sussultando per compassione. Il suo stesso dolore, tuttavia, era di tipo diverso, il tipo che andava molto più in profondità della bruciatura della carne. Quanti anni aveva passato sperando di impedirlo? Sarebbe andata diversamente se fosse stato in grado di scoraggiare apertamente i suoi Serpeverde dal ripetere i suoi stessi errori? Quanti altri avrebbero seguito le orme di Draco prima che fosse finita?

    Dopo un po', il trio riemerse, ognuno con espressioni radicalmente diverse. Narcissa sembrava insensibile, spezzata, come se tutta la speranza fosse stata risucchiata dalla sua anima, mentre Draco sembrava come se avesse preso uno Storditore al petto, pallido e tremante mentre costringeva le sue labbra in un debole sorriso. Solo il Signore Oscuro era veramente contento di ciò che era accaduto in quella stanza, i suoi occhi ardenti di trionfo mentre si sedeva sulla poltrona dorata che era stata preparata per lui come un trono.

    "Severus?".

    "Mio signore" si inchinò profondamente, attento come sempre a comporre i suoi lineamenti in una maschera di blanda indifferenza.

    "Vorrei scambiare due parole con te. In privato. Il resto di voi può andare".




    Lily non aveva mai accompagnato Severus a una riunione dei Mangiamorte, sebbene lo avesse visto convocato almeno una dozzina di volte ormai. Certo, era curiosa di sapere cosa succedeva a quegli incontri e, naturalmente, le sarebbe piaciuto sapere cosa stava progettando Voldemort. Ma sarebbe stato uno stupido, inutile rischio: Voldemort stesso era stato colui che aveva lanciato l'incantesimo su di lei. Come poteva sapere che non sarebbe stato in grado di percepire la sua presenza se fosse stata nelle immediate vicinanze?

    Piuttosto che correre il rischio, trascorreva il suo tempo girovagando per Spinner's End durante le assenze di Severus, frugando irrequieta. Strano... a parte gli scaffali che correvano dal pavimento al soffitto sulle pareti del suo salotto e un laboratorio di pozioni piuttosto impressionante installato nel seminterrato, aveva fatto poco per migliorare il posto.

    Forse non ne vedeva il bisogno, visto che viveva lì solo un paio di mesi all'anno? Quella era stata la risposta più semplice, anche se aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di più. Qualcos'altro da aggiungere alla lista crescente di domande che intendeva fargli se mai ne avesse avuto la possibilità.

    A quel punto, ora che non era più possibile condurlo direttamente al diario, stava contemplando modi alternativi per indirizzarlo nella giusta direzione. Nessuno di questi era altrettanto ideale, ma doveva iniziare da qualche parte. L'urgenza non poteva più essere evitata: aveva bisogno che lui conoscesse la verità.

    Scrivergli un messaggio era l'opzione più ovvia, ma come? All'inizio aveva provato come un gatto, ma il processo di disporre i pezzi di cibo un pezzo alla volta avrebbe richiesto ore, se non giorni. Entrare in qualcosa e usare le sue impronte sembrava abbastanza plausibile, ma il risultato finale era stato troppo disordinato.

    E poi le venne in mente, solo circa una settimana dopo che avevano lasciato Hogwarts. Era nello studio, distesa sotto un sottile raggio di sole del tardo pomeriggio che era riuscito a penetrare nella stanza nonostante le tende ben chiuse. Pigramente, guardò i granelli di polvere danzare nell'aria, realizzando gradualmente che ogni superficie nelle sue immediate vicinanze era coperta di polvere.

    Da lì, fu semplice trovare il tipo di creatura che stava cercando. I bruchi erano piccoli ma industriosi: ci vollero solo un paio d'ore per scrivere il suo messaggio, chiaro come il giorno sul tavolo polveroso della cucina:

    LIGATIS ANIMALIA
    A GRIMMAULD PLACE
    PICCOLO DIARIO GRIGIO


    Stava per aggiungere qualcos'altro, ma era troppo tardi per quello. Lui era a casa. Nella sua forma attuale, sentì piuttosto che vedere i passi, che pulsavano nel suo piccolo corpo come un terremoto, un'eco perfetta del suo cuore che batteva. Ancora poco ormai... un barlume di ombra e poi lo vide chiaramente mentre entrava in cucina.

    Non era Severus.


    Continua...

    Edited by sweetest thing - 3/12/2020, 12:01
     
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    Capitolo 23 - Afferrare la verità



    Lily non ebbe il tempo di chiedersi cosa ci facesse Peter Minus a Spinner's End. Severus entrò in cucina proprio dietro di lui e poi diverse cose accaddero in un lampo. Lui vide il suo messaggio, i suoi occhi scuri spalancati per lo shock. Nello stesso attimo, si tolse il soprabito, gettandolo sul tavolo con tale veemenza che lei seppe che il suo lavoro era stato distrutto.

    "Codaliscia" lui disse, suonando perfettamente calmo mentre si voltava per rivolgersi al loro sgradito ospite "Il Signore Oscuro ti ha comandato di aiutarmi. Devo ancora decidere cosa ciò comporterà, ma stai certo che non significa che intendo averti costantemente sotto i piedi. Rimarrai nella tua stanza se non diversamente indicato".

    "La mia stanza?".

    Severus gli lanciò uno sguardo aspro "E io che pensavo che i roditori fossero famosi per il loro acuto udito".

    Lily ritornò al gatto, fluttuando intorno ai piedi di Severus mentre lui diceva a Codaliscia dove andare. Non si sentiva al sicuro in nessuna forma adesso, ma voleva essere in grado di combattere se si fosse arrivati a quello. Dopotutto, Codaliscia aveva percepito qualcosa di insolito in lei l'ultima volta che erano stati a stretto contatto. Non vedeva il motivo di credere che quella situazione sarebbe stata diversa.

    Semmai, la sua posizione adesso era ancora più precaria. Se l'avesse riconosciuta come la stessa presenza che aveva percepito a Hogwarts, non avrebbe destato i suoi sospetti trovarla lì con Severus? Sì... ancora di più dal momento che nella sua mente sarebbe stata inestricabilmente legata alla Torre di Grifondoro.

    Severus si mosse a malapena quando la porta si richiuse dietro Codaliscia, inclinando semplicemente la testa per ascoltare mentre quest'ultimo si allontanava. E poi, all'improvviso, si mise in moto, lanciando un frettoloso Muffliato prima di togliere il soprabito dal tavolo.

    "Cazzo" mormorò, ma poi lei saltò sul tavolo e i suoi occhi si fissarono su di lei come un'ancora di salvezza "Chi ha fatto questo?" chiese con un leggero tremore nella voce "Sei stata tu?".

    Non era l'unico a tremare. Lily non riuscì nemmeno reagire all'inizio, sbalordita dall'enormità della sua prima possibilità di comunicare con lui dopo vent'anni di silenzio. Ma poi annuì, lentamente e deliberatamente. Lui spalancò gli occhi.

    ’Fai le domande giuste, Severus' lo supplicò silenziosamente 'Per favore'.

    Lui trasse un profondo respiro prima di crollare sulla sedia più vicina "Quindi sei umano" disse lentamente "Avevo ragione?".

    Un altro cenno.

    "E il diario... Grimmauld Place. Stavi cercando di parlarmi dell'incantesimo. Come toglierlo?".

    Quindi era riuscito a leggerlo, dopotutto. Chiuse gli occhi sollevata, poi annuì di nuovo.

    "E cosa c’entra Black in questo? È stato lui a lanciartelo?".

    Lei scosse la testa, esaminando la sua espressione mentre lui sedeva in silenzio per diversi lunghi momenti. Per qualcuno che di solito era un maestro nel camuffare i suoi sentimenti, sembrava che ogni emozione che avesse mai provato fosse chiara sul suo viso. Stupore, paura, speranza, persistente incredulità. E al di sotto di ciò, qualcosa di così potente che non poteva nemmeno dargli un nome.

    "Non può essere..." mormorò a se stesso "È impossibile".

    Lei si avvicinò, fissandolo così intensamente che sembrava come se gli avesse strappato la parola per pura forza di volontà.

    "Lily?".

    Senza esitazione, lei annuì.




    Follia? Forse. Ma se ci fosse stata solo una possibilità... anche la minima possibilità...

    Severus partì per Grimmauld Place subito dopo, dopo aver giocato a un gioco piuttosto straziante di venti domande per scoprire che il diario si sarebbe trovato nella camera da letto di Sirius. Quale scusa poteva dare per aver bisogno di entrare negli alloggi privati del suo vecchio nemico? Di solito, sarebbe stato in grado di inventare qualcosa al volo, ma così com'era, i suoi pensieri erano così agitati che si era quasi diviso in due mentre si Materializzava. Vergognoso. Non gli era più capitato da... beh no, non era mai capitato.

    Fortunatamente, nessuno risiedeva a Grimmauld a parte Molly e alcuni dei ragazzi Weasley. Molly era impegnata in cucina mentre la sua prole... beh, non si sa cosa stessero facendo. Tutto ciò che importava era che fossero dietro porte chiuse, ignari della sua presenza mentre saliva le scale ed entrava nella camera da letto di Black.

    Nauseante. Non sapeva cosa fosse peggio: le pin-up Babbane a buon mercato o le vistose esibizioni di stendardi dei Grifondoro che coprivano la stanza. Prendendosi solo un brevissimo momento per sogghignare del cattivo gusto di Black, se ne dimenticò completamente quando vide la pila di libri sul comodino.

    Non fu facile trovare quello che stava cercando. La maggior parte dei libri era riccamente decorata, con volute dorate che si erano scheggiate e consumate con il tempo. Uno, tuttavia, era chiaramente rilegato, più chiaro e sottile degli altri, con una copertina grigia sbiadita che un tempo avrebbe potuto essere blu.

    Se lo infilò nelle vesti, era quasi alla porta quando qualcosa lo fece voltare e guardare la stanza sotto una luce diversa. Uno strano parallelismo... per quanto detestasse pensarlo, gli ricordava Spinner's End. Non nell'aspetto esteriore, ovviamente, ma proprio come a casa sua, era come entrare in una distorsione temporale.

    Ciò fu seguito da una sconcertante realizzazione. Nonostante tutte le loro differenze, avevano una cosa importante in comune. Come Severus, Black non era stato in grado di lasciar andare il passato, ossessionato per sempre dal ricordo di qualcuno che aveva amato e perso nelle stesse tragiche circostanze. E come Severus, aveva dovuto convivere con la consapevolezza che avrebbe potuto prevenire quella tragedia se solo avesse fatto una scelta diversa.

    Quella fu la cosa più vicina che Severus fosse mai arrivato a simpatizzare con Sirius Black, segnato da una fitta di genuino dolore. Ma in qualche modo, fu sufficiente.

    Silenziosamente, scivolò fuori dalla stanza, chiudendosi la porta dietro di sé con un leggero clic.

    "Severus? Non sapevo che fossi qui!".

    La sua testa si alzò di scatto e individuò Molly Weasley in fondo alle scale, che lo fissava con un'espressione di avida curiosità.

    'Cazzo'.

    "Ciao, Molly. Stavo solo cercando Albus. Pensavo potesse essere di sopra con i bambini".

    Per fortuna, sembrò accettarlo, facendogli un sorriso benevolo "Temo che non lo sentiamo da un paio di giorni. Devo dirgli di mettersi in contatto con te quando torna?".

    "Sì, grazie".

    "Niente di grave, spero".

    "Niente affatto" disse serenamente "Solo un po' di scartoffie per il prossimo anno scolastico".

    "Capisco. Sei sicuro che non ti piacerebbe restare a mangiare qualcosa? Arthur e gli altri dovrebbero tornare presto".

    "Grazie, ma ho altre cose da sbrigare per questa sera".

    Senza un'altra parola, corse fuori, materializzandosi direttamente a Spinner's End. Ora che aveva avuto il tempo di chiarire i suoi pensieri, non poteva fare a meno di mettere in dubbio la sua sanità mentale per aver creduto anche parzialmente a ciò che il gatto gli aveva detto.

    D'altra parte, la sua precedente convinzione non era cambiata. Anche la minima possibilità che potesse essere vero era un motivo sufficiente per dare un'occhiata più da vicino. Lo doveva a Lily. Diavolo, lo doveva a se stesso.

    Codaliscia si stava aggirando per il soggiorno quando Severus entrò in casa, il che non lo sorprese. Non era stupido: sapeva che il Signore Oscuro aveva incaricato il roditore di spiarlo. Bene, che ci provasse. Primo, Severus era troppo intelligente per avere qualcosa di anche lontanamente incriminante in giro. E, secondo, anche se Codaliscia si fosse imbattuto in informazioni che non avrebbe dovuto avere, sarebbe stato abbastanza facile garantire il suo silenzio.

    "Cosa ti avevo detto? Torna in camera tua".

    Ben presto, Severus fu nella sua camera da letto con una tazza di tè e le protezioni saldamente al loro posto, il suo compagno felino al suo fianco. Si infilò la mano nelle vesti, prendendo il diario mentre si sedeva su una poltrona vicino alla finestra. Aveva un forte odore di vaniglia ed erba secca, gli odori familiari e confortanti di un vecchio libro.

    Fece un respiro profondo, poi l'aprì e iniziò a leggere.

    Sfogliando la prima metà, si accorse rapidamente che il diario era appartenuto a un'antenata della famiglia Black. Aveva scritto molto sul suo tempo a Hogwarts, sull'essere stata smistata nei Serpeverde come primo anno fino al suo ultimo giorno di NEWTS. Sembrava che si fosse sposata subito dopo: soffrì la lettura delle infinite divagazioni di una giovane sposa entusiasta, resistendo all'impulso di gettare quella dannata cosa dalla finestra.

    Ben presto, tornò a chiedersi se quello fosse solo un trucco crudele che Sirius aveva pianificato mesi prima, sperando di tormentarlo e farlo sembrare uno sciocco. Ma poi la calligrafia cambiò, lo stile fiorito da ragazza venne sostituito dagli scarabocchi frastagliati di una donna in profonda angoscia.

    Dissi ad Atrius: "Dai a Raviero quello che vuole. Perché rischiare la vita per qualche piccola eredità quando la fortuna della mia famiglia è più che sufficiente per sostenerci?". Disse che non capivo: se avesse lasciato l'eredità della sua famiglia nelle mani di suo fratello, traditore qual è, non sarebbe stato migliore dello stesso Raviero. Era suo dovere, più che suo diritto, difendere la nobile casata dei Black.

    Domani duelleranno e la parte peggiore è che non posso stare con Atrius in quella che potrebbe essere l'ultima notte della sua vita. Ha paura che io possa fare qualcosa per impedirgli di mantenere il suo impegno (cosa che, devo ammettere, avevo programmato). Dunque, si è isolato e mi ha chiuso le porte. Cosa dovrei fare?



    Severus sfogliò alcune pagine, aggirando una lunga e piagnucolosa diatriba che descriveva in dettaglio quanto sarebbe stata infelice la donna senza il suo caro marito e padre dei suoi figli. Non biasimabile, forse, ma non quello che cercava. Non era sicuro di cosa avesse bisogno di trovare, ma...

    Ho eseguito un tipo di magia che non sapevo esistesse. Ho sconfitto la morte stessa.



    Si raddrizzò sulla sedia, fissando le parole, certo di averle interpretate male.

    Ho sconfitto la morte stessa.


    No, era proprio giusto.

    Non so quasi da dove cominciare. Atrius ha cercato di immobilizzarmi per impedirmi di partecipare al duello. Ma la mia magia è sempre stata più rapida della sua, quindi è stato facile contrastarla con un controincantesimo non verbale tempestivo. Ho fatto una bella dimostrazione di fingere di essere influenzata dal suo incantesimo fisico, solo per Smaterializzarmi proprio dietro di lui nel momento in cui se n'è andato. Atrius era furioso, ma cosa poteva fare? Era come quella volta a Hogwarts quando mi disse...


    Impaziente ora, Severus sfogliò un altro paio di pagine.

    Raviero alzò la bacchetta e capii cosa stava per succedere. Stavo cercando qualcosa, qualsiasi cosa che potesse impedire la morte di mio marito. Non riuscivo a inventare altro che frammenti insensati... l'evocazione di un protettore animale, tra tutte le cose, insieme a un incantesimo a lungo dimenticato volto a proteggere l'anima dai danni spirituali. Qualunque cosa stessi pensando, si è formulato come "Ligatis Animalia!". Lo pensai mentre puntavo la bacchetta su Atrius, nello stesso momento in cui Raviero gridava "Avada Kedavra!".

    Quando la luce svanì, Atrius giaceva morto a terra. Allora i miei sensi tornarono in me e lanciai uno Storditore che non ero riuscita a ricordare nel panico precedente. Era troppo tardi, troppo tardi per importare, ma non avrei lasciato che Raviero ne uscisse illeso.



    Respirando affannosamente ora, Severus quasi strappò la pergamena nella fretta di voltare pagina.

    Non so per quanto tempo ho pianto sul corpo di Atrius. Minuti? Ore? Tutto quello che so è che a un certo punto una piccola creatura pelosa mi ha pungolato la gamba. Troppo afflitta per considerare il comportamento del coniglio, lo spinsi via, solo per guardarlo frustrata mentre balzava al mio fianco.

    "VATTENE!" ho urlato, così veementemente che qualsiasi altro animale sarebbe fuggito per salvarsi la vita. Quello non si mosse.

    All'improvviso, mi tornò in mente: Ligatis Animalia… poteva essere possibile? Avevo legato l'anima di mio marito a quella creatura?

    "Atrius?" ho sussurrato. Lui mi ha strofinato il naso sulla gamba e ho cominciato a tremare. "Se sei Atrius... voglio dire, se lui è lì da qualche parte, ho bisogno che me lo dimostri. Salta in cerchio, poi salta sulle mie ginocchia".

    Quando fece esattamente come gli era stato detto, ero più o meno convinta, ma ho fatto un test finale "Quanti figli abbiamo?" ho iniziato a perdere la fiducia quando il coniglio si è limitato a fissarmi... finché all'improvviso è saltato via, tornando con un ramoscello e poi un secondo e un terzo, lasciandoli cadere con attenzione in fila, ai miei piedi.

    Non ho mai pianto così forte come in quel momento, nemmeno quando pensavo che fosse perduto per sempre.

    In effetti, l'avevo fatto. Avevo salvato il mio Atrius.



    Severus tremava violentemente, vergognosamente, ma incapace di impedire a un flusso di lacrime di scorrere lungo le sue guance. Guardò il gatto, vide quegli occhi verdi colmi di quella che poteva essere solo compassione umana e capì. Senza ombra di dubbio, aveva capito.

    "Questo è quello che ti è successo?" sussurrò, con la voce che suonava rauca ed estranea alle sue stesse orecchie "Quella notte è venuto per te, lui... lui..." ma non ebbe bisogno di finire, poiché tutto era diventato abbondantemente chiaro. Tre possibilità di farsi da parte... era stata una delle poche vittime che il Signore Oscuro non aveva avuto un forte desiderio di uccidere. Forse aveva lanciato l'incantesimo come un esperimento, dopo essersi imbattuto in quella stessa lettura? Sì, sì... aveva spesso preso in prestito materiale di lettura dai suoi seguaci e la biblioteca della famiglia Black era una delle più prestigiose del paese. Era possibile, anzi probabile, che l'avesse appreso proprio da quel diario.

    Sapeva che avrebbe funzionato? Severus sperava nel profondo della sua anima che non l'avesse fatto. L'alternativa era impensabile: sapeva già che Lily era sopravvissuta e che forse la stava cercando anche adesso.

    "Lily" sussurrò, ancora a malapena in grado di crederci "Sei viva?".

    Solennemente, il gatto annuì.

    "E Black lo sapeva? Sì, certo che lo sapeva. Bastardo. Qualcun altro?".

    Fece un sospiro di sollievo mentre lei scuoteva la testa "Bene. Dovremo assicurarci che rimanga così, almeno per ora". Ancora turbato dallo shock, si sforzò di dare un senso logico alla situazione "Quindi Black sapeva tutto al riguardo. Ma come?".

    Incapace di rispondere, il gatto gli lanciò uno sguardo frustrato. Sì, decisamente Lily. In effetti, le somiglianze erano così inquietanti che Severus rimase stupito di non averlo capito prima.

    "Le mie scuse" disse "Va bene, come avrebbe fatto Black a capirlo? Fortuna? È stato un testimone quando è successo?".

    Lei scosse la testa mentre lui snocciolava le varie possibilità, finché alla fine disse "Era un Animagus".

    Con impazienza, chinò la testa.

    "Hmmm. Bene, questo risolve il mistero. Il primo di molti, temo. Quindi un Animagus può... percepire la tua presenza? Allora questo deve significare che Codaliscia...".

    Lei annuì vigorosamente, fissandolo con occhi pieni di paura.

    "Oh, cazzo".

    Fu un tempismo estremamente scadente da parte di Minus. Un sospiro appena fuori dalla porta, un leggero fruscio. Severus sapeva dannatamente bene che Codaliscia non poteva essere a conoscenza di quello che stava succedendo nella stanza - l'aveva protetta fino ai denti. Tuttavia, si alzò dalla sedia come un fulmine, la maledizione era già a metà della sua bocca mentre spalancava la porta.

    Codaliscia strillò in agonia, il corpo in preda a spasmi mentre crollava ai suoi piedi.

    "Pensavo..." disse Severus, la sua voce bassa e minacciosa "Di averti detto di restare nella tua stanza".




    "Legilimens!".

    La resistenza di Codaliscia, nella migliore delle ipotesi debole, fu rapidamente cancellata dalla sua selvaggia determinazione. Dopo aver esaminato dozzine di ricordi, gettandoli da parte come se fossero spazzatura, Severus si concentrò su ciò che era accaduto in cucina solo un paio d'ore prima. No, Codaliscia non aveva visto il messaggio sul tavolo. I suoi tempi di reazione (e senza dubbio le sue capacità di lettura) erano molto più lenti dei rapidi riflessi di Severus.

    Soddisfatto almeno su quel punto, Severus tornò un po' più indietro. No... quando Codaliscia era stato a Hogwarts con il giovane Weasley, non c'era alcuna indicazione che avesse scoperto l'identità di Lily, o addirittura che l'avesse incontrata. Aveva avuto strane interazioni con altri animali, incluso un feroce attacco al rospo di Paciock e una guerra a tutto campo con quel brutto gatto rosso a cui piaceva seguire la Granger. Ma non c'era traccia del piccolo calicò. 'Lily. Mio Dio…'.

    Ritirandosi, Severus lanciò un frettoloso Obliviate, sapendo che avrebbe dovuto procedere con la massima cautela. La situazione non era certo così grave come avrebbe potuto essere, ma avrebbe dovuto mantenere la calma per evitare che lo diventasse. Questo era doppiamente vero mentre non aveva modo di sapere come funzionasse effettivamente quella "sensazione". Codaliscia sarebbe stato in grado di annusarla? Sentire i suoi pensieri? Qualunque cosa fosse, sembrava meglio tenerlo il più lontano possibile da lei.

    "Resta qui" ringhiò "Se ti becco di nuovo fuori da questa stanza senza il mio permesso..." non ci fu bisogno di finire il pensiero.

    Tuttavia, prese la precauzione in più di lanciare un incantesimo di allarme sulla porta. Un urlo acuto... sì, molto bene. C'era solo un'altra apertura a cui Codaliscia poteva accedere, anche se fosse passato alla forma di roditore. Sorridendo tra sé e sé, si focalizzò sulla presa d'aria con una deliziosa piccola maledizione. Oh, Codaliscia era libero di usare tutto ciò che gli piaceva... se non gli importava di essere coperto dalla testa ai piedi di formiche infuocate ogni volta che ci provava.

    Soddisfatto, Severus tornò nella sua camera da letto. Trovò il gatto appollaiato sul davanzale della finestra, che lo fissava con occhi spalancati e preoccupati. Qualcosa gli si contorse nello stomaco in risposta, una paralizzante combinazione di esaltazione e terrore. No... non importava quello che ci voleva, non poteva perderla di nuovo. Sarebbe morto, e con gioia, prima di permettere che ciò accadesse.

    "Non preoccuparti" disse, un po' più burbero di quanto avesse voluto "Per ora è chiuso nella sua stanza. Riuscirà a sentirti se rimane lì?".

    Scosse la testa, sembrando più che mai desiderosa di parlare.

    "Molto bene. Sa chi sei?",

    Ciò gli valse uno sguardo frustrato, che chiariva che anche le domande "sì o no" lasciavano aree grigie che andavano oltre le sue capacità. Ovviamente aveva bisogno di un modo migliore per comunicare con lei, ma come? I suoi pensieri giravano ancora in cento direzioni diverse mentre afferrava un pezzo di pergamena dalla scrivania, scarabocchiando le parole "sì" e "no" con una dozzina di variazioni intermedie.

    Quel gesto gli riportò alla memoria, quasi dimenticato, un giocattolo Babbano che lei gli aveva mostrato una volta. Qualcosa chiamato "Palla Magica 8", un giochetto di plastica economica che richiamava uno strumento di predizione del futuro. Ci avevano giocato per ore, Lily ridacchiando in modo incontrollabile mentre Severus aveva dimostrato che si sbagliava ancora e ancora.

    "Sarò un mago?".

    'Non contarci'.


    Incapace di evitare un piccolo sorriso al ricordo, Severus le posò la pergamena davanti, sperando che i suoi metodi si sarebbero dimostrati più accurati.

    "Codaliscia sa chi sei?" ripeté, la sua voce morbida.

    Lei allungò la zampa, posandola direttamente sul punto in cui aveva scritto: -Non credo-.

    "E il Signore Oscuro?".

    -Non lo so-.

    Severus si appoggiò allo schienale della poltrona, emettendo un profondo sospiro "Non ha detto niente, almeno non a me. Ma comunque, non l'avrebbe detto, giusto?".

    -Probabilmente no-.

    "Sai come sollevare l'incantesimo?".

    Questa volta non si preoccupò di usare la pergamena. Scosse la testa, gli occhi pieni di disperazione. Ma poi quegli occhi si spostarono sull'unica cosa che aveva dimenticato fino a quel momento, il diario che aveva messo da parte sulla sbalorditiva rivelazione che Lily era viva e seduta proprio accanto a lui.

    Lo raccolse, sfogliando il resto del contenuto finché non arrivò a un paragrafo scritto in una mano diversa, un po' più recente.

    Qui sta il racconto di mia nonna, Elyria Black Rosewood, e le circostanze in cui ha scoperto l'incantesimo del Ligatis Animalia. Le pagine seguenti contengono ulteriori dettagli sugli effetti dell'incantesimo, che ho appreso attraverso le esperienze di mio nonno, Atrius Rosewood.



    Inspirando bruscamente, voltò la pagina successiva.


    Continua...
     
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    Capitolo 24 - Dal Paradiso all'Inferno



    1) L'incantesimo deve essere lanciato al momento della morte, richiedendo la dipartita naturale dell'anima dal corpo per funzionare. È un incantesimo protettivo, che non consente la rimozione forzata dell'anima come si può trovare nella magia oscura.

    2) Il bersaglio acquisisce la capacità di trasferirsi su qualsiasi animale desideri, ad eccezione degli animali magici e degli umani. Ciò perchè probabile che gli ultimi due possiedono strutture cerebrali molto più complesse*, annullando il dominio naturale che si verifica nella convivenza con creature più semplici.

    * Questo vale anche per i Babbani, abbastanza sorprendentemente.

    3) Se l'animale ospite muore, l'anima viene rilasciata e può trovare un nuovo ospite. La morte dell'"Anima" o dello "Spirito" può avvenire solo al residente naturale del corpo.

    4) Infine, è possibile riportare l'anima alla forma umana. Si verificherà un certo invecchiamento naturale, sebbene questo processo sembri rallentare un po' sotto gli effetti dell'incantesimo. Tornando alla forma umana, il bersaglio riprende una vita normale come qualsiasi altro essere mortale. L’ho scoperto di recente attraverso la morte di mio nonno, Atrius Rosewood, 134 anni. Possa egli riposare in pace.

    Per favore, fate riferimento alle pagine seguenti per i dettagli sulla rimozione dell'incantesimo e sul processo rigenerativo.






    Severus sfogliò le pagine rimanenti, socchiudendo gli occhi e imprecando sottovoce mentre si sforzava di distinguere le parole "Una pozione, ovviamente, anche se solo un paio di ingredienti sono leggibili. E questo incantesimo... non riesco a leggerlo affatto. Cazzo".

    Lily non reagì, ma poteva capire dallo sguardo nei suoi occhi che era d'accordo con il suo sentimento.

    "Quindi immagino che questo sia il motivo per cui Black lo ha tenuto segreto. Pensava di poterlo capire da solo?". Al suo cenno del capo, sbuffò "Un esercizio di futilità, per non dire altro. Le pozioni non sono mai state esattamente il suo forte".

    Severus sapeva a malapena cosa dire dopo, mentre migliaia di pensieri e sentimenti sconnessi lo attraversavano come minuscoli terremoti.

    Quando finalmente riuscì a parlare di nuovo, non c'era un ordine logico per le sue domande. Gliele disse a raffica, una dopo l'altra, mentre lei rispondeva usando il pezzo di pergamena al meglio delle sue capacità.

    "Quindi sei stata in giro... tutto questo tempo?".

    -Sì.-

    "Qui, ad Hogwarts, a Grimmauld Place... beh, suppongo che se puoi cambiare a piacimento, sei stata in grado di viaggiare come preferisci. Ma questo deve significare che Codaliscia ti ha incontrato. Il rospo, il gatto della Granger... eri tu?".

    -A volte.-

    Spostandosi a disagio sulla sedia, Severus si chiese se lei avesse abitato il rospo durante quello sfortunato incidente di avvelenamento. Non che avesse avuto intenzione di arrecare alla creatura un vero danno, ma le sue azioni potevano certamente suggerito il contrario. E quella era solo la prima di molte situazioni che stava cominciando a esaminare sotto una luce diversa e molto più angosciante. Quanto aveva visto negli anni? Lo odiava per quello che aveva permesso a se stesso di diventare?

    No... se così fosse, non sarebbe nemmeno qui, giusto? Non lo avrebbe cercato, non gli avrebbe mai detto la verità. E di sicuro non avrebbe passato gli ultimi mesi nei suoi alloggi privati a Hogwarts, sembrando apprezzare la sua compagnia tanto quanto lui aveva apprezzato la sua.

    Oltre a tutto ciò, aveva persino condiviso il suo letto di notte, cosa che difficilmente avrebbe fatto se...A quell'ultimo pensiero, i suoi occhi si spalancarono per le implicazioni.

    "Tu... Lily... hai dormito con me?".

    Lei chinò la testa, appoggiando la zampa sul punto della pergamena dove aveva scarabocchiato 'Ovviamente'.

    Fortunatamente, la sua mente non fece nulla per sessualizzare l'idea, il che sarebbe stato decisamente inquietante alla luce della sua forma attuale. Tuttavia, suscitò altri sentimenti, cose che non provava da così tanto tempo che non sapeva come identificarli o anche se fosse pronto a farlo.

    "Devi aver visto parecchio nel corso degli anni" disse, cambiando di nuovo direzione "Eri lì quella notte? La notte in cui sei... morta?" perché ovviamente era stata lì, almeno in senso fisico.

    -Sì.-

    "Mi hai visto… ?" chiuse gli occhi, assalito da un'immagine vivida di se stesso che cullava il suo corpo tra le braccia, imprecando e piangendo, desiderando per tutto il mondo di essere morto insieme a lei. Se fosse stata testimone di ciò, non avrebbe potuto avere dubbi sulla profondità dei suoi sentimenti per lei. Quella consapevolezza lo fece sentire vulnerabile, spaventato, ma non c'era modo di tirarsi indietro. Non adesso.

    Si costrinse ad aprire gli occhi, fissando direttamente i suoi, sollevato quando non trovò traccia di disprezzo nel suo sguardo gentile.

    "E sai del voto che ho fatto per proteggere... Harry?" quel nome aveva un sapore strano sulla sua lingua, più che un po' sgradevole. Ma non poteva immaginare di riferirsi a lui come 'Potter' mentre le parlava "Il fatto che tu sia viva non cambia nulla per quanto riguarda lui. Ho giurato di prendermi cura di lui e lo farò. Te lo prometto. Per quanto riguarda il resto... Lily, se sono stato dura con lui a volte...".

    Quando lei scosse bruscamente la testa, esortandolo a smettere, sapeva di non essere fuori dai guai per il modo in cui aveva trattato il ragazzo.

    La frustrazione nei suoi occhi lo rendeva fin troppo chiaro. Ma questo era un problema troppo complesso da risolvere in quel momento, quando lei era capace solo delle comunicazioni più rudimentali. Giusto. Avrebbe preferito di gran lunga rimandare quella particolare conversazione il più a lungo possibile.

    "Bene" lui disse dopo un momento "Questo certamente complica le cose, no? No, non guardarmi così. Il fatto che non abbia scritto 'Mi

    dispiace' su questa pergamena è stato intenzionale, te lo assicuro. Non hai niente di cui scusarti. Niente. Al contrario, non sai quanto io...".

    Si interruppe, ancora una volta sbalordito dall'enormità della situazione. Lily. Viva. Proprio lì accanto a lui, almeno nell'anima e nello spirito.

    Deglutendo a fatica, si schermò dalle sue emozioni più crude e vulnerabili, determinato a concentrarsi su questioni pratiche.

    "Tutto questo deve essere tenuto segreto" le disse, sentendosi un po' più tranquillo "Allo stato attuale, il Signore Oscuro non ha idea di dove trovarti, anche se sospetta che tu possa essere sopravvissuta in primo luogo. Dobbiamo assicurarci che rimanga così. Quanto a Silente...".

    Lei sibilò, una reazione che lui trovò sorprendente, per non dire altro.

    "Non ti fidi di Silente?".

    -No.-

    "Il capo dei Grifondoro in persona?".

    -No.-

    "Perchè no?" e poi, maledicendosi mentre ricordava la sua incapacità di rispondere a quella particolare domanda, disse "Perdonami. È perché non ti fidi di lui?".

    -Sì.-

    "Ma sai che è dalla nostra parte, vero?" e poi capì, avendo avuto anche lui preoccupazioni simili "Deve essere per il ragazzo allora, sì? Ha incoraggiato il suo comportamento sconsiderato, gli ha nascosto delle informazioni? Per quello che può valere, sarei propenso ad essere d'accordo. Ma devi capire che Silente è anche la nostra migliore speranza per sconfiggere il Signore Oscuro".

    -Può essere.-

    Voleva disperatamente sapere perché sembrasse così scettica, ma avrebbe dovuto aspettare "Il ragazzo non deve sapere di te" disse invece "Hai visto abbastanza per capire che è al corrente della mente del Signore Oscuro? Allora sai che la connessione va in entrambe le direzioni.

    Non solo ti metterebbe a rischio, ma abbiamo già visto come può essere attirato nel pericolo per conto di qualcuno che ama".

    I suoi occhi divennero tristi, dispiaciuti, ma annuì senza un accenno di protesta. Fu sorprendente. Per quanto Severus amasse Lily, l'aveva amata dal primo momento in cui l'aveva vista, anche lui doveva ammettere che l'impulsività era uno dei suoi più grandi difetti. La Lily che ricordava era stata governata dalle emozioni e non smetteva mai di pensare a quello che stava facendo prima di farlo. In effetti, era rimasta scottata da quella temerarietà in numerose occasioni.

    Ma ovviamente erano passati vent'anni, senza contare che i suoi limiti attuali dovevano averle insegnato molta pazienza. Era qualcosa che entrambi avevano imparato nel corso degli anni e su cui avrebbero dovuto continuare a fare affidamento durante lo scoppio della guerra. Era sollevato che lei sembrasse essersene resa conto, proprio come aveva fatto lui.

    Eppure la pazienza era l'ultima cosa a cui pensava mentre riprendeva il diario, esaminando le pagine danneggiate alla ricerca di qualsiasi

    frammento di informazione che potesse rivelarsi utile. C'era poco di prezioso su cui lavorare, ma questo non dissuase il suo ritrovato senso di avere uno scopo.

    "Te lo prometto" le disse, la sua voce tremante "Troverò un modo per sistemare le cose. Non so cosa succederà, o se sopravviverò a questa guerra. Ma non ho ancora intenzione di morire. Non fino a quando non avrò scoperto un modo per riportarti indietro. Qualunque cosa serva,

    Lily...".




    Lily fu quasi sollevata quando Severus se ne andò. Non che non volesse stargli vicino, che non fosse entusiasta di poter comunicare con lui in una certa misura. Era stato così travolgente. Aveva bisogno di tempo per adattarsi, un'opportunità per mettere ordine nei suoi pensieri e sentimenti. E ciò era impossibile da fare quando lui era seduto proprio accanto a lei... quando ogni parola, ogni sguardo le facevano vacillare di nuovo i sensi.

    Anche Severus sembrava aver bisogno di un po' di spazio. Alla fine della loro conversazione, i suoi occhi si erano riempiti di lacrime, che se glielo avesse permesso gli sarebbero cadute sulle guance in un torrente. Era per questo che se n'era andato, perché si vergognava di piangere davanti a lei? Il pensiero le stritolò il cuore. Povero Severus. Se lei aveva così tanti problemi a tenere sotto controllo le sue emozioni, come doveva essere per lui? Fino a un paio d'ore prima, aveva passato gli ultimi quindici anni a credere che fosse morta.

    Davvero, era una meraviglia che fosse stato in grado di tenersi insieme così come aveva fatto.

    "Resta qui" le aveva ordinato mentre usciva "Anche se Codaliscia inizia a ficcanasare, non c'è modo che possa rompere le barriere che ho posizionato in questa stanza. Stai bene per ora? Molto bene... tornerò tra un paio d'ore".

    Emotivamente esausta, era mezza addormentata quando lui tornò. Passando da stordita ad occhi spalancati e curiosa in pochi secondi, fissò il sacchetto di carta che lui aveva infilato sotto un braccio... da un negozio di giocattoli Babbano, tra tutti i posti.

    "Bene" lui disse con un sorrisetto, suonando molto più composto di prima "È bello sapere che la mia capacità di spaventare i bambini non è limitata alla mia illustre carriera di insegnante" aprendo la busta, tirò fuori diversi cubi dai colori vivaci "Mi ricordavo di averli visti a casa tua quando eravamo bambini. Certamente non la soluzione più efficace, ma forse per il momento andrà bene".

    Con una fitta acuta di nostalgia, Lily guardò mentre spargeva gli oggetti sul pavimento. Negli anni prima di Hogwarts, il frigorifero della sua famiglia ne era stato ricoperto: grandi lettere colorate al neon di plastica con magneti applicati sul retro. Naturalmente, Severus avrebbe potuto scrivere altrettanto facilmente singole lettere su fogli di pergamena, ma questi sarebbero stati molto più facili da gestire, cosa che doveva aver intuito. Sarebbe stato comunque goffo e dispendioso in termini di tempo comporre più di una frase o due, ma il progresso era sempre un progresso.

    Saltò giù dal letto, ansiosa di precisare la prima e più importante cosa che voleva dirgli.

    -GRAZIE.-

    Severus fissò il messaggio, senza muoversi né parlare per diversi lunghi momenti. La sua espressione mostrava una vasta gamma di emozioni: stupore, senso di colpa, qualcosa di vicino alla tenerezza, seguito da un lampo di paura. E poi alla fine si voltò.

    "È tardi" disse bruscamente "Forse dovremmo continuare domani".

    Lanciò un'occhiata al letto e poi di nuovo a lei, con aria incerta. Non era ovvio che avesse intenzione di andare a letto con lui, visto che lo faceva da mesi? Apparentemente no. Severus era cambiato tremendamente nel corso degli anni, era maturato oltre ogni aspettativa. Ma in questo, almeno, vide gli echi del suo io più giovane... quel ragazzino che a malapena aveva osato credere che qualcuno avrebbe scelto volontariamente di stargli vicino.

    Con un pizzico di compassione, si lanciò sul letto, sistemandosi tra i cuscini.

    "Bene" disse sottovoce, sembrando sorpreso e sollevato "Allora sarà così" si tolse gli strati di vestiti esterni, poi esitò, guardandola con un'espressione strana "Immagino che tu mi abbia già visto senza vestiti in vari stati?".

    Gli diede uno sguardo che era a metà tra il colpevole e il compiaciuto.

    "Capisco. E vuoi ancora condividere il mio letto? Beh, suppongo che non avresti potuto essere troppo inorridita da quello che hai visto".

    Alzare gli occhi al cielo non era possibile, ma riuscì a comunicare il sentimento. Lui ridacchiò, spogliandosi fino ai pantaloni prima di scivolare tra le lenzuola.




    Cullata dal suono del respiro regolare di Severus, Lily si era appena addormentata quando accadde. Il respiro gli si bloccò e si mise a sedere sul letto, prendendo l'anello che aveva messo sul comodino pochi minuti prima.

    "Lumos" disse, riuscendo a sembrare sia assonnato che completamente vigile. E poi "Silente?".

    "Severus... ho bisogno di te... per favore".

    "Arrivo".

    Praticamente balzò dal letto, lanciandole una breve occhiata mentre recuperava i suoi abiti "Devo andare a Hogwarts" disse, la sua voce bassa e mortalmente seria "Senza indugio. Tornerò appena posso".

    Forse non avrebbe dovuto farlo. Ma il ragno stava strisciando su per il muro a pochi passi di distanza, implorandola di cogliere l'occasione. Un rapido cambio e si ritrovò nascosta al sicuro nell'orlo della veste di Severus, roteando, roteando, finché il mondo non si rimise a posto davanti ai cancelli di Hogwarts. Il senso di urgenza di Severus era palpabile. Corse attraverso i giardini ed irruppe nel castello, respirando affannosamente mentre correva attraverso i corridoi. In pochi secondi, si trovò sulla porta dell'ufficio del Preside, borbottando la parola segreta e poi battendo il piede con impazienza mentre il gargoyle scivolava di lato di pochi centimetri.

    Entrarono e trovarono Silente accasciato sulla sedia, il viso smunto, la carnagione tinta di una sfumatura di verde. Tremando violentemente, non riuscì nemmeno a parlare mentre faceva cenno a Severus di avvicinarsi.

    "Mio dio... cosa hai fatto?" ma Severus non attese una risposta.

    Sopraffatta dalla frenetica attività, Lily si staccò dalle sue vesti, appollaiandosi proprio lì sulla scrivania mentre osservava la scena svolgersi.

    Avanti e indietro, avanti e indietro... Severus era inarrestabile. Non poteva contare gli incantesimi che recitava, non aveva idea di come fosse riuscito a mettere le mani sulle pozioni di cui aveva bisogno così velocemente.

    "Perché?" chiese quando Silente finalmente si riprese "Perché hai messo quell'anello? Porta una maledizione, sicuramente te ne sei reso conto.

    Perché lo hai anche solo toccato?".

    "Io... sono stato uno sciocco. Ero molto tentato...".

    "Tentato da cosa?" chiese Severus, anche se ovviamente Silente non rispose.

    Quanto a ciò che accadde dopo, Lily poté solo ascoltare con crescente orrore. Magia oscura... il Preside aveva forse un anno di vita, sebbene Severus avesse fatto del suo meglio per mitigare gli effetti della maledizione. Ma non era quella la parte scioccante, anche se era rattristata dalla prognosi infausta. No... di gran lunga peggiori furono le rivelazioni che seguirono che, alla fine, resero difficile provare altro che una furia cieca verso Silente, la mano avvizzita e tutto il resto.

    "Mi riferisco al piano che Lord Voldemort sta componendo intorno a me. Il suo piano per farmi uccidere dal povero Malfoy".

    "Il Signore Oscuro non si aspetta che Draco abbia successo" rispose Severus e, sebbene lo nascondesse bene, poteva dire che era angosciato dall'idea.

    Lily era più combattuta - non provava affetto per Draco, che aveva maltrattato suo figlio proprio come i suoi genitori avevano fatto con lei.

    Suprematisti purosangue, Mangiamorte... sarebbe stato così tragico dimezzare il loro numero? Ma anche quando il pensiero le attraversò la mente, fu spazzato via da un impeto di colpa. Poteva anche essere un bruto, ma Draco era solo un bambino. E non importava cosa provasse per lui, chiaramente significava qualcosa per Severus.

    "In breve, il ragazzo ha avuto una condanna a morte pronunciata su di lui con la stessa certezza con cui l'ho pronunciata su di me" disse Silente, suonando disinvolto "Ora, ritengo che il naturale successore del compito, una volta che Draco fallirà, sarai tu?".

    "Questo, credo, sia il piano del Signore Oscuro".

    Le implicazioni complete di quell'affermazione erano impensabili. Ma ovviamente, se Silente lo sapeva già, ci doveva essere un piano alternativo? Ansiosamente, aspettò di sentirlo, quasi grata di non avere la capacità di urlare con impazienza mentre discutevano di cosa sarebbe successo alla scuola dopo la morte del Preside. Naturalmente, era allarmante pensare che potesse cadere nelle mani di Voldemort, ma il voto di Severus di prendersi cura degli studenti fu rassicurante.

    Rassicurante, anche se non sorprendente. Si preoccupava dei bambini, nonostante tutte le apparenze contrarie, avrebbe dato la vita per loro.

    Forse non poteva lasciare che i suoi sentimenti si manifestassero - farlo poteva facilmente significare far saltare la sua copertura anche se fosse stato un tipo estroverso, il che ovviamente non lo era. Ma quei sentimenti erano comunque reali e avrebbero potuto benissimo salvare più di poche vite innocenti entro la fine di tutto.

    Silente procedette a chiedergli di tenere d'occhio Draco, per impedirgli di danneggiare qualcuno degli altri studenti con i suoi piani. Questo, almeno, era comprensibile... Lily aveva assoluta fiducia che Severus potesse scongiurare qualsiasi potenziale catastrofe. Le abilità di Draco erano al massimo mediocri da quello che aveva visto e c'erano pochi che potevano sperare di superare in astuzia Severus. A parte i maghi davvero eccezionali e quelli adulti, chiunque sarebbe stato uno sciocco anche solo a provarci.

    "Alla fine, ovviamente, c'è solo una cosa da fare se vogliamo salvarlo dall'ira di Lord Voldemort".

    Alzando le sopracciglia, Severus disse "Intendi lasciare che ti uccida?".

    "Certo che no. Dovrai uccidermi tu".

    Lily si sentì come se l'aria fosse stata risucchiata fuori dalla stanza. Non poteva essere serio. Non si era reso conto di cosa avrebbe significato? Al di là dell'indescrivibile quantità di sofferenza che Severus avrebbe sopportato a livello personale, era diventato un traditore agli occhi del mondo magico. Ma, naturalmente, Silente lo sapeva, doveva aver capito che stava preparando Severus per essere odiato, insultato, un potenziale bersaglio per le stesse persone che aveva passato la maggior parte della sua vita adulta cercando di aiutare.

    Oh sì, Silente lo sapeva... e aveva avuto l'audacia di suggerirlo comunque.

    Mai, mai Lily aveva odiato nessuno più di quanto avesse fatto in quel momento. Nemmeno lo stesso Voldemort. Dopotutto, ci si poteva aspettare tradimento e dolore da un mago oscuro. Ma uno che affermava di combattere per il lato della Luce? L'ipocrisia la faceva sentire fisicamente malata.

    Recuperando la sua calma, Severus rispose con pungente sarcasmo "Vorresti che lo facessi adesso? O vorresti qualche istante per comporre un epitaffio?".

    "Oh, non ancora" disse Silente e Lily non riusciva a credere che avesse il coraggio di apparire quasi allegro per la cosa orribile che stava chiedendo a Severus di fare "Oserei dire che il momento si presenterà a tempo debito. Visto quello che è successo stasera, possiamo essere sicuri che accadrà entro un anno".

    "Se non ti dispiace morire, perché non lasciare che lo faccia Draco?".

    "L'anima di quel ragazzo non è ancora così danneggiata. Non sarà per colpa mia che venga fatta a pezzi".

    "E la mia anima, Silente? La mia?".

    Le parole di Severus, pronunciate in un sussurro, le fecero a pezzi il cuore. Gli occhi dell'uomo che aveva conosciuto erano spariti, sostituiti da quelli del ragazzo che era stato una volta. Spaventati, vulnerabili e così pieni di dolore, come erano sempre apparsi quando qualcosa - o qualcuno - gli aveva dato un motivo in più per perdere la fiducia. Fiducia nella compassione, fiducia nell'amore, fiducia nel proprio valore. Come una stella nel cielo notturno che precipita a terra, morta, scomparsa, per non essere mai più resuscitata.

    L'atto in sé era abbastanza terribile da contemplare. Ma anche quello non era brutale la metà della conferma di Silente che, dopo anni di fedele servizio, in una relazione in cui si sarebbe dovuto creare un legame di fiducia, la mente, il suo cuore, l'anima di Severus non valevano nulla per lui. Non era altro che un'arma da usare o da scartare completamente una volta che avesse servito al suo scopo.

    In questo, Lily si rese conto, Silente non era migliore di Voldemort stesso. E con ciò, le ultime illusioni della sua infanzia si sciolsero nel nulla, spazzate via come mera polvere.


    Continua...
     
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    Capitolo 25 - Vincolato dal dovere



    L'Occlumanzia non era mai servita a Severus così bene.

    Combinata con una sana dose di Sonno Senza Sogni, i suoi scudi lo aiutarono a dormire per il resto della notte e fino al giorno successivo. Era stata una fortuna, forse anche la sua salvezza, che non fosse stato convocato durante quel periodo. Il suo solito controllo ferreo sarebbe stato traballante nella migliore delle ipotesi, indebolito da una pericolosa combinazione di shock ed esaurimento.

    Ma anche dopo un sostanzioso riposo, fortificato da diverse tazze di caffè nero forte, stava ancora lottando per orientarsi. Come diavolo avrebbe dovuto gestire tutto quello? Oltre a tenere d'occhio Potter, che era già un lavoro a tempo pieno, ora ci si aspettava che tenesse d'occhio anche Draco, assicurandosi che nessuno studente venisse danneggiato nei suoi frenetici tentativi di assassinare il mago più potente esistente. Oh già, lo stesso mago che avrebbe dovuto uccidere entro la fine dell'anno scolastico.

    Nel frattempo, era obbligato a interpretare il fedele Mangiamorte, sapendo che il più piccolo errore avrebbe senza dubbio provocato una morte atroce. A tal fine, avrebbe dovuto passare il resto dell'estate a impedire a Codaliscia di curiosare nei suoi affari privati. E se ciò non bastasse a tenerlo occupato, aveva ancora una carriera da insegnante di cui preoccuparsi.

    Sospirando piano, Severus seppellì la testa tra le mani, non volendo altro che strisciare di nuovo sotto le coperte e restare lì per mesi, forse anche anni. Ma, ovviamente, la resa non era un'opzione. Non c'era nient'altro da fare se non andare avanti.

    A poco a poco, si rese conto di lievi rumori da qualche parte nelle vicinanze dei suoi piedi. Guardò in basso e individuò il gatto, che era

    completamente concentrato sulle lettere che stava cercando di organizzare in una parvenza di ordine logico.

    Ed ecco un'altra preoccupazione, ancora troppo irreale per essere annoverata tra i suoi guai ordinari. La protezione di Lily, il suo occultamento... la sua determinazione a dedicare quel poco tempo libero che aveva per trovare una soluzione alla sua situazione. Non era meno scoraggiante di tutti gli altri suoi obblighi, certo, ma era impossibile vederlo sotto la stessa luce.

    -PARLAMI-

    Fissò il messaggio, il suo abituale bisogno di cautela contrastava con il desiderio opprimente di essere onesti. Ebbene, perché non avrebbe dovuto dirle la verità? Era l'unica con cui sentiva di poter parlare liberamente e, in ogni caso, non poteva sopportare il pensiero di dipingersi come un traditore ai suoi occhi, se e quando fosse stato costretto a uccidere Silente. Tutti gli altri, bene, ma non lei.

    E così le spiegò cosa era successo la notte precedente, aspettandosi di vederla ritrarre per lo shock. Invece, si limitò a fissarlo con fermezza finché non ebbe finito, quindi compose un secondo messaggio.

    -LO SO-

    Si accigliò confuso, poi i suoi occhi si spalancarono "Eri con me? Come?".

    -RAGNO-

    "Puoi passare a... degli insetti? Interessante. Beh, suppongo di non poter sperare di nasconderti alcun segreto, vero?". Lei scosse la testa

    mentre lui continuava "Quello che vuole che io faccia... non ho scelta. Lo so. Ma non riesco a immaginare come...".

    -NON FARLO-

    Le sue labbra si piegarono in un piccolo sorriso triste "Devo. Non rimangerò le mie parole. In ogni caso, ha ragione - è l'unico modo per risparmiare Draco, per salvare lo stesso Silente da una fine molto più dolorosa. Un omicidio per misericordia, che suppongo di poter capire. Ma questo difficilmente lo rende più facile, ovviamente, ma forse...".

    Scuotendo di nuovo la testa, Lily iniziò ad aggiungere lettere al suo messaggio precedente. Finendo, la guardò con curiosità finché non completò il suo compito, guardandolo con occhi pieni di dolore.

    -NON TI MERITANO-

    Severus non aveva idea di come rispondere a quello. Aveva smosso qualcosa in lui, qualcosa che pensava fosse morto e scomparso da tempo.

    Eppure non poteva dimenticare chi era, i suoi numerosi difetti e gli innumerevoli errori. Se non fosse stato per lui, non sarebbero mai arrivati a quello. Quella fottuta profezia... lei lo sapeva? Immaginava di no, semplicemente perché non poteva capire come lei avrebbe potuto perdonarlo se l'avesse saputo.

    Beh, quello era il significato della sua vita, no? L'infinita lotta per la redenzione? Sì, quello e niente di più. Doveva ricordarlo, continuare a ricordare a se stesso che tutto il tempo che aveva con lei era solo una tregua temporanea. Non c'era lieto fine per lui, poche possibilità che sarebbe sopravvissuto a quella guerra.

    Cosa sarebbe importato se lo avesse odiato quando avesse scoperto la verità? Oh, avrebbe fatto un male infernale, su questo non c'era dubbio.

    Ma non stava agendo a proprio vantaggio, credendo che il premio fosse suo da vincere alla fine di tutto. La sua promessa di proteggere il ragazzo era stata fatta per lei, proprio come riportarla indietro sarebbe servito allo stesso scopo. Il conforto di sapere che aveva creato un futuro migliore per lei era tutto ciò che aveva il diritto di sperare.

    E forse, alla fine, sarebbe bastato.




    Alla fine, Lily riuscì a far capire a Severus che Codaliscia non sarebbe stato in grado di percepire la sua presenza mentre era in forma umana.

    Era un sollievo: era stanca di passare le sue giornate rinchiusa in camera da letto, che era insopportabilmente soffocante nei pomeriggi caldi.

    Inoltre, Severus era ansioso di iniziare i suoi esperimenti e lei voleva stare con lui il più possibile durante tutto il processo.

    Per il momento, trascorreva la maggior parte del tempo nel suo studio, seduto sulla poltrona con una tazza di caffè e pile di libri sul tavolo accanto a lui. Sarebbe rimasto lì dalla mattina fino a dopo mezzanotte, così impegnato nelle sue ricerche che si sarebbe dimenticato di mangiare se non fosse stato per Codaliscia.

    Al roditore non importava nulla dei bisogni degli altri, ovviamente, ma gli era stato fatto capire cosa ci si aspettava da lui, il che equivaleva ai doveri di un elfo domestico. Lily sospettava che questo avesse più a che fare con l'umiliazione che con i pasti caldi o una casa pulita, ma nonostante tutti i suoi sguardi ostili, Codaliscia non osava rifiutare. Severus aveva dimostrato di poter essere... brutale quando i suoi ordini non venivano seguiti alla lettera.

    Poteva biasimarlo? Niente affatto. Al contrario, era rimasta colpita dalla sua moderazione, sapendo che odiava Codaliscia almeno quanto lei.

    Nonostante il loro ospite sgradito, i giorni trascorrevano pacificamente, dando loro diverse settimane di tregua prima che la realtà si intromettesse ancora una volta.

    Era tarda sera - Severus aveva il naso nascosto in "101 Usi Minori Conosciuti per le Radici di Mandragola" mentre Lily giaceva rannicchiata sul divano. Si era quasi addormentata quando bussarono alla porta, in qualche modo sommessamente e quasi timidamente. Sorpresa, si mise dritta, fissando Severus con occhi spalancati e preoccupati. I visitatori erano rari a Spinner's End, quasi impensabili a quell'ora della notte.

    "Che cazzo è?" lui mormorò sottovoce. E poi, guardandola, sibilò "Sotto la sedia. Stai nascosta".

    Lily sentì piuttosto che vide cosa successe dopo. Mangiamorte... che meraviglia! Narcissa sembrava più gentile, più umana di quanto ricordasse, ma Bellatrix era più cattiva che mai. Poteva distinguerle dalle loro scarpe: costose e quasi perfette per l'una, schiette e utilitarie per l'altra. Strano che si potesse dire così tanto di una persona dalle sue calzature.

    Severus, o meglio, i suoi stivali di pelle di drago, apparvero nel suo campo visivo mentre si sedeva sulla poltrona di fronte ai suoi ospiti. Quegli stivali erano resistenti come chiodi, realizzati per resistere a qualsiasi cosa, e tuttavia conservavano la loro eleganza con le loro linee morbide e le volute finemente incise. Sì, pensò tra sé e sé con un sorriso interiore. Davvero molto appropriato.

    "Noi... siamo soli, vero?" disse Narcissa, riportando Lily su questioni più serie.

    "Sì, certo. Beh, Codaliscia è qui, ma non contiamo i parassiti, vero?".

    Codaliscia, che si era nascosto dietro la porta, fu mandato a prendere il vino, sebbene riuscì a opporre almeno una debole resistenza. Non voleva essere umiliato di fronte ai suoi compagni Mangiamorte? Beh, peccato per lui. Era il minimo che si meritava.

    E poi Lily se ne dimenticò completamente quando Severus e i suoi ospiti brindarono a Voldemort. Naturalmente, non era più di quanto doveva fare per mantenere la sua copertura, ma era comunque scomodo assistere a tale situazione. Per rendersi conto di quanto fosse bravo a interpretare il doppiogiochista… così tanto che persino Lily, che conosceva le sue motivazioni meglio di chiunque altro, dovette continuare a ricordare a se stessa che era tutto una messa in scena.

    "Severus, so che non dovrei essere qui" disse Narcissa, suonando tremante "Mi è stato detto di non dire niente a nessuno, ma...".

    "Allora dovresti tenere a freno la lingua!" sbottò Bellatrix "Particolarmente in compagnia attuale!".

    ""Compagnia attuale"? E cosa devo intendere dalle tue parole, Bellatrix?".

    "Che non mi fido di te, Piton, come ben sai!".

    Lily ingoiò un impeto di paura, ricordando a se stessa che Severus aveva la situazione sotto controllo. Ma sapere che viveva sul filo del rasoio era una cosa. Testimoniarlo di persona era tutta un'altra cosa. Un lapsus, un piccolo errore, poteva significare la sua morte... e conoscendo Voldemort, la tortura prolungata sembrava più probabile che una rapida fine. Allora le venne in mente quanto fosse davvero coraggioso, quanto autocontrollo doveva aver avuto bisogno per apparire imperturbabile mentre Bellatrix gli lanciava accuse, una più crudele dell'altra.

    Imperturbabile? No, era qualcosa di più. La sfidò apertamente mentre distorceva le sue insinuazioni per soddisfare il suo scopo... non solo per dipingere se stesso come innocente del crimine in questione, ma per farla sembrare una sciocca. Non era solo una spia efficace, ma un maestro nell'arte dell'inganno, manipolativo fino al midollo quando doveva esserlo. Un vero Serpeverde, che sarebbe stato inquietante se non avesse saputo che lui era molto di più.

    "Stai evitando la mia ultima domanda, Piton" insistette Bellatrix "Harry Potter. Avresti potuto ucciderlo in qualsiasi momento negli ultimi cinque anni. Non l'hai fatto. Perché?".

    Quella spiegazione era necessaria quanto le altre, anche se era doloroso ascoltarla mentre Severus criticava suo figlio. Mediocre, arrogante, odioso, pomposo... quanto di quello che aveva detto su Harry era a beneficio del suo pubblico e a quanto credeva veramente? A questo punto, quanto dei suoi maltrattamenti nel corso degli anni erano stati fatti con l'intenzione di mantenere la sua copertura e quanto era stata genuina antipatia?

    Sicuramente una conversazione che voleva avere, anche se non fino a quando i suoi attuali limiti non erano più un problema. Sia l'argomento che le emozioni coinvolte erano troppo complesse per provarci ora.

    Per il momento, era sufficiente che Bellatrix fosse messa a tacere, con Severus che sembrava decisamente compiaciuto mentre rivolgeva la sua attenzione a sua sorella.

    "Ora... sei venuta a chiedermi aiuto, Narcissa?".

    Presto divenne evidente che Narcissa era terrorizzata per Draco, sperando che Severus potesse essere in grado di intervenire per suo conto.

    Lily non poteva certo biasimarla per questo, si ritrovò persino a simpatizzare con l'emozione cruda nella voce della donna. Sembrava molto più umana di quanto non fosse stata durante i loro anni scolastici, quando era stata fredda e condiscendente, senza mai preoccuparsi di parlare con nessuno tranne i suoi compagni Serpeverde. Sarebbe stato facile dire che il dolore che stava soffrendo ora non era più di quanto si meritava, ma avendo sperimentato la paura di perdere un figlio per se stessa, Lily trovava difficile vederlo in quel modo. Sperava che Severus sarebbe stato in grado di proteggerlo in qualche modo, soprattutto se fosse riuscito a trovare una soluzione alternativa per uccidere Silente nel processo.

    "Potrebbe essere possibile... per me aiutare Draco".

    "Severus - oh, Severus - lo aiuteresti? Ti prenderesti cura di lui, ti assicureresti che non gli venisse fatto niente?".

    "Posso provarci" disse piano.

    Narcissa si mise in ginocchio, a pochi centimetri dal nascondiglio di Lily. Piangendo di gratitudine, disse "Severus, lo giuri? Farai il voto

    infrangibile?".

    Lily si bloccò, come senza dubbio avrebbe fatto Severus se ne avesse avuto il lusso. Ma non aveva bisogno di vedere la sua faccia per sapere che la sua espressione sarebbe stata stoica come sempre, per tutto quello che doveva aver vacillato dentro. Sicuramente avrebbe trovato un modo intelligente per aggirarlo, proprio come aveva fatto con innumerevoli...

    Bellatrix urlò dalle risate "Non stai ascoltando, Narcissa? Oh, ci proverà, ne sono sicura. Le solite parole vuote, il solito strisciare fuori dal combattimento... oh, agli ordini dell'Oscuro Signore, ovviamente!".

    E con questo, il suo stomaco precipitò fino alle dita dei piedi.

    "Certamente, Narcissa" lui disse, suonando perfettamente composto "Farò il voto infrangibile".

    E poi si mise anche lui in ginocchio, di fronte a Narcissa, che dava istruzioni a Bellatrix... no, non poteva succedere. Doveva esserci una via d'uscita, qualche scappatoia...

    "Tu, Severus, veglierai su mio figlio, Draco, mentre cerca di soddisfare i desideri del Signore Oscuro?" disse Narcissa.

    "Lo farò".

    "E lo proteggerai, al meglio delle tue capacità, dal male?".

    "Lo farò".

    Ma proprio mentre Lily tirava un sospiro di sollievo, le sue speranze furono schiacciate mentre Narcissa recitava la parte finale del voto.

    "E, se dovesse risultare necessario... Se sembrerà che Draco stia per fallire... eseguirai l'atto che il Signore Oscuro ha ordinato a Draco di compiere?".

    Questa volta ci fu una breve esitazione, ma la voce di Severus fu ferma quando disse "Lo farò".




    Le settimane che seguirono furono abbastanza tranquille. Severus continuò con la sua ricerca, facendo affidamento su ulteriori letture combinate con la propria esperienza per sviluppare diverse teorie plausibili. Era meglio lavorarci simultaneamente... non voleva mettere né se stesso né Lily attraverso il tormento di aspettare mesi per vedere se ne sarebbe uscito un incantesimo, solo per dover ricominciare da capo.

    Inoltre, era difficile immaginare che avrebbe avuto quel tipo di tempo.

    Ciò venne confermato alla fine di luglio, quando ricevette la risposta di Silente alla sua ultima domanda per la posizione di Difesa contro le Arti Oscure. APPROVATO. Sapeva già che sarebbe stato il suo ultimo anno di insegnamento. Quello doveva essere un premio di consolazione? No… Silente aveva sempre più ragioni per qualunque cosa avesse scelto di fare, ma era difficile credere che le preferenze personali di Severus fossero in cima a quella lista.

    Era molto più probabile che con la guerra alle porte, Silente volesse che i bambini ricevessero almeno un anno di formazione ottimale da un insegnante competente. Non sarebbe bastato, ovviamente, ma Severus suppose che fosse meglio di niente.




    Fu convocato molte altre volte nelle settimane precedenti il suo ritorno a Hogwarts, ma ancora una volta si trattò di affari senza incidenti. Il Signore Oscuro era compiaciuto per il momento, soddisfatto della sua imminente vendetta contro Lucius e degli atti casuali di brutalità che i suoi Mangiamorte stavano commettendo contro Babbani e Maghi. Non poteva durare, ovviamente... il Signore Oscuro di certo non era noto per la sua pazienza. Ma per il momento, Severus stava facendo del suo meglio per riposarsi e ricaricarsi in preparazione delle prove a venire.

    E poi alla fine di agosto, ricevette una convocazione speciale, che non gli diede altra scelta che lasciare Lily da sola con Codaliscia senza alcuna possibilità di avvertirla prima. Non la vedeva da ore: quel pomeriggio era uscita in esplorazione e non era ancora tornata. E mentre cercava di aspettarla, poteva solo permettersi di ritardare una questione di minuti prima che il Signore Oscuro diventasse sospettoso.

    "Resta nella tua stanza" ringhiò a Codaliscia, per quel che ne sarebbe valso. Il piagnucoloso roditore stava diventando più audace di giorno in giorno, essendo giunto alla conclusione che Severus poteva solo andare così lontano nei suoi tentativi di trattenerlo. Beh, quella era una cosa buona del ritorno a Hogwarts... alcuni dei suoi studenti potevano essere odiosi oltre ogni comprensione, ma non potevano tenere il passo con Codaliscia.

    Dando un'ultima occhiata allo studio vuoto, sospirò pesantemente, premendo le dita sul Marchio.




    Lily non aveva fatto alcun tentativo di dire a Severus dove andava quel pomeriggio. Forse un giorno, ma per ora era troppo personale per quello, troppo difficile da spiegare con una manciata di lettere di plastica. Rivisitare il passato sarebbe stata una spiegazione equa, ma era più di quello. Aveva visitato la casa della sua infanzia, si era soffermata per ore nel parco giochi dove lei e Severus si erano incontrati, e aveva visitato le tombe dei suoi genitori, cercando di riconciliarsi non solo con il passato, ma anche con il presente e il futuro.

    Tante cose erano incerte e sembrava che non ci fosse nulla che potesse fare per cambiare il corso degli eventi che stavano per svolgersi. Anche se Severus l'avesse riportata indietro nel tempo per prendere parte alla guerra, cosa avrebbe significato? Non praticava la magia da quindici anni, aveva dimenticato com'era persino vivere da umana. Avrebbe ancora avuto i suoi poteri? Avrebbe ricordato gli incantesimi che potevano significare la vita o la morte per i suoi cari? E quale effetto avrebbe avuto sul mondo magico quando si fosse scoperto che era stata viva per tutto quel tempo?

    Ancora più importante, come ciò avrebbe influenzato Harry?

    Quelle erano le domande che l'avevano spinta a vagare, spinta dal bisogno di cercare ricordi di un tempo più semplice. Era il modo migliore per schiarirsi le idee in mezzo a tanto tumulto.

    Eppure, c'era una certa stranezza nel rivisitare i luoghi della sua infanzia dopo tutti quegli anni. Più cercava di riconquistare il passato, più le sembrava di vedere i ricordi di un'altra persona, non i suoi. Non erano meno vividi e toccanti, eppure sembrava surreale che fosse mai stata così innocente, così piena di fiducia in se stessa e nel mondo che la circondava. Non aveva saputo nulla di prudenza, accettando le cose alla lettera invece di prendersi il tempo per capire cosa fosse veramente giusto per lei.

    Era cambiato così tanto, eppure non poteva dire che le dispiaceva. Le dispiaceva per la guerra, sì. Le dispiaceva che i suoi cari fossero in pericolo. Ma i cambiamenti in se stessa durante tutti i suoi anni di solitudine? Aveva imparato cosa significava essere paziente piuttosto che agire d'impulso, era stata costretta in una situazione in cui, incapace di parlare, aveva imparato ad ascoltare veramente. E anche se non riusciva ancora a vedere come, sperava che quelle qualità le sarebbero state utili durante le prove a venire.

    Fu molto dopo il tramonto quando ritornò a Spinner's End. Non ne era molto contenta - Severus era probabilmente occupato e l'ultima cosa che voleva fare era dargli ancora un'altra preoccupazione oltre all'enorme fardello che stava già portando. Era qualcosa su cui avrebbe dovuto essere più cauta in futuro.

    Sorpresa che non fosse nel suo studio, balzò su per le scale, scoprendo che anche la sua camera da letto era vuota. Insolito... ma poi di nuovo, aveva detto che intendeva iniziare a lavorare nel suo laboratorio nei prossimi giorni. Era lì che si trovava? Se era così, non voleva disturbarlo.

    Invece, compose un messaggio sul pavimento della camera da letto, concentrandosi duramente mentre inseriva le lettere di plastica.

    -SCUSA SEV-

    Il soprannome non gli si adattava del tutto da adulto. No, era fin troppo dignitoso, almeno ai suoi occhi. Abbreviarlo era solo una questione di opportunità, anche se le sue labbra si contraevano in un piccolo sorriso ogni volta che lo vedeva.

    'Tu…'.

    La sua testa si alzò di scatto, gli occhi che saettavano selvaggiamente per la stanza. Impossibile... era sola. Doveva esserlo. Eppure, sentì il più tenue sbuffo, individuò una minuscola fessura sul battiscopa sul lato opposto della stanza. Non c'era stata... ieri, non c'era. L'avrebbe vista, l'avrebbe saputo.

    Tutto quello che potè vedere all'inizio erano i suoi occhi, scintillanti, sinistri nell'oscurità. Ma poi si fece avanti e lei vide un naso lungo e appuntito, una pelliccia lacera, uno strano luccichio metallico dove avrebbe dovuto esserci un piede. ’Oh, cazzo'.

    'Tu' lui ripeté nella sua mente, la sua voce grondante di malevolenza 'Tu chi sei?'.



    Continua...
     
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    Capitolo 26 - Smaltimento dei roditori



    Forse non era la cosa più sensata da fare. Ma in quel momento, la paura trionfò sulla logica, la cautela lasciò il posto al puro istinto animale. Uccidere o essere ucciso. Non c'era altra alternativa che impedire che il topo corresse dritto da Voldemort con i suoi sospetti. E poi cosa? Quali terribili punizioni avrebbe dovuto sopportare Severus per aver custodito il suo segreto?

    Inorridita dal pensiero, Lily inseguì il topo mentre correva lungo il corridoio, giù per le scale e nello studio dove non c'erano le protezioni di Severus. Troppo tardi, si rese conto del suo errore, quando Codaliscia si trasformò in forma umana, afferrandola per la nuca.

    "Pensavi fosse intelligente, no? Non avrei potuto varcare la soglia di quella stanza in nessuna forma. Ma..." le fece un grattino sotto il mento, il che fu molto più snervante di qualsiasi tentativo di ferirla "Immagino che non si sia mai chiesto cosa facessi nella mia piccola prigione per tutto il pomeriggio. Non ha mai immaginato che avrei potuto masticarmi un po' alla volta la via verso la libertà. Dopo il suo tè, ovviamente. Non devo mai dimenticare quel dannato tè!".

    Lily lottò contro la sua presa, anche se sapeva che non c'era speranza di liberarsi.

    "Allora..." lui disse dopo un momento "Piton sta nascondendo un Animagus a casa sua. Non registrato, senza dubbio. Ma perché? E perché quello stesso Animagus dovrebbe preoccuparsi di compilargli dei messaggi, riferendosi a lui con un soprannome che solo Lily Potter usava?".

    Cercando di non rabbrividire al suono del suo nome, tentò uno sguardo vuoto e senza comprensione. Fu accolto da un lampo di denti gialli dal suo rapitore, i suoi occhi febbrili per l'eccitazione.

    "Trasformati. Voglio vedere chi sei".

    Ovviamente, era impossibile. Rinnovò le sue lotte, cercando di guadagnare un po' di tempo, sperando che Severus tornasse prima che fosse troppo tardi.

    "No?" usando l'altra mano, Codaliscia estrasse la bacchetta dalla tasca "Hmmm... forse hai bisogno di un po' di persuasione in più".

    Lei lo colpì, facendogli cadere con uno strillo di indignazione mentre premeva la mano sui tagli insanguinati che aveva lasciato sulla sua guancia.

    "Tu..." Codaliscia balbettò "Tu... come osi...".

    Non aspettando che finisse, lei corse attraverso la stanza e su per le scale, determinata a raggiungere il santuario della camera da letto di Severus. Era solo a pochi passi dalla soglia quando accadde, il suo mondo in frantumi dietro un urlo acuto.

    "Cruciatus!".

    Tutte le sue terminazioni nervose presero fuoco mentre crollava, si contorceva violentemente, non riconoscendo come sue le grida ululanti che riverberavano su e giù per il corridoio. L'unica cosa che poteva percepire era dolore... accecante, incessante... rendendola incapace di pensare... incapace di muoversi...

    Anche quando Codaliscia ritirò la maledizione, non poteva fare altro che stare stesa lì, il suo ansimare pesante si mescolava a lievi versi che non sapeva di avere la capacità di fare. Debolmente, cercò di alzarsi sulle zampe, volendo scappare dal suono della sua risata malevola.

    Il secondo incantesimo fu indolore, almeno, essendo lo stesso incantesimo che Severus e Sirius avevano usato nel futile tentativo di farla tornare alla forma umana. L'incantesimo di Codaliscia non fu meno potente del loro, un lampo di luce blu brillante che illuminò il corridoio buio come un giorno d'estate. Ma ovviamente non portò a nulla. Codaliscia la fissò divertito prima di fare un altro tentativo.

    E poi i suoi occhi luccicanti si illuminarono "Aha! Ha impostato una sorta di incantesimo protettivo su di te, vero? Avrei dovuto aspettarmelo. Furbo Severus... ma non troppo furbo per me, oh no. Ora, ti darò un'altra possibilità di rivelarmi chi sei, contando fino a dieci, o ti farò male. molto, molto male".

    Lily tentò di lanciarsi in camera da letto, i suoi nervi malconci che urlavano ad ogni passo. Ma Codaliscia, senza dubbio avendo previsto la sua intenzione, gridò "Petrificus Totalus!".

    Cadde, rigida come un'asse, colpendo il pavimento con un tonfo sonoro. Adesso era veramente impotente, terrorizzata oltre ogni immaginazione... finché non vide un lampo di movimento nella sua visione periferica. Solo un po' più vicino ora... più vicino... richiamando le ultime forze, Lily fu sul punto di proiettarsi verso la falena, quando sentì la porta d'ingresso aprirsi di botto.




    La prima cosa che Severus vide, fu il tavolo rovesciato accanto alla sua poltrona, i libri sparsi sul pavimento. Imprecando sottovoce, fece le scale a due a due, svoltando l'angolo e puntando la bacchetta con un movimento fluido.

    "Incarceramus!".

    Guardò senza un briciolo di emozione mentre Codaliscia affondava, artigliato dal serpente come delle corde che si avvolgevano intorno a lui dalla testa ai piedi. L'incantesimo era stato una misura difensiva, niente di più. Ma non appena vide il gatto sdraiato lì, inerme, chiaramente vittima di un Imperio e Dio solo sapeva cos'altro, tutto cambiò.

    "Cruciatus!" Severus ringhiò, guardando con triste piacere mentre Codaliscia si contorceva in agonia.

    "P-p-pietà!".

    "CRUCIATUS!".

    Allora, perse il lume della ragione, spinto alla rabbia dalla situazione e poi barcollando sull'orlo della follia pensando a tutte le atrocità che quel disgustoso parassita aveva commesso per la maggior parte di due decenni. Lily venduta al nemico... non a causa di un terribile errore come Severus stesso aveva fatto, ma consapevolmente, volontariamente... Lily, tutto ciò che aveva mai conosciuto di innocenza e bellezza, lasciata a soffrire e morire... e per cosa? Perché quel... quel ... Severus non riusciva a pensare a niente di così disgustoso con cui chiamarlo.

    "No... no...".

    Codaliscia si raggomitolò su se stesso, il suo corpo ansante di singhiozzi patetici. Severus non provava pietà per lui. No, si crogiolava nella sua sofferenza, ubriaco della sua tanto attesa vendetta. Lanciò una terza maledizione, seguita rapidamente da una quarta, vedendo sempre il viso di lei nella sua mente... quel volto che perseguitava i suoi sogni, quello che amava oltre ogni ragione e che non aveva avuto la possibilità di guardare in quasi vent’anni.

    Sì, il miserabile codardo avrebbe dovuto pagare per quello che aveva fatto, anche se nemmeno la maledizione più feroce poteva compensare la vita che le era stata rubata. Privata della sua casa, della sua famiglia, isolata dal contatto umano al di là di qualsiasi cosa che Severus potesse immaginare. Quanto dolore avrebbe potuto essere risparmiato, se non fosse stato per Codaliscia?

    In effetti, quante altre vite innocenti erano andate perse grazie al suo tradimento?

    Con quel pensiero, le immagini di Potter e Black gli attraversarono la mente. Severus non aveva alcun sentimento perduto per nessuno dei due, ma era impossibile anche per lui credere che avessero meritato il loro rispettivo destino. Uno lasciato a marcire in prigione, l'altro morto... traditi da un amico che avevano difeso senza alcun dubbio? No, non poteva vedere alcuna giustizia in quello, per quanto li disprezzasse.

    Scuotendo la testa per quell'ironia, lanciò un'ultima maledizione in loro nome, anche se questa fu molto più contenuta delle altre. E poi, finalmente, la sua furia si esaurì, svanita con la stessa rapidità con cui era apparsa.

    Codaliscia era a pezzi. Incoerente, il suo corpo era in preda a spasmi, piagnucolava di impotente angoscia mentre sanguinava copiosamente da diversi profondi tagli sul petto e sulle braccia. Era snervante - sebbene Severus si fosse creduto sotto controllo, non aveva avuto intenzione di uccidere davvero quel parassita, non ricordava di aver lanciato quella particolare maledizione. Oh beh... niente da fare adesso se non riparare il danno che aveva fatto. Ma prima…

    "Resta qui" disse, la sua voce aspra e leggermente affannata per i suoi sforzi. Non che il comando fosse necessario: Codaliscia a quel punto difficilmente avrebbe potuto muoversi, anche se avesse voluto.

    Severus prese la gatta, la brutalità cedette il passo a un'estrema dolcezza mentre la cullava contro il proprio petto. La portò in camera da letto e la mise sul letto, la sua voce dolce e rassicurante mentre diceva "Stai bene?".

    Era una domanda stupida ... soprattutto perché si era dimenticato di rimuovere l'incantesimo del Pietrificus prima di chiederglielo. Ma una volta che lo fece, lei annuì, apparendo molto meglio di quanto avesse fatto pochi minuti prima, anche se ancora un po' scossa.

    "Lui sa?" Severus disse, la sua voce bassa e piena di intensità mentre posava la pergamena davanti a lei "Lui sa chi sei?".

    Allungò la zampa ancora tremante mentre la metteva sopra il suo scarabocchio di -Non sono sicura-.

    Severus emise un sospiro tremante "Beh, non preoccuparti. Ci penso io. Starai bene per ora? Bene. Resta qui, allora, e riposati un po'. Tornerò appena posso".




    "Legilimens!".

    La mente di Codaliscia, indebolita e svuotata, fu ancora più facile da invadere del solito. Severus poté accedere immediatamente agli eventi di quella sera, vedendo il buco che era stato masticato attraverso il muro della sua camera da letto. Vide Lily, credendo di essere al sicuro, mentre scriveva attentamente un messaggio per lui, gli occhi verdi del gatto che si spalancavano per la paura quando si rese conto che non era più sola.

    E poi si fece piccolo per il suo errore di giudizio, senza dubbio motivato da puro panico. Se fosse rimasta dov'era, Codaliscia sarebbe stato impotente. Non avrebbe potuto trasformare o lanciare incantesimi, non avrebbe nemmeno potuto mettere piede sul pavimento della camera da letto grazie alle numerose protezioni che Severus aveva in atto. Certo, non aveva previsto che il topo si sarebbe fatto strada a morsi, ma anche quello sarebbe stato notato e facilmente risolto se il Signore Oscuro non lo avesse evocato nel peggior momento possibile.

    Era estremamente difficile non ricominciare a maledire Codaliscia quando vide cosa era stato fatto a Lily. Ma, dannazione, quello era il momento della moderazione. Se avesse avuto qualche speranza di proteggerla, avrebbe richiesto mezzi molto più sottili.

    E così, con molta riluttanza, rattoppò il roditore, quindi si mise a lavorare per modificare i suoi ricordi. Un paio di Obliviates ben piazzati si occuparono della maggior parte di tutto, cancellando ogni sospetto da parte di Codaliscia che avesse avuto a che fare con qualcosa di diverso da un normale gatto domestico. Ma ovviamente non era abbastanza. Il Signore Oscuro era un Legilimens altamente qualificato... avrebbe notato gli spazi vuoti e le lacune nella memoria dove altri non si sarebbero nemmeno accorti. E così Severus creò nuovi ricordi, intrecciandoli nella coscienza di Codaliscia come un intricato arazzo, soddisfatto alla fine di tutto ciò che i suoi sforzi fossero praticamente senza soluzione di continuità.

    Una cosa che non toccò, tuttavia, furono i ricordi delle maledizioni che aveva inflitto. Primo, sarebbe stato inutile farlo: le prove fisiche sarebbero state visibili per settimane, nonostante gli incantesimi di guarigione che aveva lanciato. Ancora più importante, però, non voleva che Codaliscia dimenticasse quanto potesse essere cattivo quando veniva sfidato.

    Ebbene, alcune maledizioni non erano quasi motivo di preoccupazione. Al contrario, Severus era abbastanza certo di poter usare ciò che aveva fatto a suo vantaggio.




    "Sì, Codaliscia?" disse il Signore Oscuro, con la sua voce acuta e intrisa di impazienza "Qual è la tua lamentela?".

    "Lui!" rispose Codaliscia, puntando un dito grasso in direzione di Severus "Piton! Lui... mi ha aggredito, mio Signore! Ha iniziato a maledirmi e non si è fermato! Pensavo di morire!".

    "Davvero? E cosa hai fatto per provocarlo?".

    "Niente! Niente di niente. Lo giuro".

    Il Signore Oscuro lanciò un'occhiata a Severus, apparendo quasi divertito prima di riportare la sua attenzione su Codaliscia "Bene, allora diamo un'occhiata, va bene? Fatti avanti, Codaliscia. Forza, non ho tutta la notte. Legilimens!".

    Severus si irrigidì, nonostante fosse convinto di non aver lasciato alcuna falla nella sua scia, nemmeno un frammento di informazione che potesse essere usato contro di lui. L'esame sembrò continuare all'infinito, finché alla fine il Signore Oscuro si ritirò e la sua risata acuta echeggiò per tutta la stanza cavernosa.

    "Niente di niente? Non lo chiamerei così" si fermò, allungando una mano per accarezzare la massiccia testa di Nagini "Davvero, Codaliscia, dovresti sapere bene che non bisogna scherzare con un caro di un uomo. Tendiamo ad essere piuttosto... possessivi nei confronti delle creature che ci tengono compagnia. Una lezione severa appresa, direi, e non meno di quanto meritassi".

    "Ma mio Signore...".

    "Basta! Abbiamo cose più importanti di cui occuparci".




    Severus tornò più tardi quella notte, con un'aria esausta ma compiaciuta.

    "Va tutto bene" le disse "Se n'è andato. Sembra che io abbia il vantaggio di essere indispensabile ai piani del Signore Oscuro, mentre Codaliscia è una seccatura nella migliore delle ipotesi. In quanto tale, è stato deciso che sarà sollevato dai suoi doveri di mio assistente. L'Oscuro Signore desidera che abbia il minor numero di distrazioni possibili durante un periodo così cruciale, per quanto banali possano essere tali distrazioni".

    Sollevata, Lily annuì. Aveva passato le ultime ore a strisciare sui muri per l'ansia, convinta che Codaliscia avrebbe trasmesso i suoi sospetti a Voldemort e che Severus avrebbe sopportato il peso del suo dispiacere. Ma sembrava che ancora una volta lo avesse sottovalutato. Qualunque cosa avesse fatto, non solo aveva protetto la sua identità, ma aveva avuto anche il vantaggio di rimuovere ogni minaccia che lei potesse essere esposta nel prossimo futuro.

    "E tu?" disse Severus dopo un momento "Stai meglio? Sicuramente così sembra".

    Tanto per dimostrare un punto più che per precisare il messaggio stesso, Lily saltò soavemente sul pavimento, riorganizzando le lettere per dire: -BENE ORA-.

    Le rivolse un sorriso stanco "Bene. Dormiamo un po', allora, va bene?".

    Quando scivolò nel letto, lei gli si accoccolò vicino come faceva sempre, premuta contro il suo fianco. Le sue dita si abbassarono per accarezzarle la schiena, calmo, gentile, una routine notturna che stava cominciando a viziarla. Naturalmente, non c'era nulla di lontanamente sessuale nelle sue attenzioni: come potevano esserci in quelle circostanze? Forse era fortunata in questo, risparmiato da qualsiasi attributo umano che potesse ispirare eccitazione.

    Non era così facile per Lily. Nonostante quello che sembrasse all'esterno, aveva la mente, l'anima, le percezioni sensoriali di una donna nel fiore degli anni. E sebbene ci fosse molto conforto nel condividere il letto di Severus, in notti come quella era una totale tortura. Respirava l'odore della sua pelle, un accenno di erbe rare e libri antichi, mescolato a un profumo muschiato e pulito che era solo suo. Il suo calore, la consistenza della sua carne... chiuse gli occhi, incapace di impedire a se stessa di immaginare come sarebbe stato lo sfregamento tra i loro corpi mentre si muovevano insieme nell'oscurità.

    E le sue mani... Buon Dio, le sue mani. Il suo tocco poteva anche essere trattenuto al momento, platonico perché doveva esserlo. Ma questo non le impediva di notare quanto fossero agili le sue dita, fantasticando su come sarebbero sembrate mentre scivolavano sulla sua pelle nuda. Accarezzandole i seni, separandole le cosce...

    "Lily?".

    Con un sussulto, seguito da una fitta di senso di colpa, tornò alla realtà. Non si era nemmeno accorta che era ancora sveglio, ma eccolo lì... appoggiato su un gomito, uno spicchio di luna che danzava sulla superficie dei suoi occhi scuri come il peccato.

    "Quello che è successo stasera... mi dispiace. Avrei dovuto stare più attento. Avrei dovuto sapere che avrebbe provato una cosa del genere".

    L'ultimo dei suoi impulsi primordiali svanì, sostituito da un impeto di tenerezza. Povero Severus. Era sia un difetto che una virtù che avesse aspettative così alte su se stesso. Aveva difficoltà ad accettare che alcune cose erano al di fuori del suo controllo. Il fatto che lui avesse messo le cose a posto, avesse persino migliorato la sua situazione dopo, era solo una nota a piè di pagina minore rispetto alla consapevolezza che tutto fosse successo in primo luogo.

    Ovviamente, non poteva dirgli niente di tutto quello. Il meglio che potè fare fu strisciare su per il letto, strofinargli il naso sulla guancia, sorridere internamente mentre lui si lasciava sfuggire una risatina sommessa.

    "Beh, suppongo che questo significhi che sono perdonato".




    Sebbene Severus temesse il nuovo anno scolastico, almeno aveva la consolazione di poter finalmente insegnare Difesa contro le Arti Oscure. Non era che preferisse l'argomento alle Pozioni, ma aveva sempre pensato che le sue capacità sarebbero state utilizzate molto meglio nell'addestramento pratico per la guerra imminente. Era difficile capire il senso di insegnare ai ragazzini come preparare pozioni restringenti e trattamenti per foruncoli, quando presto avrebbero combattuto per le loro vite.

    Arrivò a Hogwarts il giorno prima dell'inizio del mandato, sistemandosi insieme a Lily nei suoi alloggi privati prima di affrontare la montagna di noiose scartoffie che venivano richieste ogni anno. Noioso, sì, ma anche rilassante. C'era conforto nell'attesa, non importava quanto noioso potesse essere.

    Ovviamente, quella tregua non poteva durare. Severus sapeva che sarebbe stato un anno impegnativo e, in effetti, gli studenti erano appena arrivati sul treno quando si trovò di fronte al suo primo dilemma. Potter, ovviamente. Doveva essere sempre Potter.

    Il Patronus di Ninfadora, non trovando Hagrid in residenza, andò dritto da lui. Naturalmente, aveva sentito delle voci sul cambiamento, il risultato dei suoi crescenti sentimenti per Lupin. Non aveva voluto crederci... Ninfadora era sempre stata una brava persona, perché tutto ciò che l'avrebbe portata vicino a un calderone era destinato a finire in un disastro. Era fin troppo buona per Lupin in ogni caso, una conclusione che lo fece accigliare mentre osservava il lupo.

    Ben presto, fu alle porte con una lanterna stretta in una mano, i lineamenti fissi in un ghigno sprezzante. Sapeva cosa era successo - Draco aveva gongolato piuttosto rumorosamente mentre passava davanti al tavolo dei Serpeverde. Aveva dovuto resistere all'impulso di dargli uno schiaffo in testa... se non per l'atto in sé, almeno per la sua mancanza di discrezione.

    Ma ovviamente non poteva farlo. Era costretto a farli passare come i suoi prediletti, il che non fu difficile quando sollevò la lanterna per trovare Potter che lo fissava, con un'aria strana come suo padre, con i lineamenti contorti in un'espressione di puro odio. La sua inimicizia era persino peggiore degli anni precedenti, anche se non fu una sorpresa. Silente aveva avvertito Severus del fatto che Potter lo incolpava della morte di Sirius. Come se fosse stato lui a lanciare la maledizione fatale... come se non avesse fatto tutto ciò che era in suo potere per impedirgli di partecipare alla battaglia.

    Sentendo un risentimento familiare crescere dentro di sè, le sue osservazioni pungenti arrivarono senza sforzo.

    "Cinquanta punti da Grifondoro per il ritardo, direi. E fammi vedere, altri venti per il tuo abbigliamento Babbano. Sai, non credo che nessuna casa sia mai stata in cifre negative così presto...".

    Il ragazzo sembrava ribollire. Ogni muscolo del suo corpo magro era irrigidito dalla tensione, sfidando Severus a procedere. Nessun rispetto per l'autorità, nessun riconoscimento del privilegio che aveva ricevuto dagli altri e, anzi, dallo stesso Severus. Dopotutto, avrebbe potuto fare molto peggio che detrarre alcuni punti, che Silente e la McGranitt avrebbero rimesso entro la fine della settimana.

    "Suppongo che volessi fare un'entrata ad effetto, vero?" pungolò il ragazzo, incapace di trattenersi "E senza macchina volante disponibile, hai pensato che irrompere nella Sala Grande a metà del banchetto avrebbe creato un effetto drammatico".

    Una parola... una sola parola... e Potter sarebbe stato in punizione per un mese.

    Ma il ragazzo non disse nulla. Severus non poteva decidere se quella fosse una delusione o un sollievo.


    Continua...
     
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    Capitolo 27 - La mosca sul muro



    Il ritorno a Hogwarts diede a Severus l'accesso a una gamma più ampia di rifornimenti e attrezzature, oltre a una biblioteca che era molto più ampia della sua. Sfortunatamente, trovare il tempo per sfruttare quelle risorse era tutta un'altra cosa. Tra l'insegnamento e tutti gli altri suoi doveri, era in piedi dall'alba fino a dopo mezzanotte, a malapena in grado di fare un pasto veloce o un breve riposo prima di ripartire. Trascorrere ore in esperimenti personali? Era fuori discussione, almeno per il momento.

    Forse era una benedizione che il suo programma frenetico non gli avesse lasciato il tempo di rimuginare troppo su quello.

    Nel frattempo, i suoi corsi di Difesa stavano andando bene. Potter era odioso come sempre, ma anche Severus doveva ammettere che il ragazzo era abbastanza abile in materia. Ovviamente, questo non gli impediva di insistere sul fatto che era mediocre nei giorni migliori, cogliendo ogni opportunità per farlo vacillare. Ma anche i suoi beffardi insulti servivano a uno scopo utile. Spingevano Potter a impegnarsi di più, incanalando il suo orgoglio ferito in risultati positivi. Stava diventando più forte, imparando a combattere con intenti mortali... abilità che avrebbero potuto benissimo salvargli la vita entro la fine di tutto.

    Sì, c'era da aspettarsi un miglioramento in quell'area. Nelle Pozioni? Non così tanto.

    Infatti, Severus era rimasto sorpreso quando aveva sentito che il ragazzo stava prosperando sotto le istruzioni di Lumacorno. Essendo stato suo alunno lui stesso, sapeva che non era un insegnante di abilità eccezionali, proprio come aveva passato gli ultimi cinque anni a capire che Potter non aveva un talento particolare in materia. Forse Lumacorno era stato abbagliato dalla sua più recente "celebrità", assumendosi la responsabilità di gonfiare i suoi successi nella speranza di futuri favori?

    Sì, doveva essere così. In caso contrario, la verità prima o poi sarebbe venuta a galla.

    Per ora, era più preoccupato per Draco, che stava diventando sempre più spericolato nei suoi tentativi di soddisfare la richiesta del Signore Oscuro. Nello schema più recente... se Severus non avesse avuto a disposizione l'antidoto, Katie Bell sarebbe morta entro poche ore. Aveva bisogno di trovare un modo per intervenire e presto. Altrimenti, gli studenti sarebbero iniziati a cadere come mosche.

    Sarebbe stato bello avere un piccolo aiuto da Silente in quelle faccende, ma ovviamente Severus sapeva che era meglio che sperare. Il preside era raramente disponibile in quei giorni, si trovava o in uno dei suoi misteriosi viaggi o rinchiuso nel suo ufficio con Potter. Quanto alla natura di quegli incontri, Silente era ancora più reticente del solito.

    "Niente di cui preoccuparti, Severus. Tieni d'occhio il signor Malfoy, va bene? Ti assicuro che né Harry né io intendiamo avvelenare nessuno nel prossimo futuro".

    Niente di cui preoccuparsi? Oh no, certo che no! Aveva solo giurato di proteggere il ragazzo, una causa alla quale aveva dedicato la sua vita negli ultimi sedici anni. Perché avrebbe dovuto preoccuparsi dei dettagli che potevano essere fondamentali per aiutarlo a mantenere la sua promessa?

    La sua unica consolazione era che persino Silente non aveva più il potere di escluderlo. Non completamente. Rendendosi invisibile, Lily aveva iniziato a partecipare a quegli incontri, pronunciando una manciata di brevi messaggi che portarono Severus alla conclusione che Silente stava condividendo informazioni sulle origini del Signore Oscuro. Ma perché?

    Quella domanda, che sembrava la più cruciale di tutte, non aveva ancora risposta.




    Quando Severus informò Lily che stava andando alla festa di Lumacorno, lei sospirò internamente, desiderando di avere il potere di fermarlo. Si era lamentato per settimane, rispondendo al suo -PERCHÉ ANDARE?- con il fatto che non aveva scelta in merito.

    Sì, era andato perché sentiva che era suo dovere. Lo ammirava per questo, ma la rendeva anche furiosa. Tutto era sotto la sua responsabilità in quei giorni, i fardelli di una dozzina di persone cadevano su un'unica serie di spalle che sembravano troppo fragili per portarli tutti.

    Quella che avrebbe dovuto essere un'immagine metaforica era diventata troppo letterale per i suoi gusti. Aveva perso molto peso dall'inizio dell'anno scolastico, la magrezza naturale aveva ceduto il posto a un fisico che poteva essere descritto solo come scarno. Sembrava quasi non mangiare più, sopravvivendo grazie alla forza di volontà combinata con quantità eccessive di caffè nero forte. Non c'era da meravigliarsi che fosse così teso, soprattutto perché dormiva solo un paio d'ore ogni notte.

    No, non le piaceva affatto... le macchie scure sotto i suoi occhi diventavano più scure di giorno in giorno, risaltando in netto rilievo contro un viso che era troppo pallido e sempre segnato dalla preoccupazione. Lo odiava ancora di più perché non si lamentava mai. Oh, si lamentava degli studenti, non esitava a fare commenti taglienti su altri professori a cui non era particolarmente interessato.

    Ma attirava l'attenzione sui suoi bisogni personali? Si era mai lamentato di essere stanco o affamato, tanto da accennare al fatto che soffriva? L'aveva visto premere il palmo della mano sulla fronte in numerose occasioni, aveva compreso la rigidità delle sue spalle che significava che soffrivano per la tensione. Sentiva i suoi gemiti di lunga sofferenza quando si alzava dal letto ogni mattina, aveva vegliato su di lui durante innumerevoli notti di sonno irregolare.

    Tuttavia, non diceva niente.

    Voleva credere che questa fosse solo la tipica testardaggine dei Serpeverde... la vulnerabilità era uguale alla debolezza e tutte quelle sciocchezze. Ma in fondo, sapeva che era qualcosa di più. Aveva la sensazione che ancora credesse che qualunque cosa soffrisse, non fosse più di quanto si meritava.

    Sfortunatamente, non era in grado di mostrargli il contrario. Poteva pronunciare messaggi, implorandolo di mangiare o dormire, cosa che era felice di fare ogni volta che poteva farla franca. Ma non poteva prendersi cura di lui come voleva, non poteva usare i suoi occhi, la sua voce, il suo tocco, per dargli conforto.

    Tuttavia, ovviamente trovava conforto nei suoi goffi affetti felini, anche se lei li vedeva come un misero sostituto della tenerezza umana. Poteva non essere capace di molte cose, ma era lì per ascoltare, preoccuparsi per lui incessantemente, il che era molto di più di quanto potesse dire per gli umani che incontrava quotidianamente.

    E forse, dopotutto, era quello di cui aveva più bisogno. Solo qualcuno che fosse lì, per fargli sapere che non era solo.

    Era molto facile da realizzare, visto che in quei giorni trascorreva la maggior parte del suo tempo nei suoi alloggi. Partecipava agli incontri di Harry con Silente, a volte guardandolo agli allenamenti di Quidditch, quando Severus era altrimenti occupato. Ma non aveva mai più visitato la torre di Grifondoro, tornando sempre direttamente nei sotterranei.

    Le piaceva ancora passare del tempo con suo figlio. Ma ora che era più grande, sembrava invadente essere troppo coinvolta nella sua vita personale a sua insaputa. Ascoltare le conversazioni tra lui e i suoi amici era già abbastanza brutto, ma se fosse incappata in lui nel bel mezzo di un momento privato? Avendo frequentato Hogwarts di persona, sapeva da quali posti stare alla larga, a cominciare dalla sala comune dei Grifondoro.

    L'unico posto che non evitava, era l'ufficio del Preside. Qualunque cosa avesse a che fare con Voldemort, era sicuramente la sua preoccupazione, specialmente mentre Silente stava tentando di usare il suo bambino di 16 anni come sua arma principale. Oh, sapeva interpretare il geniale vecchio meglio di chiunque altro, ma al di sotto c'era qualcosa di freddo e calcolatore, una determinazione a vincere a prescindere dal prezzo. E se non poteva pensare di proteggere Severus, un uomo che lo aveva servito fedelmente per così tanti anni, come poteva fidarsi di lui per la sicurezza di Harry?

    Non poteva. Semplice.

    Per fortuna, quella sera Harry non si sarebbe incontrato con Silente. Sarebbe stato alla festa di Lumacorno, a cui lei aveva deciso spontaneamente di partecipare. Perchè no?

    Una falena? Sì, avrebbe funzionato.




    Lumacorno era in ottima forma, ingraziando gli studenti che avrebbero potuto rivelarsi utili un giorno, ignorando quelli che non erano all'altezza dei suoi standard. Perché mai aveva accettato di far parte del suo repellente Slug Club? Era difficile immaginare che si fosse mai divertita a quegli eventi, cieca a tutti gli studenti che erano stati alienati nel mentre.

    Ogni anno che tornava a Hogwarts, c'era un'altra illusione che aspettava di essere distrutta. Uno dopo l'altro, erano caduti in disgrazia... Silente, l'uomo che aveva idolatrato. Lumacorno, di cui si era guadagnata il suo compiacimento grazie all'eccessiva lode delle sue capacità. Persino la McGonagall sembrava offuscata ora che Lily si era resa conto di quanto favorisse i suoi Grifondoro, notando a malapena tutti gli altri studenti che erano demoralizzati per questo.

    Severus era colpevole anche di trattamento preferenziale, ma non sembrava proprio la stessa cosa. I Serpeverde avevano le probabilità contro di loro sin dall'inizio, costretti a combattere controcorrente per ogni grammo di rispetto che speravano di ottenere. Nessun Grifondoro era visto con sospetto, trattato con derisione e disprezzo, semplicemente perché era un Grifondoro. Né era vero per le altre due case. E, naturalmente, Severus l'aveva sperimentato da solo nei suoi anni giovanili... quante volte era stata costretta a difenderlo semplicemente perché era un Serpeverde?

    E lì c’era una domanda ancora più inquietante: James e Sirius avrebbero fatto di tutto per tormentare Severus se fosse appartenuto a un'altra casa? Per quanto potesse provarci, non riusciva a immaginarli fare i prepotenti con un Tassorosso socialmente goffo... o anche un Corvonero la cui vasta cultura implicava un po' di esplorazione delle Arti Oscure.

    Sì, Severus sapeva quanto faceva male quando la gente credeva al peggio di te basandosi solo sul colore della tua cravatta. Fare tutto il possibile per evitare che i suoi Serpeverde si sentissero in quel modo era certamente comprensibile, anche se a volte si spingeva un po' troppo oltre. Almeno gli studenti delle altre case avevano molti alleati con cui bilanciare le cose. I Serpeverde non avevano nessuno.

    Ironia della sorte, fu su questa consapevolezza che individuò Draco. Gazza lo teneva per l'orecchio, trascinandolo con aria di trionfo appena repressa. Non era abbastanza vicina per ascoltare la conversazione, ma era chiaro che Draco era stato sorpreso a fare qualcosa di sbagliato. Severus prese il controllo della situazione, senza perdere tempo a scortarlo fuori dalla sala.

    Senza pensarci due volte, Lily lo seguì.

    Si allarmò quando notò che Harry era proprio dietro di lei, scrutando cautamente su e giù per il corridoio vuoto prima di immergersi sotto il suo Mantello dell'Invisibilità. E poi non vide nulla, sebbene il suo udito fosse così acuto che non ebbe problemi a seguire i suoi progressi mentre strisciava lungo il corridoio. Alla fine si fermò, emettendo un lieve rantolo mentre la voce di Draco fluttuava nel corridoio, bassa e piena di tensione.

    "Per l'ultima volta, non sono stato io, ok? Quella ragazza, Bell, deve aver avuto un nemico di cui nessuno sa niente - non mi guardi in quel modo! So cosa sta facendo, non sono stupido, ma non funzionerà. Posso fermarla!".

    "Ah... zia Bellatrix ti ha insegnato l'Occlumanzia, vedo. Quali pensieri stai cercando di nascondere al tuo insegnante, Draco?".

    Lily avrebbe voluto che ci fosse qualcosa che poteva fare per allontanare Harry da quella scena. Sentì il suo respiro accelerare, percepì la sua eccitazione quando i suoi sospetti furono confermati. Quella parte andava bene. Draco aveva combinato un pasticcio, al punto che la verità prima o poi sarebbe venuta a galla. Ma quella conversazione minacciava di portare a conclusioni peggiori, dal momento che Severus avrebbe dovuto convincere Draco che era dalla sua parte.

    "Se mi dici cosa stai cercando di fare, potrei aiutarti...".

    Draco non glielo disse, il che non la sorpresa. Aveva dato a Severus la sua indifferenza per mesi, sembrando biasimarlo per essersi schierato in favore di Voldemort anche se suo padre era caduto in disgrazia.

    "Cosa importa?" disse Draco pochi minuti dopo "Difesa contro le Arti Oscure - è solo uno scherzo, non è vero? Una farsa? Come se ognuno di noi avesse bisogno di protezione contro le Arti Oscure...".

    "È una farsa cruciale per il successo, Draco!" Severus ribatté, suonando sempre più frustrato "Dove pensi che sarei stato in tutti questi anni se non avessi saputo recitare? Ora ascoltami...".

    Lily non aveva bisogno di sentire il resto. Adesso era concentrata sul respiro di Harry... irregolare, intrappolato tra l'eccitazione e il panico. Pensava di aver scoperto la verità, il che lo avrebbe portato a disprezzare Severus più di quanto non avesse già fatto, se fosse stato possibile. E allora cosa sarebbe successo? Dove sarebbe stato se, come lei sospettava, si fosse trovato a dover fare affidamento sull'uomo che odiava più di tutto?




    Severus tornò ai suoi alloggi, facendo del suo meglio per non barcollare lungo la strada. Non perché avesse consumato troppo whisky (anche se, onestamente, lo aveva fatto). No, non poteva incolpare le sue condizioni se non la stanchezza, desiderando nient'altro che crollare a letto e dormire per una settimana.

    Invece, crollò sulla sua poltrona, chiudendo gli occhi e poi aprendoli di nuovo con sforzo quando si rese conto che Lily stava scrivendo un messaggio sul pavimento.

    -HARRY SA-

    "Sa cosa? Oh, non dirmelo... ha ascoltato di nascosto la mia conversazione con Draco?".

    Lei chinò la testa e lui provò un'ondata di rabbia, seguita da una frustrazione impotente. Stupido ragazzo... ficcando sempre il naso dove non doveva. Ma, ovviamente, non poteva dire nulla, non poteva nemmeno punire Potter per quella particolare trasgressione.

    "Cosa importa?" disse stancamente "E allora, sono un fottuto Mangiamorte. Sono sicuro che lo ha sempre pensato. Probabilmente è entusiasta di avere finalmente confermato i suoi sospetti. E quando porterò a termine la mia promessa, tutti gli altri penseranno lo stesso".

    Lily pronunciò un altro messaggio, spingendo con cura le lettere in posizione prima di sedersi ai suoi piedi.

    -NON IO-

    Incapace di evitarlo, sorrise "No, Lily. Non tu".




    Severus scelse di rimanere a Hogwarts durante le vacanze invernali, sperando di sfruttare appieno il suo tempo libero. Nessuna lezione da insegnare, nessun Potter o Draco di cui preoccuparsi... era la prima possibilità che aveva da mesi per concentrare tutta la sua attenzione sulla ricerca.

    Alla fine, aveva deciso di lavorare su tre teorie separate. Una era basata sulla piccola quantità di informazioni decifrabili nel diario, mentre le altre erano puramente di sua invenzione. La cosa fortunata della magia era che molti elementi erano abbastanza versatili: certo, la maggior parte degli incantesimi erano associati a una singola contromagia ben nota, ma era tutto basato sulla praticità piuttosto che sulla limitazione. Perché perdere tempo a cercare una soluzione alternativa se non era necessaria in primo luogo?

    Ovviamente, il controincantesimo per il Ligatis Animalia era destinato a essere complicato, come nel caso della maggior parte degli incantesimi legati alla forza vitale e all'anima. Ma aveva un patrimonio di conoscenze a cui attingere, aiutato da un magazzino pieno di ingredienti ristoratori. E sebbene sarebbero passati ancora alcuni mesi prima che fossero pronti (non troppo tardi, magari), avrebbe avuto un raccolto completo di mandragole mature con cui lavorare, grazie al professor Sprite.

    Il tempo... il tempo era ciò di cui aveva bisogno più di ogni altra cosa e stava rapidamente scadendo. Senza dubbio, le sue prime due soluzioni, entrambe pozioni di natura estremamente complessa, avrebbero richiesto un bel po' di ritocchi e aggiustamenti. Non sarebbe stato nemmeno disposto a metterli alla prova su di lei a meno che non fosse stato assolutamente certo che non le avrebbero fatto del male.

    La terza soluzione era diversa, poiché avrebbe contenuto solo una manciata di ingredienti. Sfortunatamente, era anche quella che Severus era più riluttante a provare, poiché era una versione modificata della Pozione di Rigenerazione che aveva restituito il Signore Oscuro al suo corpo. Naturalmente, la pozione originale era prodotto della Magia Oscura, il che era fuori discussione. Ma forse quello poteva essere aggirato coinvolgendo partecipanti disponibili piuttosto che prendere ciò di cui aveva bisogno con la forza. Quella era la differenza essenziale tra la Magia Oscura e la Magia del Sangue.

    Osso del padre
    Carne di un servo
    Sangue di un nemico.


    La carne e il sangue di Severus potevano essere usati per parte della pozione. Nessun dubbio sulla volontà per quello. Ma il legame genetico non sarebbe stato così facile da acquisire. Poteva a stento a dissotterrare le tombe dei suoi genitori... anche se Lily avesse permesso una cosa del genere, era impossibile per il defunto dare il proprio consenso.

    Il sangue di un parente poteva rivelarsi un degno sostituto, ma cosa avrebbe potuto fare? Andare da Potter brandendo un coltello, sostenendo di aver bisogno della sua forza vitale per uno scopo sconosciuto? Giusto. Il rifiuto inorridito del ragazzo sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi una volta che Silente avesse scoperto di aver tentato una cosa del genere.

    La sua unica altra opzione era Petunia, il che equivaleva a dire che non aveva alcuna opzione.

    Tuttavia, era fiducioso, essendo stato in grado di mettere insieme diverse varianti di elenchi di ingredienti per le prime due pozioni. Entrambi avrebbero richiesto tempo per maturare: un ciclo di luna piena nel caso di una, che era una versione pesantemente modificata del Polisucco. L'altra non poteva essere prodotta fino alla fine del trimestre, poiché si basava sulla mandragora come ingrediente chiave. Ma un progresso era sempre un progresso.

    Quando gli studenti sarebbero tornati, avrebbe finito tutto ciò che si era prefissato di realizzare durante la pausa. Non c'era altro da fare adesso se non aspettare.




    -HORCRUX-

    "Horcrux?" Severus si accigliò guardando Lily, che era appena tornata dallo spiare l'ennesimo incontro tra Potter e Silente "Suona vagamente familiare, ma non sono sicuro di dove... ha qualcosa a che fare con il ritorno del Signore Oscuro? Come è sopravvissuto?".

    Lei chinò la testa, sembrando ansiosa. Più che mai, desiderava che le sue capacità di comunicazione non fossero così limitate. Non era né sicura né pratica nel sillabare altro che messaggi brevi e aveva solo poche lettere con cui poteva lavorare. A Severus non restava altra scelta che giocare agli indovinelli... più facile a dirsi che a farsi quando si ha a che fare con un problema così complesso.

    "E Silente ha impartito queste informazioni perché... ha qualcosa a che fare con il modo in cui il Signore Oscuro potrebbe essere sconfitto?".

    Un altro cenno.

    "Capisco. Quindi i macabri viaggi nella memoria erano solo... erano necessari?" lei lo fissò, chiaramente frustrata, prima di pronunciare un'altra risposta.

    -PUÒ ESSERE-

    Sospirando pesantemente, Severus sprofondò nella sua poltrona. Odiava doverle fare questo, sentiva che le comunicazioni più semplici servivano solo a ricordarle i suoi limiti. Aveva cercato di nasconderlo, ovviamente, ma anche in forma animale, Lily non era esattamente abile nel nascondere le sue emozioni. La sua incapacità di parlare, specialmente quando aveva qualcosa di importante da dire, ovviamente la rendeva infelice.

    "Beh, cercherò di parlare di nuovo con il Preside non appena ne avrò la possibilità. Nel frattempo, sono certo di aver sentito parlare di questo Horcrux da qualche parte. Forse..." e poi si zittò, i suoi occhi si spalancarono.

    Oh sì, adesso se lo ricordava. Quanti anni aveva avuto? 15? 16? Era a casa per l'estate, fluttuando tra noia e profonda depressione da quando Lily lo aveva cancellato dalla sua vita. Frugando nel seminterrato di Spinner's End, aveva portato alla scoperta di una piccola cassa di metallo, chiusa ermeticamente e pesantemente protetta.

    A quel tempo, aveva a malapena considerato cosa potesse esserci dentro. Le barriere stesse erano state abbastanza attraenti, offrendo un'opportunità perfetta per sfidare le sue abilità magiche. Ma quando finalmente era riuscito a sfondarle, aveva capito perché sua madre aveva tenuto quei libri in particolare sotto chiave, al contrario dei normali tomi di Magia Oscura che lei stessa gli aveva dato. Quelli erano qualcos'altro completamente... più oscuro e molto più sinistro.

    Ovviamente, Severus li aveva letti immediatamente, anche se era stato inquietato dal contenuto. Sacrificio rituale. Incantesimi di tortura al di là di qualsiasi cosa avesse mai visto. E, peggio di tutto, qualcosa chiamato Horcrux... l'atto di fare a pezzi un'anima come mezzo per raggiungere l'immortalità. L'incantatore sarebbe stato distrutto, danneggiato oltre ogni immaginazione, ma sarebbe sopravvissuto.

    "So cos'è un Horcrux" disse piano, tornando al presente "Ora ricordo. Quindi è quello che ha fatto il Signore Oscuro? Ha diviso la sua anima in due? Beh, suppongo che non dovrei essere sorpreso".

    -SEI-

    Per diversi lunghi istanti, tutto quello che lui poté fare fu fissare le lettere, non volendo credere a quello che lei stava cercando di dirgli. Dividersi in sei modi... era possibile? Difficilmente da umano, certamente non da sano di mente.

    Ma poi di nuovo, Severus supponeva che il Signore Oscuro non fosse nessuna delle due cose.




    Alla fine, Severus dovette aspettare quasi due mesi per avere l'opportunità di parlare da solo con Silente. Il preside aveva fatto una forma d'arte evitarlo, sempre pieno di comode scuse sul motivo per cui non aveva tempo di parlare con la sua spia principale.

    Quando riuscì a organizzare un incontro, Severus era completamente stufo. Aveva avuto tutto il tempo per pensare a quella faccenda con gli Horcrux e, con l'aiuto di Lily, era giunto da tempo alla conclusione che Silente condivideva i ricordi del passato del Signore Oscuro nel tentativo di capire dove avrebbe potuto nasconderli. Sembrava che fosse il piano generale: trovarli e distruggerli tutti. L'anello e il diario erano già spariti... ne rimanevano quattro e Silente aveva almeno un'idea di cosa potessero essere quegli oggetti.

    Allora perché aveva aspettato così a lungo per rivelare quella informazione? E perché non si era preso la briga di parlarne a Severus? Avrebbero potuto iniziare anni prima a farlo, avrebbero potuto spazzare via definitivamente il Signore Oscuro prima che avesse mai avuto la possibilità di tornare.

    Certo, era del tutto possibile che Silente lo stesse scoprendo solo adesso, ma almeno lo sapeva dall'estate precedente, quando aveva dato la caccia all'anello. Allora perché l'inazione? Perché dedicare tutto il suo tempo a raccontare tutto a un adolescente piuttosto che includere l'intero Ordine nella caccia? Perché non reclutare lo stesso Severus, che aveva maggiori possibilità di chiunque altro di raccogliere informazioni privilegiate?

    Quando Silente lo incontrò per la loro "passeggiata al crepuscolo", un suggerimento che aveva dato con occhi scintillanti, Severus era furioso. Non poteva dire nulla sugli Horcrux, ovviamente, ma non avrebbe dovuto ficcare il naso in giro per scoprirli in primo luogo.

    "Ah, buonasera, Severus! Spero che non ti dispiaccia incontrarmi fuori di casa, ma adoro questo periodo dell'anno. E dato che è l'ultima volta che io...".

    "Cosa ci fai con Potter, tutte quelle sere in cui siete stati chiusi insieme?" non lo avrebbe voluto interrompere, ma al momento non pensava di poter sopportare inutili chiacchiere.

    "Perché? Non stai cercando di dargli più detenzioni, Severus? Il ragazzo avrà presto passato più tempo in punizione che in giro".

    Tipico. Come se Potter non si fosse meritato ognuna di quelle punizioni. Beh, la maggior parte, in ogni caso.

    "È di nuovo tutto suo padre...".

    Severus ignorò la prima parte della risposta del Preside. Era un insulto per Lily suggerire che lei e il ragazzo fossero qualcosa di simile. Per quanto riguardava il resto... 'Cose da discutere prima che sia troppo tardi' era tutto quello che avrebbe ottenuto?

    "Informazioni" ripetè "Ti fidi di lui... non ti fidi di me".

    "Non è una questione di fiducia. Ho, come sappiamo entrambi, un tempo limitato. È essenziale che io dia al ragazzo informazioni sufficienti perché possa fare ciò che deve fare".

    "E perché io non posso avere le stesse informazioni?".

    Il resto della conversazione fu così esasperante che Severus non sarebbe stato in grado di elaborare tutto finché non avesse avuto la possibilità di calmarsi. Aveva trascorso la maggior parte dei due decenni al servizio di quell'uomo, facendo tutto ciò che gli veniva chiesto, non importava quanto potesse essere ripugnante o addirittura pericoloso per la sua vita. Quando mai lo aveva deluso? Non una volta. Quando mai aveva esposto, anche se in minima parte, informazioni che l'Oscuro Signore non avrebbe dovuto avere? Ed essere tratto in quel modo, sentirsi dire che era stato lasciato all'oscuro perché era un potenziale rischio per lui sapere troppo? Conoscere le cose che avrebbero potuto aiutarlo a salvare la vita del ragazzo?

    Di tutti gli insulti che Dumbledore gli aveva mai inflitto, quello era il peggiore. Certo, sapeva già più di quanto pensasse il vecchio, ma quello era poco prezioso rispetto a ciò che avrebbe dovuto essere condiviso con lui liberamente.

    "Dopo che mi avrai ucciso, Severus...".

    Ebbene no, c'erano cose peggiori della mancanza di fiducia, per quanto immeritate. Immaginare che oltre a tutto il resto, ci si aspettava che uccidesse quell'uomo, un'azione che lo avrebbe condannato agli occhi dell'intero mondo magico. Ma ovviamente, Silente non si curava delle ripercussioni, no? Finché otteneva ciò che voleva...

    "Ti rifiuti di dirmi tutto, eppure ti aspetti quel piccolo servizio da me! Dai molto per scontato, Silente! Magari ho cambiato idea!".

    Ma, ovviamente, non era possibile. Se lo fosse stato, Severus se ne sarebbe andato in quel momento, sia che avesse dato la sua parola o meno. La sua promessa era stata fatta a Lily, di proteggere suo figlio, di non agire come il burattino di Silente. Se solo non avesse fatto quel fottuto Voto, avrebbe potuto aspettare il suo tempo, aspettare che la natura facesse il suo corso... forse avrebbe anche potuto trovare un modo per salvare Draco senza uccidere nessuno nel processo. E una volta che Silente fosse morto, avrebbe potuto prendere il controllo di Potter da solo, avrebbe potuto...

    Ma ovviamente era troppo tardi per quello. Aveva le mani legate.

    Silente emise un sospiro. "Vieni nel mio ufficio stasera, Severus, alle undici, e non ti lamenterai più che non ho fiducia in te...".


    Continua...
     
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    Capitolo 28 - Verità e tradimento



    Severus non aveva detto a Lily dove stesse andando. Supponendo che lei sapesse già molto di più di lui, non ne capiva quasi il motivo. Inoltre, a seconda di come sarebbero andate le cose nell'ufficio di Silente, non voleva preoccuparsi di frenare la sua collera per il suo bene. E così se ne andò da solo, metà anticipando, metà temendo ciò che sarebbe successo...

    Finalmente la verità? O ulteriore evasione?

    "Siediti, Severus" Silente non si preoccupò dei suoi soliti convenevoli, cosa che di per sé avrebbe dovuto essere un avvertimento. Ma, ovviamente, niente avrebbe potuto preparare Severus alla dura realtà con cui stava per confrontarsi.

    "Capisco che sei frustrato alla luce del fatto che ci sono certe cose che non posso dirti. No, Severus. Ascoltami. Non pensare di essere messo di lato, di non essere necessario, di essere sottovalutato. Ci sono delle informazioni, le più importanti di tutte, che non posso condividere con Harry. Quel compito ricadrà su di te".

    "Che cosa?".

    Silente si mise a camminare su e giù in cerchio, fermandosi mentre guardava fuori dalla finestra "Harry non deve saperlo, non fino all'ultimo momento, non finché non sarà necessario. Altrimenti, come potrebbe avere la forza di fare ciò che deve essere fatto?".

    Innervosito adesso, Severus disse "Ma cosa deve fare?".

    Silente evitò quella domanda, ovviamente, divagando su Nagini tra tutte le cose, qualcosa sull'arrivare al punto in cui il Signore Oscuro avrebbe temuto per la vita del suo serpente. Sconcertante, almeno finché i pezzi non iniziarono a mettersi a posto. Il serpente era un Horcrux... sì, quella era l'unica spiegazione plausibile. E senza dubbio Nagini si sarebbe rivelato una vera sfida più che accoltellare un diario o distruggere una vecchia tazza. Sembrava naturale lasciarlo per ultimo.

    "Se arriverà un momento in cui Lord Voldemort smetterà di inviare quel serpente per eseguire i suoi ordini, ma lo terrà al sicuro accanto a lui sotto protezione magica, allora penso che sarà sicuro dirlo a Harry".

    Severus aggrottò la fronte "Che cosa gli va rivelato?" sicuramente non poteva esserci nulla di male nel far sapere al ragazzo in anticipo che Nagini era uno degli Horcrux. E, a questo punto, se sconfiggere il Signore Oscuro significava distruggere un mucchio di oggetti e un serpente, perché era così cruciale che Potter stesso dovesse farlo? A causa di quella stupida profezia?

    "Dirgli che la notte in cui Lord Voldemort cercò di ucciderlo, quando Lily sacrificò la propria vita, frapponendosi tra di loro come uno scudo, la Maledizione Mortale rimbalzò su Lord Voldemort e un frammento dell'anima di Voldemort si staccò da lui...".

    Silente parlò rapidamente, la sua voce stranamente distaccata.

    "Una parte di Lord Voldemort vive dentro Harry ed è ciò che gli conferisce il potere di parlare con i serpenti e di avere una connessione con la mente di Lord Voldemort che non ha mai capito".

    Severus lo fissò con crescente orrore, intuendo cosa stava arrivando, seppur sperava come un matto che potesse essere smentito. Silente stava dicendo che il ragazzo stesso era un Horcrux? Se così fosse, poteva significare solo che...

    "Fin quando quel frammento di anima, staccato da Voldemort, rimarrà attaccato e protetto da Harry, Lord Voldemort non potrà morire".

    "Quindi il ragazzo..." Severus riuscì a stento a dire "Il ragazzo deve morire?".

    "E Voldemort stesso deve farlo, Severus. Questo è essenziale".

    "Ho pensato... in tutti questi anni... che lo stessimo proteggendo per lei. Per Lily".

    Non era quello che aveva giurato di fare, il voto che Silente aveva accettato? Gli avevano mentito in tutti quegli anni, il suo dolore insopportabile manipolato al solo scopo di aiutare Silente a sconfiggere il suo più grande nemico? E Potter? Nonostante tutto, avrebbe potuto giurare che Silente aveva imparato ad amare il ragazzo. Come poteva stare lì e discutere della sua morte imminente come se non fosse altro che un'altra parte della loro strategia?

    "Lo abbiamo protetto perché è stato fondamentale insegnargli, allevarlo, lasciargli provare la sua forza. Intanto il legame tra loro si è fatto sempre più forte, una crescita parassitaria...".

    Severus sentì a malapena il resto "L'ha tenuto in vita perchè muoia al momento opportuno?".

    "Non essere scioccato, Severus. Quanti uomini e donne hai visto morire?".

    C'era una punta cinica nella voce del vecchio, che esponeva un'altra dolorosa verità... anche dopo tutti quegli anni, nel profondo, Severus sarebbe sempre rimasto un Mangiamorte agli occhi di Silente. Nessuna redenzione possibile, nessuna opportunità di dimostrare che era cambiato davvero... non semplicemente a causa del voto che aveva fatto.

    "Ultimamente, solo quelli che non sono riuscito a salvare" disse piano "Mi ha usato".

    "Cosa vuoi dire?".

    Il fatto che Silente avesse persino dovuto chiedere chiarimenti fu un altro schiaffo in faccia "Ho spiato per lei e mentito per lei, mi sono messo in pericolo mortale per lei" ringhiò Severus "Tutto doveva essere fatto per tenere al sicuro il figlio di Lily. Ora mi dice che lo ha allevato come un maiale da macello...".

    "Ma è toccante, Severus. Vuoi dirmi che ti sei affezionato al ragazzo, dopo tutto?".

    "Per lui? Expecto Patronum!".

    Severus trovava difficile credere che Silente comprendesse appieno le implicazioni, ma i suoi occhi si riempirono di lacrime mentre la cerva balzava attraverso la stanza. Era toccato dal sentimentalismo, ovviamente, dall'idea di un amore che sfidava la morte stessa. Ma sapeva cosa significava? Che niente, niente era più importante che onorare quell'amore, anche se significava lasciare che il mondo intero bruciasse. L'affetto di Severus per il ragazzo, o la mancanza di esso, non era mai stato il punto. Suggerire il contrario era un insulto.

    "Dopo tutto questo tempo?" disse Silente, sembrando sorpreso.

    "Sempre".

    Senza un'altra parola, Severus uscì dall'ufficio, sbattendo la porta dietro di sé.




    Incapace di affrontare Lily, quella notte non tornò nei suoi alloggi. Vagò per il castello fino all'alba, chiedendosi come diavolo avrebbe dovuto dirle che la grande strategia di Silente includeva la morte del suo unico figlio. Peggio ancora, come poteva spiegare che non c'era altro modo per quanto ne sapeva?

    Per quanto mettesse in dubbio i metodi di Silente, non c'era modo di aggirare il fatto che fosse il più grande mago vivente. Se ci fosse stata qualche possibilità di salvare Potter dal suo destino, non avrebbe capito come farlo accadere? Sì, certo… ora che la sua rabbia si era un po' calmata, Severus dovette riconoscere che Silente si curava del ragazzo. Aveva un modo particolare di dimostrarlo, con il condizionarlo a essere un sacrificio umano e tutto il resto. Ma sicuramente avrebbe evitato una cosa del genere se fosse stato possibile.

    In effetti, da una prospettiva logica, non era difficile da capire. Forse Severus avrebbe potuto accettarlo, se avesse saputo la verità sin dall'inizio. Lasciare che il ragazzo vivesse la sua giovinezza, trovare qualche piccola consolazione nel sapere che anche se la sua morte fosse inevitabile, almeno non sarebbe stata vana.

    Era l'inganno che feriva, innumerevoli anni passati a lavorare per uno scopo completamente diverso, guidati dall'unico uomo di cui aveva pensato di potersi fidare. Avrebbe seguito lo stesso corso se avesse saputo cosa lo stava aspettando alla fine? Gli piaceva pensarlo... ma sarebbe stato bello poter fare quella scelta da solo.

    Adesso? Sfortunatamente, nulla era cambiato. A parte una perdita di rispetto e molto dolore, non aveva altra scelta che andare avanti e fare ciò che aveva promesso di fare. Dare al ragazzo una possibilità di vincere, almeno, se non di sopravvivere a quella guerra come era stata la sua intenzione originale.




    Se Severus pensava che essere duro con Potter si sarebbe rivelato difficile adesso, fu presto disilluso. In classe, il ragazzo era più odioso che mai, lo fissava con aria di sfida e lo provocava ogni volta che poteva. Severus rispondeva in tono calmo, stranamente confortato dalla familiarità della loro reciproca antipatia. Era più facile affrontarlo rispetto alle fitte di compassione che si insinuavano nella sua coscienza di tanto in tanto, di gran lunga preferibile al suo costante senso di colpa per non aver detto la verità a Lily.

    Ma poi Potter fece qualcosa che riaccese la sua furia oltre ogni ragione, richiamando l'attenzione sulla cattiveria del suo padrino nei suoi anni giovanili. Severus sapeva da settimane che Draco si chiudeva in bagno a piangere. Non aveva interferito direttamente, ma aveva fatto il possibile, tenendo gli altri studenti lontani da quel corridoio ogni volta che poteva.

    Sfortunatamente, stava pattugliando un'altra zona del castello quando iniziarono le urla.

    "Omicidio! Omicidio in bagno! Omicidio!".

    Il fantasma avrebbe potuto anche esagerare, ma la scena era davvero un bagno di sangue... abbastanza macabra da sola senza nemmeno volerlo. Severus riconobbe immediatamente l'incantesimo, sapeva che c'era un solo posto da cui poteva provenire. Il che significava anche che...

    Ma non c'era ancora tempo per pensarci. Severus si mise in ginocchio accanto a Draco, passando la sua bacchetta sulle ferite, mentre parlava sottovoce, tutto mentre si odiava per aver inventato quel fottuto incantesimo in primo luogo. Come se quel ragazzo non avesse già sofferto abbastanza, condannato non solo dallo stesso Signore Oscuro, ma dalle circostanze in cui era nato. Figlio di un Mangiamorte, erede di pregiudizi che risalivano a centinaia di anni prima. Era chiaro che, come spesso accadeva in quei giorni, aveva pianto. Le lacrime erano ancora vivide sulle sue guance.

    Era quello che era successo, allora? Potter lo aveva seguito lì dentro per gongolare? Così sembrava. E quando Draco aveva tentato di difendersi, Potter lo aveva colpito con una delle maledizioni più selvagge esistenti. Oh sì, era una scena familiare... in modo spaventoso.

    Non che Severus non potesse notare la differenza. Potter sembrava sinceramente sbalordito da quello che aveva fatto, laddove Black avrebbe agito consapevolmente e con molto entusiasmo. Ma l'ignoranza lo rendeva scusabile? No. Chi sano di mente userebbe un incantesimo etichettato "PER NEMICI" senza sapere cosa poteva fare o se gli effetti potevano essere invertiti? L'intenzione stessa era stata dannosa, anche se i risultati erano stati un po' più estremi del previsto.

    Severus aiutò Draco ad alzarsi in piedi, esortandolo a mettergli un braccio attorno alle spalle per supporto. Forse era un bene che Draco avesse bisogno di qualcuno che lo scortasse in infermeria... non poteva fidarsi di se stesso per vedersela con Potter finché non avesse avuto qualche minuto per calmarsi.

    "E tu, Potter... mi aspetterai qui".

    Tornò dopo dieci minuti, ancora furioso, ma almeno più composto. Un tocco di Legilimanzia per confermare i suoi sospetti... sì, ecco lì. Avrebbe riconosciuto quel libro ovunque. Eppure, il ragazzo aveva avuto l'audacia di guardarlo dritto negli occhi fingendo di non saperne nulla e poi di farlo scomparire quando gli era stato chiesto di recuperare quella dannata cosa.

    Bene, se era determinato a scontare la detenzione per il resto dell'anno, chi era Severus per fermarlo?




    Lily non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che Severus le stesse nascondendo qualcosa.

    Era stato distante negli ultimi due mesi, spesso scomparendo di notte e non confidandosi con lei come faceva prima. Non l'aveva sollecitato al riguardo, anche attraverso i suoi mezzi di comunicazione limitati, dicendosi che probabilmente era dovuto allo stress. Non aveva bisogno di dire nulla perché lei sapesse che stava diventando sempre più preoccupato, mentre il tempo stava per scadere sia per lui che per Draco.

    Ogni volta che lo guardava, sembrava più magro, le occhiaie sotto i suoi occhi ancora più scure di quanto non fossero state all'inizio dell'anno. Non che qualcuno potesse biasimarlo, date le circostanze, ma ora più che mai aveva bisogno di prendersi cura di se stesso. E, sfortunatamente, non era ancora in grado di essere di grande aiuto in quello.

    Avevano provato la prima pozione senza successo. Una, due e poi una terza volta, con piccoli aggiustamenti agli ingredienti. Nessun effetto tranne una sensazione leggermente nauseabonda che era rimasta con lei per alcune ore dopo che lui l'aveva somministrata. Cercando di mascherare la delusione nei suoi occhi, le aveva detto che comunque era stata la soluzione meno probabile e che avrebbero avuto più fortuna con la pozione di mandragora che sarebbe stato in grado di preparare in un mese o giù di lì.

    Nient'altro da fare se non aspettare... qualcosa che stava diventando più difficile con l'avvicinarsi della fine dell'anno scolastico. Anche nel relativo santuario degli alloggi di Severus, poteva sentire la tensione crescente, anche se non poteva individuare la fonte. Si sentiva irrequieta, a disagio… trascorreva molto più tempo in quei giorni a vagare per i corridoi, affamata di qualsiasi bocconcino di informazioni che le facesse sapere cosa stava succedendo oltre quello che poteva ricavare da Severus stesso.

    Fu così che si imbatté in una scena insolita che si stava svolgendo al settimo piano, proprio accanto alla Stanza delle Necessità. Harry e quel professore di Divinazione ... come si chiamava? Cooman? Strana donna, e anche ubriaca, a giudicare dall'odore. Lily si avvicinò di soppiatto, sperando che nessuno dei due l'avrebbe notata visto che non si era presa la briga di cambiare forma.

    All'inizio, sembravano un sacco di sciocchezze, che Lily aveva imparato, nel corso degli anni, ad aspettarsi dalla professoressa Cooman. Francamente, si chiedeva perché suo figlio la frequentasse piuttosto che dare delle scuse e allontanarsi frettolosamente. Ma poi l'intero comportamento della donna cambiò, diventando molto più serio.

    "Sai cosa dico a queste persone, Harry? Silente mi avrebbe permesso di insegnare in questa grande scuola, avrebbe riposto così tanta fiducia in me in tutti questi anni, se non gli avessi dato prova di me stessa?".

    Harry sembrava come se non sapesse come rispondere, il che non la sorprendeva.

    "Ricordo bene il mio primo colloquio con Silente" lei continuò, la sua voce bassa e drammatica, appena più di un sussurro "Era profondamente impressionato, ovviamente, profondamente impressionato. Stavo ad Hog's Head, cosa che non consiglio, per inciso...".

    La Cooman continuò a parlare, in modo esasperante, che Silente era venuto nella sua stanza per farle un colloquio per quel posto, ma erano stati interrotti da... Severus? Severus li stava spiando? Era certamente quello che sembrava, ma perché?

    Anche Harry sembrava affascinato da quella informazione. Più di quanto lo fosse lei, infatti... aveva smesso di camminare, il suo viso bianco come un fantasma.

    "Harry? Harry... pensavo che saremmo andati dal preside insieme?".

    "Lei rimanga qui" rispose Harry, suonando strano.

    La Cooman sembrò perplessa, non che qualcuno avrebbe potuto biasimarla "Ma caro... dovevo dirgli come sono stata aggredito nella stanza di...".

    "Resti qui!" gridò Harry, allontanandosi di corsa.




    Grata per le falene che erano onnipresenti intorno al castello, Lily cambiò rapidamente forma e seguì la sua scia. Qualcosa a che fare con Severus... qualcosa che faceva sembrare suo figlio come se avesse preso uno Storditore al petto. Poteva essere una notizia così brutta?

    Senza tante cerimonie, Harry irruppe nell'ufficio del preside, anche se Silente sembrò non accorgersi che ci fosse qualcosa che non andava nel ragazzo. Il preside cominciò immediatamente a parlare degli Horcrux, di come credeva di averne individuato un altro e desiderava che Harry lo accompagnasse, volendo confermare i suoi sospetti.

    E poi, finalmente, si allontanò dalla finestra dove si trovava, dando un'occhiata più da vicino a Harry "Cosa ti è successo?".

    "Niente".

    "Cosa ti turba?".

    "Non sono turbato".

    "Harry, non sei mai stato bravo in Occlumanzia...".

    Con questo, Harry esplose "Piton! Piton è quello che è successo! Ha detto a Voldemort della profezia! È stato lui, ha ascoltato fuori dalla porta, me l'ha detto la Cooman!".

    No. No, doveva esserci un errore. La Cooman non aveva detto qualcosa sul fatto che Severus fosse lì per un colloquio per una posizione di insegnante? Poteva essere…

    Ma poi tutte le sue speranze furono deluse quando vide che Silente impallidì "Quando l'hai scoperto?" disse piano.

    "Proprio adesso!" e perdendo l'ultimo freno, Harry iniziò a gridare "E lei gli ha permesso di insegnare qui e lui ha detto a Voldemort di cercare mia madre e mio padre!",

    Per la prima volta da anni, Lily ricordò James in quell'ultima notte... mentre le urlava di prendere Harry e fuggire, promettendo di tenere a bada Voldemort. E Harry stesso, che era cresciuto senza genitori... uno nella tomba e l'altro che avrebbe potuto benissimo esserlo, visto che a malapena aveva avuto la possibilità di essere una madre per lui durante la maggior parte della sua vita.

    Severus ne era responsabile? Se il tempismo era giusto, era successo subito prima che lui cambiasse posizione... ma se l'aveva ritenuta abbastanza inutile da consegnarla a Voldemort in primo luogo, cosa gli aveva fatto cambiare idea? Importava? Il pensiero che Severus, anche per un secondo, non si fosse preoccupato se lei fosse vissuta o morta fintanto che piaceva al suo padrone...

    "Harry, per favore, ascoltami" disse piano Silente, quasi come se stesse parlando a entrambi "Il professor Piton ha fatto un terribile...".

    "Non mi dica che è stato un errore, signore, stava origliando alla porta!".

    "Per favore, lasciami finire. Il professor Piton ha commesso un terribile errore. Era ancora alle dipendenze di Lord Voldemort la notte in cui ha sentito la prima metà della profezia della professoressa Cooman...".

    Silente proseguì, spiegando che Severus non aveva idea a chi si riferisse la profezia. Aveva agito per conto di Voldemort, desiderando avvertire il suo padrone di una potenziale minaccia per la sua vita. Ancora sconcertante, ma almeno Lily poteva respirare di nuovo. No, non aveva mai avuto intenzione di ferirla... non che neppure degli estranei senza volto sarebbero stati scusabili, ma da tempo aveva fatto i conti con gli elementi più oscuri del suo passato. Dopo tutto, non aveva passato la maggior parte della sua vita adulta cercando di rimediare ai suoi errori?

    E, dopotutto, nemmeno lei era senza colpe. Lo aveva abbandonato quando aveva avuto più bisogno di lei, sapeva che era vulnerabile, eppure...

    "Non hai idea del rimorso provato dal professor Piton quando si rese conto di come Lord Voldemort aveva interpretato la profezia, Harry" disse il preside, la sua voce gentile "Credo che sia il più grande rimpianto della sua vita e la ragione per cui è tornato...".

    Harry continuò con i suoi sospetti e purtroppo c'era solo da aspettarselo. Gli avevano dato tutte le ragioni per pensare il peggio di Severus, non poteva sapere quanto l'insegnante che odiava avesse fatto per suo conto. Avrebbe mai saputo la verità? Non da Silente, certamente. Nemmeno da Severus, che sarebbe stato troppo orgoglioso per dire qualcosa in sua difesa, anche in un futuro in cui sarebbe stato sicuro farlo.

    Lily era ancora a disagio per il modo in cui Severus aveva trattato Harry nel corso degli anni, ancora non sicura di quanto avesse fatto parte della sua copertura e quanto fosse reale. Ma per quanto riguardava la profezia, non poteva avercela con lui. Non ora, dopo tutto quello che aveva fatto per sistemare le cose. E anche se avrebbe preferito che non glielo avesse nascosto, era ovviamente un argomento doloroso... meglio parlarne in un momento in cui era più capace di prendere parte alla discussione.

    Dopo un po', Silente cambiò argomento, tornando all'Horcrux. Lily fu indecisa per un momento... sarebbe dovuta andare con loro, scoprire tutto quello che poteva? O sarebbe stato meglio restare dov'era e aspettare il loro ritorno?

    Scelse quest'ultima opzione, semplicemente perché il pensiero di assistere suo figlio in quella che sembrava una situazione altamente pericolosa era insopportabile. Se fosse stata umana, in grado di aiutarlo, sarebbe stata una storia diversa... ma così? No. Sembrava non avesse altra scelta che fidarsi di Silente per riportarlo a casa sano e salvo.


    Continua...
     
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    Capitolo 29 - Mali necessari



    "Qualunque cosa accada, resta qui. Non uscire fino al mattino".

    Il gatto lanciò a Severus uno sguardo esasperato, che era abbastanza facile da interpretare. Pensava che stesse esagerando, visto che poteva semplicemente trasferirsi da un altro animale, se necessario. Beh, per lui era irrilevante. Non era disposto a correre rischi.

    "Resta qui" ripeté mentre i rumori sopra aumentavano di intensità "Se non potrò tornare per te...".

    Fu interrotto da un forte colpo alla porta.

    "Se non potrò tornare per te" disse con più urgenza "Trovami tu".




    Severus sapeva che sarebbe accaduto quella notte.

    In quanto a ciò, non era stato sorpreso quando Silente lo aveva informato che stava andando in missione segreta e che avrebbe portato Potter con sé. Né fu uno shock quando Draco scomparve per ore o quando i membri dell'Ordine si infiltrarono nella scuola, giurando su e giù solo per fornire un po' di sicurezza in più.

    Comprendendo il ruolo che avrebbe dovuto interpretare, rimase nel suo ufficio, sapendo che nessuno dei suoi signori avrebbe voluto che fosse nel bel mezzo della battaglia. Non quella sera.

    Per tutto il pomeriggio, e la prima serata, aveva aspettato, facendo del suo meglio per preservare la sua forza per le prove a venire. Fino a quella sera, non aveva pensato di uccidere Silente in altro modo se non nei termini più astratti... sperando, sempre sperando che per qualche miracolo, sarebbe stato risparmiato dal doverlo fare.

    Ma adesso si trovava al di là di quella speranza. L'aveva capito non appena aveva sentito il trambusto ai piani superiori: urla frenetiche, imprecazioni che rimbalzavano sui muri. Facendosi scudo, cercò di ignorarli, lottò per reprimere la sua paura per i bambini insieme all'istinto di correre in loro difesa. No, non poteva farlo... doveva aspettare un segnale. Sarebbe stato troppo rischioso mostrarsi fino all'ultimo momento possibile.

    "Restane fuori, Severus. Rimani neutrale finché non avrai altra scelta".

    L'aveva detto il Signore Oscuro o era stato Silente? Si affrettò ad aprire la porta, innervosito di non riuscire più a ricordare.

    "Sbrigati, Severus, sbrigati!" gridò Vitious, guardandolo con occhi spalancati e fiduciosi "Mangiamorte a Hogwarts... non avrei mai pensato di vedere il giorno!".

    Stupeficium.

    L'incantesimo fu non verbale e fulmineo. Vitious non avrebbe mai saputo cosa lo avesse colpito. Ovviamente, questo non fece sentire Severus meno in colpa per aver bloccato un uomo che era stato un collega fidato. La sua unica consolazione era che Vitious sarebbe stato al sicuro laggiù... i Mangiamorte dovevano essere stati avvertiti di stare alla larga dai sotterranei.

    Non ebbe il tempo di chiedersi perché Granger e Lovegood se ne stessero in giro fuori dal suo ufficio, sobbalzando entrambi per lo spavento quando emerse nel corridoio.

    "Professor Vitious" disse mentre li superava a grandi passi "Colpito. In shock, credo. Restate qui e occupatevi di lui".

    Altre due vite che potevano essere salvate? Lo sperava.

    Sollevato dal fatto che i corridoi fossero più o meno deserti, salì di corsa una rampa di scale, seguita da una seconda e una terza, con la bacchetta sguainata e pronta nel caso avesse dovuto farsi strada a fatica. Ma era una precauzione inutile: i membri dell'Ordine erano già completamente impegnati con i loro avversari Mangiamorte, né lo avrebbero trattato come una minaccia supponendo che fosse dalla loro parte. Schivando alcuni incantesimi mal mirati, li superò, salendo le scale, emergendo sui bastioni soprastanti.

    La scena era esattamente come si era aspettato: un gruppo di Mangiamorte, le loro espressioni selvagge e affamate di sangue. C'era Draco, che sembrava più che mai un bambino spaventato, il che ovviamente era esattamente quello che era. E Silente... santo cielo, sembrava già mezzo morto, accasciato contro il muro come se non avesse la forza di reggersi in piedi. Lo avevano torturato, anche se poteva essere lì solo pochi minuti prima che Severus fosse arrivato? No, non c'era tempo per pensarci. Non c'era tempo per preoccuparsi.

    E in quel momento non lo fece. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era il dolore, la terribile futilità del patto che aveva stipulato in buona fede. Anni e anni di manipolazione, occultamento, vere e proprie bugie... il risentimento ribolliva nel profondo del suo petto, minacciando di strabordare come in un calderone surriscaldato e, in un lampo, capì di poterlo fare, che era più che capace dell'odio ribollente richiesto per far sì che la maledizione avesse pieno effetto.

    "Severus...".

    Ma con quel sussurro spezzato, si rese conto che quell'odio non era diretto a Silente stesso, per tutto ciò che il preside era, una fonte del suo dolore e il suo obiettivo prefissato. No, quella inimicizia era molto più profonda... dell'odio per un mondo in cui misure così estreme erano necessarie in primo luogo. Così tante anime perse o segnate per sempre, così tante sofferenze inutili, così tanto potenziale sprecato... e per cosa?

    Non vedeva più il viso di Silente, teso e cinereo mentre il vecchio lo pregava di ucciderlo. No... c'erano troppe altre persone che affollavano la sua coscienza adesso, visi fantasma di coloro che non erano stati per metà così pronti a far fronte alla loro fine prematura. Tanta distruzione, così tanti sprechi... tutto per soddisfare l'inesorabile appetito di crudeltà di un mostro, la sua folle determinazione a vivere per sempre, a qualunque costo.

    No, Silente non avrebbe dovuto sacrificare la sua vita per conto di Voldemort, non più di quanto Severus avrebbe dovuto sferrare il colpo mortale. Nessuno dei due era veramente responsabile di ciò che stava per accadere. Non poteva criticare Silente, che aveva messo in gioco una manciata di vite nel tentativo di salvare innumerevoli altre. No… Severus non poteva nemmeno incolpare se stesso, con tutti i suoi stupidi errori e i rimpianti del passato. In qualche modo, non aveva mai capito la verità fondamentale nella sua lotta per la redenzione, la sua incessante determinazione a pagare penitenza per i peccati di un altro uomo.

    Voldemort era in colpa qui. Nessun altro.

    Il Signore Oscuro era l'unico che avrebbe potuto impedirlo. Forse Severus non sarebbe stato convinto a compiere quell'azione orribile se si fosse comportato diversamente, forse Silente avrebbe potuto scegliere una soluzione alternativa. Ma la crudeltà, la miseria, centinaia di vite innocenti spente e innumerevoli altre da seguire... tutto ciò era stato inevitabile dal giorno in cui il futuro tiranno aveva preso il suo primo respiro. Il mondo di Voldemort era caratterizzato da indicibili ingiustizie e sarebbe rimasto tale a meno che Severus, Silente e Potter non avessero fatto tutto ciò che era in loro potere per fermarlo. Nessuno di loro aveva chiesto di essere in prima linea, ma ora che lo erano, non avevano altra scelta che farsi avanti e accettare il loro destino.

    "Severus... ti prego...".

    'Rimani concentrato' sembravano dire gli occhi del vecchio 'Ricorda cosa stai veramente cercando di uccidere'.

    "Avada Kedavra!".




    "Fuori di qui, presto".

    Severus pose i suoi scudi in posizione, lottando per bloccare l'immagine nauseante di Silente che precipitava dai bastioni, illuminato da un lampo di luce verde. Silente, morto per mano sua, i lineamenti congelati in un'espressione di gratitudine che era in qualche modo più straziante di quanto lo sarebbe stato il terrore abietto.

    No... non doveva pensarci. Non che ciò potesse essere evitato del tutto, ma almeno se si fosse occluso con tutto se stesso, avrebbe attenuato un po' il dolore. 'Non pensarci, continua a muoverti... porta il ragazzo in salvo... ricorda che tu stesso sei essenziale... solo tu puoi proteggerlo ora...'.

    Mentre riportava Draco nella tromba delle scale, intravide Potter. L'espressione del ragazzo era piena di shock, totale repulsione, ma per la prima volta non suscitò sentimenti simili in Severus. Tutto quello che poteva fare, fu sollevare l'incantesimo che teneva prigioniero Potter, sperando vagamente che non si sarebbe fatto uccidere con tutti i Mangiamorte che vagavano per le sale.

    "È finita, è ora di andare!" urlò, sperando di porre fine allo spargimento di sangue prima che venissero arrecati ulteriori danni "Fuori, ora, fuori! Tutti voi!".

    Il suo percorso non fu ostruito, poiché era troppo presto perché l'Ordine sapesse cosa aveva fatto. Scortò Draco fuori dal castello, gli occhi fissi davanti a sé, ignorando la distruzione che incontrò lungo la strada. 'Salva Draco... salva te stesso...'.

    "Tornate alla vostra torre" ringhiò a un gruppo di Corvonero terrorizzati, pochi istanti prima di spalancare le porte d'ingresso con un fragoroso tonfo.

    "Vieni, Draco. Più veloce, ora...".

    Severus aveva anticipato l'inseguimento di Potter, appena sorpreso quando un grido di "Stupeficium" risuonò dietro di lui, seguito da un raggio di luce rossa che lo mancò di poco. Beh, per quanto avesse sperato di evitare quel particolare confronto, forse era una buona cosa. Gli diede una scusa per fornire almeno una sorta di protezione fino alla dipartita degli altri Mangiamorte.

    "Corri, Draco!" gridò, anche se lui si fermò.

    Voltandosi per affrontare Potter, fu colto alla sprovvista dall'espressione del ragazzo, con gli occhi selvaggi e contorti dalla rabbia. Anche quello avrebbe dovuto prevedere, ma nel bagliore infernale della capanna in fiamme di Hagrid, sembrò quasi demoniaco, tanto selvaggio quanto i Mangiamorte che si stavano avvicinando dietro di lui. Tale era il potere dell'odio... o, forse, il potere dell'amore. A volte non era così facile distinguerli.

    "Cruc..." Potter provò, una, due volte, facilmente contrastato a ogni tentativo.

    "Nessuna Maledizione Senza Perdono da parte tua, Potter!" Severus ringhiò "Non hai il coraggio o la capacità...".

    "Incarc...".

    La più grande debolezza di Potter... se avesse mai imparato a controllare le sue emozioni, i suoi attacchi sarebbero stati molto più efficaci. Perché Silente non aveva fatto uno sforzo maggiore in quella direzione? A quel punto, perché Severus non aveva insistito per continuare con le loro lezioni di Occlumanzia? Domande inutili a quell'ultimo appuntamento, suppose.

    Pigramente, quasi divertito, bloccò l'incantesimo.

    "Combatti!" gridò il ragazzo, ormai completamente fuori controllo "Combatti, codardo...".

    Ma anche Severus aveva una debolezza. Rimase in silenzio, ribollì per l'ipocrisia che proveniva da quella bocca in particolare.

    "Codardo, mi hai chiamato, Potter? Tuo padre non mi avrebbe mai attaccato a meno che non fosse stato quattro contro uno. Come lo chiameresti, mi chiedo?"

    "Stupe...".

    Ancora una deviazione. Un'altra provocazione. Severus avrebbe potuto resistere tutta la notte se non si fosse ricordato della precarietà della situazione, del bisogno di scappare prima che arrivasse il Ministero. L'ultima cosa di cui aveva bisogno, era un'altra sanguinosa battaglia tra le sue mani o peggio, un breve viaggio ad Azkaban dove non sarebbe stato di alcuna utilità a nessuno. Urlò ordini agli altri Mangiamorte, deviando contemporaneamente un'altra maledizione.

    E poi Potter cadde, urlando in agonia, il suo corpo che si contorceva sulla fitta erba estiva. Severus era sconcertato, certo di non aver fatto nulla per infliggere il minimo dolore. Ma ovviamente non era stato lui. Era stato così concentrato nel loro scambio di battute che non si era accorto che i Carrow si erano avvicinati, le bacchette tese, i volti illuminati da una gioia maliziosa mentre Potter urlava e urlava, i suoni della sua angoscia intaccavano gli scudi che avrebbero dovuto essere impenetrabili.

    "No!" la parola sembrò come se gli fosse stata strappata dalla gola "Avete dimenticato i nostri ordini? Potter appartiene al Signore Oscuro. Dobbiamo lasciarlo andare! Andate! Andate!".

    Era il momento peggiore possibile per riconoscere la verità... che gli importava del ragazzo... che da qualche parte nel profondo, Silente aveva sempre avuto ragione. Perché? Perché?! Perché adesso... in realtà, perché diavolo era successo, ma PERCHÉ ADESSO?!

    Non c'è tempo per pensarci. Potter si alzò di nuovo, barcollando verso di lui, alzando la bacchetta...

    "Sectum...".

    Deviato. Adesso era abbastanza vicino da anticipare l'incantesimo successivo, verbalizzato o meno. E, naturalmente, sarebbe stato un Levicorpus. Ingannevolmente innocuo...

    "Sei fortunato che Evans fosse qui, Mocciosus".

    "Non ho bisogno dell'aiuto di piccoli mezzosangue luridi come lei!".


    Capace di distruggere tutto.

    "No, Potter!" gridò, facendo volare il ragazzo con la forza della sua deviazione. Infuriato, si avvicinò, fissandolo con quello che doveva essere stato tutto il dolore, tutta la furia impotente che aveva sofferto per più di vent'anni, trovando il suo culmine in quella singola parola e in tutto ciò che rappresentava "Osi usare i miei incantesimi contro di me, Potter? Sono stato io a inventarli - io, il Principe Mezzosangue! E tu avresti rivolto le mie invenzioni contro di me come il tuo sporco padre, vero? Non credo proprio… no!".

    Potter si tuffò per prendere la sua bacchetta, ma Severus inviò un rapido incantesimo, facendola scivolare via nell'oscurità. I suoi scudi stavano crollando, quasi esauriti ormai... stanchi, così stanchi, stufi di tutto. Fottuti Grifondoro. L'idiota non poteva vedere che la battaglia era stata persa prima ancora di lanciare la prima maledizione? Era come se volesse che Severus lo colpisse, solo per dimostrare senza ombra di dubbio che aveva sempre avuto ragione.

    Come a confermare ciò, Potter lo fissò con aria di sfida "Uccidimi, allora. Uccidimi come hai ucciso lui, codardo...".

    "NON CHIAMARMI CODARDO!".

    Aveva intenzione di dire qualcos'altro? Non l'avrebbe mai saputo... quegli ultimi momenti sarebbero sempre stati una sfocatura, un miscuglio di emozioni intense e travolgenti, così dolorose che gli artigli dell'Ippogrifo non avrebbero fatto nulla in confronto.

    E poi si mise a correre, a correre disperato per sfuggire a tutto...




    Cinque minuti dopo, Severus tornò in sé, quasi sorpreso di trovarsi nel salotto dei Malfoy. Si asciugò il sangue dal viso, notando appena i graffi più profondi e dolorosi sulle braccia e sulle spalle. Le sue vesti erano a brandelli, ma tutto quello sembrava non avere importanza.

    Era finita.

    Eppure non lo era, no? No... La morte di Silente era solo l'inizio.

    "Vieni avanti, Severus. Siediti".

    Alzò lo sguardo per trovare Voldemort seduto a capo del lungo tavolo, circondato da fedeli seguaci. La sua espressione era trionfante, la bocca crudele che praticamente sbavava in attesa mentre Severus faceva un passo verso la sedia vuota più vicina.

    "No, non lì! Accanto a me. Spostati, Bellatrix... fai la brava. Codaliscia! Porta a Severus un bicchiere di vino".

    Il roditore chinò la testa e corse fuori dalla stanza.

    "Ora" sibilò il Signore Oscuro dopo che Severus si fu sistemato nel suo nuovo posto d'onore "Dimmi tutto. Meglio ancora, fammelo vedere".

    'Scudi! Scudi!' Severus non aveva idea di dove avesse trovato la forza dopo tutto quello che aveva passato quella notte, ma ci riuscì in qualche modo, dando al Signore Oscuro l'accesso a una versione in qualche modo modificata degli eventi. Tutto l'odio, tutta la furia, distorta per far sembrare che fosse diretta contro lo stesso Silente quando aveva lanciato la Maledizione Mortale. Gratitudine... non perché il suo terribile compito fosse stato completato, ma rappresentato come se fosse contento che il preside fosse morto.

    E Potter... fu facile. Severus nascose tutte le tracce di emozioni contrastanti, sostituendole con aperta ostilità. Ma sarebbe stato abbastanza?

    Il Signore Oscuro si ritirò, molto più gentile del solito, appoggiandosi allo schienale della sedia con un sorriso soddisfatto "Vorrei dare un'altra occhiata a questo in un prossimo futuro. Geniale, davvero. Hai fatto bene, Severus, hai superato ogni aspettativa. Sarai ricompensato per il tuo fedele servizio".

    Severus inclinò la testa "Mio Signore".

    "Quanto a te, Draco..." la voce del Signore Oscuro divenne improvvisamente più fredda, assumendo un tono minaccioso "Hai fallito nel tuo primo compito. Che futuro puoi avere al mio servizio?".

    "Mio signore, posso parlare?".

    "Certo, Severus. Penso che siamo tutti d'accordo che ti sei guadagnato quest'onore".

    "Il giovane Malfoy, qui, è stato determinante per il nostro successo questa sera. Ha mostrato una grande ingegnosità nel riparare il gabinetto che ha permesso ai nostri rinforzi di infiltrarsi nel castello. Senza di lui...".

    L'espressione del Signore Oscuro rimase imperscrutabile "Eppure non ha completato l'unico compito che gli era stato assegnato. Fenrir mi dice che ha avuto l'opportunità perfetta e, tuttavia, ha mostrato esitazione".

    Severus fece un respiro profondo, sapendo che stava sfidando la sua fortuna "Sì, mio signore. Ma il ragazzo ha solo 17 anni ed è stato sotto la custodia di Silente per quasi sei anni. Lui...".

    "Stai dicendo che questo è un problema di lealtà?" il Signore Oscuro sembrò furioso al pensiero.

    "No, no, per niente. Ma sappiamo tutti cosa è... era. Poteva manipolare qualsiasi situazione a suo vantaggio, portare anche la mente più cinica a sfidare la logica e credere a qualunque cosa volesse".

    "Ma non tu, Severus".

    "No" disse Severus serenamente "Non me" e poi, notando che il Signore Oscuro stava sorridendo di nuovo, chiaramente contento di essere ricordato del suo trionfo, Severus proseguì "Non è certo colpa del ragazzo se è stato sotto una tutela così... imperfetta per tutti questi anni. Non merita la possibilità di dimostrare di cosa è capace ora che è libero da quell'influenza?".

    Ci fu un lungo silenzio, e poi finalmente "Molto bene, Severus. Molto bene. Non punirò il ragazzo questa volta. Ma sappi che la mia clemenza è solo un favore per te. Certamente non per suo padre, che è ancora in disgrazia".

    "Sì, mio signore. Grazie".

    "E grazie, Severus. Le tue azioni stasera potrebbero benissimo aver vinto questa guerra".

    Il servitore più fidato del Signore Oscuro condivideva quella speranza... anche se certamente non nel modo in cui intendeva il suo padrone.




    Severus non tornò a Spinner's End per diversi giorni.

    Prima aveva dovuto sopportare le celebrazioni, una spaventosa combinazione di alcol, orge e torture Babbane. Fortunatamente, era stato risparmiato dalla partecipazione a causa di una finta malattia legata alle ferite dell'Ippogrifo. Sfortunatamente, quella comoda scusa aveva lasciato a tutti l'impressione che fosse troppo infermo per viaggiare.

    Dopo la sua presunta guarigione, aveva corso l'enorme rischio di tornare a Hogwarts, volendo essere lì per il funerale di Silente o almeno per osservare da lontano. Fu una cosa molto da Grifondoro, ugualmente stupida e sentimentale, ma non poteva farci niente. Silente era stato il suo mentore, la sua guida... a volte, anche suo amico.

    Ora che i suoi risentimenti erano svaniti, o almeno sepolti dal dolore, tutto ciò che Severus poteva ricordare era la possibilità che gli era stata data. Non proprio quello che aveva richiesto, ovviamente, ma un'opportunità di fare qualcosa... un senso di scopo che gli aveva impedito di essere ucciso o finire ad Azkaban.

    Anzi, doveva essere grato per quello, per il bene di lei se non per il proprio. Lily. Come poteva sapere in quel momento che la sopravvivenza avrebbe significato molto di più che proteggere suo figlio? Una possibilità, per quanto improbabile sembrasse, di riportarla alla vita che le era stata rubata?

    Quella era l'altra ragione per cui era tornato lì. Non per recuperare Lily stessa: se non fosse già arrivata, sicuramente sulla via del ritorno a Spinner's End. No, era tornato per rifornimenti cruciali, nascosto nelle profondità della Foresta Proibita, una seconda occasione dove la prima era fallita.

    Quando il sole iniziò a tramontare, corse il rischio di avvicinarsi, librandosi sugli alberi mentre guardava allontanarsi gli ultimi ritardatari. E poi, finalmente, sapeva che era sicuro come non lo sarebbe mai stato.

    Ben presto, fu in viaggio con il sacco di mandragole accuratamente nascosto sotto le vesti.

    Per quanto odiasse quel posto, Spinner's End si avvicinò molto all'essere uno spettacolo accogliente quella volta. Solo lì avrebbe avuto la possibilità di riposarsi e riprendersi, recuperare le forze prima di prendere parte alla nuova ambizione del Signore Oscuro. Ma più di questo...

    "Lily?" chiamò a bassa voce non appena si chiuse la porta alle spalle.

    Nessun rumore, nessun movimento. La squallida casetta era silenziosa come una tomba.


    Continua...
     
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